Creato da eneakrimisa il 26/06/2006
Smascherare bugie, nascondere verità, difendere i diritti della creatività: il tutto mentre prepariamo da mangiare. Ecco le nostre preparazioni culinarie, mentre pensiamo o parliamo d'altro.

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ALTRE BUGIE VE NE VENGONO IN MENTE?

Post n°3 pubblicato il 28 Ottobre 2006 da eneakrimisa

Gianpaolo Pansa, il giornalista storico, si è scelto da anni un compito difficile. Quello di combattere lancia in resta contro il mito, un donchisciotte malinconico e testardo che usa i suoi saggi per trafiggere il velo opaco della verità a senso unico che ancora avvolge quasi totalmente la Resistenza e che tanto odio suscita nei sopravvissuti. Che cosa gli rimprovera la Sinistra? quella più conservatrice e aggressiva...quella degli uomini di marmo come la chiama lui. Semplicement edi aver rotto il tabù delle migliaia di fascisti (o presunti tali, o addirittura, in più di un caso, di antifascisti perfino) brutalmente fatti fuori dai partigiani all'indomani del 25 aprile. Che c'è da scandalizzarsi? Si sa, le guerre civili mica possono finere d'un tratto. Esse si lasciano sempre dietro una scia di odi che dura a lungo. Quei morti, è la tesi di Pansa, non dovevano far pagare errori passati ma aprire una nuova lotta. La REsistenza, più che combattere il fascismo, doveva essere il prologo della lotta di classe, della rivoluzione comunista. Ma per fare ciò era necessaria una grande bugia. Bisognava inventare che la Resistenza era stata un moto di popolo, che la Rsi di Mussolini non avrebbe avuto molte adesioni, che i partigiani liberarono l'Italia prima delle truppe angloamericane, che fu un moto concorde, quasi tutto rosso. Giorgio Bocca reclama: <Ci sono stati molti delitti, molte uccisioni per fini personali. I delinquenti sfruttavano la situazione per ammazzare e rapinare, ma una cosa erano i delinquenti, un'altra i partigiani>. Pansa è uomo di sinistra, la sinistra stabilisce chi può dire tutto e chi no.

Pansa si limita a raccontare una sola leggenda, che riguarda la fase finale della guerra: quella dell'insurrezione. La vulgata resistenziale ha sempre sostenuto che le città del Nord insorsero contro i tedeschi e i fascisti. E si liberarono da sole, combattendo, prima dell'arrivo degli alleati. Anche se qualcuno tenterà di smentirmi, sono convinto che non ci sia stata nessuna vera insurrezione. Prima di tutto perché l'avanzata di aprile degli Alleati si rivelò molto più rapida del previsto. E poi perché le nostre città si ritrovarono libere dal momento che, nelle ore finali della guerra, tedeschi e fascisti se ne andarono o, se si preferisce, scapparono.

 
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f.cacciapuoti
f.cacciapuoti il 30/10/06 alle 11:17 via WEB
Ciao e Grazie per aver chiesto il mio parere. Credo che Pansa in questi anni abbia ridato giustizia e verità alla storia del nostro paese. E' una affermazione che non nasce da fattori ideologici ma da esempi concreti. Credimi. Te ne racconto uno per rendere l'idea. Io sono di Torino città cardine della resistenza dove la scelta di aderire alla R.S.I o entrare in qualche gruppo di partigiani non ha solo diviso il paese e la città ma anche le famiglie. Si sprecano gli esempi di fratelli che facevano scelte diverse gli uni con le brigate nere e gli altri con i partigiani. Ebbene tra le nostre vallate vi sono ancora oggi i segni degli espropri fatti dai partigiani a carico di famiglie contadine che nulla avevano a che fare con il fascismo e che mai avrebbero comunque pensato di dover dietro delle minacce lasciare terreni, casolari, poderi, a dei partigiani che con il gioco forza di giustizialismi sommari minacciavano di morte il proprietario di questi bene se non lasciava in parte o del tutto a qualche esponente partigiano il suo terreno e la sua casa. Ecco la motivazione dei tanti piemontesi che dopo la guerra si sono trovati immobili su tutto il territorio cittadino e terreni, che vanno dalla Val Susa sino ad arrivare ai confini con l'astigiano. Senza poi citare le volanti rosse che queste hanno fatto stragi sino agli inizi degli anni cinquanta. La verità sta nel fatto che quella che doveva essere una rivoluzione comunista camuffata da resistenza alla fine non riuscì e l'Italia diventò una repubblica. Questo a qualche storico da fastidio ammetterlo, soprattutto a coloro che con la tessera del Pc hanno avuto cattedre e clientele di ogni tipo. Non è oggi Pansa, come ieri De Felice, a peccare di revisionismo storico , ma è la continua omertà , manipolazioni, coperture dettate da vari compromessi che hanno falsato la storia del nostro paese. Con questo, e chiudo salutandoti, non voglio sminuire la resistenza italiana e chi ha creduto veramente nella libertà ma ci sono stati tantissimi altri ragazzi che a quella libertà credevano nello stesso modo aderendo pero alla R.S.I. Non è un male se oggi Pansa ha il coraggio di raccontare certe cose. Grazie e ciao Francesco
 
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