Creato da ditantestelle il 31/05/2010

r a p i d e

Okashi Dozo

 

 

« VolteMezzi »

Inquadrature

Post n°136 pubblicato il 29 Aprile 2019 da ditantestelle

 

 

 

 

 

 

 

Ogni cosa, ultimamente, resta insopportabile. Questo clima, questo presente che irrimediabilmente onora le follie, le tante, troppe, sopraffazioni ideali e muscolari. E' come se assieme a quella bussola avessimo perso rovine e mattoni. Tu che ricostruisci e crolla ancora e di nuovo. Questa umanità, questo clima, questo sterco che dobbiamo ingoiare e costringerci a ricordare per non soccombere ancora. Le volte ci sono, ma son rare, sono come ampi e lunghi respiri dove l'aria che incameri è a libera interpretazione e dove lasci la ragione a chi la vuole.

Dov'è che tutto è sbagliato? Perché poi non siamo che soffi di vento in dispute che amareggiamo con cura. Che paradosso. Resta insopportabile chi rompe il silenzio, chi grida all'esistenza danzando nel vuoto. Vorrei, dovrei, potrei. Questo clima, quel scegliere e pentirsi, quell'inseguire l'impazienza. Vorresti un'inquadratura straniante, ora. Una da film muto. Quella dove vedi vite scorrere come un fiume in quel fluire e abbandonarsi. Forse, forse restare ai margini conviene. Forse conviene esser solo spettatori d'uno spettacolo di quei giorni viscosi, di quegli ambienti dove finiscono le possibilità e restano solo i sogni. Un'inquadratura dove certi sguardi non s'incontreranno mai. Mai più. Dove resta insopportabile questa stanchezza in fibrillazione e quanto sia impossibile rassegnarsi a certi corridoi.

Dovremmo conoscere la pietà, riconoscerla nel non sbiadire, trovando fin nella natura, un suo motivo. Qualcuno ti disse che è il deserto. Sì, che là ogni percezione è un inevitabile passaggio per approdare ad una nuova duna, ad un nuovo precario equilibrio. Sta di fatto che così, ogni cosa, ultimamente, resta insopportabile, dove prima eri vivo, poi  .. ti fidasti. Quanta insensatezza, quanto meschini possono essere i sentimenti che continui a leggere in ogni dove e messi all'asta. Quanto prosaico può esser poi, quando inizia il resto. Continui per la tua strada, cammini sotto un cielo che di primavera non ha nulla, in quel nulla di buono di frivole espressioni. Continui ad esistere in queste spire di tempo e vene, dove a tenerti a galla, è la tua rabbia. E la tua fede.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


 
 
 
Vai alla Home Page del blog

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963