Creato da ditantestelle il 31/05/2010

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Okashi Dozo

 

 

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Cartoline

Post n°204 pubblicato il 27 Agosto 2019 da ditantestelle

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Riconoscilo il vero gesto fraterno, quel legame che palpita vita. Quello dove ci si capisce subito o è del tutto inutile. Lo riconosci subito quello sguardo che si fa miope, che goffamente si piega al cliché di essere alternativi dove il profilo ha la granitica certezza di essere che un nulla. Non ti stanchi ad assomigliare ad un qualcosa di diverso. Di non far volare un desiderio autentico, di animare l'esistenza rafforzando quella parte infantile che ti permette di avere amorevole attenzione senza patemi e narcisisimi?  Perché ti ostini a restare. Perché consegnare lo spirito alla rassegnazione. Ribellati verso chi ti toglie aria, verso quell'identità che ti appiccicano gli altri e le tue qualità che invero, spariscono. Non esporti troppo agli abissi. Una ricetta semplice in fondo, questa. Questa che ha pietà e compassione dell'ingombro dove pensi che tutto è a posto e non funziona. Tu, che per te, ci sarai sempre. La tua insuperabile schiettezza genererà abitudine stuzzicando quel formidabile intuito a non garantire alcun successo.

 

Impara a riconoscere invece, quel gesto fraterno che non costa nulla. E abbandona l'idea di infiocchettare il tuo attimo migliore, quello che più d'altri pensi sia lì a confrontarsi coi rigori. Credi che le parole smorzino quella frustrante arroganza, quell'aggressività repressa che si palesa mentre leggi ciò che esponi. Vorresti forse cancellare gli attimi, sottrarli alla parte meno nobile di te? Sei in tempo. In un tempo dove lo sai anche tu, che le vere affinità, quelle che riconosci e senti, si vedono solo che a festa finita. Riconosciti in altri panni invece, quelli dove non hai mai tempo e voglia di metterteli addosso capendo quanto rispetto, dobbiamo loro.

 

Qualche giorno ancora. Forse un due o tre. E le tue ferie saranno solo un ennesimo ricordo estivo. Gli impegni torneranno, chiederai cosa c'è di nuovo al prossimo tuo collega, parlerete di giornate al mare, ai monti, del caldo, della politica, in quel costume dominante nel rinfrancarsi di banali stranezze. Tornerà a bussarti nel petto, prima o poi, quel fenomeno strano di cercare di voler star bene, quello che hai trovato in qualche spiazzo d'ombra al sole dove hai fermato, in vacanza, i tuoi passi e il tuo pensare. Ecco, io te lo auguro di cuore. Voglio dimenticare la tua poca autostima, la tua assoluta malcelata mancanza di stima verso il prossimo. Voglio che si amplifichi il tuo coraggio altruista, quello in cui non credi e che io invece vedo. E che non ti possa scordare di quel che eri, e che ancora sei. Nessuno ha saputo raddrizzare l'asse del tuo piccolo mondo, non credere di essere nel giusto se qualcuno ti farà presente, in assoluta buona fede, di non viverti di inguaribili patologie. Sei solo alla ricerca di quel più che manca, di non volere più odiare la sorte che oscura e sgambetta i tuoi preziosi angoli. Abbraccerai questa condizione proprio dove, con successo, avrai compreso tutti i mi manchi che non hai mai detto in quel sentimentalismo che non troverà più ostacoli, finalmente.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
 
 
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