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Messaggi di Luglio 2012
Post n°1017 pubblicato il 21 Luglio 2012 da dammiltuoaiuto
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Post n°1016 pubblicato il 11 Luglio 2012 da dammiltuoaiuto
DOSSIER uranio impoverito - Una strage di civili e militari. Il caso del Maresciallo Marco Diana, abbandonato dallo Stato. Sardegna, un paradiso avvelenato e la "sindrome di Quirra". Le connessioni tra centrali nucleari e industria bellica. Secondo l'oncologo Umberto Veronesi l'uranio impoverito non fa niente. L'indifferenza delle istituzioni e delle associazioni più importanti del mondo, genuflesse agli Usa e ai loro interessi. Approfondimenti su uranio e dintorni. Il Maresciallo Marco Diana è uno dei (tanti) militari che sono tornati malati di gravi patologie dalle missioni all'estero, in particolare in Kosovo e Bosnia, ma anche in Iraq, dove sono stati esposti a contaminazione da Uranio impoverito. Gli USA ne hanno disperso nell'ambiente ingenti quantità (come in ogni conflitto) ma mentre le truppe americane disponevano di adeguate protezioni, i soldati italiani non avevano preso particolari precauzioni, e si sono ammalati. Molti soldati sono morti, altri invece vivono alle prese con gravi malattie, tumori e diverse forme di leucemia. Lo stato italiano in un primo momento cercò di negare che le malattie fossero riconducibili alle missioni, ma il numero dei giovani soldati ammalati era troppo elevato per poter negare le responsabilità. Hanno trattato questi giovani come fossero "un problema", le solite promesse non mantenute, i classici tempi lunghissimi della burocrazia, hanno abbandonato questi ragazzi al loro destino. E con la "spending review" il governo ha annunciato che dimezzerà i fondi disponibili per le vittime dell'Uranio impoverito: avevano annunciato "tagli agli sprechi" ma come era logico aspettarsi, tagliano servizi necessari e lo stato sociale: la sanità sarà tagliata di ulteriori 3 miliardi, mentre di tagli ai VERI SPRECHI per ora, nemmeno l'ombra. Lo Stato il 2 Giugno di tutti l'anni fa sfilare con orgoglio le forze armate, quando ci sono dei caduti gli organizza il solenne "funerale di Stato" con tutte le onorificenze, nella bocca dei politici si sprecano le parole di elogio e sostegno nei confronti delle forze armate, ma sono pronti a dimenticarsi di loro e abbandonarli a se stessi anche di fronte a drammi come questi, causati dallo svolgimento delle proprie mansioni. Durante ogni conflitto gli USA sparano migliaia di tonnellate di uranio impoverito, seminando morte e malattie anche e sopratutto nelle popolazioni civili, che continuano ad ammalarsi e partorire bambini deformi anche a distanza di molti anni. Uranio impoverito che uccide anche nei pressi delle Basi Usa/Nato, ne sanno qualcosa, purtroppo, i cittadini di Quirra (vedi a fine articolo)
A fine articolo alcuni approfondimenti. Di seguito l'appello dell'ex Maresciallo, estratto dalla sezione "info" del gruppo dedicato alla sua vicenda "Maresciallo Marco Diana"
http://www.nocensura.com/2012/07/armi-alluranio-impoverito-malattie-e.html |
Post n°1015 pubblicato il 11 Luglio 2012 da dammiltuoaiuto
Sicilia. Scorie radioattive e mortalità infantile, l'inchiesta di Lannes"A seguito di alcuni incidenti segreti di velivoli Usa, i bambini della Sicilia orientale muoiono di leucemia più di ogni altra parte d’Italia", una vicenda trascurata dalle autorità italiane. È quanto denuncia il giornalista Gianni Lannes in un'inchiesta volta ad indagare la relazione tra la base militare Usa di Sigonella, le scorie radioattive e la mortalità per leucemia dei bambini della zona.di Matteo Marini - 6 Luglio 2012 “Non si sa che effetto avrà sul sistema immunitario dei siciliani di Lentini la radioattività delle scorie nucleari nascoste dagli americani nel suolo” Torniamo a parlare di Gianni Lannes. Questa volta, il giornalista famoso anche per le sue inchieste sul fenomeno delle ecomafie, mette sotto la sua lente d'ingrandimento un problema non da poco. Una storia che ha tre protagonisti: la Sicilia, la base statunitense di Sigonella e le scorie radioattive. La relazione tra i primi due soggetti, è palese ma cosa c'entrano le scorie radioattive? Per illustrare il terzo collegamento, Lannes parte da un passaggio del libro Radiation and Human Health, scritto dal professor J. W. Gofman : “Non si sa che effetto avrà sul sistema immunitario dei siciliani di Lentini (una zona della Sicilia vicina a Sigonella, ndr) la radioattività delle scorie nucleari nascoste dagli americani nel suolo”. La domanda che Lannes si pone è quindi dove siano stati nascosti, interrati i rifiuti della base militare di Sigonella, negli anni in cui fu scritto il saggio sopracitato. Una possibile risposta, potrebbe essere che siano stati occultati in alcune delle 27 cave, etichettate come 'dismesse', che si trovano in quella zona. A supporto della 'tesi Sigonella', Lannes ci fa notare che gli investigatori della Direzione investigativa antimafia hanno riscontrato che la base di Sigonella compare tra gli enti che per anni hanno scaricato rifiuti nella discarica abusiva di Salvatore Proto (sempre in quella zona), un prestanome del clan Santapaola-Ercolano. Inutile dire quanto possano essere dannose le scorie radioattive, con decine di ricerche scientifiche che provano come l’esposizione a grandi quantità di radiazioni sia il maggiore fattore di rischio per il tumore del sangue. A questo proposito, Gofman nel suo saggio, lancia l'allarme: “La leucemia è associata al plutonio, responsabile della perdita dell’immunità biologica che colpisce un numero crescente di persone”. Il giornalista Gianni Lannes è famoso anche per le sue inchieste sul fenomeno delle ecomafie Significativo il paragone che Lannes fa tra la Groenlandia e la Sicilia, parlando di mortalità infantile causata da scorie radioattive: “Il 21 gennaio 1968 un bombardiere B-52 americano che trasportava 4 bombe H cadeva nel nord della Groenlandia, disintegrandosi e spargendo rottami radioattivi su un’area vastissima di terra e di mare. Nel giro di qualche anno le persone che erano venute inavvertitamente a contatto con i rottami si ammalarono di leucemia. Ed in quel luogo proprio la leucemia divenne una delle più frequenti cause di morte. In Sicilia a seguito di alcuni incidenti segreti di velivoli Usa, i bambini della Sicilia orientale muoiono di leucemia più di ogni altra parte d’Italia”. C'è da chiedersi perché le istituzioni e/o la magistratura non facciano nulla, non agiscano per vederci più chiaro sull'intera vicenda ed è ciò che si chiede anche Lannes, aggiungendo: “Come mai il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ed il Primo Ministro Mario Monti, non chiamano il Presidente Obama a rendere conto di questo crimine? Recentemente hanno incontrato a Roma il segretario generale della Nato, Anders Fogh Ramussen ma non hanno proferito parola sull’argomento. La morte e la malattia indotta in tanti bambini italiani da causa belliche, forse non sono una buona ragione per intervenire subito?”. Andando più a fondo, ci sarebbero anche delle particolari analogie con gli incidenti aerei (bellici, per la precisione) che hanno colpito la Sicilia orientale verso la metà degli anni '80. Lannes ce li ha ben chiari in mente: “Il 12 luglio 1984, alle ore 14,45 proprio a Lentini, un quadrigetto Lockeed C141B 'Starlifter' dell’Us Air Force, con un carico di 44 tonnellate si schiantò ed esplose in contrada Sabuci-San Demetrio, dopo essersi levato in volo da Sigonella, diretto in Germania”. Nell’impatto morirono sul colpo 9 militari nord-americani. “I marines giunsero sul luogo del disastro pochi minuti dopo ed ostacolarono militarmente l’intervento dei mezzi di soccorso locali e l’accesso addirittura delle forze dell’ordine italiane; l’indagine fu sottratta alla magistratura italiana”, rivela il sostituto commissario della Polizia di Stato, Enzo Laezza che l’11 agosto 1987 ha perso la figlia Manuela, colpita dalla leucemia mieloide acuta. Le autorità americane mantennero il massimo riserbo sul carico trasportato dal velivolo. La zona dove precipitò l’aereo Usa venne transennata e, per una quarantina di giorni, la statale 194 che collega Catania a Ragusa, fu interdetta al traffico veicolare. "La morte e la malattia indotta in tanti bambini italiani da causa belliche, forse non sono una buona ragione per intervenire subito?” Un altro incidente aereo, del quale però si hanno solo scarne notizie, si verificò nel giugno del 1985. Nell’occasione un velivolo dell’aviazione USA, in volo verso la base di Sigonella, perse quota negli agrumeti di Lentini. L’aereo si disintegrò nell’impatto con il suolo. L’area rimase impenetrabile ai comuni mortali siciliani per diversi mesi, fino a quando tutti i frammenti del velivolo furono raccolti dai marines. Verrebbe da chiedersi: cosa trasportavano i due aerei mentre sorvolavano la zona di Lentini? Cosa contaminò il suolo siciliano? A bordo vi erano materiali nucleari? Nel 1962, un rapporto del Dipartimento Difesa USA (The Effects of Nuclear Weapons) avvertiva: “Le armi nucleari sono concepite con gran attenzione per esplodere solamente quando sono intenzionalmente innescate e fatte brillare. Nonostante ciò c’è sempre una possibilità, a seguito di circostanze accidentali, che inavvertitamente possa avvenire un’esplosione. Nonostante tutte le ragionevoli precauzioni che possano essere state prese per prevenire incidenti, ciò può comunque avvenire nelle aree di assemblaggio delle bombe, di loro immagazzinamento, carico e trasporto sul suolo o su un aereo o missile”. Di certo non è una piena rassicurazione. A Lentini, Carlentini e Francofonte i bambini muoiono di leucemia più che in ogni altra parte d’Italia. L’Atlante della 'mortalità per tumori' (volume 2) realizzato da alcuni epidemiologi, con il contributo dell’università di Catania (pubblicato dall’azienda sanitaria locale), è ancor più esplicito: “In provincia di Siracusa negli ultimi anni si è osservato un aumento della mortalità per leucemie. Estendendo l’osservazione ad 8 anni i tassi provinciali si attestano intorno a quelli regionali e nazionali, ad eccezione del distretto di Lentini dove si osservano tassi di gran lunga maggiori”. In provincia di Siracusa negli ultimi anni si è osservato un aumento della mortalità per leucemie “Questo dato”, denuncia il dottor Pino Bruno, medico della Cgil “nell’ultimo periodo di osservazione non solo si è consolidato, ma è cresciuto e sembra ineluttabilmente destinato a moltiplicarsi. La mortalità e l’incidenza dei tumori del sangue in particolare leucemie e linfomi nella zona nord della provincia siracusana, caso totalmente diverso dalla situazione di Augusta, Priolo e Gela, sta divenendo sempre più preoccupante. Sarebbe utile verificare se esistono fattori di rischio legati a determinati rifiuti tossici che hanno inquinato terreni e falde freatiche non distanti dall’insediamento militare di Sigonella”. Nell’area p, Lannes evidenzia il fatto che ci vivono 60 mila persone su un totale di 403 mila dell’intero territorio provinciale. Per fortuna, qualcosa si è mosso almeno a livello di associazionismo. Il 30 gennaio 2006, infatti, l’associazione “Manuela e Michele” - che dal 1991 si batte per far luce sul gran numero di bimbi e ragazzini deceduti a causa di questa particolare forma di cancro - ha presentato una denuncia alla Procura della Repubblica di Siracusa, sollecitando un’indagine sulla “tangibile possibilità che i numerosi casi di leucemia possano essere causati dalla commistione di reati contro l’ambiente”. Secondo l’avvocato Santi Terranova “tocca alla magistratura indagare e capire perché in questa zona della Sicilia i bambini muoiono in percentuale maggiore rispetto ad altre aree del Bel Paese”. “Il luogo dell’incidente è stato chiuso per più di 4 mesi. Il governo USA risarcì i proprietari dei terreni per 20 anni”. E nient’altro. “L’incandescente fascicolo giudiziario”, evidenzia Lannes “aperto più di un lustro fa, giace nelle mani del sostituto procuratore Maurizio Musco. Il pubblico ministero, però, non si sbottona di un millimetro. Il documentato Rapporto dell’Azienda sanitaria siracusana ipotizza una causa di inquinamento scatenata dalla presenza sul territorio di “discariche illegali di scorie radioattive. Infatti le radiazioni ionizzanti sono associate ad un aumento di rischio per leucemie e possono avere due origini: origini nucleari, per disintegrazione di radionuclidi naturali come il radon o per disintegrazione di radionuclidi artificiali come nel caso delle centrali nucleari o delle bombe”. Il volume ha ricevuto anche la prefazione del professor Donald Maxwel Parkin, membro dell’International Agency for Research on Cancer (Iarc): “Si spera che gli autori di questa eccellente monografia avranno l’energia, il tempo e la pazienza per preparare una terza monografia, quando saranno disponibili i risultati scientifici”. La prima parte di questa sua inchiesta, Lannes la termina lanciando un allarme, affinché questa grave situazione non passi in secondo piano. Soprattutto per non lasciare i genitori dei bambini che muoiono di leucemia senza una risposta.
http://www.ilcambiamento.it/inquinamenti/lannes_scorie_radioattive_sicilia_mortalita_infantile.html |
Post n°1014 pubblicato il 10 Luglio 2012 da dammiltuoaiuto
Qualcuno crede che Monti non capisca nulla; invece è una persona molto intelligente e sta svolgendo il compito che il Bilderberg gli ha affidato con grande professionalità e concretezza. Ovviamente il suo compito non è quello di "salvare l'Italia", è fin troppo evidente che non stia salvando niente... il suo compito era quello di consacrarci sudditi dell'UE e piegarci agli interessi dei poteri forti che stanno speculando con lo spread (con un tasso del 7% i nostri titoli sono un affare colossale, e allo stesso tempo lo stato per rimborsarli è costretto a tassare sempre di più..) e possiamo scommetterci che entro breve lo stato sarà costretto a cedere la riserva aurea e svendere i beni dello stato: ad iniziare dalle principali aziende rimaste pubbliche, Eni e Finmeccanica in primis... |
Alcune tra le più potenti multinazionali del mondo; L'80% del mercato mondiale è in mano a 147 multinazionali, alla cui base ci sono Goldman Sachs e/o Morgan Stanley e/o JP Morgan e/o Citigroup e/o poche altre super-banche d'affari, satelliti di quelle menzionate, che vanno tutte a braccetto con le banche Rothschild, i signori delle banche centrali. Controllano le agenzie di rating Standard & poor's, Moody's e Fitch che condizionano mercati ed i governi, controllati tramite Bilderberg, Commissione Trilaterale, Club di Roma, CFR, Aspen Institute etc... ovviamente controllano i principali mass media capaci di far eleggere o distruggere la reputazione a qualsiasi politico... |
Mentre a Rio discutono, l’Artico viene espugnatoMentre la conferenza di Rio era in corso, Shell ha annunciato l'imminenza delle prime trivellazioni petrolifere nell'Artico. Ma le operazioni di estrazioni nel profondo Nord comportano rischi incalcolabili, che nessuno sa come affrontare. Il favore alla Shell porta la firma di Obama. Ambiente, Artide & Antartide, Energia, Temi Globali, Usa & dintorni 07 luglio 2012, ore 10:54 Lascia un commento Parlando della conferenza Rio+20, ho fatto un cenno a Greenpeace e alla sua campagna Save the Arctic, volta alla salvaguardia del profondo Nord affinché i governi lo dichiarino una sorta di “santuario” mondiale, dove le trivellazioni petrolifere e la pesca insostenibile siano consentite. Ironia della sorte, mentre i grandi del mondo erano riuniti in Brasile, il gigante petrolifero Shell era in procinto di concludere i preparativi per le prime trivellazioni nel Mar Glaciale Artico. A fine maggio l’amministrazione Obama aveva dato il via libera alle operazioni, nonostante la fragilità della regione e le preoccupazioni espresse sia dalle popolazioni indigene che dalla comunità scientifica. Dapprima il presidente si era rifiutato di effettuare la Dichiarazione di Impatto Ambientale sui mari di Beaufort e di Chukchi; in seguito ha sospeso uno scienziato federale, colpevole di aver dichiarato i pericoli per flora e la fauna connessi alle esplorazioni; infine, ha accelerato la concessione dei permessi di trivellazione alla Shell e ha fatto vari tentativi – come già avvenuto sotto l’amministrazione Bush – di (s)vendere l’Arctic National Wildlife Refuge alle Big Oil. L’Artico fa gola a tutti. In gennaio scrivevo:
Nel primo vertice di Rio, quello del 1992, per la prima volta le Nazioni Unite lanciarono l’allarme sul massiccio sfruttamento degli ecosistemi, aggravato dalle violenze alle popolazioni indigene delle zone sfruttate. A distanza di vent’anni, non si può dire che abbiamo fatto passi avanti, anzi. In un’ipotetica scala di responsabilità riguardo al peggioramento degli standard di vita di una comunità, il primato negativo spetta proprio alla Shell. I disastri causati nel Delta del Niger sono sotto gli occhi di tutti – questo sito ne offre una sintesi. La compagnia, sempre generosa nella distribuzione di dividendi ai propri azionisti, non è mai stata in grado di rispettare gli standard di sicurezza ambientali, ragion per cui è stata ripetutamente trascinata in tribunale. Il totale degli sversamenti in mare ammonta ad oltre 1,51 miliardi di litri di petrolio. Shell ha anche ammesso di aver finanziato i signori della guerra attivi in Nigeria. Non certo il miglior biglietto da visita per un’azienda di livello mondiale.
Le compagnie non sono in grado di assicurare il contenimento degli incidenti, né saprebbero come rispondere ad una fuoriuscita di petrolio al di sotto dei ghiacci. E non vi è alcuna infrastruttura in grado di gestire le emergenze nel raggio di migliaia di chilometri. ALLA SHELL NON GLI BASTA LE PIATTAFORME IN MARE E IN TERRA VUOLE ANCHE L'ARTICO RIBBELLIAMOCI SCRIVI LA TUA EMAIL DI PROTESTA http://geopoliticamente.investireoggi.it/mentre-a-rio-discutono-lartico-viene-espugnato/ QUESTI SONO I CONTATTI http://www.shell.it/home/content/ita/footer/contact_us/ |
Nell’islam il cane è un animale impuro. |
Post n°1010 pubblicato il 04 Luglio 2012 da dammiltuoaiuto
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Post n°1009 pubblicato il 04 Luglio 2012 da dammiltuoaiuto
Un professore della York University: “il Vesuvio esploderà con una forza mai vista” “Il Vesuvio all’improvviso esploderà con una potenza mai vista”. Una previsione sconvolgente quella del prof. Flavio Dobran della New York University, che non può passare inosservata e sotto silenzio. Viene la pelle d’oca a leggere l’ipotetico scenario che potrebbe venirsi a creare, e visto che nei secoli scorsi si sono verificate potenti eruzioni, capaci di fare migliaia di morti in uno scenario in cui la densità demografica era nettamente inferiore, c’è davvero poco da scherzare. Abbiamo cercato ulteriori notizie sul professore autore di questa apocalittica previsione, Flavio Dorban, descritto ovunque con un bravo professionista: aspetto che rende ancora più preoccupante la questione. Dobran ha redatto persino 2 libri sul Vesuvio. Delle sue previsioni ne parlano anche Silvestro Giannantonio e Aniello Sammarco in un lungo e articolato “Speciale Vesuvio” di cui consigliamo la lettura a coloro che vogliono approfondire la questione. Sarebbe opportuno – vista la gravità dello scenario ipotizzato dal prof. Dorban – che le istituzioni italiane – sia l’INVG che il governo – si esprimano sulla questione, riferendo ai cittadini: non possiamo credere che previsioni di questa gravità, provenienti da uno stimato docente universitario, siano passate inosservate, e sarebbe doveroso da parte delle istituzioni fornire delucidazioni ai cittadini, ma questo comporterebbe un’assunzione di responsabilità che sicuramente – visto la posta in gioco – eviteranno accuratamente. Molto strano anche il fatto che i mass media abbiano rinunciato in massa ad interessarsi di una questione con la quale i nostri “cacciatori di sensazionalismo” sempre a caccia di scoop sarebbero potuti andare a nozze, visto che il tema sicuramente suscita grande interesse nell’opinione pubblica, ed in particolare ai milioni di cittadini che vivono nell’area napoletana. Se ci fosse un parlamentare con le PALLE, sarebbe opportuno presentare un’interrogazione e chiedere spiegazioni in merito al premier e al ministro, costringendoli a prendere posizione. Alessandro Raffa per nocensura.com - – - di seguito l’articolo di Gianni Lannes per sulatestagiannilannes.blogspot.it Per l’Etna parlano da sole le immagini rabbiose diffuse dalle televisioni di mezzo mondo ad ogni eruzione. Nella vicina base Usa di Sigonella sono state accumulati ordigni atomici, in violazione del Trattato internazionale di non proliferazione nucleare. Che succederà? Altrettanto inquietanti, ma sottovalutate, sono le proiezioni riferite all’apparentemente tranquillo collega napoletano. Gli esperti si confrontano sull’eventualità di un’ora X per l’eruzione. Rischierebbero la vita almeno un milione e mezzo di persone nell’area napoletana. Ma è meglio non farlo sapere all’opinione pubblica. Vero presidente Monti? Previsione scientifica - Su di lui, però, ha le idee chiare il professor Flavio Dobran docente della New York University. Qual è la previsione dell’esperto americano? “All’improvviso il Vesuvio che sonnecchia dal 1944, esploderà con una potenza mai vista. Una colonna di gas, cenere e lapilli si innalzerà per duemila metri sopra il cratere. Valanghe di fuoco rotoleranno sui fianchi del vulcano alla velocità di 100 metri al secondo e una temperatura di 1000 gradi centigradi, distruggendo l’intero paesaggio in un raggio di sette chilometri, spazzando via strade e case, bruciando alberi, asfissiando animali, uccidendo forse un milione di esseri umani”. Il tutto in appena 15 minuti.Uno scenario catastrofico? Semplicemente un’ipotesi documentata, frutto di accurati studi, da non sottovalutare. Con una sola incognita: il giorno in cui scatterà la terribile esplosione. “Questa purtroppo non possiamo prevederla – precisa il professor Dobran – Certo non sarà tra due settimane, però sappiamo con certezza che il momento del grande botto sia per l’Etna che però il Vesuvio, anche se è su quest’ultimo che i nostri test si sono soffermati con particolare attenzione. La conferma viene dalla storia: le eruzioni su larga scala arrivano una volta ogni millennio. Quelle su media scala una volta ogni 4-5 secoli. Quelle su piccola scala ogni 30 anni. Ebbene, l’ultima gigantesca eruzione su larga scala è quella descritta da Plinio il Vecchio: quella che il 24 agosto del 79 dopo Cristo distrusse Ercolano e Pompei uccidendo più di duemila persone. La più recente eruzione su media scala è quella del 1631, che rase al suolo Torre del Greco e Torre Annunziata, facendo 4 mila morti in poche ore”. Il magma che alimenta il Vesuvio se ne sta tranquillo nel suo serbatoio profondo o sta risalendo? “E’ il magma che spinge e vuole salire a far tremare il suolo della Campania”. La tesi è di un vulcanologo napoletano, il professor Giuseppe Luongo , ex direttore dell’Osservatorio Vesuviano, che non condivide la diagnosi rassicurante fatta da un suo collega, Paolo Gasparini che descrive il vulcano come “un cono edificato dai prodotti eterogenei delle eruzioni, poggiato su un basamento di calcare che inizia a 2-3 chilometri di profondità”. Molto al di sotto, a circa 10 km, la tomografia sismica a tre dimensioni individua materiali fluidi, interpretati come il bacino magmatico che alimenta il vulcano. Nei limiti della tomografia, che non distingue masse inferiori a circa 300 metri di diametro, Gasparini precisa che “non si vedono altre sacche magmatiche sopra il bacino, cioè sopra i 10 km”. Luongo contesta queste interpretazioni e avanza l’ipotesi, rilevante per le implicazioni di protezione civile, che potrebbero esistere canali di risalita già colmi di magma, senza interruzione, dal bacino profondo 10 km, fino alle parti più superficiali, con dimensioni al di sotto del potere risolutivo della tomografia. “Il magma, per risalire in superficie, non dovrà vincere la resistenza di rocce rigide che lo sovrastano per uno spessore di 10 km, al contrario potrebbe trovare una facile via di risalita lungo i percorsi già occupati da masse a temperature elevata”. Questo scenario, aggiunge Luongo, “sarebbe compatibile con un quadro fenomenologico dei precursori meno appariscente di quello atteso”. Analizzare il passato può servire allora a immaginare il futuro. Ed è proprio ciò che ha fatto il vulcanologo statunitense, Dobran, progettando il simulatore vulcanico globale. Si tratta di un modello informatico in grado di ricostruire le passate eruzioni del Vesuvio, per descrivere quelle future. Oltre ai dati storici nel computer vengono inseriti anche quelli sullo stato attuale del vulcano: l’attività sismica più recente, le emissioni di gas, i cambiamenti dei campi magnetici. “Abbiamo cercato di riprodurre al computer l’eruzione del 79 – dice Dobran – E il simulatore vulcanico globale, dopo aver analizzato i dati, ha disegnato uno scenario infernale: appena 20 secondi dopo l’esplosione il fungo di gas e ceneri incandescenti ha già raggiunto i 3 mila metri di altezza, da dove collassa lungo i fianchi del cono. Un minuto dopo, la valanga ardente si trova già a due chilometri dal cratere. In tre minuti ha già raggiunto Ottaviano, Somma Vesuviana e Boscoreale. In quattro minuti sono spacciate Torre del Greco ed Ercolano. Sessanta secondi dopo è la volta di Torre Annunziata”. E’ successo in passato, potrebbe accadere in futuro. Gli esperti ne sono sicuri, anche se il giorno esatto non lo conosce nessuno. Trivellazioni - Scavare una galleria sotterranea per spingere delle sonde fino alla caldera flegrea sotto il mare di Pozzuoli è considerato da molti altamente pericoloso. Il “Campi Flegrei Deep Drilling Project”, coordinato dall’ingegnere Giuseppe De Natale, costa 15 milioni di dollari e servirebbe a monitorare il rischio di terremoti ed eruzioni oltre che a studiare il bradisismo e a sfruttare l’energia del sottosuolo. Ma numerosi esperti mettono in guardia sugli effetti disastrosi che le trivellazioni potrebbero avere sul territorio. Gli ultimi avvertimenti in ordine di tempo provengono da due media americani, il “Popular Science” e la rivista scientifica “Nature”. Secondo entrambi le trivelle potrebbero incontrare sulla propria strada del magma sotto pressione, causando delle eruzioni e dei terremoti in tutta la zona intorno al Vesuvio. Clay Dillow, dalle pagine del Popular Science, si chiede se “il tentativo di difendere i Campi Flegrei, che nel mondo sono uno dei luoghi più a rischio di eruzioni vulcaniche, non possa addirittura peggiorare la situazione”. Sulla questione si è espresso anche Benedetto De Vivo, ordinario di Geochimica ambientale alla Federico II di Napoli e consulente della procura sull’area dei Campi Flegrei. De Vivo ha inviato una lettera al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in cui ha sottolineato il rischio di effettuare le rilevazioni in prossimità di centri abitati come Bagnoli, allegando pubblicazioni su altri incidenti «clamorosi» avvenuti in Nuova Zelanda e Islanda. Il professor De Vivo ha sottolineato che degli esami nel territorio «sono possibili, si fanno, ma in zone disabitate e in questo caso sono inutili, perché sappiamo già tutto della caldera flegrea». I precedenti del Vesuvio non sono in effetti confortanti. *Fonte nocensura.com |
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