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questo continuare a cercarsi

 dove l’altro smette.

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Senza alcuna richiesta

 

 

 

Sensibilità tenerezza ardore

sono collegate al cuore

Talvolta arrecano lacrime e dolore.

Ma si è vivi nella sofferenza

e morti nell’indifferenza.

Sunny_Poems

 

 
Creato da: fabiana.giallosole il 18/02/2012
COPDUS - Coordinamento Provinciale Docenti Utilizzati di Sassari

Messaggi del 14/01/2015

 

FLASH-MOB

Post n°3102 pubblicato il 14 Gennaio 2015 da fabiana.giallosole
 

FLASH-MOB PER “DESTABILIZZARE” LE POLITICHE SCOLASTICHE

 

GIOVEDI’ 15 GENNAIO AL LARGO BERLINGUER (spiazzo antistante la fermata METRO di TOLEDO):

 

“DESTABILIZZIAMO LA PRECARIETA’! ”

 

La "Buona Scuola", la pseudoconsultazione virtuale attivata da un governo ridicolo, che accoglie con i poliziotti in assetto antisommossa i docenti firmatari di 200 mozioni collegiali contro la privatizzazione, la discriminazione (meritocrazia) e lo sfruttamento degli studenti e riserva ai ragazzi le mazzate e i lacrimogeni, mentre affetta e ostenta la smania di "confronto dialettico", è fallita.

La Scuola tutta ha detto "NO" al ricatto osceno fatto a precari che, ora anche forti della sentenza UE del 26/11, hanno e rivendicano fortemente il diritto ad essere immessi in ruolo SENZA CONDIZIONI, cioè senza essere demansionati con l'organico funzionale, senza essere messi in mobilità o pagati solo se disposti a farsi assiduamente sfruttare, contendendo ai colleghi il magro stipendio aggiuntivo. 

Ha detto "NO" alle 200 ore di lavoro gratuito degli studenti, alla loro riduzione a manovalanza non tutelata e gratuita delle imprese piccole e grandi.

Ha detto "NO" all'invadente Invalsi e alla valutazione asfittica di saperi funzionali e automatizzanti

Ha detto "NO" al verticismo e allo strapotere dei dirigenti, alla morte della collegialità, alla creazione di scuole d'élite e scuole-ghetto, al futuro tagliato assieme alle borse di studio universitarie, alla negazione della essenziale libertà di insegnamento, alla riduzione della Scuola a ufficio di collocamento.

La Legge di "Stabilità", varata a Natale, dimostra che il governo SE NE FREGA dei nostri "NO" e va avanti per la sua strada, preparandosi a emanare un decreto "d'urgenza" e poi altri provvedimenti esecutivi che traducano in incubo reale il piano esiziale e inaccettabile esposto nelle 136 pagine di delirio neoliberista sottoposte, fino a metà novembre, al solo giudizio dei plaudenti. 

A Roma è stato attivato un presidio permanente, allestito dal 12 al 18 gennaio in Piazza MONTECITORIO, per denunciare la sordità istituzionale e la protervia di chi ipocritamente proclama di voler "coinvolgere" i cittadini nella non necessaria riforma della Scuola. 
NAPOLI sostiene il presidio romano e parimenti torna a gridare in piazza che la Scuola non ha bisogno di altre (contro)riforme ma di risorse, di ritiro dei tagli ai fondi e all'orario delle discipline portanti, di giustizia per i Quota '96, vergognosamente tenuti ancora in cattedra a causa di un errore della Fornero, di scorporo delle classi-pollaio, di rispetto per chi, in II e III Fascia, lavora da anni nella Scuola e ha la legittima aspettativa di continuare ad insegnare, di collaborazione e innovazione pedagogica su basi condivise e sperimentate (non di giocattoli tecnologici spesso inutili)...

Forti delle nostre ragioni (e delle nostre panze cresciute col panettone e il capitone, panze che ci conferiscono nuova autorevolezza!) SCENDIAMO DI NUOVO IN PIAZZA PER IMPORRE IL RISPETTO DELLA VOLONTA' POPOLARE SULLA SCUOLA E SULLA SUA FUNZIONE COSTITUZIONALE, PER IL DIRITTO AL LAVORO DIGNITOSO E NON MERCIFICATO E, DUNQUE, ANCHE PER UN MODELLO DI SVILUPPO NON SPECULATIVO, EQUO E SOSTENIBILE.

CI VEDIAMO A LARGO BERLINGUER, GIOVEDI' 15: QUESTA LEGGE DI "STABILITA'" VA DESTABILIZZATA, PERCHE' RADICALIZZA LA PRECARIETA'! 

Coordinamento Precari Scuola Napoli 
Cobas Scuola Napoli 
Laboratorio Permanente Cittadino per la costruzione dello Sciopero sociale

 
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Scuola e fatti di Parigi

Post n°3101 pubblicato il 14 Gennaio 2015 da fabiana.giallosole
 

Da “PavoneRisorse”

La scuola e i fatti di Parigi: oltre i luoghi comuni

di Aluisi Tosolini


In questi giorni, dopo gli attacchi terroristici di Parigi, diversi commentatori hanno puntato la loro attenzione sulla scuola. Della serie: come è possibile che i terroristi, cittadini francesi che hanno frequentato la scuola francese (…. ecc.. ecc… e vai di retorica ….) abbiano fatto quello che hanno fatto. Ergo:  a) la scuola ha fallito; b) dobbiamo ripartire dalla scuola.
Ragionamenti a caldo – pieni di luoghi comuni e di ignoranza – che si erano già sentiti, ad esempio, in Gran Bretagna per i cittadini inglesi divenuti terroristi ed attentatori.
Sul tema, ieri, è intervenuto anche il mio amico Maurizio Tiriticco con due interessanti pezzi.
Provo così anche io a dire la mia. Andando per punti e sapendo bene che non è certo qui possibile svolgere compiutamente una riflessione che è particolarmente complessa e non si presta ad essere ridotta a pochi… tweet.

 1. La crisi del pensiero illuminista

E’ da qui, dall’illuminismo, che bisogna ripartire. L’idea centrale dell’illuminismo è che la luce della ragione è capace di illuminare le tenebre, di far uscire l’umanità dalle tenebre prodotte da pregiudizi, religioni, ignoranza (Kant dirà “dalla minorità” in cui l’umanità stessa si è crogiolata per secoli). Metafora stupenda. Cui si contrappose da subito l’illuminista critico Jean Jacques Rousseau che, in sintesi estrema, sosteneva che tutti i mali dell’uomo derivavano dalla cultura (e quindi dalla scuola che la riproduceva e promuoveva) e che dunque occorreva ripartire dalla natura con il buon Emilio d tener lontano dalla civiltà proprio per tentare un nuovo inizio.
Detto in altro modo: non si tratta certo di prendere per buone le utopie di Rousseau ma…. neppure i sogni e le illusioni semplicistiche degli illuministi. E su questo vedi il punto 2.
Aggiungo solo, qui, che tra le criticità dell’illuminismo va annoverata l’idea che la ragione avrebbe liberato l’umanità dal fardello negativo delle religioni viste solo come illusioni utili a tenere buone le masse. Non è andata così, e non certo solo per motivi storici quanto piuttosto perché tra ragione e fede non è vi un conflitto insanabile come ritenevano gli illuministi e poi molti dopo di loro. Non sempre, insomma, la religione è l’oppio dei popoli.

 2. La cultura e l’istruione sono condizioni necessarie ma non sufficienti

Diceva il grande filosofo Hans Georg Gadamer che il peggiore pregiudizio è sostenere di non aver pregiudizi o di essersi liberati da tutti i pregiudizi. L’illuminismo ha pensato che grazie alla diffusione della cultura e all’uso spassionato della ragione l’umanità si sarebbe liberata da tutti i pregiudizi, dalla violenza, ecc. Anche in questo caso non è andata così. E il motivo è semplice: la diffusione della cultura e quindi l’impegno per l’educazione per tutti sono condizione necessaria ma non sufficiente per il superamento dei pregiudizi.  La conoscenza dell’alterità è fondamentale per rispettare, ad esempio, le altre religioni e gli altri vissuti valoriali, ma non è sufficiente. Dal conoscere l’islam o il cristianesimo, i valori fondamentali della democrazia o i diritti umani non discende in modo automatico (tipo A causa necessariamente B) un comportamento di rispetto della democrazia o dei diritti umani. Magari fosse così !
Ma così non è: e lo dimostra, per essere cattivi, la stessa foto dei grandi della terra che hanno aperto la marcia repubblicana di Parigi l’ 11 gennaio: 20 fra di loro guidano paesi nei quali la libertà di stampa è in serio pericolo e dove i giornalisti sono incarcerati non perché hanno pubblicato vignette di dubbio gusto sull’islam ma …notizie ! Forse che Erdogan (per fare un esempio) non conosce i diritti umani? Basta forse mandarlo a scuola di diritti umani affinché la liberà di stampa approdi in Turchia? Difficile da credere!

 3. Le condizioni materiali contano più della cultura

Ciò detto come non condividere la chiusura di uno dei pezzi di Tiriticco: “La responsabilità dell’educazione è grande, ma quella del contesto reale è ancora più grande. E la politica, purtroppo, ha sempre la meglio sull’educazione formale, su quello che si insegna e si apprende sui banchi di scuola. Politique d’abord!”.
Semplifico: puoi avere un’ottima scuola e i migliori docenti e persino apprendere che la cultura ti rende libero e ti permette di comprendere che tutti gli uomini sono uguali e che tutti siamo – ad esempio – cittadini francesi con gli stessi diritti e gli stessi doveri,  ma se poi vivi in una squallida banlieu dove i tuoi diritti al lavoro, alla partecipazione civile ecc restano un sogno, apprendi dalla realtà stessa che a volte la cultura serve per alienare. O per gettare il germe per la nascita di rivoluzionari o terroristi.
Seconda conseguenza:  è sempre obbligatorio migliorare la scuola ed i processi di apprendimento per tutti ma, in vista di una società inclusiva, democratica e interculturale  è altrettanto obbligatorio offrire pari opportunità (di vita, non solo di studio!) a tutti, redistribuire le ricchezze, eliminare la povertà e le disuguaglianze.
Tema cui, guarda caso, è dedicato il libro dell’anno – Il capitale del XXI secolo - pubblicato proprio in Francia da Thomas Piketty  e dedicato  alla crescita della disuguaglianza e all’aumento della concentrazione della ricchezza in un numero sempre minore di mani.

4. il paradosso della scuola

Chi si interessa da anni di società multiculturale e di transizione verso la dimensione interculturale ha da sempre descritto lucidamente il paradosso della scuola. Una scuola veramente interculturale è una scuola pericolosa perché se forma davvero bene le persone che le sono affidate forma nel contempo persone che comprendono l’assurdo di una società che nega nei fatti ciò che insegna e ciò che ritiene essere il proprio fondamento.
Esemplifichiamo per l’Italia. Se una scuola fa davvero formazione nel campo di “Cittadinanza e Costituzione” non potrà far altro che constatare come la Costituzione giorno dopo giorno sia contraddetta dalla realtà, dalle scelte politiche ed economiche e dalle priorità che quanti sono chiamati a realizzare la Costituzione mettono in campo ogni giorno.
In questo ha ragione l’illuminismo: l’istruzione mette in luce le contraddizioni, le ipocrisie, le falsità, gli errori. Ma l’istruzione da sola non può rimediare e, anzi, come dicevamo sopra, porta con sé il paradosso di allevare dentro di sé i primi critici ed oppositori della società in cui è inserita proprio grazie (a motivo) della diffusione dell’istruzione.

 5. Ascoltando Bauman

Zygmunt Bauman è uno che se ne intende di questioni multiculturali. Ieri Il Corriere della Sera ha raccolto una sua stupenda intervista che merita di essere letta e meditata.
Bauman è molto noto per aver coniato il concetto di Modernità Liquida (o società liquida) che è ormai sulle bocche di tutti. Meno citato, invece, l’altro concetto chiave della sua riflessione: scarto.
Rispondendo a una domanda sul romanzo Soumission (Sottomissione) di cui moltissimo si è parlato prima e dopo il 7 gennaio, Bauman dice:  «Soumission è la seconda grande distopia di Houellebecq. In questo libro l’islamico Mohammed Ben Abbes vince le elezioni francesi del 2022 testa a testa con Marine Le Pen, una coppia per nulla casuale, profetica se non riusciremo a invertire il corso di una storia che ha tradito le speranze di libertà e uguaglianza riposte nella democrazia. In tutta Europa assistiamo all’ascesa del sentimento antidemocratico, a una secessione di massa dei nuovi plebei che confluiscono verso gli opposti estremi dello spettro politico, attratti dalle promesse dell’autocrazia. La parola del Profeta diventa così un vessillo dispiegato per chiamare a raccolta gli umiliati, gli emarginati, gli esclusi, affamati di vendetta».

 6. sottomessi …. a chi?

L’intervista di Bauman si conclude con il riferimento ad un altro vecchio saggio che sta diventando sempre più l’unica voce critica nonviolenta nella nostra contemporaneità.
Dice Bauman: «Nella sua prima Esortazione Apostolica (la Evangelii Gaudium del 2013, ndr ) papa Francesco ha messo a fuoco la grande sottomissione, la nostra resa a un capitalismo licenzioso, sfrenato, cieco all’umana miseria. Non troverà risposta più profonda ed esaustiva a questa domanda. Il Pontefice ha richiamato quella cultura dello “scarto” che va oltre lo sfruttamento e bandisce intere popolazioni dai progressi del welfare e della tecnica, masse che non sono più semplicemente oppresse o marginalizzate, bensì rimosse dalla comunità, “fuori” dal corpo sociale. Questo non può essere accettato, a questo dobbiamo opporci».
A questo la scuola e l’istruzione si oppone e si deve opporre. Ma liberiamoci dall’illusione che la scuola e l’istruzione da sole possano riuscire in quest’opera titanica.
Del resto, come insegna la vicenda dell’illuminismo….. , alla rivoluzione culturale fece seguito la rivoluzione politica, sociale ed economica. Con la prorompente entrata in scena del terzo stato. Forse coloro che continuano a pensare che il tutto si può risolvere con la sola cultura e la sola istruzione lo fanno perché non hanno alcuna intenzione di mettere in dubbio i propri privilegi.

 
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Giannini

Post n°3100 pubblicato il 14 Gennaio 2015 da fabiana.giallosole
 

Da “Agenzia Dire”


Giannini: "La scuola? Passaporto per la cittadinanza attiva"


"La scuola di Don Milani offriva un passaporto per una cittadinanza attiva e questo è il ruolo che anche oggi vogliamo esercitare nella scuola del nostro Paese".

di Marta Nicoletti

ROMA - "La scuola di Don Milani offriva un passaporto per una cittadinanza attiva e questo è il ruolo che anche oggi vogliamo esercitare nella scuola del nostro Paese". Così Stefania Giannini, ministro dell'istruzione, in occasione della presentazione del progetto 'La memoria e l'immagine - Scuola per la storia' a Palazzo Giustiniani.

"Le scuole sono la traccia visiva e mnemonica della storia del nostro Paese. Esiste un percorso parallelo tra l'evoluzione della storia del nostro Paese e della nostra scuola", ha aggiunto il Ministro commentando il progetto."Un tema che mi sta molto a cuore - ha proseguito - è quello della sensibilità alla diversità che mai come oggi è vicino alla nostra coscienza e alla nostra responsabilità, come educatori ma anche come cittadini".

"La scuola ha fatto sempre passi avanti pioneristici, il primo passo è stato il superamento della classe differenziale. Non dobbiamo dimenticarlo e dobbiamo continuare un processo integrazione che guardi alla diversità dei bambini con bisogni speciali ma anche dei bambini non nati in Italia".  Il Ministro Giannini ha poi presentato le tre azioni fondamentali previste dal progetto: "un concorso dedicato al recupero della memoria e all'uso di strumenti quotidiani come i tablet e gli smartphone" dal titolo 'FotografiAMO la scuola', "un corso di perfezionamento per archivisti e bibliotecari dedicato all'archivistica contemporanea e le mostre dedicate ai grandi educatori". Un'anteprima della mostra dedicata a Don Milani è stata allestita per l'occasione proprio nei corridoi antistanti la sala Zuccari di Palazzo Giustiniani. Il progetto, promosso dal miur con il patrocino del Senato, ha inoltre visto la nascita di una 'Rete di scuole per il recupero della memoria' che sta realizzando le iniziative e promuovendo le attività.

 

 
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RSU

Post n°3099 pubblicato il 14 Gennaio 2015 da fabiana.giallosole
 
Tag: RSU

 

Da ”ItaliaOggi”

Rsu, al via la sfida sindacale

Parte la raccolta delle firme per le liste. Si vota il 3, 4 e 5 marzo. Obiettivo minimo: 5%. Questa volta potranno essere eletti anche i precari

Carlo Forte

Sindacati ai blocchi di partenza in vista dell'avvio delle procedure elettorali per il rinnovo delle rappresentanze sindacali unitarie delle scuole. L'annuncio delle elezioni, che nella scuola riguarderanno circa un milione di lavoratori, e il contestuale inizio della procedura elettorale è fissato ad oggi, 13 gennaio.

E da domani le organizzazioni sindacali potranno iniziare a raccogliere le firme per la presentazione delle liste.

Sempre dal 14 gennaio le scuole dovranno mettere a disposizione dei sindacati l'elenco generale alfabetico degli elettori. E dovranno consegnarlo in copia a tutte le organizzazioni sindacali che ne fanno richiesta. I termini sono contenuti nel protocollo per la definizione del calendario delle votazioni per il rinnovo delle rappresentanze unitarie del personale dei comparti, siglato il 28 ottobre scorso. Il termine entro il quale dovranno essere presentate le liste elettorali è stato fissato al 6 febbraio prossimo. Le elezioni avverranno il 3, il 4 e il 5 marzo.

La principale novità di quest'anno è che potranno candidarsi anche i precari. Purché siano stati assunti con un contratto almeno fino al 30 giugno. La novità è stata introdotta con una modifica al contratto quadro del 1998, sottoscritta con un accordo a parte il 28 novembre scorso. Viene rimossa, così, una stortura del precedente sistema elettorale, che precludeva ai precari l'accesso alle candidature. Anche in questo caso ci si adegua alle norme dell'Unione europea, che vietano trattamenti discriminatori tra lavoratori che fanno lo stesso mestiere. A nulla rilevando la durata del contratto di lavoro.

L'accesso dei precari all'elettorato passivo apre nuovi scenari, perché così facendo le organizzazioni sindacali potranno individuare i candidati con maggiore facilità, potendo giovarsi anche delle nuove leve, prima relegate al ruolo di meri elettori. Le elezioni per il rinnovo delle rappresentanze sindacali unitarie serviranno, oltre che per eleggere i rappresentanti sindacali scuola per scuola, anche e soprattutto per valutare il peso dei sindacati.

La rappresentatività sindacale, infatti, si calcola facendo la media tra il numero degli iscritti (le deleghe in busta paga) e il numero dei voti alle Rsu. Il 50% della rappresentatività viene calcolata facendo riferimento agli iscritti e il restante 50% sulla base dei voti. Per ottenere la rappresentatività, requisito essenziale per avere accesso ai tavoli della contrattazione collettiva, è necessario che l'organizzazione sindacale raggiunga almeno il 5% del tasso di rappresentatività complessivo.

Il mancato raggiungimento della soglia del 5% comporta l'esclusione dai tavoli negoziali e dalle prerogative sindacali (distacchi e permessi). I distacchi e i permessi, peraltro, sono ormai ridotti al lumicino. Perché hanno subito due decurtazioni molto incisive. La prima, operata dal governo Berlusconi, che ha cancellato il 15% dei distacchi e dei permessi sindacali e la seconda, adottata dal governo Renzi, che ha ridotto di un ulteriore 50% quello che era rimasto dopo il taglio del governo precedente. Resta il fatto, però, che la kermesse elettorale, che si rinnova ogni tre anni, è un momento di grande importanza perché consente ai lavoratori del pubblico impiego di scegliere i loro rappresentanti presso le scuole di servizio e di legittimare le organizzazioni sindacali, direttamente, con un semplice voto di preferenza.

Le consultazioni riguarderanno tutto il pubblico impiego, che occupa nel suo insieme 3.343.999 persone. Di questi, 1.005.840 unità lavorano nella scuola (al netto dei dirigenti scolastici che sono 7.482).

 
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Scuole extra-large

Post n°3098 pubblicato il 14 Gennaio 2015 da fabiana.giallosole
 

Da “ScuolaOggi”


Le Scuole “extra-large” della Lombardia


di Pippo Frisone

Dal 15 gennaio al 15 febbraio del 2015 si apriranno le iscrizioni nelle scuole statali d’ogni ordine e grado. Domande rigorosamente online. In Lombardia le istituzioni scolastiche che riceveranno le iscrizioni, secondo il recente Piano di organizzazione delle rete scolastica (D.Reg.2938 del 19.12.14), sono 1.173 comprensivi dei 19 CPIA di nuova costituzione. Le sedi e i plessi di erogazione del servizio scolastico sono 5.260 di cui 1.318 Infanzia, 2.199 Primaria, 1.101 medie e 642 superiori. Gli alunni iscritti nell’as 14/15 sono 1.181.659  di cui 33.089 disabili e 182.954 con cittadinanza straniera.La media degli alunni iscritti nelle scuole della Lombardia è di 1: 1007. Il maggior numero delle scuole si attesta tra 800 e 1200 alunni ma non mancano le eccezioni verso l’alto e verso il basso. Le istituzioni scolastiche con una popolazione scolastica inferiore a 400 alunni sono 7: il Convitto Longone di Milano con 218 alunni, segue la scuola speciale per ciechi di via Vivaio Milano con 226 e ancora l’ICS di Polavano (Bs) con 301, l’Ist.Onnicomprensivo di Sondrio con 323, l’ICS Cedegolo (Bs) con 339, l’ICS di Viminore di Selve (Bs) con 342, l’ICS Giovanni XXIII (Lc) con 344. Di contro, le istituzioni scolastiche  con una popolazione scolastica superiore a 1.750 alunni, risultano di gran lunga maggiore e sono concentrate soprattutto a Milano e a Pavia. L’istituto col più alto numero di alunni della Lombardia è l’IIS Castelli-Moretto da Brescia con 2.401 (2.504) che precede l’IIS Capirola di Leno con 2002, l’IIS Lunardi con 1893 e l’IIS Leonardo con 1861. A Crema l’IIS Galilei con 1770. A Lecco l’ICS di Calolziocorte con 1978. A Monza l’IIS Hesenberger con 2.193 e l’IIS Maioorana di Cesano Maderno con 1.818. A Milano l’ICS di Settimo Milanese con 1.923, l’ICS di Cassano d’Adda con 1.844, l’IIS di Cernusco s/N con 1.804, l’ICS di Pioltello con1.979, l’IIS Virgilio con 2.020. A Mantova l’ICS di Porto Mantovano con 1.757. A Pavia l’ICS di Voghera con 2015 alunni, l’ICSdi C.so Cavour di Pavia con 1.837, l’l’ICS di Garlasco con 1.779 alunni, il Liceo A.Cairoli con 1.814, l’IIS Cardano con 1769,l’IIS Cossa con 1775. A Varese l’IIS Verri di Busto Arsizio con 1.982 e l’IIS Tosi di Busto Arsizio con 1.868. Ma è a Caloziocorte, in provincia di Lecco, che c’è l’istituzione scolastica che raggruppa il maggior numero di sedi: ben 20 plessi distribuiti in 6 comuni. Le scuole che superano i 10 plessi sono 74 in tutta la Lombardia. A Pavia il maggior numero di scuole con oltre 10 plessi: 17. Seguono Brescia con 10, Mantova con 8, Cremona e Varese con 7, Bergamo e Lodi con 6, Como con 5 e Sondrio con 4. Milano città ha una media di 4 plessi mentre in provincia solo due scuole superano le 10 sedi: Palazzolo Martesana e Vizzolo Predabissi. Nella delibera sul Piano di dimensionamento per il 2015/16 la Regione Lombardia ha fissato il limite di 1.750 alunni come tetto massimo per ciascuna istituzione scolastica. Spetta agli enti locali, tempo tre anni, far rientrare all’interno di tali parametri le attuali 22 istituzioni scolastiche che hanno abbondantemente superato tale limite.Quale sarà la dieta che verrà consigliata e a quali condizioni verrà somministrata, per ora non è dato sapere. Una cosa è certa. Basta con gli eccessi di verticalizzazione. Le scuole non sono aziende e le misure extra-large se da un lato fanno risparmiare non sempre sono sinonimo di efficienza nell’erogazione dei servizi, soprattutto in quelle 74 istituzioni scolastiche con oltre 10 plessi! Mentre la Regione Lombardia verticalizzava e tagliava le autonomie  anche oltre gli stressi orientamenti del Miur, alle scuole venivano tagliati gli organici docenti e ATA e aumentato il numero degli alunni per classe !  Bisogna rivedere il concetto di media regionale  che attualmente si attesta sui 1000 alunni. Bisogna ritornare, all’interno di ciascuna realtà regionale,  ai valori minimi e massimi ottimali, stabiliti per ciascuna istituzione scolastica. Non si può accettare che in base ad una media regionale astratta (1000 alunni), si possano mantenere nello stesso territorio scuole con meno di 400 alunni e scuole con oltre 2.300!! Se la scuola è strategica per il Paese, come sostiene il Governo, bisogna rivedere tutti i suoi fondamentali, compresa la rete scolastica e smetterla di continuare ad usarla come un bancomat.E questo vale, tanto per il Governo nazionale quanto per quello regionale.

 
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 CHI SIAMO

Il Coordinamento provinciale dei Docenti Utilizzati di Sassari (COPDUS), si è costituito ufficialmente nel mese di settembre 2011, in seguito alla necessità di fronteggiare il nefasto articolo 19 della Legge 111 del 15 luglio 2011 col quale si dispone la messa in mobilità intercompartimentale dei docenti inidonei o il declassamento a personale ATA con conseguente riduzione stipendiale.

Esserci costituiti in gruppo è stato per tutti noi fondamentale in quanto ci ha dato da subito la forza e la determinazione, entrambe importanti, per intraprendere tutte quelle azioni di lotta civile allo scopo di trovare soluzioni al problema che ci ha visti coinvolti, assieme ad altri quasi 4000, a livello nazionale.

Ritrovarci con cadenza settimanale ci fa sentire, non solo più uniti e aggiornati sull'evolversi della nostra situazione, ma soprattutto più sicuri e positivi nell'affrontarla.

Per questo motivo, e non solo, abbiamo col tempo sentito il bisogno di creare questo BLOG ossia uno spazio per informarci ed informare anche coloro che trovandosi nella nostra situazione pur non facenti parte del coordinamento di Sassari, avranno piacere di visitarci e saranno i benvenuti.

Al tempo stesso vogliamo che questo sia uno spazio oltre che di informazione anche di incoraggiamento al "ce la faremo" e al "non smettere" e quindi non vuole avere e non avrà aspetti e contenuti sterili o "istituzionalizzati".


e-mail: copdus@gmail.com oppure fabianagiallosole@libero.it

 

Felice settimana


 Serena, solare settimana a tutti voi, piena di energia e di voglia di lottare ancora insieme...

FabianaGiallosoleq

 

 

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