Un blog creato da dammiltuoaiuto il 19/08/2007

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RUBATI I SOLDI ALL' OEPDALE DI KIEV PER GLI EUROPEI DI CALCIO

Post n°1008 pubblicato il 29 Giugno 2012 da dammiltuoaiuto
 

Ucraina, “i soldi destinati ai bimbi malati di cancro sono stati usati per Euro 2012″

 

I soldi originariamente destinati alla costruzione di un ospedale pediatrico oncologico, in Ucraina, sono stati dirottati per coprire le spese degli Europei di calcio 2012. Questa la denuncia di diverse Organizzazioni non governative ucraine ed internazionali, tra le quali l’italiana Soleterre , associazione che si occupa proprio di bambini malati di tumore e dei reparti di oncologia e neurochirurgia.
La promessa da parte del governo ucraino era di costruire un reparto di oncologia per permettere il trapianto di midollo da non parenti, presso l’ospedale pediatrico Oxkhmatdyt di Kiev.

Attualmente i piccoli malati per operarsi devono recarsi in altri Paesi e per farlo, i loro genitori sono costretti ad un grande impegno economico. Si legge nella lettera di denuncia delle Ong: “Col decreto governativo numero 433 del 21 maggio 2012, relativo ad alcune modifiche da apporre al programma statale per la preparazione e lo svolgimento della fase finale del Campionato Europeo di Calcio in Ucraina nel 2012, il governo ucraino ha ridotto di 349 milioni di grivne (34,9 milioni di euro circa) le dotazioni del bilancio statale in precedenza allocate all’ospedale pediatrico Oxkhmatdyt, che sono passate da 399 a 50 milioni di grivne. E nello stesso decreto è stato deciso di aumentare le allocazioni destinate a Euro 2012 di 340 milioni di grivne, portando il totale destinato dal governo ucraino agli Europei a quasi 21 miliardi di grivne”.

“La quantità di soldi in ballo non è molta chiara – spiega Natalia Onipko, presidentessa di Zaporuka (una fondazione costituita da Soleterre a Kiev) -, addirittura Kulikov, deputato del partito United Center, ha recentemente dichiarato che il bilancio dello Stato per il 2012 non include fondi per la costruzione di nuovi edifici di Okhmatdyt. E poi scherzando ha aggiunto che qualcuno ha deciso di rubare in anticipo e alla rinfusa”.

Damiano Rizzi, presidente di Soleterre, racconta a Il Fatto Quotidiano: “Il sistema sanitario in Ucraina è collassato due volte, con il crollo dell’Urss e con la tragedia di Chernobyl, i cui enormi danni per la popolazione oltre che fisici, con il drastico aumento dei tumori, sono stati psicologici, con una popolazione paralizzata e spaventata . Poiché manca la possibilità di effettuare le diagnosi – continua Rizzi – i bambini arrivano con tumori in stati avanzati negli ospedali e qui, nelle strutture preposte, mancano i pediatri, le strumentazioni necessarie. I bambini del reparto di neurochirurgia sono ammassati nei corridoi. Ora, per esempio, è finita la chemioterapia: anche negli ospedali pubblici se la può permettere solo chi ha i soldi”.

E’ sotto gli occhi di tutti la dilagante corruzione presente nel Paese e che impedisce di raggiungere un buon livello qualitativo nella sanità ucraina. In questo settore si attuano spessissimo manovre per il riciclaggio di denaro sporco per opera di politici ed amministratori locali insieme a qualche omologo italiano.

Il problema è così grave che l’Unione Europea ha attivato specifici programmi in Ucraina per la lotta alla corruzione, proprio in ambito sanitario. Impact, un dipartimento dell’Organizzazione Mondiale della Sanità ha messo sotto controllo diversi laboratori ucraini sospettati di produrre farmaci falsi i quali verrebbero poi acquistati dal Ministero della Sanità. Per quanto riguarda la corruzione il Presidente di Soleterre dichiara: “Non posso fare nomi, per non mettere in difficoltà tutte le persone che lavorano sul campo. Le ritorsioni sarebbero molto pericolose”.

Le Ong che hanno denunciato la sottrazione di denaro, temono che anche per l’ospedale pediatrico di Oxkhmatdyt si ripeta il vergognoso caso del Children’s Hospital of The Future: megastruttura ospedaliera alla quale era destinato un budget milionario e che non ha mai visto la luce.

Il ministro ucraino Azarov assicura che i soldi non siano stati tolti all’ospedale pediatrico di Oxkhmatdyt, ma solo “prestati” agli Europei. Chissà perché, non ci crede nessuno.

 
 
 

SPESI 700 MILA EURO L'ANNO PER PRESIDIARE VILLA CERTOSA DI BERLUSCONI MA LUI NON CI VIVE .....

Post n°1007 pubblicato il 27 Giugno 2012 da dammiltuoaiuto
 

SPRECHI

Villa Certosa vuota e blindataSorvegliata anche se il Cav non c'è.

Una casa vuota, ma blindata a spese dei cittadini. Villa Certosa, la residenza estiva in Sardegna, dell’ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, è, infatti, costantemente presidiata dai rappresentanti delle forze dell’ordine, che fanno la guardia alla super-residenza del Cav, ovviamente pagati dagli italiani.
PRESIDIATA 365 GIORNI ALL’ANNO. Eppure quella casa, come ha riportato Il Fatto Quotdiano, non è abitata per gran parte dell’anno. Fatta eccezione per qualche weekend e una parentesi estiva che cambia a seconda della sua agenda, quella sarda finora non è stata una delle residenze più frequentate da Berlusconi.
La casa non è neppure intestata a lui, ma al geometra Giuseppe Spinelli, coinvolto nel Rubygate.
Ciononostante la villa (vuota) è pattugliata dai carabinieri costantemente, 365 giorni all'anno, 24 ore su 24.
PREVISTI FINO A 40 CARABINIERI. Il numero dei militari chiamati a presidiare la villa è variabile: da 35 a 40, a seconda delle circostanze.
Il controllo dei carabinieri è generalmente focalizzato sui tre accessi a villa Certosa: il principale, in via Strada della Certosa; il secondario, su via Punta Lada e, infine, quello più sicuro, solitamente utilizzato da Berlusconi, sulla strada privata che porta all'entrata dal Golfo di Marinella.
È lì che viene garantita la presenza di almeno un’auto o una camionetta delle forze dell’ordine e di minimo tre carabinieri a vigilare su ogni ingresso.
ALL’ANNO SPESI 700 MILA EURO. Un monitoraggio senza sosta, 24 ore su 24, suddiviso in quattro turni da 6 ore, il cui costo è stato stimato dal Fatto in 700 mila euro all’anno. A tanto ammonterebbero gli stipendi dei militari impegnati a sorvegliare la residenza sarda del Cav.
UN’UNITÀ SPECIALE PER IL PARCO. Inoltre quando Berlusconi è presente, la vigilanza viene incrementata da almeno altre 6 unità provenienti dal Reparto speciale dei Cacciatori di Sardegna di Abbasanta, per tenere d’occhio le decine di ettari del parco della Certosa.
PRESIDIATO ANCHE IL MARE. E il mare non è stato esentato dalla militarizzazione: una motovedetta dei carabinieri è chiamata a presidiare lo specchio d'acqua antistante villa Certosa. Senza contare che quando Berlusconi passa le vacanze in Sardegna i militari a garanzia della sua sicurezza toccano di 100 uomini.
Un copione destinato ad andare avanti per altri due anni, fino al 2014. Così ha previsto la legge.

Venerdì, 04 Maggio 2012

http://www.lettera43.it/attualita/villa-certosa-vuota-e-blindata_4367549555.htm

 

 
 
 

catastrofe imminente ma non lo dicono i maya ma la scienza !!!

Post n°1006 pubblicato il 11 Giugno 2012 da dammiltuoaiuto
 

Collasso della terra imminente e irreversibile previsto da alcuni scienziati

REUTERS/NASA Goddard Space Flight CenterIl tempo adesso è davvero poco: o smettiamo di maltrattare il nostro pianeta o questo si ribellerà, con conseguenze che potrebbero essere catastrofiche. E' la sintesi di uno studio pubblicato su Nature da Anthony Barnosky, un biologo dell' Università della California.

Secondo Barnosky la Terra è vicino al punto di non ritorno e si sta preparando ad affrontare i cambiamenti più drammatici e radicali da 12.000 anni a questa parte, da quando cioè i ghiacci hanno inziato a ritirarsi alla fine dell'ultima glaciazione.
Secondo Barnosky e i suoi colleghi il problema è causato dall'eccesiva pressione alla quale stiamo sottoponendo il pianeta: a un certo punto, impossibile da prevedere, qualcosa si rompe scatenando una serie di reazioni a catena i cui effetti devastanti si amplificano un passaggio dopo l'altro. (Tutti pazzi per la Terra: le più folli proteste a favore dell'ambiente)

L'esempio più eclatante di queste trasformazioni è il quasi totale azzeramento delle superfici ghiacciate: poco meno di 3000 anni fa la Terra era coperta per il 30% da una coltre di nevi perenni. Oggi queste sono quasi del tutto scomparse.
E il maggior numero di estinzioni nella storia del pianeta si è consumato negli ultimi 1600 anni. Tutta colpa dell'uomo? Secondo Barnosky, sì. La razza umana ha causato, ed è tutt'ora la causa, di mutamenti climatici e ambientali rapidissimi: la CO2 nell'atmosera è aumentata del 35% negli ultimi 250 anni, le superfici coltivate o cementificate sono ormai il 43% del totale delle terre emerse e la popolazione ha sfondato il tetto dei 7 miliardi di individui.
Negli ultimi 200 anni insomma, abbiamo sottoposto la Terra a uno stress molto più elevato di quello che ha scatenato gli ultimi grandi cataclismi. (Guarda in questo multimedia l'impatto dell'uomo sul pianeta)
Ma quali potrebbero essere le conseguenze di tutto questo? Difficile dirlo. I ricercatori ipotizzano estizioni di massa, radicali cambiamenti nelle specie che sopravviveranno per adattarsi alle nuove condizioni e massicce migrazioni. Insomma, uno scenario da "alba del giorno dopo". (Ecco gli impianti energetici più inquinanti del mondo)

Fino ad oggi tutti gli appelli all'adozione di uno stile di vita a minor impatto ambientale sono rimasti inascoltati: secondo gli scienziati entro il 2025 circa il 50% delle terre emerse sarà colonizzato in qualche forma dall'uomo e per il 2050 la popolazione avrà raggiunto i 9 miliardi di individui. (Scopri come vivere più green scegliendo i prodotti giusti)
"Vorrei che tra 50 o 100 anni il mondo fosse ancora come oggi, se non un po' migliore" spiega lo scienziato ai media. "Siamo a un crocevia, e se non cambiamo qualcosa, adesso, lasceremo un pessimo futuro alle prossime generazioni"

 
 
 

STANNO DEPREDANDO LA NOSTRA RISERVA AUREA

Post n°1005 pubblicato il 10 Giugno 2012 da dammiltuoaiuto
 

E’ UFFICIALE: STANNO DEPREDANDO LA NOSTRA RISERVA AUREA

Ricordate il video “ALLUCINANTE: ORA LA GERMANIA VUOLE IL NOSTRO ORO!” (che vi proponiamo di seguito) che abbiamo pubblicato Su Facebook il 31 Gennaio, condividendolo anche di recente con l’invito a “fissarlo bene nella memoria, perché quanto illustrato è ciò che succederà nei prossimi mesi” ?

EBBENE, IL MOMENTO “ATTESO” SEMBRA PROPRIO ESSERE ARRIVATO! 

Lo aveva previsto anche Nigel Farage, nell’ambito dell’intervista che ci aveva rilasciato in eslusiva il 14 FebbraioRiportiamo le testuali parole: 

“l’Italia, nonostante le sue immense riserve auree, (o forse per preservare la riserva aurea) diventerà certamente l’obbiettivo di un “attacco” della Troika. Questo se non succederà “molto presto”, succederà “abbastanza presto”.[fonte]

Le riserve auree italiane sono diminuite (in valore) di 5,669 miliardi SENZA DIRE NIENTE AI CITTADINI! Tutto è andato secondo le (peggiori) previsioni. E’ una cosa sconcertante, ma che ormai non ci stupisce. E ci conferma come il “disegno” dei banchieri e delle lobby dell’alta finanza, nonostante i loro giochetti mediatici, sia più prevedibile di quanto vorrebbero. A patto di analizzare le vicende con obiettività e lungimiranza, senza dare ascolto alle TV.
- – - – -
Di seguito l’articolo di “Rischio Calcolato“ - tratto da “frontediliberazionedaibanchieri”

L’ITALIA STA VENDENDO LE RISERVE D’ORO, SIAMO SEMPRE PIU’ VICINI ALLA GRECIA !

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di Mauro Bottarelli
Le riserve auree diminuite in valore di 5,669 miliardi a 98,123 miliardi al 31 marzo 2012. Si vendono l’oro e senza dire niente ai cittadini! Dov’è finito quell’oro: venduto ai russi o ai cinesi, avidi compratori di riserve auree in questo momento? Oppure è andato in pegno alla Bce come collaterale di qualcosa, su richiesta della Bundesbank sempre più terrorizzata dalle perdite potenziale del programma Target 2? Una cosa è certa, l’operazione non nasce dall’emergenza. Lo scorso novembre, infatti, fecero scalpore per qualche ora le dichiarazioni del presidente della Commissione parlamentare per l’Europa del Parlamento tedesco, Gunther Krichbaum, in un’intervista al quotidiano “Rheinischen Post”: per ridurre il debito pubblico, l’Italia deve mettere in vendita una parte delle riserve auree.
La singolare proposta giunse dopo il netto no della Germania alla richiesta di vari Stati europei di un utilizzare le riserve auree della Banca centrale tedesca a ulteriore garanzia del cosiddetto Fondo salva Stati (Efsf) nel caso in cui la situazione economico-finanziaria peggiorasse. Pochi giorni dopo, si unì a questo coro anche Michael Fuchs, vicecapogruppo della Cdu, il partito di Angela Merkel, che al Bundestag tuonò: «Gli italiani devono mettere a posto i conti, quindi o portano a termine le privatizzazioni oppure vendono le loro riserve di oro». Un’opinione sottoscritta anche da Frank Schaeffler, dell’Fdp, che considerava «necessario» che gli Stati indebitati «vendano parte del loro oro o lo depositino a garanzia presso la Banca centrale europea». E l’Italia può in effetti contare su quasi 2.500 tonnellate di oro, la quarta riserva al mondo dopo Usa, Germania e il Fondo monetario internazionale, per un valore stimato intorno ai 102 miliardi di euro. In questo senso, la vendita del 20% del totale detenuto coprirebbe l’esborso richiesto dagli accordi internazionali.
Peccato che questo sarebbe un segnale di decadenza che avrebbe pesanti conseguenze sull’economia, sugli equilibri dei mercati e sulle valutazioni delle agenzie di rating: insomma, il governo dei tecnici bocconiani pare che abbia fatto come le famiglie indebite che portano catenine e fedi nuziali ai “Compro oro” per pagare le bollette scadute! E senza dire nulla a nessuno, ma soltanto seguendo pedissequamente le richieste tedesche. Il fatto è che quell’oro non è proprietà dello Stato italiano ma del popolo italiano, tanto che lo stesso Giulio Tremonti, quando nel 2009 voleva tassare le plusvalenze generate dalle riserve di Bankitalia, fu bloccato dal governatore della Bce, Jean-Claude Trichet, che disse in Parlamento «Siamo sicuri che l’oro sia della Banca d’Italia e non del popolo italiano?» e dallo stesso Mario Draghi, all’epoca a capo di Palazzo Koch, secondo cui «le riserve auree appartengono agli italiani e non a via Nazionale».
E queste pratiche non sono una novità nel nostro Paese. Nella primavera del 1976 a Palazzo Chigi c’era Aldo Moro e il Tesoro era nelle mani di Emilio Colombo. La crisi valutaria imperversava e fu inevitabile ricorrere all’aiuto del governo tedesco di Helmut Schmidt che concesse un prestito di due miliardi di dollari, chiedendo però in garanzia 540 tonnellate d’oro, che traslocarono contabilmente dai libri della Banca d’Italia di Paolo Baffi a quelli dell’Ufficio italiano cambi. Fino al 1997, quando il passaggio inverso determinò una gigantesca plusvalenza sulla quale Palazzo Koch pagò 3.400 miliardi di lire di imposte: una manna per il governo di Romano Prodi, impegnato nel tentativo di riportare il disavanzo pubblico sotto il 3% del Pil per poter agganciare l’ euro, visto che l’incasso imprevisto avrebbe contribuito ad abbattere di un altro 0,18% il rapporto fra deficit e Pil. Peccato che Bruxelles, dove già avevano detto no alla rivalutazione delle riserve auree tedesche e alla vendita dell’oro della Banca centrale del Belgio, non diede il proprio consenso. Come siamo entrati nell’euro, poi, è cosa nota a tutti.
Com’è, come non è, a febbraio di quest’anno il quotidiano britannico “The Independent” rilanciava la conferma di una forte pressione tedesca fin dall’inizio del 2012 affinché Roma mettesse mano alle sue riserve per incidere sullo stock di debito: insomma, dove non arrivò il governo Prodi – che propose inoltre la vendita di piccole quantità delle nostre riserve per incentivare lo sviluppo dell’economia nazionale – potrebbero essere arrivati i professori, i tecnici. Tanto che il 19 gennaio scorso i deputati Fabio Rampelli e Marco Marsilio presentarono un’interrogazione parlamentare (con richiesta di risposta scritta) indirizzata al ministro dell’Economia e delle Finanze – leggi Mario Monti – per chiedere lumi al riguardo. A tutt’oggi, che io sappia, si attende risposta.
Signore e signori, questi si vendono l’oro (può essere un’alternativa, ma è sempre l’ultima e comunque andrebbe quantomeno annunciata e discussa in Parlamento) mentre le banche incassano e gioiscono (e non pagano nemmeno l’Imu per le sedi delle Fondazioni, il vero cancro politico-economico del sistema): attenzione, la strada che abbiamo intrapreso è decisamente greca. 
E con la Spagna destinata a ristrutturare in parte il debito entro l’autunno, rischiamo davvero grosso.

 
 
 

FINALMENTE ARRIVA L'AUTO AD ARIA

Post n°1004 pubblicato il 08 Giugno 2012 da dammiltuoaiuto
 

Ci siamo, arriva l'auto ad aria
7000 euro e 100 km con 1 euroIn vendita a metà del prossimo anno la famosa MDI che ha fatto innamorare anche il colosso Tata. Il primo modello sarà un quadriciclo leggero. Ecco l'incredibile storia raccontata direttamente dal papà di questa macchina, Cyril Negredi VINCENZO BORGOMEO

 

Tutto pronto: entro la metà del prossimo anno sarà in vendita l'attesissima auto ad aria, una macchina che nel serbatoio ha solo aria compressa, il sogno di tutti in un periodo di caro-carburante. La  Motor Development International (MDI), con sede in Lussemburgo, è infatti ormai a un passo dal lancio commerciale e in anteprima a Repubblica.it ha rilasciato tutte le informazioni di dettaglio sul suo progetto (che pubblichiamo integralmente come Pdf 1 - 2 - 3 ). Niente più segreti quindi. Si sa che costerà appena 7000 euro e che il primo modello ad arrivare sarà una city car, seguito poi da una gamma infinita di modelli, dalla berlina da famiglia alla piccola, dalla vetturetta per 14enni al Bus, passando per il veicolo commerciale, il trattore e il container. Non manca nulla, perfino un motore da attaccare a casa ad una presa di corrente per usarlo come generatore in caso di emergenza.

Evidentemente l'accordo stretto con la Tata nel gennaio del 2007 ha dato i suoi frutti e  -  soprattutto  -  la spinta giusta per passare dalla teoria alla pratica. "La prima auto ad aria ad arrivare sarà l'AirPod e sarà omologata come quadriciclo leggero "grande", quello per 16enni.
Poi ci sarà anche una versione baby, per i 14enni, e quindi una macchina vera - spiega lo stesso Cyril Negre, responsabile tecnico dell'auto ad aria della Mdi, il figlio di Guy Negre il fondatore della MDI - la sfida è lanciata".

Quando parla di 'lanciare' a che mercato si riferisce?

"All'inizio l'AirPod sarà consegnata in Francia e daremo la precedenza a chi l'ha già ordinata, poi sarà la volta di tutti i Paesi europei. Ma il concetto di commercializzazione per noi è un po' diverso: non avremo concessionarie, ma tante fabbriche".

Cioè chi la produce la vende anche?

"Si, esatto, nessuna concessionaria, ma officine: produciamo là dove vendiamo. Con vantaggi infiniti, economici, sociali. Pensi solo al fatto che un costruttore normale deve farsi carico di una logistica enorme perché produce in un solo posto e poi è costretto a spedire in tutto il mondo. Noi no. Da noi chi produce vende. Non paghiamo commissione al concessionario perché è la stessa fabbrica che vende la macchina, e questo abbassa enormemente i costi".

Si, ma dovrete avere diverse fabbriche, sparse per tutta Europa. E poi, scusi, perché prima parlava di vantaggi 'sociali'?

"I nostri piani di sviluppo sono molto precisi. Pensiamo di aver bisogno di 25 piccole fabbriche in Francia e 20 in Italia. Abbiamo già diversi contatti con molte aziende interessate a produrre le MDI".

E il 'sociale'?

"Deve vedere il progetto da un'angolazione diversa, complessiva. Immagini di produrre un certo numero di auto in una sola officina o in 50 fabbriche sparse per tutta Europa. Nel secondo caso facciamo del bene perché serve il 30% di forza lavoro in più. Sembra uno svantaggio, ma è una grande vantaggio perché si entra nel tessuto sociale delle città, si dà forza alle famiglie. E poi non dimentichi che per fare ecologia, oggi, non  basta fare macchine pulite, ma è necessario fare macchine che costano poco. E che richiedono poca energia per essere prodotte. Proprio quello che facciamo noi. In più non trasportiamo macchine finite qua e là per l'Europa. Le produciamo in loco, questo riduce ulteriormente le emissioni (e i costi) del ciclo produttivo".

Quante macchine riesce a produrre ogni officina?

"Circa 7000 macchine".

Sta dicendo che solo in Italia volete produrre 140 mila pezzi l'anno?

"Si, alla fine è questo l'obiettivo. E sono stime prudenti perché quando la gente conoscerà il nostro prodotto ci sarà un vero boom della domanda. La macchina costa poco, ma soprattutto costa pochissimo da usare, meno di 1 euro per fare 100 km. E poi il nostro concetto produttivo avvicinerà il pubblico al prodotto. Questi numeri fanno impressione ma se li distribuisce su 20 fabbriche il discorso è diverso. Oggi nessuno si può svegliare e trasformare in costruttore. L'unica strada è quella di creare tante piccole officine. Distribuendo il know how, non macchine fatte, è tutto più facile e veloce".

Le fabbriche saranno veri stabilimenti o solo fabbriche cacciavite? Ossia produrranno davvero o assembleranno solo pezzi che arrivano da fuori?

"No, saranno assolutamente fabbriche vere. Dove l''80 per cento della macchina viene prodotta in loco".

Veniamo ai luoghi comuni. L'accusa più diffusa è che per comprimere l'aria serve un sacco di energia.

"Si, ma il discorso vale anche per l'auto elettrica dove l'immagazzinamento dell'energia costa tantissimo. In realtà se analizza il progetto completo, noterà che le nostre auto sono ultra economiche. Tenga presente che una bombola fa 20 mila cicli, pari a 2 milioni di chilometri, quindi dura più della macchina, e questo è molto importante perché ha un riflesso diretto sui costi. Molto spesso la gente dirà che non c'è energia nell'aria compressa. E' vero, ce ne è poca. Ed è vero che per comprimere l'aria serve più energia che per caricare una batteria. Ma poi per funzionare un'auto ad aria brucia meno energia perché è leggerissima, per cui nel ciclo 'dal pozzo alla ruota' la tecnologia auto-ad aria è vincente".

Torniamo alla macchina. Si può caricare in due minuti in una stazione di servizio specifica o in tre ore ad una normale presa di corrente. A bordo quindi c'è un compressore?

"No, è lo stesso motore che spinge la macchina che funziona anche da compressore: non c'è motore e compressore, ma c'è solo un elemento che fa tutto. E che - volendo - può anche funzionare come generatore di corrente per appartamenti. Noi lo chiamiamo motore/alternatore. Bello no?".

Forse troppo... A questo punto c'è una sola domanda possibile. Come si fa a comprarla?

"Basta andare sul nostro sito (www.mdi.lu) e aderire al sistema di pre-ordini. Tutto molto semplice".

Ma avere una gamma pazzesca, tante officine diverse, non rischia di complicare tutto?

"No, affatto. Anzi, le officine sono simili, ma usano tecnologie differenti. Quando i numeri di vendita crescono cambia il modo di produrre".

Qual è stata la cosa più complicata da realizzare?

"Il motore e la tecnologia. Poi una volta stabilito questo è stato tutto facile. Va detto però che per passare dalla vetturetta AirPod alla macchina grande (la AirOne) abbiamo dovuto mettere a punto un sistema che noi chiamiamo a doppia energia. Ossia fra la bombola e il motore c'è un piccolo motore benzina o diesel. Questo bruciatore (fuori dal motore ad aria) scalda l'aria prima del motore, quindi aumenta l'autonomia. La scalda a 600 gradi e non dà emissioni nocive, solo un po' di CO2, ma consente di triplicare l'autonomia quindi 350 km circa con consumi ridicoli: mezzo litro per fare 100 km".

Parliamo di potenze e prestazioni.

"La piccola AirPod ha 7 Kw, ma una coppia completamente piatta di 45 Nm e una velocità massima di 80 Km/h. L'AirOne invece ha un motore da 15 Kw e fa i 100 orari. Ma è una macchina molto più grossa, pesa 400 kg. E poi c'è l'AirCity - ancora più grande - che non è più un quadriciclo leggero ma una macchina vera, fa i 130 orari ed ha con 25 Kw di potenza".

E' vero che la tecnologia dei veicoli ad aria compressa è antica?

"Si, c'erano carrelli nelle miniere che funzionavano così già nel 1870 e i francesi a inizio secolo fecero anche un tram, poi però arrivò il motore a scoppio...".

A proposito di motore a scoppio. Quelli fanno il pieno dai benzinai, in Italia ne abbiamo 20 mila. Le vostre stazioni di servizio invece?

"Sono tutte da fondare. Possono ricaricare una macchina in due minuti, ma non sono adatte ai privati, costerebbero troppo. Nel nostro progetto una stazione può rifornire fino a 85 macchine al giorno. Due minuti per riempire il serbatoio, poi il resto per pagare".

Ma 85 pieni al giorno sono circa 100 euro, come fa a vivere un erede del vecchio benzinaio?

"Quel costo si riferisce a chi fa il pieno a casa, attaccandosi alla rete domestica di elettricità. Se si fa rifornimento in una stazione di servizio il costo è doppio, sono circa due euro. Sempre pochissimo, ma garantisce un buon margine di guadagno per il distributore perché noi li aiutiamo nella realizzazione dell'impianto. Una stazione di servizio normale, con compressori standard, costerebbe circa 130 mila euro, ma se invece si usano i nostri motori al posto dei compressori i costi si abbassano fino a 39 mila euro per stazione".

Ovviamente serve qualcuno che arrivi alle stazioni...

"Si, se non ci sono macchine in giro non c'è business. E' un sistema complesso, che va visto nell'insieme. Ed è questo che ha affascinato la Tata. Ha una visione globale".

Quando si parla di bombole la gente ha sempre paura...

"Ha ragione, ma lavoriamo con livelli di efficienza altissima. Siamo allineati la pressione di gonfiaggio del gas naturale con la differenza che dentro le nostre bombole non c'è Gpl o Metano, ma aria... Gonfiata a 248 bar. La bombola poi è la stessa di quelle del metano".

Quindi anche quelle vanno revisionate?

"Si, ogni 5 anni, vanno controllate per legge. Ma voglio essere chiaro: in questa macchina non c'è niente di strano, nel motore ci sono bielle e pistoni, mentre il circuito dell'aria è lo stesso delle auto a Gpl o metano. Per questo nel nostro progetto c'è anche la voglia di rimettere in moto i piccoli garage. Nel sistema vogliamo far tornare in vita le piccole officine che potranno fare la semplicissima manutenzione di cui hanno bisogno queste macchine che non inquinano, non sporcano, hanno un olio motore eterno, non hanno circuito dell'acqua, non c'è alta temperatura di funzionamento. E le macchine sono fatte di pochissimi pezzi. La carrozzeria ne ha solo tre. Ma non le ho parlato poi di altri vantaggi legati all'aria compressa".

Ce ne sono già abbastanza...

"No: la temperatura del motore è al rovescio, cioé caldo fuori e freddo dentro, cioé meno 20 gradi dentro la camera 'di combustione' (nome improprio perché non brucia nulla, ma solo per capire il discorso). Per cui usiamo i 'gas' di scarico per raffreddare l'abitacolo, al posto del condizionatore. Ci sarà poi anche un piccolo baule per raffreddare le bibite. In più l'aria compressa  può essere usata per fare sicurezza, per gonfiare aribag esterni e salvare i pedoni. Abbiamo già dei prototipi funzionanti simili a quelli della Volvo".

A proposito di pedoni, l'auto ad aria fa rumore?

"Si, più dell'auto elettrica, ma molto meno di un'auto normale. Ha un rumore diverso, perché deriva da una sequenza diversa. Al minimo non emette suoni perché il motore è fermo. Quando si accelera si sente uno sbuffo, un rumore indescrivibile, tutto suo, sembra quasi un motore a due tempi, ma con frequenze bassissime. Il motore poi alla velocità massima fa appena 1500 giri, quindi un ulteriore vantaggio".
 
http://www.repubblica.it/motori/attualita/2012/06/07/news/arriva_l_auto_ad_aria-36653710/

 
 
 

MONTI COMPLICE DI UN COMPLOTTO ECCO LE PROVE

Post n°1003 pubblicato il 08 Giugno 2012 da dammiltuoaiuto
 



Le associazioni massoniche: il trait d'union tra le lobby dell'alta finanza che gestiscono le multinazionali - che hanno in mano l'economia globale - ed i governi del mondo. La rete del potere mondiale. Chi è Mario Monti e a quali poteri risponde. Il golpe italiano, chi c'è dietro e quali sono i loro obiettivi.

EDITORIALE A CURA DI ALESSANDRO RAFFA PER NOCENSURA.COM

Che il nominato premier Mario Monti sia parte integrante dei gruppi di potere che cercano di controllare  - o forse, che controllano - il mondo, lo sappiamo bene. Fa parte dell'Aspen Institute, ha preso parte a diverse riunioni del gruppo Bilderberg, e ha ricoperto addirittura il ruolo di "Presidente europeo" della Commissione Trilaterale, estensione del super magnate Rockfeller, braccio destro della potentissima famiglia Rothschild, che ha in mano quasi tutte le banche centrali del mondo.

Monti ha ricoperto importanti incarichi (è stato advisor) per la superbanca d'affari USA Goldman Sachs, definita "il miglior posto per produrre denaro che il capitalismo globale sia mai riuscito a immaginare" con una capacità d'investimento di 12.000 miliardi di euro all'anno (il debito pubblico che sta mettendo in ginocchio l'Italia ammonta a poco meno di 2.000 mld di euro) e un valore di oltre un trilione, ovvero un miliardo di miliardi. (1.000.000.000.000.000.000) una banca Goldman Sachs, responsabile di aver mandato sul lastrico svariate decine - se non centinaia - di migliaia di famiglie americane e di altre parti del mondo, in particolare nei paesi poveri che più si prestano alle speculazioni, visto che pur di ingrassare il proprio business, i dirigenti Goldman Sachs non si fanno alcuna remora a speculare sulle carestie, derrate alimentari, sulla povertà della povera gente. Generare profitto: si occupano di questo, all'interno della "super banca", ben 30.000 dipendenti che percepiscono una media di 700.000 dollari all'anno, che grazie ai "premi" riconosciuti a chi è stato particolarmente produttivo possono superare - anche di molto - il milione di dollari. I dirigenti di spicco, ovviamente prendono molto di più, anche oltre 10 volte tanto.

Oltre a Goldman Sachs ci sono altre banche molto influenti, legate anch'esse alle associazioni massoniche sopracitate, una di queste è Morgan Stanley, dove - guardacaso - lavora "Monti jr", il figlio di Mario Monti, alla quale il Ministero del Tesoro italiano a Gennaio 2012 ha elargito in gran silenzio, 2 miliardi e 567 milioni di euro per un affare (per la banca, non per il governo) di "derivati". Soldi che il governo - visto i tempi difficili, almeno per i cittadini - avrebbe potuto rimborsare in comode rate, e magari girare una parte agli imprenditori italiani che hanno fornito merci e servizi allo stato, a cui l'erario deve un totale di 70 miliardi di euro. Un'altra banca d'affari molto influente è JP Morgan.

Le associazioni di stampo massonico citate sopra (Aspen Institutema ancor di più gruppo BilderbergCommissione Trilaterale ma anche altre: club di Roma, il CFR) e le lobby dell'alta finanza, le "super banche" d'affari (Goldman Sachs, Morgan Stanley, JP Morgan) sono legate a doppio filo,  in quanto gli uomini che ne fanno parte sono gli stessi: i dirigenti di punta delle lobby dell'alta finanza e i loro uomini di fiducia (uno di questi, evidentemente, Mario Monti) sono tutti membri delle associazioni massoniche, nel cui ambito interagiscono con i politici più importanti, e quindi i governi del mondo. Da molti anni a questa parte tutti i presidenti degli Stati Uniti che si sono avvicendati sono stati - tutti - membri del Bilderberg, o legati a doppio filo ad esso, così come gli uomini di Goldman Sachs (ufficialmente "ex") ricoprono ruoli chiave all'interno del governo americano, come il Ministero delle finanze.


Queste banche d'affari, vere e proprie lobby dell'alta finanza, sono proprietarie/azioniste legate a doppio filo alle 147 multinazionali che controllano, condizionano e gestiscono a loro uso e consumo l'economia globale: hanno in mano i mezzi d'informazione più autorevoli, mediante i quali "costruiscono" l'immagine dei politici che i cittadini di tutto il mondo eleggeranno. Laddove sorgano organi di informazione di cui non sono direttamente proprietari, possono sempre "addomesticarli" mediante cospicui contratti pubblicitari. Il vero editore dei giornali infatti sono le agenzie pubblicitarie, che consentono a un determinato organo di ricevere ottimi introiti ed espandersi, ma possono affondarlo se decidono di boicottarlo in quanto contrasta i loro interessi. Le grandi campagne pubblicitarie non vengono gestite direttamente dalle aziende: queste si affidano ad agenzie, che stabiliscono come e dove investire: e la maggior parte - in termini di valore economico - dei contratti pubblicitari è gestito da poche agenzie, riconducibili in un modo o nell'altro, alle associazioni di stampo massonico e/o alle lobby dell'alta finanza sopracitate.

Nel panorama dell'alta finanza, dei mercati finanziari, dell'economia delle nazioni, dell'industria e del commercio, rivestono un ruolo importantissimo, fondamentale le agenzie di rating, deputate a stabilire, mediante una classificazione definita "rating" quanto siano "affidabili" governi e imprese. Le agenzie di rating  principali sono tre, soprannominate "le tre sorelleStandard & Poor's, Moody's e Fitch Ratings. Quando le agenzie di rating "declassano" una nazione, (o un'impresa) questa viene ritenuta meno affidabile; investire su di essa (cioè concedere credito a una determinata nazione, mediante titoli obbligazionari, o ad un'impresa) viene considerato più rischioso, pertanto aumentano i tassi di interesse che questa deve corrispondere. Questo è un potere immenso, in quanto un abbassamento eccessivo del rating può significare tassi di interessi talmente elevati da determinare la bancarotta, sia per le imprese che per le nazioni, che sono costrette ad aumentare la pressione fiscale per pagare gli interessi necessari per avere liquidità. 


Da notare come le agenzie di rating siano aziende private, e guarda caso legate a doppio filo alle lobby dell'alta finanza che le gestiscono a proprio uso e consumo, visto che in molti caso hanno favorito (inconsapevolmente?) alcune società, attribuendo loro un rating positivo anche in assenza dei presupposti per farlo: è il caso della Lehman brothersche poco prima di dichiarare bancarotta era ritenuta assolutamente affidabile (classificata A2) fattore che ha spinto numerosi investitori a investire forti somme, mentre in altri casi, alcune società (e nazioni) hanno ricevuto un rating eccessivamente penalizzante, mettendole in difficoltà poiché per avere "accesso al credito" erano costrette a corrispondere tassi di interesse elevatissimi. Per maggiori informazioni, leggi "agenzie di rating, ecco chi controlla le tre sorelle"

Ora viene il "bello"... La procura ha accertato che una di queste agenzie di rating, Moody's, remava contro l'Italia. E guarda caso, MONTI ERA UN COLLABORATORE DI MOODY'S, prima di essere NOMINATO premier!


Vedi articolo: L'agenzia di rating “Standard & Poor’s" mirava a destabilizzare l’Italia La procura chiude le indagini sull'agenzia di rating. Cinque le persone coinvolte con l'accusa di manipolazione di mercato continuata e pluriaggravata. "Fornivano intenzionalmente ai mercati un’informazione falsa in merito all’affidabilità creditizia italiana, in modo da disincentivare l’acquisto di Btp e deprezzarne il valore” Leggi tutto

Ricapitolando:

  1. Monti è legato a praticamente tutte le associazioni di stampo massonico e alle principali lobby dell'alta finanza, che controllano anche le agenzie di rating.
  2. Le agenzie di rating hanno manovrato CONTRO l'Italia, fornendo informazioni FALSE ai mercati sulla nostra attendibilità.
  3. Monti lavorava ANCHE per una delle più importanti agenzie di rating, Moody's.
  4. Grazie alla manipolazione delle agenzie di rating lo spread è salito a livelli vertiginosi = tassi elevatissimi per avere liquidità = tasse e aumento debito pubblico - e la situazione che tutti conosciamo.
  5. Per "risolvere" i problemi che hanno deliberatamente provocato, hanno imposto la nomina di Monti, che lavorava per l'agenzie di rating che ci hanno penalizzato (lavorava anche per i poteri dell'alta finanza che controllano le agenzie di rating)


E tutt'oggi l'Italia è costretta a pagare interessi altissimi (lo spread) per avere liquidità, un vero e proprio COMPLOTTO ordito a danno dell'Italia, che ha affidato il governo a un collaboratore della stessa agenzia di rating che stava remando contro di lei!


Le conclusioni:
Questa lunga - necessaria - premessa mi auguro che sia stata sufficientemente chiara, per cercare di decifrare la situazione, e sopratutto chi c'è dietro a tutto questo. L'Italia è vittima di un complotto, un feroce complotto, e i nostri politici anziché difendere i nostri interessi, si sono piegati a compromessi con questi poteri forti. Il fatto che Enrico Letta, vice-presidente del PD abbia partecipato al meeting Bilderberg di quest'anno, è piuttosto eloquente. Lo stesso Berlusconi, che inizialmente - nei giorni di Novembre, immediatamente precedenti alle sue dimissioni, quando "l'attacco" all'Italia era nell'apice -  sembrava intenzionato a opporre resistenza, dopo che "i mercati" (controllati ad uso e consumo dei poteri descritti sopra) hanno fatto perdere 10 punti percentuali alla sua Mediaset in un solo giorno, ha dichiarato la "resa incondizionata", piegandosi a sostenere Monti - in cambio sicuramente di accordi personali - anche se questo gli è costato la PERDITA DI TUTTO IL CONSENSO che (incredibilmente) aveva mantenuto fino a quel momento. Tra l'altro, Mario Monti, presentato da tutti i politici e dai media come il "salvatore della patria" già in passato aveva fatto grossi danni all'economia italiana: danni che però, hanno rappresentato un beneficio per le lobby dell'alta finanza di cui Monti è emissario.


Ormai siamo un giocattolino in mano agli speculatori, incentivati anche dalle direttive dell'Unione Europea, che si stanno arricchendo sempre di più alle nostre spalle, con la complicità di quei politici che gli hanno steso un tappeto rosso, e cercano di farci sopportare tutto questo seminando paura (lo spettro di conseguenze economiche ancora più terribili), con discorsi fuorvianti ("è necessario" - "salva Italia" etc) e le solite promesse da marinaio di "ripresa" (ripresa che non ci sarà mai, ma sarà sempre peggio, almeno per noi cittadini... le grandi aziende hanno delocalizzato o stanno delocalizzando: non c'è lavoro, non c'è soldi.. QUALE RIPRESA PUO' ESSERCI?).


I poteri forti dell'alta finanza mirano innanzitutto alla nostra riserva aurea: alla quale punteranno "se non molto presto, abbastanza presto" -  come ha dichiarato Nigel Farage in occasione dell'ultima intervista che gli ho fatto - ma anche AI BENI PUBBLICI ITALIANI: ad iniziare dalle percentuali di proprietà delle aziende che lo stato possiede ancora,  fino al patrimonio immobiliare che l'Italia sarà COSTRETTA A VENDERE - anzi: a Svendere - per ripianare il debito pubblico. Nel frattempo, Monti ha varato - sta varando - varerà - altre leggi che favoriscono tutti i poteri forti citati in precedenza, da quelli economico-bancari alle multinazionali, proprietari della "grande impresa" e della "grande distribuzione", facendo chiudere i negozi dei cittadini, grazie all'oppressione fiscale e al calo dei consumi, che saranno soppiantati da centri commerciali o catene di negozi legate alle grandi aziende, che a capo hanno sempre gli stessi proprietari: le lobby dell'alta finanza. Svenderà la nostra sovranità e i nostri beni, con un occhio di riguardo per le caste: ormai credo che tutti si siano resi conto che Monti sta purgando solo i cittadini del ceto medio-basso: questo perché avere i potenti contro potrebbe nuocere al suo disegno, per esempio difficilmente i notai potranno dare contro a Monti, visto che ha abolito la "tariffa massima" e potranno guadagnare di più. Avere contro loro, non sarebbe stato semplice come avere contro gli operai della FIOM che si sono visti eliminare l'articolo 18... ci farà aderire alla fregatura colossale rappresentata dal MES, che è una DITTATURA ECONOMICA spacciata per fondo di stabilità - le manovre finanziare "salva Italia" in realtà, sono servite esclusivamente a rastrellare i soldi necessari per aderire ad esso... 


Quello a cui stiamo assistendo oggi è la naturale prosecuzione del processo che è iniziato nel 1992,  a bordo del Panfilo Britannia, come illustra l'articolo DOSSIER: Ecco quando è iniziata la crisi dell'Italia; era il 1992 sul panfilo Britannia


Si sta verificando TUTTO quello che aveva previsto il movimento "No Global", che è stato distrutto a Genova nel 2001: movimento composto da centinaia di movimenti di ogni estrazione politica e sociale perché non era composto solo dalla 'sinistra radicale' come pensano molti: al Genoa Social Forum avevano aderito Acli, WWF, Rete Lilliput, associazioni studentesche e altro ma all'opinione pubblica è stato dipinto in modo fuorviante, come se fosse composto solo da "punkabbestia" e scalmanati dei centri sociali più aggressivi. Movimento che faceva discorsi giusti, stava crescendo troppo rapidamente e per i potenti del mondo era troppo pericoloso. Con la sospensione dei diritti democratici alla quale il mondo ha assistito in quei giorni, è stato spazzato via. Purtroppo ormai di quel Movimento se ne parla quasi esclusivamente in chiave "violenze delle forze dell'ordine" al G8 di Genova, che innegabilmente ci sono state: i fatti della "Diaz" e di "Bolzaneto" sono emersi in tutta la loro gravità, dopotutto era inevitabile che accadesse. Anzi doveva venire fuori, perché se le violenze fossero state tenute nascoste e non fosse stato seminato il terrore, al G8 successivo probabilmente a manifestare ci sarebbero state molte più associazioni e persone: invece quel "Movimento" è finito li, a Genova, affogato nel sangue di Carlo Giuliani e di migliaia di persone pestate senza motivo. Le forze dell'ordine, "caricate" con la strategia del terrore di chi aveva messo in guardia gli agenti da minacce di ogni tipo, preparandoli come se fossero dovuti andare in guerra, sono stati esecutori materiali di quella che era una volontà che andava ben oltre, probabilmente, del governo italiano. Quel movimento doveva essere fermato. Personalmente nel 2001 avevo 20 anni, non ho partecipato alle manifestazioni e non ero un simpatizzante "no global". Il fatto che oggi stia accadendo praticamente tutto quello che avevano previsto l'ho appreso pochi anni fa, approfondendo, leggendo ciò che sosteneva quel movimento.


Il mondo è succube di una minoranza, un'élite composta da poche centinaia di potenti che dopo essersi appropriati del governo USA (1) stanno estendendo il loro dominio a tutte le altre nazioni del mondo, ad iniziare dalle nazioni europee e quelle che hanno in mano le materie prime. Laddove non possono conquistare il potere con le armi politico-economiche, lo fanno con le armi. Hanno in mano le redini dell'economia, dei mercati finanziari, industriali e del commercio: e stanno rastrellando a se tutte le ricchezze del mondo. Ma quello che vogliono non sono i soldi, ne hanno fin troppi. Quello che vogliono, è il POTERE: che senza dubbio è detenuto da chi è proprietario di tutto. E chissà che quei "complottisti", che sostengono che l'élite vuole instaurare un "governo mondiale", con una moneta mondiale - il tutto ovviamente gestito da loro - non abbiano ragione...


(1) J.F. Kennedy parlò di questi "poteri oscuri" che intendeva sconfiggere: ma purtroppo non c'è riuscito, ed è stato eliminato. E il suo successore annullò immediatamente l' "ordine esecutivo 11110" con il quale Kennedy consentiva al Ministero del Tesoro USA di stampare moneta senza il controllo della FED, la banca centrale USA - privata - che dal 1913 gestisce il Dollaro, dominando quindi l'economia statunitense.


Alessandro Raffa per nocensura.com


Di seguito alcuni stralci di 2 articoli di "Libero" che illustrano il fatto che Monti collaborava con l'agenzia di rating che ha deliberatamente manipolato i dati per penalizzare l'Italia...

PRESUNTO CONFLITTO D'INTERESSI
Il sospetto: c'è pure Monti dietro il ko dell'Italia che ha mandato via il CavIl premier ha avuto una carica in Moody's, l'agenzia che bollò l'Italia come Paese a rischio. Lui: mai occupato di rating
Il prof è stato nel Senior European Advisory Board dal 2005 al 2009. Insieme a Fitch e a Standard&Poors, Moody's è indagata dalla procura di Trani per manipolazione di mercato. Mario Monti membro del Senior European Advisory Board di Moody's. Cioè di una delle famose (o famigerate) agenzie di rating che a livello globale giudicano l'affidabilità economica di stati e aziende. E che, spesso, col loro giudizio a loro volta influiscono in modo determinante sul presente e sul futuro di quegli stati sovrani e di quelle aziende. Le stesse agenzie di rating che la procura di Trani sta indagando fin dal 2010, (...) un report di Moody's del 6 maggio 2010 che concludeva etichettando l' Italia come "Paese a rischio".  LEGGI TUTTO: http://www.liberoquotidiano.it/news/politica/1031694/Monti-Moody-s.html

Libero-lo-costringe-a-confessare.html

 
 
 
 
 
 
 
 
 

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