Creato da elliy.writer il 25/09/2008
INFINITE DIVERSITA' IN INFINITE COMBINAZIONI...

PER DIRLO CON UN FIORE

mughetti

 

Secondo il linguaggio dei fiori, il mughetto è simbolo della felicità ritrovata, della serenità dopo i travagli. Questo perché, secondo leggenda, il fiore sarebbe nato dal sangue di San Leonardo, ferito ma vittorioso contro il demonio. Regalo azzeccato per festeggiare guarigioni, riconciliazioni, nuovi incontri con vecchi amici, amori ritrovati.
 

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Poesia

.

Cadde tanto in basso
nella mia considerazione
che lo udii battere in terra
e andare in pezzi sulle pietre
in fondo alla mia mente.

Ma rimproverai la sorte che lo 
abbatté
meno di quanto denunciai me stessa,
per aver tenuto oggetti placcati
sulla mensola degli argenti.

(Emily Dickinson)

 

Amore e guerra

 

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SECONDO RACCONTO - Gioco letterario "LEI NON SA CHI SONO IO"

Post n°484 pubblicato il 07 Dicembre 2012 da elliy.writer

(autore anonimo fino alla fine del gioco)

Quando l’auto blu frenò di botto, la portiera posteriore destra si spalancò e una sferzata di pioggia gelata investì in pieno il Direttore Generale, che sobbalzò, rimanendo per un istante senza fiato.
- Idiota – sibilò in direzione dell’autista, che nel frattempo si era catapultato fuori della macchina, precipitandosi a chiudere quella dannata portiera. Precipitandosi, ma non abbastanza in fretta da impedire che una moto in transito sollevasse uno schizzo di fango da una pozzanghera.
Fango che – splat! – andò a insozzare la giacca blu del Direttore. E un pochino anche la camicia bianca.
Doveva esservi  proprio una strana congiuntura astrale lassù, perché di lì in poi gli eventi sarebbero inauditamente precipitati.
L’autista richiuse la portiera e completamente fradicio si rimise al volante, ma la macchina – cough cough splut – non volle saperne di ripartire.

Il Direttore Generale, in preda a uno scatto d’ira, decise di avviarsi a piedi, da solo, sotto la pioggia. Era tardi, la seduta non poteva iniziare senza di lui. Se avesse allungato il passo sarebbe arrivato in breve tempo. Per il cambio d’abito poi nessun problema, aveva una dependance proprio di fianco alla Sede Centrale: sarebbero bastati pochi minuti.
Peccato per lo scivolone però, che gli fece sbattere la testa contro una vetrina (senza rompere niente, per fortuna del negoziante), procurandogli un immediato vistoso ematoma che gli deformò all’istante i connotati, oltre alla slogatura della caviglia destra. La borsa in pelle con la relazione, il cellulare e il portafoglio, caddero poco più in là e tosto tutto scomparve, grazie a laboriose mani plebee, mentre il Direttore, poveretto, rimaneva accasciato e senza respiro sul marciapiede, fortunosamente riparato dalla pioggia grazie al balcone del primo piano.
Fu una bambina a chiedere, indicando con il ditino:
- Mamma, ma i barboni dormono sui marciapiedi anche quando piove?
- Si tratta di una ragazzina del popolo  – pensò il Direttore, che l’aveva sentita forte e chiaro – lei non sa chi sono io.
Subito dopo si soffermò un vecchio, con l’ombrello rattoppato, grondante acqua dentro e fuori:
- Questo sta peggio di me! – ridacchiò tirando dritto.
- Lei non sa chi sono io!- gli strillò dietro il Direttore Generale, cercando invano di alzarsi e invece urlando di dolore per via della caviglia che si stava gonfiando sempre più.
Se ne accorse un tale, che disse:
- Ah, la gente è sempre più egoista, mica la chiamano un’ambulanza quando vedono un povero vecchio in difficoltà.
E zic e zac, lo fece trasportare al pronto soccorso, dove per prima cosa gli chiesero le generalità.

- Come? – chiese il Direttore all’infermiere del Triage – lei non sa chi sono io? Sono il Direttore Generale, io!
L’infermiere guardò il bernoccolo, valutò l’ematoma, gli stiracchiò la caviglia e gli affibbiò un codice verde:
- Ah, Robè, portalo de llà, er Direttore Generale– disse al collega, strizzandogli l’occhio  - e mettilo vicino a Napoleone.
Napoleone era quello che non la smetteva di starnutire, dalla barella a fianco:
- Il battaglione di Waterloo… etciùù! Ci vedremo a Waterlooo… etciuuu!- Tutto sporco di fango, bagnato e puzzolente come tutti gli altri vecchi ammassati dentro quel camerone, che tossivano e si lagnavano in modo insopportabile...
Il Direttore Generale chiamò l’infermiera, che dopo un’oretta si avvicinò:
- Mi chiami subito il Presidente. Devo parlare con il Presidente. Lui lo sa chi sono io!
- E lo so pur’io chi sei tu, non te preoccupa’, sei un amico de Napoleone. Parla co’ lui, metteteve d’accordo ... - rispose quella sghignazzando. E poi, al collega:
- Angelì, qui ce n’è un altro, spojamoli tutti e due, Napoleone e il Direttore Generale, che se so’ bagnati. E’ sempre la stessa storia, prima s’ubriacano e poi se pisciano sotto e noi qui a...
- Non mi tocchi! – intimò il Direttore – Lei non sa chi sono io!
- T’ho detto che lo so, statte bbono... Porta il siringone, Angelì!
- Che siringone? Ma… ma… noooo!

La congiuntura astrale stava facendo davvero scintille, quella sera.
Già dopo la prima delle iniezioni tutto parve filare più liscio.
Delle quindici ore di attesa in barella quasi non se ne sarebbe accorto, il Direttore, se non fosse stato per quella tosse che ora lo squassava e quel doloretto alla schiena e qualche fitta improvvisa al petto... nulla di preoccupante, beninteso. Tutto da codice verde.
- Hai parenti qui fuori? – gli chiese a un tratto un tale col camice bianco, forse un dottore, forse un portantino, chissà.
Lui si toccò il bernoccolo, poi il braccio sinistro, storse la bocca, rabbrividì.
- C’è qualcuno per te in sala d’attesa? Tua moglie, i figli, un assistente sociale? – insistette quello.

Il vecchio scosse la testa mentre il camice bianco  faceva un cenno a un camice verde nominando confusamente tac e gesso e cardiochissàcchè  e quando la  barella venne portata via, ingoiata da una porta a vetri, nel corridoio rimbalzò una domanda: lei non sa chi sono io? lei non sa chi sono io? io? …io? cough cough… splut.

***

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Commenti al Post:
elliy.writer
elliy.writer il 07/12/12 alle 15:55 via WEB
E passiamo dall'estrema sintesi del primo racconto al più ampio respiro del secondo! Beh, l'ambientazione mi è cara, lo sapete e dunque mi astengo dall'aggiungere altro, per ora. Mi dispiace un po' per Napoleone... che fine avrà fatto? :)
(Rispondi)
socrate52
socrate52 il 07/12/12 alle 17:05 via WEB
"ragassi!! Siamo mica qui a dare il codice verde ai semafori!!" ... lo so non c'entra niente ,ma Crozza mi ha plagiato! Ahahah!
E comunque dopo aver letto la serie di sfighe del "direttore" , meglio far finta di niente, magari toccando ... ferro e cercando di sorridere ... pussa via ...
(Rispondi)
 
elliy.writer
elliy.writer il 07/12/12 alle 21:35 via WEB
ahahaha! ma di che ti preoccupi Socratuccio, mica sei il Direttore Generale tu!
(Rispondi)
mirrorme
mirrorme il 07/12/12 alle 18:20 via WEB
:-)))) divertentissimo. Bellissimo ma un po' amaro il finale dove non esistono piú persone né ruoli. Nessuno sa piú chi é l'altro che ha difronte a sé....
(Rispondi)
 
elliy.writer
elliy.writer il 07/12/12 alle 21:45 via WEB
meno male che qualcuno legge anche i racconti un po' più lunghi! Grazie Mirror :)
(Rispondi)
Cantastorie61
Cantastorie61 il 07/12/12 alle 21:56 via WEB
Sembra un film di Fantozzi al contrario. Bello e scorrevole, complimenti all'autore/ice...C.
(Rispondi)
 
elliy.writer
elliy.writer il 08/12/12 alle 20:17 via WEB
Grazie per la lettura Mister C! qui si resta in trepidante attesa... :)
(Rispondi)
sabinferraris
sabinferraris il 08/12/12 alle 08:59 via WEB
Bel raccontino. Molto simpatico da leggere. Peccato che queste cose succedano solo nei racconti o al cinema. Nella realtà i Direttori Generali cadono sempre in piedi (purtroppo!).
:))
(Rispondi)
 
mirrorme
mirrorme il 08/12/12 alle 09:07 via WEB
Tempo al tempo Sabin :-)
(Rispondi)
 
 
elliy.writer
elliy.writer il 08/12/12 alle 20:18 via WEB
Concordo Mirror, concordo. Non è mica detto che non vi siano cadute, da qualche parte, anche se non le vediamo... Grazie Sabin!
(Rispondi)
mpt2003
mpt2003 il 09/12/12 alle 07:41 via WEB
questo racconto sembra rappresentare quel moto di stizza che ti prende quando senti davvero qualcuno che dice la fatidica frase e tu vorresti davvero fargli vedere cosa ci fai con quella sua affermazione....:) bel racconto. ciao! mp
(Rispondi)
 
elliy.writer
elliy.writer il 09/12/12 alle 10:02 via WEB
Piccole vendette letterarie, potremmo dunque definirle :) Grazie, ciao mp!
(Rispondi)
dimanto70
dimanto70 il 11/12/12 alle 09:30 via WEB
:) è un racconto scritto molto molto bene :) complimenti all'autrice :))))) (è un racconto firmato :D)
(Rispondi)
 
elliy.writer
elliy.writer il 11/12/12 alle 21:15 via WEB
(...)
(Rispondi)
sottoilsette
sottoilsette il 11/12/12 alle 09:45 via WEB
Divertente... ma non posso fare a meno di pensare al pezzo di Carlo Verdone che porta l'amico all'ospedale in "un sacco bello".... ;-)
(Rispondi)
 
elliy.writer
elliy.writer il 11/12/12 alle 21:18 via WEB
Quale pezzo? riesci a trovarmelo su you tube?? la mia scena cult di Verdone è quella tra Bernardo e Billa, coi tranquillanti, in maledetto il giorno che t'ho incontrato :)
(Rispondi)
woodenship
woodenship il 12/12/12 alle 15:30 via WEB
Cosa no succede quando non si ha ben chiaro cosa si sia in realtà.Uno schizzo di sano realismo..........complimenti..............
(Rispondi)
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Non affidarti alla mia immaginazione
non ti fidare, io non ti conservo,
non ti metto da parte per l'inverno,
io ti apro e ti mangio in un boccone.

Patrizia Cavalli

 

Credo che sia stato il sorriso
Fu il sorriso che aprì la porta
Era un sorriso molto luminoso
invitava ad entrarci, a togliersi i vestiti
infilarsi dentro quel sorriso.
...
E. de Andrade

 

Con un fiore - Con una lettera
Con un agile amore -
Se fisso il Chiodo più saldo -
Definitivamente saldo - lassù -

Non importa la mia Incudine ansimante!
Non importa il Riposo!
Non importano i volti fuligginosi
Che si sbracciano alla Fucina!

L'acqua, è insegnata dalla sete.
La terra - dagli oceani traversati.
Il trasporto - dallo spasimo -
La pace - dai suoi racconti di battaglie -
L'amore, dalla memoria di un ritratto -
Gli uccelli, dalla neve.

(E. Dickinson)

 

Non respingere i sogni perché sono sogni.
Tutti i sogni possono
essere realtà, se il sogno non finisce.
La realtà è un sogno. Se sogniamo
che la pietra è pietra, questo è la pietra.
Ciò che scorre nei fiumi non è acqua,
è un sognare, l'acqua, cristallina.
La realtà traveste
il sogno, e dice:
"Io sono il sole, i cieli, l'amore".
Ma mai si dilegua, mai passa,
se fingiamo di credere che è più che un sogno.
E viviamo sognandola. Sognare
è il mezzo che l'anima ha
perché non le fugga mai
ciò che fuggirebbe se smettessimo
di sognare che è realtà ciò che non esiste.
Muore solo
un amore che ha smesso di essere sognato
fatto materia e che si cerca sulla terra.

Pedro Salinas

 

Un regalo di Dimanto... per Nonno Sabin!

 
 

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