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Verità sull'elettroshock

Post n°5 pubblicato il 17 Febbraio 2008 da monicakoda

 

Visto gli ultimi comunicati di alcuni Psichiatri per quanto riguarda l’Elettroshock, anche detto trattamento elettrocunvulsivo o ETC, ho deciso di dedicare uno spazio a questo soggetto, per far conoscere i danni provocati da questo “trattamento”.


Innanzitutto non tutti sanno come è nato questa “cura”.

L’ETC è nato nel 1938, quando lo psichiatra italiano Ugo Cerletti osservò, in un macello romano, come i maiali erano trattati prima di essere uccisi; infatti veniva loro dato una shock elettrico per renderli più docili e dopo di questo venivano uccisi. In quella occasione questo psichiatra decise di utilizzare questo trattamento anche sugli esseri umani. (da notare il paragone esseri umani, maiali)

La prima vittima di Cerletti fu un carcerato. Dopo la prima scarica elettrica disse “Basta, mi fa morire!” e in risposta il signor Cerletti ordinò di fargli un altro trattamento con un voltaggio più alto.

Già dall’origine si può vedere che è tutto meno che una cura.


Ecco come “funzione” l’elettroshock:

L’apparecchio originale usato da Cerletti aveva un voltaggio di 125 Volt., in seguito le macchine iniziarono ad erogare 480 Volt..

Al giorno d’oggi quando si somministra l’ETC si adottano le seguenti misure.

1) Si somministra al paziente un anestetico e una sostanza per rilassare i muscoli ed evitare che si rompano le ossa (che a volte si rompono ugualmente).

2) Si applicano gli elettrodi sulle tempie e sulla fronte.

3) Viene messo un apribocca per evitare che si rompano i denti o che il paziente si morda la lingua.

4) Viene somministrata una corrente che va da 180 Volt. A 480 Volt. Che brucia completamente il cervello

5) Il flusso del sangue al cervello può aumentare fino al 400% per soddisfare la richiesta di ossigeno. La pressione sanguigna può aumentare fino al 200%. Nel cervello è presente una barriera che serve per proteggersi da agenti dannosi e sostanze estranee. Con l’ETC, tossine dannose fuoriescono dai vasi sanguigni e vengono a contatto con il tessuto cerebrale causando gonfiore. Le cellule nervose muoiono. L’attività cellulare e fisiologica del cervello viene alterata.

6) Di solito alla maggior parte dei pazienti vengono somministrate da 6 a 12 shock , tre volte alla settimana.

7) Le conseguenze sono: Perdita della memoria, confusione, perdita dell’orientamento spazio/temporale, perfino la MORTE.


Questo trattamento non ha mai curato nessuno.

Queste sono solo alcune delle cose che devi sapere sull’ETC affinché tu sappia a cosa andresti incontro sottoponendoti a tali “trattamenti” per non dire torture.

Spero che queste informazioni ti possano essere utili e se hai bisogno di altri dati o se hai subito abusi psichiatrici contattami lasciandomi un messaggio nel Blog. Poi mi farò sentire io.


Ogni persona ha dei diritti tra cui il diritto alla vita. Nessuno può toglierti questo diritto, ti appartiene.


 
 
 

SALUTE: CANCRINI, ELETTROSHOCK SI FA POCO PERCHE' NON E' UTILE

Post n°4 pubblicato il 16 Febbraio 2008 da monicakoda
 

Roma, 15 feb. - (Adnkronos/Adnkronos Salute) - "In Italia l'elettroshock si fa poco perche' non e' utile". Luigi Cancrini, psichiatra e psicoterapeuta oltre che deputato dei Comunisti italiani, boccia come "stupida" l'iniziativa dell'Associazione italiana per la terapia elettroconvulsivante (Aitec) che intende scrivere una petizione al ministero della Salute per "chiedere l'apertura di almeno un servizio di Tec (terapia elettroconvulsivante) per ogni milione di abitante in tutte le regioni d'Italia". "Al di la' dei danni fisici immediati - dice Cancrini all'ADNKRONOS SALUTE - l'elettroshock comporta anche danni psichici. E spesso fa registrare peggioramenti importanti".


 
 
 

Post N° 3

Post n°3 pubblicato il 15 Febbraio 2008 da monicakoda
 

Recenti notizie arrivate dagli USA ripropongono il problema della loro sicurezza. La cronaca d'oltre oceano ha riportato infatti che sciroppi antitosse hanno causato seri danni ad alcuni bambini, fino a portarli addirittura al coma.

Ma gli sciroppi non sono gli unici medicinali sotto accusa. Negli ultimi anni si sono osservate reazioni avverse con molti degli antinfiammatori più diffusi, certi psicofarmaci, soprattutto quelli prescritti ai bambini, antidiabetici e statine, sostanze usate per abbassare il colesterolo.

Si calcola che nel nostro paese siano circa 400 i ricoveri giornalieri in ospedale a causa degli effetti collaterali dei farmaci. I sintomi più frequenti sono: sanguinamenti, danni cutanei, abbassamento della glicemia o della pressione ma possono essere anche molto più gravi. Spesso a provocarli sono proprio i medicinali di uso comune, vale a dire quelli che si trovano più frequentemente in casa.

Gli operatori della salute (medici e farmacisti) dovrebbero sempre ricordare ai pazienti che nessun farmaco è esente da effetti collaterali, per cui andrebbero assunti solo in caso di effettiva necessità o urgenza.

 
 
 

Post N° 2

Post n°2 pubblicato il 15 Febbraio 2008 da monicakoda
 

ADHD è il nome di una "malattia" detta anche disturbo dal deficit di attenzione, o iperattività.
I dati.
L'ADHD esiste? Esiste cioè un'entità patologica specifica che corrisponde alla definizione che ne viene data?
La diagnosi si fonda solo sui test e sull'osservazione del comportamento del bambino.
I test per l ADHD sono solo ed esclusivamente le solite domandine* (ripeto: solo ed esclusivamente le solite domandine - o loro varianti).

* per chiunque non ne fosse a conoscenza, riporto qui alcune delle domane (7 su 18) del test.
- muove spesso le mani o i piedi o si agita sulla sedia?
- è distratto facilmente da stimoli esterni?
- spesso ha difficoltà a giocare quietamente?
- spesso chiacchiera troppo?
- spesso spiattella le risposte prima che abbiate finito di fare la domanda?
- spesso sembra non ascoltare quanto gli viene detto?
- spesso interrompe o si comporta in modo invadente verso gli altri; per es. irrompe nei giochi degli altri bambini? .

I sostenitori della ADHD parlano di un disturbo neurobiologico.
Su quali basi fanno queste affermazioni? Quale è la specifica lesione anatomo patologica e quale è l'alterazione funzionale biologica specifica? Quali sono o sarebbero gli esami oggettivi che ne permettono la rilevazione con sufficiente sensibilità e soprattutto con assoluta specificità?

Nel caso poi vi sia una qualunque risposta a queste domande, ciò significherebbe che la diagnosi di ADHD è una vera diagnosi medica, non psichiatrica, bensì neurologica.

A chiarimento definitivo di ogni e qualsiasi dubbio, esiste un modo di togliersi d'impaccio: se l'ADHD è una malattia neurobiologica, allora si faccia diagnosi utilizzando quegli esami oggettivi (test di laboratorio, TAC, ecc.), che ne hanno dato la prova. Il resto sono chiacchiere.

L'obiezione: Ma test di questo genere non esistono per nessuna malattia mentale!, non dimostra nulla. Questo genere di argomentazione è sullo stesso piano logico che si verificherebbe quando, dopo un tumulto, uno degli arrestati, rispondendo alla domanda: Perché hai dato fuoco ad un'auto?, replicasse: Perché lo facevano molti altri”.

Spesso otteniamo le solite risposte fumose: l'ADHD è un disturbo multifattoriale, comorbilità, ecc. Una volta sviscerato il problema, arrivano a parlare di diagnosi differenziale: Il bambino ADHD è quello dove gli altri eventuali fattori, possibile causa della iperattività e disattenzione, sono stati comunque esclusi.

Quindi il bambino iperattivo e disattento perché ha i genitori che si stanno separando, non è ADHD; non lo è quello dove la causa sia una vera malattia fisica; non lo è laddove vi siano problemi di relazione o affettivi; non lo è
Ne dobbiamo dedurre che il bambino ADHD è quello iperattivo e disattento, per il quale non siamo stati capaci di capire o spiegare il perché. Una diagnosi veramente interessante poiché diagnostica, casomai, l'incapacità del medico.

Alcuni affermano che si tratta di una questione di gravità: dipende da quanto è grave questo comportamento, da quanto disturba gli altri e ostacola se stesso.

Possiamo anche concordare, ma quali sono le cause di quel comportamento nello specifico caso? Se si tratta di un problema medico vero (svariate patologie mediche possono provocare questi sintomi), allora vi sarà una diagnosi medica e una terapia conseguente. Se si tratta di un problema di relazioni umane, ci si dovrà muovere su un altro terreno. La gravità della situazione, la sua intensità, non può essere confusa con le cause che la determinano.

Alcuni mostrano grandi quantità di testi scritti sulla ADHD: la vastità della letteratura.
Henri Poincaré, nel suo libro - la Scienza e l'Ipotesi - scriveva: un ammasso di dati non è scienza più di quanto un mucchio di pietre sia una casa.

Altri si appellano al numero ed alle qualifiche degli esperti a favore della ADHD. Eravamo convinti che il principio di autorità fosse il contrario della scienza, sin dai tempi di Galileo.
Un neuropsichiatra infantile, non sapendo più cosa rispondere, ha detto: Insomma, dobbiamo pur dare un nome alle cose!. Questa frase si commenta da sola.

I soldi.
Qualcuno, a mio avviso incautamente, sostiene la seguente idea: I bambini malati di ADHD non sono quelli che semplicemente sono troppo distratti o attivi. Qui si tratta di una vera patologia. In questi casi diagnosi e cure sono necessarie e lo psicofarmaco sarà comunque sempre l'ultima soluzione possibile. Inoltre i bambini che soffrono di ADHD sono solo il 4% della popolazione infantile.

Quindi parliamo di una cifra compresa tra i 300,000 e i 350,000 bambini. Questo significa un indotto di altrettanti nuovi pazienti nel mercato della salute. Impossibile calcolare, se non molto approssimativamente, la spesa sanitaria: solo per i controlli, le visite e gli esami, non potrà comunque essere inferiore ai 350 € all’anno per paziente.
A questi vanno aggiunti i costi delle psicoterapie e/o degli psicofarmaci (o di entrambi).
Anche qui, ipotizzando sempre i costi più contenuti possibili, siamo sui 1,000 $  annui per la psicoterapia e tra i 500 e i 5,000 $ annui per i farmaci, con una media di 3,000 $ annui in totale.
Attenendoci alle cifre sottostimate di 300,000 bambini per soli 3,500 $ annui ciascuno, otteniamo un totale di spesa che supera il miliardo di Euro annui.
Ma, ripeto, le cifre sono più vicine al doppio o al triplo di quella descritta. Per non parlare della comorbilità e di quant'altro si aggiunge dopo.

Il mercato.
Sono infatti sempre i sostenitori della ADHD e dei test che affermano:  in Italia  sono  circa 800 mila i giovani depressi : il dato non solo è reale, ma è dichiaratamente sottostimato la statistica non è affatto altisonante, ma parte dal presupposto longitudinale della presenza di almeno (sottolineo almeno) il 20% di giovani nella popolazione depressa: è la percentuale minima indicata dalle ricerche dell'American Psychiatric Association, valida per tutti i paesi occidentali”.

Potete trovare il testo intero alla pagina web: www.nopsych.it/article80.html

Quindi avremmo il 4% ADHD, il 10 o il 20 % depressi, cui vanno aggiunti un 7% di sofferenti di sindromi ansiose, un 2 o 3% di affetti da disturbo ossessivo compulsivo (http://depression.forumup.it/post-33-depression.html), cui vanno aggiunti (sempre secondo queste teorie), gli schizofrenici e tutte le altre malattie mentali.

Raggiungiamo così una media del 35/40 % della popolazione infantile: oltre 3 milioni di bambini.

Quindi le cifre sopra elencate per l'ADHD vanno decuplicate. Ora abbiamo un mercato con un fatturato globale (potenziale), di oltre 30 miliardi di Euro: un fatturato che si avvicina a quello della FIAT.

Sono cifre che dovrebbero indurre a qualche riflessione.

E dopo tutto ciò che abbiamo detto, tu, che stai leggendo, pagherai per sostenere l'intera faccenda. Si, perché tutto questo sarà fornito dal nostro Sistema Sanitario Nazionale (SSN).
Per essere precisi, questo andamento provocherebbe il crollo economico dello stesso SSN.

Alcuni insegnanti e genitori, lamentano comunque un incremento dei fenomeni di iperattività e disattenzione nei bambini. Non sono certo di questo incremento, ma ciò è possibile. Due sono i fattori da esaminare.

Anzitutto, in una società sempre meno a misura di bambino, dove la presenza dei genitori è diminuita perché spesso entrambi devono lavorare, dove l'educazione e l'amore sono meno presenti, dove i valori ed il rispetto sono “cose di altri tempi, dove noi abbiamo provocato in gran parte quelle reazioni, ora forse abbiamo modo di far “quadrare le cose?

Certa è inoltre la diminuita tolleranza degli adulti, o almeno di molti di loro, nei confronti dei comportamenti tipici dei bambini.

E’ dunque questa la ADHD? La somma di questi due fattori? Sarà compito dei sociologi di domani rispondere a queste domande.

Diceva una pubblicità: “E intanto io pago!

Dr. Roberto Cestari

Presidente
Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani Onlus
Tel.: 02 36510685
Email: linea.stampa@ccdu.org siti:
www.ccdu.org - www.cchr.org 

 
 
 

Post N° 1

Post n°1 pubblicato il 14 Febbraio 2008 da monicakoda
 

 COMUNICATO STAMPA


In San Babila a Milano per dire NO agli psicofarmaci ai bambini


CAMPAGNA DI PREVENZIONE E INFORMAZIONE DEL COMITATO DEI CITTADINI PER I DIRITTI UMANI CONTRO I TESTS PSICOPATOLOGICI NELLE SCUOLE E L’USO DI PSICOFARMACI SUI BAMBINI.



Ogni sabato dalle 15,30 alle 18,30 il Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani è a disposizione dei cittadini per distribuire materiale informativo e raccogliere firme contro i test psicopatologici nelle scuole e l’uso di psicofarmaci sui bambini.


In Italia è da alcuni anni che in diverse scuole stanno venendo utilizzati progetti e test psichiatrici, seguendo l'onda Americana, dove undici milioni di bambini ed adolescenti sono stati etichettati con disturbi mentali e “curati” con potenti psicofarmaci.

Tra l'altro alcuni di loro si sono resi protagonisti di alcune stragi in diverse scuole.

Casualità? O dirette conseguenze dei farmaci?

Fatto sta che queste “malattie” rappresentano una miniera d'oro per le case farmaceutiche!

Qualcuno ha già opposto un fermo diniego!

Il Consiglio Regionale Piemontese ha approvato all'unanimità una legge che vieta i test psicopatologici nelle scuole e impone il consenso informato per la somministrazione di alcuni psicofarmaci nei bambini.

Altre Regioni italiane stanno lavorando su Progetti di Legge similari.


In un recente dibattito, il dott. Roberto Cestari Presidente Nazionale del CCDU, ha dichiaratoDalla ricerca scientifica emergono opinioni sensibilmente contrastanti sulla validità dei "disturbi" infantili relativi al comportamento e all'apprendimento come - ma non solo - il Disturbo da deficit di attenzione ed iperattività (ADHD). A causa di tali diagnosi psichiatriche, milioni di bambini in tutto il mondo vengono “trattati” con psicofarmaci dai pericolosi effetti, con una dubbia, e in alcuni casi deleteria, efficacia terapeutica, come testimoniato dai numerosi casi di morte o invalidità che sono sfociate in 39 provvedimenti di legge restrittivi in 25 stati americani e 2 leggi federali restrittive in materia. 26 di questi provvedimenti sono stati deliberati solo nel 2003.


In Italia sono stati recentemente censiti ben 112 centri clinici, per la diagnosi del DDAI (Disturbo del Deficit di Attenzione e Iperattività - ADHD) e autorizzati alla somministrazione di psicofarmaci.


Il CCDU sta lavorando affinché sia presa in considerazione ogni possibilità per prevenire che i bambini vengano "etichettati" ingiustamente come affetti da "disturbi mentali", specie attraverso programmi di "Istruzione Speciale" o attraverso l'uso nelle scuole di test e questionari psicopatologici e che sia protetto il loro diritto inalienabile ad essere educati senza l'uso di farmaci.

Questo mondo appartiene a tutti noi, ma in misura maggiore ai bambini, ai quali un giorno verrà consegnato.


Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani Onlus

Tel 0236510685

Email ccdu.milano@tiscali.it

Sito: www.ccdu.org

 
 
 
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Data di creazione: 14/02/2008
 
 

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