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Matteo Renzi stia attento a non farsi rottamare dalle vecchie volpi argentate del suo partito

Post n°219 pubblicato il 13 Novembre 2011 da Alberto_Giannino
Foto di Alberto_Giannino

"Tra vent'anni non sarete delusi dalle cose che avete fatto, ma da quelle che non avete fatto. Allora levate l'ancora, abbandonate porti sicuri, catturate il vento nelle vostre vele. Esplorate. Sognate. Scoprite." (M. Twain)
Cosi la pensa il Sindaco di Firenze, Matteo Renzi, eletto nel 2009 con 104 mila voti ( su 370 mila residenti) a Palazzo Vecchio nelle ultime elezioni comunali.

Matteo Renzi, fiorentino, 37 anni a gennaio, sposato, 3 figli, laureato in Giurisprudenza con una tesi dal titolo "Firenze 1951-1956: la prima esperienza di Giorgio La Pira Sindaco di Firenze" (D'Alema, Veltroni, Cofferati, Susanna Camusso, Livia turco, Bassolino, e Filippo Penati), invece, pur facendo parte del gruppo dirigente al massimo livello, non hanno conseguito nessuna laurea ndr). Renzi, non solo è laureato contrariamente ai mammasantissima del suo partito, ma ha anche lavorato per qualche anno nell'azienda familiare come dirigente Non è, quindi, un professionista della politica che non ha mai lavorato come l'ha accusato ingiustamente l'altra sera a La 7 il signor Cofferati ex leader della CGIL per delegittimarlo il quale è stato paracadutato a Bologna per fare il sindaco. Renzi, quindi, ha studiato e, contemporaneamente, si è laureato e ora è legittimamente in aspettativa essendo un amministratore dal 2004. E scusate se è poco.

Dopo la laurea è stato designato dal Pds- Ds Presidente della Provincia di Firenze e, scaduto il mandato, ha vinto le primarie per candidarsi Sindaco di Firenze. Nella città della Massoneria e nella Toscana il Pd ha un sindaco cattolico e questa è una novità nel panorama politico italiano che non fa dormire la notte i liberi muratori che con grembiulino, squadra, compasso, logge e gran maestri fanno affari come abbiamo visto con la P2, P3 e P4. Altra novità di Matteo Renzi, capo dei rottamatori del Pd, è che non ha capi corrente, non deve fare il loro usciere o il loro cameriere, non deve concordare con loro la linea, e, soprattutto, la sindacatura di Firenze avvenuta nel 2009 non la deve a nessuno dell'attuale Gruppo dirigente. Non è un leader che come Rutelli, Casini, Vendola, devono dire grazie ai vari Pannella, Forlani o Bertinotti. Il Renzi ha le idee chiare, programmi, progetti (i famosi 100 progetti per l'Italia li trovate nel suo sito web). Certo,  è ambizioso, gli piace il successo, la popolarità, ma ha anche i numeri e le competenze necessarie per essere un leader come il quarantenne Cameron premier nel Regno Unito. Nelle sue posizioni politiche si riconoscono già ben 10 deputati del Pd e tantissimi attivisti del suo partito. Solo Rosy Bindi che ha all'attivo ben 6 legislature ha avuto il barbaro coraggio di dire che le primarie per Renzi non sono scontate. Invece per lei e i suoi sodali vanno bene anche 10 legislature (sempre con proroga come ama dire la senese di Sinalunga di anni 60) e magari anche vanno bene tre pensioni contemporaneamente (parlamentare, consigliere regionale ed europarlamentare) e vanno bene quasi 1000 parlamentari a 15 mila euro al mese con benefit a parte.
Quest'anno, al Convegno di Matteo Renzi, che si è tenuto alla Stazione Leopolda di Firenze hanno partecipato oltre 10 mila persone e 300 giornalisti (di cui 160 accreditati, ci sono stati 500 mila streaming dai siti collegati, e oltre 15mila tweet. Il tutto in tre giornate. Fra i personaggi di spicco che hanno partecipato ci sono: l'ex Sindaco di Torino Chiamparino e il sassarese Arturo Parisi già ministro della Difesa nel governo Prodi. Sul palco si avvicendano in molti. Il più applaudito è stato Chiamparino che ha detto: "Le primarie aperte devono essere una scelta irrinunciabile per il partito democratico e sì, anch'io potrei candidarmi". Primarie aperte e nuova legge elettorale. Questa la proposta dell'ex sindaco di Torino. «Se fossi nella leadership del Pd - ha esordito Chiamparino - direi che bisogna andare a votare, ma non con questa legge elettorale, che fa un Parlamento di nominati, che non va bene perchè non riavvicina i cittadini alla politica. E farei la proposta di primarie aperte, le proporrei io, non starei a chiederle». Chiamparino si è detto anche "colpito da un recente sondaggio, che vede solo il 20% degli italiani dare la sufficienza all'opposizione. E' un dato estremamente preoccupante", ha sottolineato tra gli applausi della platea. "Chiamparino - ha detto Renzi- è una persona seria, che ha fatto benissimo il sindaco, io ho tanto da imparare da uno come lui. Felice che sia venuto a dare il suo contributo. È bello che abbia il desiderio profondo di continuare a fare del bene al proprio Paese". L'ex sindaco di Torino Sergio Chiamparino ha parlato anche di "iniziativa vitale per il Pd, perché porta una vivacità di idee e problemi" invitando la dirigenza del partito ad ascoltare le proposte lanciate da Firenze.
"Giusto il coraggio di Renzi, ora vada avanti", ha detto dal palco l'ex ministro Arturo Parisi. "E' il coraggio che ha portato Renzi a dire: ho una proposta. Noi siamo qui per ascoltarlo e per fare poi le nostre valutazioni. Qui sicuramente c'è vitalità: è una generazione che avanza, dobbiamo stare a sentire e valutare le proposte". E sulla eventuale candidatura di Renzi, Parisi ha aggiunto: "Alzare la mano è la prima cosa, ma bisogna sentire le proposte e confrontarle con le altre, in contraddittorio". "Il Pd - ha continuato Parisi - fa male ad avere paura di se stesso, del progetto per cui è sceso in campo: un progetto aperto che chiedeva non a Matteo Renzi ma a tutti di dire la loro" . Del resto la posizione di Matteo Renzi è chiara e non dà adito a equivoci:
"Il problema è che la generazione dei Pierluigi Bersani [...] non è abituata a dire "io sono qua, misuriamoci". Questa volta, però, devono. Mi dispiace dirlo, ma per loro è l'ultimo treno, l'ultima chiamata. Non funzionerà più il meccanismo del "sono a disposizione del partito, aspetto che me lo chiedano". Se lo devono togliere dalla testa. Anche perché, dopo di loro, non c'è il diluvio". E acora ha detto nel recente passato Matteo Renzi: " È così difficile comprendere che c'è gran voglia di una comunicazione e di soluzioni fuori dai vecchi schemi partitici, che sono logori e anti-moderni? ''Manteniamo il partito che abbiamo e cambiamo le facce dei politici''. Lo ha detto Matteo Renzi, a chiusura del 'Big bang', spiegando che ''non e' possibile che cambino continuamente i simboli dei partiti e restino le stesse facce''. Per Renzi, che insiste sulle primarie, il rischio e' che ''vinca un modello di partito per cui i dirigenti danno la linea agli eletti che poi sono chiamati ad andare dagli elettori a fare volantinaggio per spiegare, andava bene nel '900''. Il segretario Bersani replica con preoccupazione al giovane sindaco rampante: ''Attenzione a non scambiare per nuove idee che sono un usato degli anni '80''- Matteo Renzi chiude la sua Kermesse (costata 130 mila euro auto finanziati e recuperati con pareggio dlle spese) replicando ai suoi due critici Bersani e Vendola: «Sarebbe facile per me dire a Bersani che ha l'età di mio padre, sarebbe facile dire che Nichi Vendola e la sua sinistra radicale mandavano a casa Prodi e io mi disperavo perchè mandavano a casa una speranza e aprivano la strada all'inciucio che portò D'Alema al governo - dice Renzi - No, noi oggi dobbiamo essere capaci di produrre argomenti e una speranza. Non so se alla fine ci candideremo ma certo avremo fatto un piacere all'Italia restituendo dignità alla politica». Renzi quindi conclude con un intervento di 40 minuti alla Stazione Leopolda: "«Vorrei dire grazie a chi ha reso possibile questa cosa, questo evento alla Leopolda. Non siamo personaggi in cerca di autore, non siamo morsi dalla tarantola, noi abbiamo la consapevolezza che quello che stiamo facendo è una cosa che ci fa piacere. Noi siamo contenti di vivere la nostra esistenza quotidiana, non pacatamente, che sennò ci dite che siamo veltroniani. Abbiamo provato a far scorrere dei colori perchè quello che ci fa più paura è il colore della paura e della rassegnazione. Il colore della paura è quello di coloro che pensano che il nostro futuro sia peggiore di quello toccato alle generazioni precedenti. Io credo che il compito dei cittadini, il nostro compito è guardare in faccia la realtà e avere il coraggio di dire che noi reclamiamo il futuro con un principio base: il futuro non sia qualcosa su cui scaricare i nostri problemi. I nostri politici, i nostri predecessori sono andati al ristorante e ci hanno lasciato il conto da pagare». Matteo Renzi non delude la platea e parla del Pd: "La mia paura è che a fronte del fallimento del governo il centrosinistra non sappia reagire, risponda con degli slogan. Quello che non perdono a Berlusconi e a quella classe dirigente è l'idea di aver portato il nostro Paese nell'immaginario collettivo come sede della volgarità. Dobbiamo ripartire da capo. Vogliamo ripartire dai bambini, sono loro i soggetti della politica. Se sei uno statista non pensi alle elezioni, pensi a quei bambini, al loro futuro. E quei bambini non devono avere l'idea di un Paese di cui vergognarci. Alla Leopolda siamo venuti per ascoltare, per permettere agli altri di parlare, di proporre. Noi vogliamo essere un centrosinistra che ha come parola d'ordine la giustizia sociale". Dice Renzi ai suoi detrattori e avversari: "Qui abbiamo discusso di Europa e di imprese. Il centrosinistra non può dividere i lavoratori dagli imprenditori. Guardate - ha aggiunto - che se uno oggi ha i soldi non apre una fabbrica ma lavora e investe nella finanza ed è anche tassato meno. Bisogna tornare a dare valore a chi fa impresa. Noi prendiamo un impegno generazionale: non so se faremo estinguere i dinosauri. Ma dobbiamo estinguere i debiti, smetteremo di vivere di irresponsabilità". Le primarie - ha aggiunto Matteo Renzi - non sono solo un modo per selezionare in modo diverso la classe dirigente, sono un ribaltamento. Gli elettori scelgono e non con il casting». All'idea - ha continuato - che io debba prendere la linea economica di questo Paese da un signore che non prende nemmeno i voti nel suo condominio, io non ci sto. Un partito degno di questo nome, democratico, non fa burocrazia interna, ma si apre. Si apre andando a incontrare le persone. Se il Pd vuole vincere le elezioni deve provare a scrivere una storia nuova. E la storia nuova la scrivono i pioneri, non i reduci. Valorizziamo i militanti, i circoli, andiamo noi fuori, non portiamoli nelle nostre stanze".
Concludo. Matteo Renzi è il vero avversario di Nichi Vendola e soprattutto di Bersani. Il gruppo dirigente del Pd non lo ama e non lo perdonerà mai. Ha creato il dissenso, ha favorito il pluralismo, ha espresso il diritto di critica, e la libertà di opinione. Ha contestato tutto il gruppo dirigente. Solo Chiamparino e Parisi potranno salvarlo polticamente. Le vecchie volpi argentate del Pd che controllano il partito da sempre non hanno lavorato 40 anni della loro vita per lasciare il partito al sindaco di Firenze. Renzi, anche se la sua manifestazione ha avuto un grande successo, è odiato: se lo ricordi sempre. Faranno di tutto per espellerlo, per denigrarlo, o per non ricandidarlo alle politiche. Il consiglio che gli dò è quello di coltivare i rapporti con Chiamparino e Parisi, e di apparire sulla stampa e sulla Tv per contare politicamente. In questa società dell'immagine purtroppo un politico conta se appare. Non a caso in questi tre giorni il Pd ha organizzato altri convegni perchè Renzi il rottamatore e il suo seguito non apparissero sulla stampa. Ci hanno provato ma gli è andata male, ma continueranno in questo feroce mobbing politico. Non si faccia illusione Renzi. Rottamare un partito e cambiare le facce non ci sono riusciti i democristiani  onesti che erano in un partito democratico. Figuriamoci se Renzi può pensare di rottamare Violante, D'Alema, Veltroni, Penati, Prodi, Bassolino, la Bindi, la Bresso, la Turco, e la Toia in un partito che ha una struttura verticistica, che coopta dall'alto le persone e le tessere ai congressi non sempre sono trasparenti come ha rilevato Franceschini e Fioroni. Infine gli dò un altro consiglio: non si fidi nella maniera più assoluta dei cosiddetti giovani: Letta, Franceschini, Serracchiani e Civati. Vogliono il potere e comandare nel Pd facendo fare il "lavoro sporco" a Renzi. E Matteo Renzi, secondo questa cosiddetta classe giovanile, che è più anziana, più arrivista e più ambiziosa degli attuali anziani del partito, dovrebbe lavorare per il re di Prussia? Ma allora pensano che Renzi oltre al coraggio non abbia l'intelligenza e sia pazzo. I rampanti e i rampolli del Pd vogliono pedalare. bene comprino la bicicletta e pedalino da soli, non mandando allo sbaraglio Renzi. Comunque Matteo Renzi: eviti l'isolamento nel Pd, faccia alleanze interne, usi il dialogo anche con i vecchi del Pd (in fondo chi porta i capelli bianchi ha il dono della saggezza) e non prenda il machete per far fuori l'intelligente Massimo D'Alema capo del Copasir ( a proposito Renzi faccia bonificare tutti i suoi uffici e la sua casa con tutti gli uomini dei servizi che girano del Copasir ) che da buon politico navigato, anche se le portasse rancore, potrebbe rivedere le sue posizioni. Il capo del Pd, il leader maximo, come sa bene è lui, e non Bersani, la Finocchiaro, la Bindi, Scalfarotto, Letta o Franceschini. O D'Alema cade da solo, o si ritira politicamente e allora Renzi lei è favorito, ma fino a quando D'Alema non si ritira in pensione nella sua azienda agricola denominata "La Madeleine" di 15 ettari in Umbria ubicata tra Narni e Otricoli (acquistata con un "mutuo importante" per i figli nel 2009) non può pensare di rottamarlo. Questo lo pensa il popolo delle salamelle delle Feste dell'Unità, i dirigenti del Pd e gli intellettuali del partito che, come vede, sono tutti defilati compreso l'ex sindaco di Venezia Massimo Cacciari (membro della Direzione del PD) che si occupa di Filosofia in una Università privata a Milano. E il silenzio agghiacciante di tutto il gruppo dirigente non depone a suo favore. Lavori per unire ciò vi unisce e fate un tratto di strada insieme, ma se lei scassa tutto alla fine i prepotenti del Pd travestiti da angeli l'avranno vinta e rottameranno lei. Si ricordi sempre i casi Pannella- Capezzone, Casini- Follini, Di Pietro-Veltri, Berlusconi e Fini, Bossi-Miglio e tanti altri dissidenti espulsi della Lega Nord.


PS: A proposito,  il 62 enne deputato  Massimo D'Alema,  ha promesso che venderà Ikarus II,  sloop di 60 piedi, disegnato da Roberto Starkel, costruzione in lamellare di mogano e carbonio in resina epossidica. Piano velico semifrazionato con albero in carbonio'. Un' imbarcazione per lunghe crociere veloci. Coperta in teak, attrezzature Harkenconwinchelettrici. Interni in ciliegio con 4 cabine, 3 bagni". Valorecommerciale : 1 milione di euro.Vedremo se il capo del Copasir manterrà la promessa. Ah, se fossi stato marxista e leninista, forse, anch'io avrei una barca di 60 piedi e un'azienda agricola di 15 ettari nella bellissima campagna umbra...

Alberto Giannino
alberto.giannino@gmail.com

[01 novembre 2011]

 
 
 
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