La Corsetta
(autore anonimo fino alla fine del gioco)
“Come al solito sono in ritardo. E devo fare ancora doccia e barba.
Ultimamente lo sono tutti i giorni.”
Avevo deciso di dedicare un po’ più di tempo a me; “Questa vita ci consuma” mi ripetevo continuamente.
Così tutte le mattine mi ero imposto di andare a fare una corsetta intorno al parco, prima di recarmi in ufficio, senza che nulla avesse potuto impedirmelo.
Pioggia, vento, freddo. Nulla!
Oltre che cercare di recuperare la forma fisica ahimè perduta, mi piaceva sfidare le difficoltà. Mi piaceva sentire il freddo che mi tagliava la faccia e lo scricchiolare del ghiaccio sotto le scarpe e soprattutto vederlo sciogliersi al mio passaggio.
Dovevo vincere il freddo che ti fa accartocciare cancellando ogni forza di reagire.
“Se vinco il freddo fuori” mi dicevo “lo posso vincere anche dentro”.
Infatti per me era sempre una vittoria quando già sentivo quel calore cominciare a salire su dai piedi e avvolgere tutto il corpo.
Il mio cuore cominciava a battere più forte e mi sentivo vivo e onnipotente. Tutto avrei ottenuto. Tutto avrei superato quel giorno.
Avevo attraversato un periodo un po’ difficile e anche le relazioni sociali mi infastidivano.
Ero diventato più intollerante nei confronti di chiunque e di qualsiasi cosa e tutto intorno mi appariva come la fiera dell’inutilità, del superfluo e mi rendevo conto che mi bastavo sempre di più.
Correndo riuscivo addirittura a tirare fuori una certa spiritualità ormai sepolta nel corso degli anni.
Mi era infatti capitato di ritrovarmi ad innalzare una preghiera o una lode davanti allo spettacolo del sorgere del sole, a ritrovarmi rapito dalla forma di una nuvola o dal profumo del terriccio bagnato.
Sentivo di dover prendere dal mondo l’essenziale e riprendere a vivere con entusiasmo.
Si quell’entusiasmo che portava lei nei suoi occhi. Lei proprio lei, quella mezza cartuccia che correva con quel mezzo sorrisino, tutte le mattine anche lei, con la sua amica. Quanto mi innervosiva.
Con quei mezzi passetti riusciva addirittura a superarmi e a sciogliere quel ghiaccio che io, io proprio io, avrei dovuto sciogliere.
Ma che pensava? Che aveva in quella testolina? Ma non si accorgeva del mondo che le esplodeva intorno?
Sciocca. Come tutto il resto in fondo.
Intanto non facevo che pensare a lei. Ma che sorride? Ma ce l’avrà mai un problema una come quella lì?
Ma se lo pone almeno un problema anche se ha la fortuna di non averne? Ride lei, ride.
Ormai era diventata una sfida. Io devo sciogliere il ghiaccio. Io, non il suo maledetto mezzo sorrisino.
Ma lei ogni mattina mi passa davanti sculettandomi in faccia con l’aria di quella che del resto dei problemi del mondo se ne infischia.
E intanto mi passa davanti, spargendo un fresco profumo d’estate nell’alba di novembre. Mi chiedo se mi ha riconosciuto.
Ho, infatti, come la sensazione che mi conosca e che sappia tutto di me. Dei miei silenzi, della mia sfiducia, della mia solitudine e che è lì per me quasi per alleggerire i miei pensieri.
Stamattina non ce l’ho fatta e le ho chiesto:
- Ma… mi scusi. Lei non sa chi sono io! Vero?
Lei ha addolcito lo sguardo e due fossette le hanno incorniciato le labbra come per dirmi “Sì. Lo so!”
***
se a questo gioco vuoi partecipare
clicca qui per poterti informare!
Inviato da: emilytorn82
il 23/12/2016 alle 13:01
Inviato da: emilytorn82
il 23/12/2016 alle 13:00
Inviato da: diletta.castelli
il 23/10/2016 alle 16:28
Inviato da: sexydamilleeunanotte
il 26/08/2016 alle 11:41
Inviato da: esternoluce
il 29/12/2015 alle 17:37