Creato da ditantestelle il 31/05/2010

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Okashi Dozo

 

 

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Destati

Post n°177 pubblicato il 13 Luglio 2019 da ditantestelle

 

 

 

 

 

 

 

Di quelle volte lì. Di chi lascia il segno e un solco. E le ha fatte le cose ragionate, ma sbagliando lo stesso che c'è sempre un modo, ma di solito è l'altro. Le fotografie, le nostre, di quelle piccole cose dove la sabbia ti urla sotto i piedi, tanto, stai correndo verso il mare. Ecco, vivere così, dove in un cassetto ci riponi gli incubi e in un altro giri le cose attorno, solo per legarle. Tu sei là.

 

 Là.

 


E l'acqua che non è classe. E scorre. E non è stato come lo hai immaginato, sperato, sognato. E' stato meglio. Reale. Le immagini dove ci hai vissuto dentro vivono in luoghi meravigliosi. Altri, non trovano mai dove stare, vagano solo nella mente. Niente. Poi tutto. Sensazioni contrastanti, in quanti tempi sbagliati, quante teste e quanti corpi dove tutto va via o resta. Potremo provare a farci comprendere e nel prima, comprenderci. Tra un respiro e l'altro, chiudere gl'occhi, lasciarsi andare .. ché la guerra stanca. Molliche di pensieri, stagioni dove ti chiedi: sai che me ne faccio della contezza? Tutto. E tutto passa. Come in tanti giorni sghembi. E tirare così, apprezzando le premesse piu' che le promesse e in tutti quegli anni quando eri triste e in silenzio contando solo su te in tutti quei voglio e non vorrei. Tutto inutile e banale finchè non lo vivi. O straordinario o impossibile. Come con le foto, dicevo. Dove vorresti usare il fermo-immagine rallentando la tua ragione per vivere. Le foto dove hai bisogno di tutto finchè non trovi quello di cui hai bisogno.  E in quanti posti, e in quanti, dove succedono altre cose. Un finale, forse, non la fine, nell'esser felici a puntate. 

 

 

 

 

 

 

 

 
 
 
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