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DARK REALMS V2

So, I've decided to take my work back underground. To stop it falling into the wrong hands.

 

 

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Post N° 22

Post n°22 pubblicato il 21 Febbraio 2005 da Nekrophiliac
 
Foto di Nekrophiliac

RAMMSTEIN: SEHNSUCHT (1997) 

Premessa: una volta, anni fa, scrissi una prima recensione di questo immortale disco. Risultato: cestinata per eccessiva celebrazione e sconclusionato uso del tedesco nella critica ai testi. A me? Proprio a me? Passi la mia dichiarazione d’amore per Sehnsucht, ma per me, un tedesco “acquisito”… fu un affronto troppo grande, nonostante le mie e-mail di protesta la situazione rimase stagnante. Delusione? No, tutt’altro, orgoglio. L’orgoglio è un’arma e quindi me ne infischiai, cosciente del fatto che un giorno avrei trionfato a modo mio. Un blog, uno spazio dove rilasciare tale pesante zavorra, ecco cosa ho a disposizione. Basta così, tocca ai fatti ora. Il 1997 fu un anno a dir poco magico per i Rammstein: Herzeleid (1995) divenne per due volte disco d’oro, così come lo fu il singolo Engel. Durante l’attesa per l’uscita del loro secondo lavoro, Sehnsucht appunto, la band partecipò a diversi festival in tutta Europa, accrescendo la loro popolarità e rilasciò in maggio la fan-edition proprio di Engel che conteneva due gustosi inediti: Wilder Wein (vino selvaggio) e Feuerräder (ruote di fuoco). Il 22 agosto uscì l’album e in Germania si piazzò subito ai vertici della classifica, divenendo disco di platino già prima della sua uscita.  Col passare delle settimane, le classifiche europee videro Sehnsucht sgomitare con i Prodigy, i Radiohead e i Rolling Stones nella classifica comulativa europea di Billboard, mentre i Rammstein si stavano preparando ad esibirsi in Europa e negli Stati Uniti. Dal 1995 in poi la band aveva cambiato ben poco del suo stile musicale, rimasta fedele ai suoni industrial e con testi sempre più agghiaccianti. Fu proprio tutto ciò che li portò alla ribalta internazionale. Sehnsucht è il vero e proprio capolavoro dell’industrial del tempo, è un album che stupisce senza ombra di dubbio: geniale miscela di quell’ibrido tra metal e techno. I pezzi risultano essere quadrati, intensi e più organici rispetto al passato con ad esempio ottimi intermezzi di tastiera ad opera del matto Christian Lorenz. Con i Rammstein non si sente il futuro, si sente semmai un passato operaio della Germania Est, ecco dunque spiegato il rumore martellante delle macchine e dei martelli che ci stordisce lungo tutto l'album, la rabbia, l'odio, la durezza dei suoi beats. Una particolarità riguardante quest’album è che è stato pubblicato con sei copertine differenti, ognuna raffigurante il volto di un membro della band immortalato dal fotografo Gottfried Helnwein. Veniamo ora all’aspetto ora ai testi. Imperscrutabili suoni aprono la decisa title-track, Sehnsucht (desiderio), dove si ricercano la neve e la sabbia dell’anno passato tra le lunghe gambe femminili, facendo sì che il crudele desiderio cresca, ma che punga come un insetto all’improvviso. Un dolce fischio apre la romantica Engel (angelo), poi basso, riff e la calda voce femminile di Bobo nel coro. Coloro i quali, durante il corso della loro vita, saranno stati buoni, diverranno dopo la morte angeli e noi mortali guardiamo il cielo cercando di vederli ma solo se le nuvole sono andate a dormire potremo scrutarli e ciò, ovviamente, ci spaventerebbe non poco; perciò Dio sa che non voglio essere un angelo.

La terza traccia è la violenta Tier (bestia), il tema? Incesto. Cosa fa un uomo che non riesce a distinguersi dall’animale? Andrà dalla sua giovane e bella figlia e si accoppierà con la sua stessa carne e sangue. Bestrafe Mich (puniscimi) è più introspettiva, ma non abbassa i toni: si chiede una punizione divina prima che il vento soffi più freddo, perché il Signore prende e il Signore dà, tuttavia, a solo coloro che ama. Suoni tecnologici si schiudono in un marziale impeto metallico: Du Hast (tu hai)

. << Tu hai, tu hai me, tu mi hai chiesto e io non ho detto nulla >>. Questa canzone è sensazionale sul piano testuale, però, bisogna fare un’osservazione: c’è infatti un doppio senso esplicito fra “du hast” (tu hai) e “du hasst” (tu odi), perché “du hasst mich” (tu mi odi) diventa “tu hai me” in presenza del verbo fragen (domandare), il cui participio, “gefragt”, regge l’accusativo “mich” e non il dativo “mir”. Inoltre, Till Lindemann pronuncia “hasst” invece di “hast” e la versione inglese della canzone, contenuta nell’edizione speciale di Sehnsucht (plus english tracks) è proprio You hate (tu odi). Perciò, una traduzione potrebbe essere: << tu odi, tu mi odi, tu mi hai chiesto e io non ho detto nulla >>. Fine della lezione. Per quanto riguarda il resto del testo: << vuoi tu, fino alla morte della vagina, amarla anche nei giorni peggiori? >>. Va bene così? La cosa bella è che subito dopo c’è la martellante e aggressiva Bück Dich (piegati): la descrizione di un rapporto sadomaso, dato il ritornello che invita ad abbassarsi e a voltare la faccia, dato che non è ciò che interessa. Poi l’onirica Spiel Mit Mir (gioca con me) parla dei giochi di due fratellini, poiché uno dei due non riesce proprio a dormire e le sue pecore non saltano la classica staccionata ma cadono in un buco nero, incita l’altro a scuotere le foglie dell’albero sotto l’ombelico, con un sogno bianco che sta già aspettando. L’ottava traccia, la sobria a tratti, Klavier (pianoforte), dovrebbe essere l’ennesima testimonianza di una qualche altra perversione, paradossalmente, tratta di una ballata che enuncia la storia di un giovane innamorato che si emozionava al suono del pianoforte della sua bella. La voce di Till Lindemann diviene quasi rotta dal pianto, sentire per credere. Alter Mann (vecchio uomo) è un ottimo esempio del percorso dei Rammstein, le sue sonorità sono vicine a quelle odierne, per quanto riguarda il testo è di rara saggezza: << l’acqua dovrà essere il tuo specchio, se è calma vedrai quante favole ti restano e supplicherai per la tua redenzione >>. Eifersucht (gelosia) è ripetitiva nei riffs ma se non altro efficace. << Sono il più bello? Sfregiami la faccia. Sono il più forte? Rompimi il collo codardamente. Sono il più intelligente? Uccidimi e mangia il mio cervello. Ho tua moglie? Uccidimi e mangiami completamente >>. Bolle la gelosia. La chiusura di Sehnsucht è affidato al riadattamento di una favola in chiave industrial: Küss Mich [Fellfrosh] (baciami rana pelosa). Una rana silenziosa vuole essere palpata e si gonfia nell’erba asciutta e colta nell’oscurità non vede mai la luce del sole e così implora fremente di libidine vuole far strisciare la sua lingua dentro l’uomo. Insomma, un riuscitissimo crossover tra generi intriso di un goticismo nei testi e alla luce di tutto ciò, non vorrei dirlo così esplicitamente, ma un disco del genere è un vero orgasmo!

 
 
 
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