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questo continuare a cercarsi

 dove l’altro smette.

Una connessione spontanea

Senza alcuna richiesta

 

 

 

Sensibilità tenerezza ardore

sono collegate al cuore

Talvolta arrecano lacrime e dolore.

Ma si è vivi nella sofferenza

e morti nell’indifferenza.

Sunny_Poems

 

 
Creato da: fabiana.giallosole il 18/02/2012
COPDUS - Coordinamento Provinciale Docenti Utilizzati di Sassari

Messaggi del 12/03/2015

 

PRESIDIO NAPOLI

Post n°3253 pubblicato il 12 Marzo 2015 da fabiana.giallosole
 

Presidio 10 marzo 2015 contro la "buona scuola" di Renzi

Nonostante l'ennesimo rinvio della presentazione del ddl sulla "buona scuola", ieri sera a p.zza Carità a Napoli dalle 17.00 alle 20.00 si è tenuto il presido con volantinaggio indetto dal Laboratorio napoletano dello sciopero sociale e dai Cobas.
Buona la partecipazione di studenti, docenti e ata, precari e "stabili". Attivamente presente il CPS napoletano.
Due furgoni della polizia e uno dei carabinieri, stazionati sui marciapiedi a protezione del portone della sede cittadina del PD, hanno provocato qualche disagio ai pochi napoletani che possono concedersi ancora lo shopping pomeridiano a via Toledo.

 
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COMUNICATO PRECARI

Post n°3252 pubblicato il 12 Marzo 2015 da fabiana.giallosole
 

COMUNICATO PRECARI SCUOLA NAPOLI (assemblea 09/03)

 

Dopo la kermesse vergognosa del 22 febbraio, accompagnata dall'indegna repressione di esponenti sindacali e colleghi dissenzienti, zittiti e allontanati con metodi cui non si è neppure lontanamente pensato di fare ricorso, invece, per disincentivare analfabeti ubriachi venuti a distruggere, nella più bella piazza della capitale, il nostro patrimonio artistico, il governo malato di "annuncite" ha rimandato al 10 marzo la pubblicazione del suo decreto "urgente" e poi, ancora, al 12 marzo, domani (giorno in cui è già stata fissata, da gennaio, una manifestazione studentesca lanciata dall'Unione degli Studenti), rivelando un'imbarazzante confusione sui numeri delle assunzioni e suscitando sconcerto per le pratiche adottate, incostituzionali, antidemocratiche, improntate a criminale leggerezza e a mimesi stolida di modelli anglosassoni da tempo ripudiati e messi al bando a livello internazionale.

 

Dalle ricostruzioni ipotetiche e attendibili che stanno circolando, si deduce che sta per essere definitivamente assassinata la Scuola Pubblica e della Repubblica, per lasciare il posto a un servizio "on demand" finanziato dall'elemosina di cittadini di buon cuore (5 per mille) e dalle imprese (dove ci sono), che la faranno da padrone, assieme ai "presidi-sindaci" (sigh!), che potranno licenziare e assumere i docenti che più andranno loro a genio, cioè quelli docili e "fungibili", zitti e muti, disposti a trattenersi a scuola pure di notte, a lavare i cessi, a impartire lezioni di qualsivoglia materia "affine" alle proprie, a seconda del bisogno, a somministrare Invalsi e a spostarsi di km e km entro la propria regione. Gli studenti, invece, andranno a lavorare gratis per 400 ore all'anno (200 per i liceali), secondo un modello che l'EXPO sta dando modo di sperimentare, pioneristicamente, a Milano, città imprenditoriale per eccellenza. 

 

L'emergenza estrema che la Scuola Pubblica sta vivendo, ha indotto ad azioni di protesta altrettanto estreme: da un lato si sono registrate chiusure egoistiche e corporative e abbandoni "fideistici" a forze presuntamente dirimenti e risolutive, ma che si riveleranno, verosimilmente, speculative; dall'altro, si è vista una radicalizzazione "fisica" della lotta, volta a manifestare in modo ultimativo la contrarietà al progetto di smantellamento della Scuola Pubblica, ormai in dirittura d'arrivo.

 

I colleghi e le colleghe Ata e docenti romani, infatti, seguiti da molti altri, che si stanno proponendo in questi giorni "mettendoci la faccia", come si suol dire, hanno deciso di intraprendere uno sciopero della fame "a staffetta" e a distanza, allarmati e sdegnati, come tutti i docenti dotati di un minimo di consapevolezza e di coscienza, dalle anticipazioni incredibili che provengono dai Palazzi circa il famigerato decreto che avrebbe dovuto rendere operativo, a fine febbraio, il piano contenuto ne "La Buona Scuola", bocciato formalmente e ufficialmente da più di 200 scuole e snobbato o criticato fortemente da genitori, alunni, associazioni e docenti, che in modo sempre più capillare e convinto, hanno contrapposto, alle 136 pretenziose pagine di proposte neoliberiste e privatistiche renziane, la vera "buona scuola" profilata nella LIP, la legge di iniziativa popolare sottoscritta da centomila cittadini e ancora giacente in parlamento.

Lo sciopero della fame può essere uno strumento di lotta molto efficace, in determinati casi (media interessati e liberi di dar voce al dissenso; vertenze "a breve termine" e riguardanti pochi lavoratori) e a determinate condizioni (che sia "stanziale" e condotto in modo controllato e controllabile), ma è stato già esperito senza successo dai precari all'inizio della loro pluriennale battaglia, e presenta molte controindicazioni, di cui gli ammirati ma perplessi precari di Napoli hanno discusso in assemblea, lo scorso 9 marzo, concludendo che:

 

1) si tratta di una forma di lotta che sacrifica pochi per i molti e crea, sulla distanza, aspettative di ulteriore innalzamento della soglia di autolesionismo;

2) si tratta di una forma di lotta "individuale", non corale, il che stride con i valori sottesi alle "ideologie" della resistenza e del rinnovamento sociale;

3) si tratta di una forma di lotta "patemica", che fatalmente rimanda l'idea della disperazione del lavoratore privato del posto cui ha diritto, il che potrebbe far passare in secondo piano tutte le altre mostruosità del piano Renzi-Giannini e attirare per poche ore un'attenzione morbosa e non politicamente connotata.

 

Fraternamente legati ai colleghi Ata e docenti di Roma da anni e anni di condivisione di momenti di lotta strenua, i docenti di Napoli hanno deliberato di esprimere la loro più piena e affettuosa solidarietà a quanti hanno scelto di sottoporsi a tale ulteriore e dura "prova", pur lasciando intatte le loro riserve sulla forma di protesta intrapresa. 

 

E' stata ribadita e approvata, nel corso della stessa assemblea, la partecipazione alle già previste manifestazioni del giorno 10 (presidio con volantinaggio) e del giorno 12 marzo (corteo con gli studenti, partendo da Piazza Garibaldi); si è deciso, inoltre, di formalizzare brevi testi informativi destinati ai docenti di ruolo, che sembrano, a Napoli, ignari di quanto sta per abbattersi anche su di loro, programmando volantinaggi davanti alle scuole.

Un'azione più "incisiva", da svolgersi in città, è stata poi proposta ma rimandata a data da stabilirsi, a breve, anche a partire dal varo del decreto di cui siamo in attesa ansiosa. Sono stati auspicati scioperi generali unitari, manifestazioni di massa ed eventuali blocchi delle attività scolastiche.

 

I precari e docenti di Napoli hanno sempre aderito a piattaforma inclusive, chiedendo la stabilizzazione di TUTTI i docenti, senza distinzione di appartenenza, di canale abilitante e di ordine di scuola; ritengono che il taglio di più di 2000 posti Ata e lo smantellamento delle graduatorie, nelle quali sono iscritti docenti che lavorano da una media di 10 anni nelle scuole e che non saprebbero né potrebbero "reinventarsi" un ruolo e un'identità professionale, siano una vera e propria violazione del diritto umano alla dignità.

Nessun governo può togliere la dignità a migliaia di cittadini per finanziare ignobili guerre e salvaguardare privilegi e affarismo selvaggio: Napoli non subirà il sopruso dopo anni di abuso! Napoli è una città che in questi giorni sta liberando luoghi di pena e segregazione per restituirli alla cittadinanza, come l'ex Ospedale psichiatrico giudiziario, un enorme complesso che gronda dolore e che si sta animando di colori, progetti e storie; Napoli è PUBBLICA; Napoli ha bisogno di SCUOLA PUBBLICA e se la riprenderà! 

 
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SCATTI

Post n°3251 pubblicato il 12 Marzo 2015 da fabiana.giallosole
 
Tag: Scatti

Da “Corriere della sera”

Scatti di anzianità, il governo fa dietrofront: non saranno toccati

Trovate le risorse come chiedevano i sindacati. Per il merito, che avrebbe dovuto pesare per il 70% sulla busta paga, si dovranno trovare «risorse fresche

Claudia Voltattorni

Dietrofront. Si torna alle origini. Gli scatti di stipendio di un professore tornano ad essere legati al 100 per cento all’anzianità. Come succede già adesso. E i più meritevoli verranno premiati sì, ma devono essere trovate «risorse fresche». A poche ore dall’ok del Consiglio dei ministri al disegno di legge del governo sulla Buona scuola, cambia uno degli argomenti più discussi della riforma renziana che fino a ieri prevedeva uno stipendio per i prof legato al 30% agli scatti di anzianità e il restante 70 a quelli di merito «per valorizzare la professionalità del docente e ridare dignità al suo ruolo sociale».

Soddisfazione dei sindacati

Nelle ultime ore, il premier Matteo Renzi e i suoi avrebbero deciso di tornare al vecchio sistema con gli scatti di stipendio legati solo all’anzianità. Plaudono in sindacati. Proprio nei giorni scorsi la Uil Scuola aveva calcolato il peso degli scatti di merito sullo stipendio medio di un prof: circa 16 euro lordi al mese. Giovedì pomeriggio, il Consiglio dei ministri darà l’ok definitivo al disegno di legge che poi comincerà l’iter parlamentare. L’obiettivo del premier è di riuscire a concludere almeno la prima parte della discussione alle Camere entro il 15 di aprile.

Il bonus culturale

Per i professori, in programma invece una «carta del prof», per rafforzare la dignità sociale del ruolo del docente: previsti per il primo anno 400 euro per tutti i professori, che potranno essere spesi solo per consumi culturali (libri, teatro, concerti, mostre, autovideo telematici).

 
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RIFORMA

Post n°3250 pubblicato il 12 Marzo 2015 da fabiana.giallosole
 
Tag: Riforma

Da “La Tecnica della Scuola”

Riformabuonascuola, ultimissime: scatti sì, basta classi pollaio e scuole aperte il pomeriggio

Anche fonti governative confermano il mantenimento in vita dell’unica forma di carriera del personale. Sulle altre iniziative inserite nel ddl in arrivo in Consiglio dei ministri è lecito porsi più di qualche dubbio: se l’organico di diritto è lo stesso degli altri anni e quello funzionale viene rimandato al 2016, con quali docenti si spalmerebbero gli alunni su più classi? E ancora: per tenere aperti gli istituti 12 ore al giorno servono quattrini, anche tanti: da dove si recepiscono?

Alessandro Giuliani

Disegno di legge confermato. Come gli scatti di anzianità, che non dovrebbero più fare spazio al merito ma rimarrebbero in vita per tutti. A poche ore dall’arrivo in Consiglio dei ministri del piano di riforma scolastico, si accavallano le voci sulle ultime modifiche del testo che dalla prossima settimana sarà sotto la lente del Parlamento.

Ma andiamo per ordine. Dopo le prime indiscrezioni, nella serata dell’11 marzo anche fonti di governo hanno confermato che “la riforma della scuola e dovrebbe confermare gli scatti di anzianità ma dando ampio spazio al merito dei docenti”. Alla fine, evidentemente, ha prevalso il buon senso, visto che la quasi cancellazione dell’unica forma di carriera professionale del personale scolastico avrebbe determinato, con i sindacati già pronti alla mobilitazione, reazioni di protesta a catena tra tutto il personale. "Contro il piano Renzi e a favore della legge d'iniziativa popolare", il 12 marzo protesterà, davanti alla presidenza del consiglio, anche l'Unicobas.

Sempre fonti ufficiali, vicine al Governo, avrebbero indicato in tre i punti chiave della riforma che sarà presentata in CdM: basta classi pollaio; scuole aperte anche il pomeriggio; la Carta del prof, utile a rafforzare la dignità sociale del ruolo del docente. In quest’ultima iniziativa, di cui ci occupiamo in un altro articolo, sarebbero previsti per il primo anno 400 euro per tutti i professori, che potranno essere spesi solo per consumi culturali (libri, teatro, concerti, mostre, autovideo telematici.

Sulle altre due, però, sorgono sin d’ora dei forti dubbi. Ad iniziare dal piano di apertura pomeridiana delle scuole, che non è certo una novità, per il quale si è tutti d’accordo ma resta da comprendere con quali risorse si sosterrebbe il progetto: il Fis è infatti ridotto all’osso e le scuole non riescono ad allestire neanche i corsi a supporto della didattica o quelli di recupero. Chi sorveglierebbe e pulirebbe, ad esempio, gli istituti nella seconda parte della giornata? I collaboratori scolastici a cui oggi viene assegnato un incentivo di fine anno pari in media a qualche centinaia di euro lordi? E chi insegnerebbe in quelle ore? I docenti pensionati richiamati già oggi da qualche istituto per far recuperare i debiti ai ragazzi?

Resta poi da capire come si eviteranno le classi pollaio, dal momento che, è notizia di questi giorni, il numero di docenti in organico di diritto rimarrà immutato. A conferma della linea degli ultimi tre anni, durante i quali però il numero di alunni è lievitato di circa 90mila unità. E siccome nel frattempo anche le scuole si sono ridotte (di circa 3.500 sedi a seguito del dimensionamento), viene da chiedersi qual è la soluzione per evitare che si formino ancora delle classi con 30 e più alunni. Quella dell’organico funzionale, legata al destino del ddl, sembra destinata ad attuarsi al 2016. Altre, francamente, non ci sembra di vederne. Speriamo che il Governo tra qualche ora ci contraddica con argomenti certi.

 

 
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Test università

Post n°3249 pubblicato il 12 Marzo 2015 da fabiana.giallosole
 

Da "La Repubblica"

Test per l’università al quarto anno di liceo “La scelta del futuro non si può improvvisare”

Dopo Politecnico e Luiss anche la Bocconi anticipa le prove di ingresso alle facoltà a numero chiuso per contrastare l’abbandono dei corsi

Corrado Zunino

Il quarto anno di scuola superiore diventa il più importante dell’intero ciclo scolastico. Ai diciassettenni di liceo, di tecnico e di professionale ora si chiede di decidere in quel periodo, e non oltre, del proprio futuro universitario, di immaginare con concretezza e consapevolezza un domani di studio e lavoro aderente alla propria personalità, alle capacità. Diversi atenei stanno scegliendo di posizionare nella prima metà del quarto anno superiore il test d’ingresso per i propri dipartimenti a numero chiuso, ormai la metà di quelli esistenti. L’ultimo annuncio è stato dell’università Bocconi di Milano.

Il test per entrare si chiama “Scopri il tuo talento” e potrà essere affrontato alla fine dell’anno scolastico, dal 24 al 26 giugno. Tre giorni di orientamento per spiegare i corsi e descrivere la vita di campus e, quindi, offrire ai partecipanti la possibilità di eseguire la prova che darà l’ingresso a Economia e commercio per il 2016-‘17. L’ateneo commerciale mantiene alto lo standard: per accedere alla prova serve la media dell’8 nell’anno precedente, il terzo. Il rettore Andrea Sironi ha scelto di rivolgersi direttamente ai “quartini” comprendendo la difficoltà, per un ragazzo di quinta, di gestire insieme Maturità e prova universitaria. Già succede con i test nazionali: Medicina e Architettura. Da sempre, poi, la Bocconi si misura con una serie di università internazionali — la London School, l’Essec Business School, la Hec di Parigi — che hanno un calendario d’ingresso virato sui primi sei mesi dell’anno. Restano aperte le date delle prove di febbraio e maggio, queste rivolte agli iscritti alla quinta. «La tendenza per tutti gli studenti è muoversi prima possibile per pianificare il futuro», spiega Antonella Carù, direttore della scuola universitaria.

La “Buona scuola” di governo nel 2014 ha messo al centro dell’attenzione l’orientamento individuando nel quarto anno la stagione delle scelte, così come al quarto anno la riforma chiede di far partire gli stage in azienda per tecnici e professionali: alternanza scuola-lavoro. Il Politecnico di Milano ha anticipato tutti: offre il test d’ingresso per Ingegneria dal 2005, dieci stagioni fa. L’intuizione è stata premiata: i quaranta iscritti iniziali sono diventati 1.190 nel 2010 e 3.840 l’anno scorso. Nel 2014 al Politecnico ci sono stati 10.342 iscritti totali alla prova d’accesso (per 6.455 posti disponibili): i quasi quattromila “anticipatari del quarto anno” si sono giocati la carta dell’ammissione subito. Il Politecnico di Milano ha fissato, per il test di quarta, ventun sessioni comprese tra il 10 marzo, martedì scorso, e il 10 luglio. Il test on line, detto appunto Tol, al PoliMi prevede 65 domande a risposta multipla: si deve rispondere in un’ora e 50 minuti.

A Milano dalla Statale alla Bicocca, atenei pubblici, diversi test orientativi sono stati anticipati alla primavera pur restando per le quinte classi: «Vogliamo ridurre il numero di abbandoni e quello dei fuori corso», è la logica, «tutti gli studi dicono che il fenomeno dipende da scelte scarsamente consapevoli». Anche il Politecnico di Torino mantiene le prove d’accesso per quelli del quinto anno, da febbraio a luglio, ma dà la possibilità agli studenti di ripeterlo senza limiti, anche una volta al mese: vale il voto dell’ultimo consegnato. La privata Luiss di Roma dal 2013 offre il test alla fine della quarta superiore. Lo può fare chi partecipa alla “Summer School” (a pagamento), tra il 19 luglio e il 4 settembre. «Il tasso di successo è alto, i ragazzi affrontano il passaggio con più serenità», spiega il direttore generale Giovanni Lo Storto.

L’Università di Torino ha lanciato la prima “app” per l’orientamento, Oriento#UniTO: aiuta a scegliere il percorso di formazione utilizzando smartphone e tablet. Ricerca personalizzata. Il Politecnico di Bari ha stretto accordi con le scuole di città e provincia: già dal quarto anno gli studenti delle superiori ricevono in classe docenti d’università. Li accompagneranno verso una scelta accademica consapevole.

 
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M5S

Post n°3248 pubblicato il 12 Marzo 2015 da fabiana.giallosole
 
Tag: M5S

Da "OrizzonteScuola"


M5S: su assunzioni docenti dal Governo ancora annuncite e zero risposte


di redazione

Continua ‘l’annuncite’ del Governo sulla riforma della scuola. Anche oggi abbiamo chiesto tempi e numeri certi rispetto alle assunzioni dei docenti precari ma, dopo sei mesi di proclami da parte di Renzi, tutto quello che il ministro Boschi è riuscita a dirci è stato che le promesse saranno rispettate.

Francamente di promesse, in particolare sulla scuola, ne abbiamo sentite nche troppe. Sono risposte quelle che l’esecutivo deve dare”.Lo affermano i deputati del Movimento 5 Stelle commentando il question time sul reclutamento di docenti precari per l’anno scolastico 2015-2016 presentato da Silvia Chimienti.

“Come già affermato, ribadiamo che se si vuole garantire le assunzioni dei docenti al 1 settembre bisogna realizzare due distinti provvedimenti normativi da far viaggiare con tempi e modalità differenti: uno per il reclutamento e uno per tutto il resto.

Se l’obiettivo è quello di realizzare un provvedimento per il reclutamento in tempi rapidi, e già in passato il Parlamento ha dimostrato di saper licenziare norme in pochi giorni, siamo certamente disponibili a collaborare.

Aggiungiamo che il MoVimento 5 Stelle ha una sua proposta di legge sul reclutamento che non si limita a un piano di assunzioni, ma prevede l’immissione in ruolo di tutto il personale docente precario attraverso un piano quinquennale. Si tratta di un testo organico e completo e, se solo ci fosse la volontà politica da parte del governo e dei partiti, il testo potrebbe essere discusso in Parlamento per trovare soluzioni condivise”.

 

 

 
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 CHI SIAMO

Il Coordinamento provinciale dei Docenti Utilizzati di Sassari (COPDUS), si è costituito ufficialmente nel mese di settembre 2011, in seguito alla necessità di fronteggiare il nefasto articolo 19 della Legge 111 del 15 luglio 2011 col quale si dispone la messa in mobilità intercompartimentale dei docenti inidonei o il declassamento a personale ATA con conseguente riduzione stipendiale.

Esserci costituiti in gruppo è stato per tutti noi fondamentale in quanto ci ha dato da subito la forza e la determinazione, entrambe importanti, per intraprendere tutte quelle azioni di lotta civile allo scopo di trovare soluzioni al problema che ci ha visti coinvolti, assieme ad altri quasi 4000, a livello nazionale.

Ritrovarci con cadenza settimanale ci fa sentire, non solo più uniti e aggiornati sull'evolversi della nostra situazione, ma soprattutto più sicuri e positivi nell'affrontarla.

Per questo motivo, e non solo, abbiamo col tempo sentito il bisogno di creare questo BLOG ossia uno spazio per informarci ed informare anche coloro che trovandosi nella nostra situazione pur non facenti parte del coordinamento di Sassari, avranno piacere di visitarci e saranno i benvenuti.

Al tempo stesso vogliamo che questo sia uno spazio oltre che di informazione anche di incoraggiamento al "ce la faremo" e al "non smettere" e quindi non vuole avere e non avrà aspetti e contenuti sterili o "istituzionalizzati".


e-mail: copdus@gmail.com oppure fabianagiallosole@libero.it

 

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