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Settantamila in delirio all'Olimpico per Madonna

Post n°602 pubblicato il 07 Agosto 2006 da djcasta

Si possono mescolare l'elogio del più sfrenato divertimento da discoteca con la crocifissione che denuncia i morti per Aids in Africa? Si può alternare il feticismo con frustino alla riprovazione per la condizione della donna nel fondamentalismo islamico? Madonna tutto questo fa, nel grande calderone del Confessions Tour, sorta di specchio della società che di tutto fa spettacolo, appiattendo nella stessa valenza semantica l'alto e il basso, il vizio e la virtù. Specchio, anche, del cinismo che domina i nostri tempi, e dell'abilità di Madonna nel metterlo in mostra (consciamente o inconsciamente, va a sapere), lo show è arrivato ieri sera allo stadio Olimpico di Roma ripieno di 70 mila persone, dopo un pomeriggio nero di lampi e tuoni che sembravano dar fiato alle critiche di tutte le confessioni religiose per la decisione della Material Madam di arrampicarsi sulla croce scintillante di 4 mila cristalli Swarovsky, corona di spine in testa, nella parte più controversa della show.

Perché di show si tratta. Madonna non è ragazza da concerto, mai si è messa in gioco in un rapporto emozionale diretto con il pubblico. Seguendo le orme di Michael Jackson che quando lei debuttò negli '80 era il re incontrastato, ha puntato non tanto sulle canzoni quanto sulla loro rappresentazione visiva, in accostamenti liberi che mescolano suoni, proiezioni, provocazioni, costumi, danze. Il canto dunque è un elemento, non il più importante: a volte mentre balla proprio non ci pensa, e la voce va in onda registrata. Non c'è nulla di nascosto, non volontà di far trucchi; e quando a metà spettacolo il centro focale diventa l'interpretazione (Substitute for Love, Paradise not for me) non è che ci sia da fare salti di gioia.

Anche perché lei soprattutto balla, abile, tenendo testa a volte ai danzatori muscolosi che riempiono lo spettacolo; e, guerriera esile e muscolosa, bada più ai passi che non alla vocalità. Non a caso apre (e chiude) la serata con la celebrazione della discoteca che l'ha resa celebre. Una enorme sfera d'argento scivola nel buio poi si spalanca a fiore, rivelando la sua figuretta in nero semitrasparente, puro stile Gaultier, con Future Lovers, cui segue una citazione di I Feel Love di Donna Summer, santa protettrice di tutti i dancefloor del mondo. Ma subito si cambia ossessione con il gioco sadomaso, i danzatori si fanno cavalli e lei sale su uno (in morso e i paraocchi di cuoio) agitando il frustino. Tutta la prima parte scorre fra sesso ed equitazione, con Like a Virgin che la vede su un cavallo meccanico, o mentre si contorce in mosse lascive da lap dance; sullo schermo centrale, ballano le radiografie di quando l'anno scorso cadde da cavallo nel giorno del suo compleanno. Veramente un'americanata.

Due enormi disegni equestri sorvegliano il palco, dal quale parte una passerella che finisce in mezzo al pubblico. Ma l'oggetto delle meraviglie è uno schermo centrale a forma cilindrica, che serve per nitide proiezioni però diventa anche elemento scenico: si alza, si apre, diventa parete trasparente per ulteriori scene.

Il secondo quadro è quello delle polemiche. Canta argomenti per così dire sociali, e rimanda in qualche modo alle tre grandi religioni monoteistiche (l'han fatto pure gli U2, con altro stile). In Live to Tell (il testo parla di segreti da rivelare) ecco un brano del Vangelo di Matteo, mentre si issa l'arcifamosa croce bersagliata dai flash e lei è lì, in camicia rossa e coroncina di spine, appesa a cantare sotto i numeri dei morti per Aids in Africa; Forbidden Love è dedicata agli amori impossibili: due gay si tengono per mano, e hanno disegnate sul petto uno la Stella di Davide e l'altro la Mezzaluna; con Isaac un vocalist mediorientale canta un verso della Kabbalah, e alle sue spalle appare una gabbia dove si dibatte una donna in burqa, che poi si libera e danza in pantaloni e reggiseno. Sorry e Like It or Not sono una denuncia delle guerre in corso, con gli schermi che mandano fiamme di petrolio e i volti di Bush, Berlusconi, Blair, il Papa, Bin Laden e quant'altri. Madame, cantando, alza anche il dito medio. Onestamente, è una macedonia più spettacolare che emozionale, ma il pubblico segue urlando, in una sorta di delirio collettivo. E lei incalza con un discorsino: «Sono successi 2 miracoli qui: uno, l'Italia ha vinto la Coppa del Mondo; due, la pioggia ha smesso prima del mio show. Siete uniti, siete uno, insieme si può raggiungere la pace».

Con Ray of Light si torna allo slancio discotecaro, ed è forse il momento musicalmente più trascinante. Dopo una breve parentesi con Madonna, a capo della band, che imbraccia la chitarra e canta, si ritorna alla celebrazione della discoteca, con i ballerini sui pattini. C'è un omaggio a Tony Manero (Music Inferno), una noiosissima Erotica, la Isla Bonita, e poi spunta in mantello bianco da Dancing Queen. Il finale, su Hung up (che campiona gli Abba) è l'epitome della serata: un'allegra orgia danzereccia in violetto, con una pioggia di palloncini dorati, e l'intero corpo di ballo scatenato nelle danze. Insomma, un'altra impresa rutilante, nel tipico stile della star, che lascia soddisfattissimi i fans, alla faccia delle polemiche.

http://www.lastampa.it/cmstp/rubriche/girata.asp?ID_blog=37&ID_articolo=211&ID_sezione=62&sezione=Le%2BNews

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ctthsoe
ctthsoe il 25/03/09 alle 06:25 via WEB
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