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North Vietnam 12 - Non può piovere per sempre

Post n°193 pubblicato il 11 Maggio 2021 da nem_o
Foto di nem_o

13 ottobre 2019
Il mattino mi risveglio che piove e ormai l'idea è presa.
Non vado più ad Ha Giang.
L'obiettivo del viaggio era l'Ha Giang Loop e per la prima volta in un viaggio alzo bandiera bianca.
L'umidità ha preso il sopravvento sul mio umore e mi invento li per li un piano B.
Sembra che le previsioni siano migliori a Cao Bang e anche li ci sono itinerari da percorrere in moto. Il problema è come arrivarci da Sapa.
Un'ipotesi è tornare ad Hanoi e di li prendere un bus per Cao Bang ma non mi va di tornare indietro sui miei passi. Allora opto per andare ad Ha Giang (senza loop) e di li in un paio di giorni dovrei farcela ad arrivarci.
Vado allora a fare il biglietto e vedo che un bus diretto Sapa-Cao Bang: 10 ore!
Prezzo caruccio, probabilmente è un bel bus.
La decisione è presto presa.
Intanto spiove e la mia eterna indecisione rimanda l'acquisto a più tardi.
La zona centrale di Sapa, quella in cui si trova l'agenzia da cui esco, pullula di signore che contattano i turisti per vendere trekking o per lo meno qualcosa di simile.
La mia guida si chiama Su Su e appartiene alla minoranza H'mong.
Si perché ho deciso di concedermi una gita fuori porta dopo la delusione del mercato del mattino.
Il mercato di Sapa è famoso per i suoi colori e per le rappresentanze delle diverse etnie del territorio. Niente di tutto ciò ho visto. Un (mai) banale e normale mercato asiatico, nulla di più.
Penso anche di aver sbagliato ma l'agenzia dei bus mi conferma che era proprio quello.
Poco male, il mercato l'ho visto il giorno prima.
Su Su mi porta subito fuori dal centro e ci incamminiamo lungo un ripido sentiero nel bosco. Ripido è dir poco, in realtà è dritto all'inverosimile e molto scivoloso. Inutile dire che è ricominciato a piovere.
Passata una pineta alla fine della salita, inizia la discesa.
Fango argilloso scivolosissimo che per me, che ho già di mio problemi di equilibrio, diventa una tragedia.
Non sto in piedi.
Da un lato mi sorreggo con un bambù, dall'altro, come un bambino, sto aggrappato alla mano di Su Su. Faccio veramente la figura dell'incapace mai uscito nella natura.
Sudo per paura di cadere e farmi male.
Gli occhiali grondano di sudore e si appannano rendendo ancora più difficile la discesa.
Lei con gli stivali di gomma come tutte le persone che popolano questi villaggi, non scivola di 1 millimetro. E non riesco a capacitarmene.
La discesa finisce e la fine pioggerellina diventa diluvio.
Ma ora siamo su una strada carrozzabile e posso usare l'ombrello.
Con l'incontro di altri turisti che in una sorta di processione si dirigono tutti verso la medesima direzione comincio a sentire l'odore di pacco.
E quando arriviamo in un villaggio e ci troviamo tutti seduti a mangiare nei medesimi 3 ristoranti ne ho praticamente la certezza.
L'obiettivo era portarci li.
Non che il giro a piedi sia stato brutto ma con sta nebbia e sta pioggia non è stato certamente goduto a pieno.

 
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