Creato da tanksgodisfriday il 26/03/2006
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Una buona birra deve avere la giusta temperatura e la giusta quantità di schiuma: che il labbro si immerga nel candido e impalpabile strato, prima di essere lambito dalla sensazione di fresco e di malto che va poi a diffondersi fino alla gola. Peccato, però, che queste sensazioni siano legate alla birra spillata, e alla bravura dello spillatore; più di rado ci si arriva con la birra in lattina: per la temperatura si può lavorare, ma per la schiuma la faccenda è un po' più complicata. D'altra parte c'è chi della schiuma fa un vero e proprio culto. Qualche anno fa, in compagnia di mia figlia in una nota birreria milanese di ispirazione bavarese, mi permisi di sollecitare la mia birra che aspettavo da una decina di minuti abbondanti. «La schiuma prende i suoi tempi - mi redarguì l'accigliata cameriera provvista di regolamentari trecce bionde - la birra arriverà al momento giusto, non un attimo prima, né uno dopo». Non arrivo a questo livello di perfezionismo, ma è indubbio che la schiuma deve esserci, e con le giuste caratteristiche. Come ottenere il risultato perfetto, anche a casa e con una normale lattina? A risolvere il problema, arriva l'ingegnosità giapponese. L'ispirazione è offerta dalle baseball beer girls, graziose fanciulle che vendono birra alla spina girando sugli spalti degli stadi di baseball giapponesi. Il contenitore della birra è in un capace zaino che portano in spalla, e da cui esce la pistola distributrice. Al fianco un dispenser di bicchieri di plastica. Il produttore giapponese di put... sorry, di gadget Takara-Tomy, ha ideato una pistola da birra che si può installare su qualunque lattina di birra, e che consente di erogare birra e, al momento giusto, schiuma. Il costo? meno di 20 € su Amazon. Lo spot del gadget, al secolo Beer Hour Stadium Foamy Head Dispenser, chiarisce come funziona. Attenzione, la ragazza è inclusa nello spot a SOLO scopo dimostrativo. Con i vostri 20 € scarsi dovrete spillarvi da soli, o cercare un'anima pia che supplisca. Difficile pretendere che si abbigli come la ragazza dello spot, però, se non altro per la difficoltà di reperire qui da noi la divisa da baseball beer girl. |
«Posso farle qualche domanda su come utilizza Internet?» Vi fermate. Le prime domande sono generiche: usa Internet a casa, in ufficio, quali siti visita, e così via. Facebook? Instagram? Si, certo. E poi la posta elettronica, va da sé. Che tipo di password utilizza? Ah ecco. Quindi sul sito xyz che password ha? Sembrerà incredibile ma, arrivati a questo punto, il 28% degli intervistati rivela senza esitazione la password richiesta. A raccontarlo è uno studio della Université du Luxembourg, effettuato intervistando 1208 persone. Il particolare più inquietante deve ancora arrivare, però. L'intervista prevedeva che l'intervistato ricevesse un piccolo omaggio. Ad alcuni intervistati arrivava alla fine, ad altri invece era proposto appena prima della domanda sulla password. Bene: l'aver ricevuto il piccolo omaggio aumentava sensibilmente la propensione dell'intervistato a rivelare la propria password, raggiungendo il massimo quando il regalo era un pezzetto di cioccolato: il 48%, vale a dire una persona su due. When someone does something nice for us, we automatically feel obliged to return the favour. This principle is universal and important for the way we function as a society.Siamo fatti così, il ricevere un favore, un'attenzione, un piccolo regalo, ci induce a ricambiare. È uno dei principi su cui si basa il Social Engineering: come sottrarre con l'inganno informazioni utili a frodare il prossimo. Il Phishing si basa esattamente su forme più o meno elaborate di Social Engineering. Riceviamo un messaggio che promette un fortissimo sconto d'acquisto, oppure ci sollecita ad aggiornare le nostre informazioni di profilo. Il sito su cui atterriamo, però, anche se sembra quello vero, non lo è. Come difendersi? Tre regole di base:
La 2FA oggi è supportata dai principali sistemi di mail. Tornando allo studio della Université du Luxembourg, se intendete cominciare una carriera di hacker con il metodo dell'intervista con cioccolato, tenete conto di due dettagli. Spesso digitiamo in modo automatico la password (e la sbagliamo pure), ma abbiamo difficoltà a ripeterla a voce. Quindi dall'intervista avreste una buona probabilità (stima: almeno il 25%) di raccogliere una password sbagliata. E poi l'intervistato potrebbe fare il furbo: prendere il cioccolato e darci intenzionalmente una password inventata sul momento. Vatti a fidare. [Immagine da maddmaths.simai.eu] |
Post n°1826 pubblicato il 09 Maggio 2016 da tanksgodisfriday
Non so da che parte cominciare, quindi meglio andare dritti alla notizia: la Cina ha detto basta, mai più streaming di fanciulle che con grande sensualità e studiata lentezza mangiano una banana, per la gioia di chi sta dall'altra parte della connessione. Oddio, visti un paio di video di esempio, come questo, oppure quest'altro, si capisce che mangiare non descrive esattamente, o quanto meno completamente, l'azione delle fanciulle in questione. Le nuove regole dettate dalla censura sono molto stringenti: le piattaforme video cinesi (Douyu, Panda.tv, YY, Zhanqi TV, Huya) dovranno sorvegliare 24 ore al giorno, tutti i santi giorni dell'anno, che nessun utente carichi o trasmetta contenuti volgari, violenti o troppo sensuali. Bannate quindi le scollature, ad esempio, e, appunto, il mangiare banane con troppa sensualità. Sarebbe interessante sapere qual è il confine da non oltrepassare, quando la sensualità dell'atto sarà ritenuta accettabile, e quando invece eccessiva. Basterà un'esitazione, un'apparente indecisione, al momento di staccare il boccone? Conterà anche l'espressione della fanciulla? Questa censura, come peraltro tante altre, non mi trova d'accordo; in questo modo si criminalizzano un gesto altruistico e un frutto che è una grande risorsa per l'umanità. Cito dal sito greenme.it: "Le banane possono essere utili per ritrovare il buonumore e ridurre lo stress, grazie al loro importante contenuto di triptofano". Senza tacere il fatto che "la vitamina B6 presente nelle banane aiuta a dormire meglio e il magnesio contribuisce a rilassare i muscoli." Non so cosa sia il triptofano, ma vi posso assicurare che le fanciulle dei video mi hanno donato un ottimo umore. Ora sono rilassato e posso andare a dormire con grande serenità. Abbasso le censure. |
Se sentite qualcuno esclamare «Per me è arabo!» mentre guarda un'espressione matematica, sappiate che, di questi tempi, il senso della frase potrebbe andare al di là del semplice «Non ci capisco una fava!», e rivelare invece diffidenza o addirittura timore, paura. Qualche giorno fa, volo interno negli U.S., da Philadelphia a Syracuse, 45 minuti in tutto. Una ragazza sui 30 guarda con perplessità il suo vicino di posto che continua a tracciare misteriosi tratti sul suo tablet. Prova ad attaccare discorso: «Abita a Syracuse?» La risposta è laconica: «No», e il tizio ritorna rapidamente al suo tablet. La ragazza si agita, annota qualcosa su un foglietto di carta, chiama l'hostess e le chiede di consegnare il suo messaggio al comandante. Ancora qualche minuto e l'aereo spegne i motori. Subito dopo i passeggeri vengono invitati a scendere dall'aereo. A terra il tizio del tablet, capelli ricci, carnagione mediterranea, viene avvicinato da un agente FBI che comincia a fargli qualche domanda. Alla fine arriva quella cruciale: «Abbiamo ragione di sospettare che lei sia un terrorista. Può spiegarci cosa stava scrivendo sul tablet?» «Un'equazione differenziale». Già, perché il tizio misterioso è Guido Menzio, laurea con lode in Economia a Torino, insegnante alla University of Pennsylvania, in mezzo diversi premi: Kravis Award for Outstanding Undergraduate Teaching nel 2007, Carlo Alberto Medal for Best Italian Economist Under 40 nel 2015. E sul tablet stava rivedendo il modello di price-setting che avrebbe presentato nel suo intervento alla Queen’s University di Ontario, non il modo per far saltare in aria l'aereo. I passeggeri risalgono sull'aereo. Solo la ragazza, non ancora convinta, chiede di salire sul volo successivo. Alla fine, con quasi due ore di ritardo, l'aereo decolla. Trump’s America is already here. It’s not yet in power though. Personally, I will fight back, ha scritto Menzio sulla sua pagina Facebook. L'America di Trump, mix di ignoranza e razzismo è già qui. Tranquillo, è in buona compagnia. Vogliamo parlare dei muri austriaci? o rimanere in casa nostra e parlare delle esternazioni salviniane? Immagine da economics.sas.upenn.edu Notizia da marginalrevolution.com |
Da qualche anno rinnovare la patente è molto più comodo, grazie a un po’ di modernizzazioni introdotte. Ai primi di gennaio, ancora in ferie e con patente “vecchio metodo” in scadenza a marzo e compleanno al 27 giugno, ho approfittato per rinnovarla. Il 5 gennaio sera, passata la visita medica, la fanciulla dell’ACI mi informa che la patente arriverà per posta: «Un paio di giorni, forse qualcuno in più perché domani è la Befana.» Martedì 12, a una settimana esatta dalla visita, mi trovo nella buca delle lettere l’avviso di mancata consegna. Peccato, non ho letto bene l’avviso: non si tratta di una normale raccomandata, mi informano sabato 16 allo sportello postale, ma di una PostaPatente. Devo chiamare il numero verde segnato sull’avviso e concordare un secondo tentativo di consegna. Sabato 30, finalmente, l’impiegata dello sportello postale mi agita la busta davanti agli occhi: «Eccola!». Piccolo dettaglio: occorre pagare 6 € per il ritiro. Domanda: già che hanno sveltito la procedura, non potevano farmi pagare i 6 € assieme agli altri 50 e rotti al momento della prenotazione del rinnovo? e poi spedire la patente con una normale raccomandata, evitando il balletto dei due tentativi? Misteri dell’Apparato. Al prossimo giro forse ne terranno conto.
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Inviato da: tanksgodisfriday
il 17/01/2023 alle 18:30
Inviato da: Fajr
il 17/01/2023 alle 17:14
Inviato da: Mr.Loto
il 07/01/2023 alle 18:09
Inviato da: Marco Rossi
il 18/08/2019 alle 21:27
Inviato da: amandaclark82
il 30/12/2016 alle 15:48