Creato da eneakrimisa il 26/06/2006
Smascherare bugie, nascondere verità, difendere i diritti della creatività: il tutto mentre prepariamo da mangiare. Ecco le nostre preparazioni culinarie, mentre pensiamo o parliamo d'altro.

Ultimi commenti

Scusate un vogabolario , i termini di comune utilizzo...
Inviato da: valledelfino
il 09/03/2011 alle 15:13
 
Auguri per una serena e felice Pasqua...Kemper Boyd
Inviato da: Anonimo
il 23/03/2008 alle 21:51
 
Auguri di un felice, sereno e splendido Natale dal blog...
Inviato da: Anonimo
il 25/12/2007 alle 23:54
 
Complimenti per il blog!! .. Un salutone Ely
Inviato da: Anonimo
il 13/12/2007 alle 10:51
 
Salve a tutti, Napoli Romantica, continua anche in...
Inviato da: Anonimo
il 28/07/2007 alle 02:08
 
 

Archivio messaggi

 
 << Maggio 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
    1 2 3 4 5
6 7 8 9 10 11 12
13 14 15 16 17 18 19
20 21 22 23 24 25 26
27 28 29 30 31    
 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

Area personale

 

FACEBOOK

 
 

Ultime visite al Blog

alessandra.macculibaffo500Terrible_stormadri600federica_bonfantiRiCcIoLiNa020dtyhbrtyhchinnicimissbutterfly85adriasea2008luigi_chiarelligu.pasmobidisamuele440fabio.digiorgio
 

Chi può scrivere sul blog

Tutti gli utenti registrati possono pubblicare messaggi in questo Blog e tutti possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

 

« DIRITTI D'AUTORE, VIETA...Messaggio #4 »

ALTRE BUGIE VE NE VENGONO IN MENTE?

Post n°3 pubblicato il 28 Ottobre 2006 da eneakrimisa

Gianpaolo Pansa, il giornalista storico, si è scelto da anni un compito difficile. Quello di combattere lancia in resta contro il mito, un donchisciotte malinconico e testardo che usa i suoi saggi per trafiggere il velo opaco della verità a senso unico che ancora avvolge quasi totalmente la Resistenza e che tanto odio suscita nei sopravvissuti. Che cosa gli rimprovera la Sinistra? quella più conservatrice e aggressiva...quella degli uomini di marmo come la chiama lui. Semplicement edi aver rotto il tabù delle migliaia di fascisti (o presunti tali, o addirittura, in più di un caso, di antifascisti perfino) brutalmente fatti fuori dai partigiani all'indomani del 25 aprile. Che c'è da scandalizzarsi? Si sa, le guerre civili mica possono finere d'un tratto. Esse si lasciano sempre dietro una scia di odi che dura a lungo. Quei morti, è la tesi di Pansa, non dovevano far pagare errori passati ma aprire una nuova lotta. La REsistenza, più che combattere il fascismo, doveva essere il prologo della lotta di classe, della rivoluzione comunista. Ma per fare ciò era necessaria una grande bugia. Bisognava inventare che la Resistenza era stata un moto di popolo, che la Rsi di Mussolini non avrebbe avuto molte adesioni, che i partigiani liberarono l'Italia prima delle truppe angloamericane, che fu un moto concorde, quasi tutto rosso. Giorgio Bocca reclama: <Ci sono stati molti delitti, molte uccisioni per fini personali. I delinquenti sfruttavano la situazione per ammazzare e rapinare, ma una cosa erano i delinquenti, un'altra i partigiani>. Pansa è uomo di sinistra, la sinistra stabilisce chi può dire tutto e chi no.

Pansa si limita a raccontare una sola leggenda, che riguarda la fase finale della guerra: quella dell'insurrezione. La vulgata resistenziale ha sempre sostenuto che le città del Nord insorsero contro i tedeschi e i fascisti. E si liberarono da sole, combattendo, prima dell'arrivo degli alleati. Anche se qualcuno tenterà di smentirmi, sono convinto che non ci sia stata nessuna vera insurrezione. Prima di tutto perché l'avanzata di aprile degli Alleati si rivelò molto più rapida del previsto. E poi perché le nostre città si ritrovarono libere dal momento che, nelle ore finali della guerra, tedeschi e fascisti se ne andarono o, se si preferisce, scapparono.

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 
La URL per il Trackback di questo messaggio è:
https://blog.libero.it/eneakrimisa/trackback.php?msg=1823082

I blog che hanno inviato un Trackback a questo messaggio:
 
Nessun Trackback
 
Commenti al Post:
f.cacciapuoti
f.cacciapuoti il 30/10/06 alle 11:17 via WEB
Ciao e Grazie per aver chiesto il mio parere. Credo che Pansa in questi anni abbia ridato giustizia e verità alla storia del nostro paese. E' una affermazione che non nasce da fattori ideologici ma da esempi concreti. Credimi. Te ne racconto uno per rendere l'idea. Io sono di Torino città cardine della resistenza dove la scelta di aderire alla R.S.I o entrare in qualche gruppo di partigiani non ha solo diviso il paese e la città ma anche le famiglie. Si sprecano gli esempi di fratelli che facevano scelte diverse gli uni con le brigate nere e gli altri con i partigiani. Ebbene tra le nostre vallate vi sono ancora oggi i segni degli espropri fatti dai partigiani a carico di famiglie contadine che nulla avevano a che fare con il fascismo e che mai avrebbero comunque pensato di dover dietro delle minacce lasciare terreni, casolari, poderi, a dei partigiani che con il gioco forza di giustizialismi sommari minacciavano di morte il proprietario di questi bene se non lasciava in parte o del tutto a qualche esponente partigiano il suo terreno e la sua casa. Ecco la motivazione dei tanti piemontesi che dopo la guerra si sono trovati immobili su tutto il territorio cittadino e terreni, che vanno dalla Val Susa sino ad arrivare ai confini con l'astigiano. Senza poi citare le volanti rosse che queste hanno fatto stragi sino agli inizi degli anni cinquanta. La verità sta nel fatto che quella che doveva essere una rivoluzione comunista camuffata da resistenza alla fine non riuscì e l'Italia diventò una repubblica. Questo a qualche storico da fastidio ammetterlo, soprattutto a coloro che con la tessera del Pc hanno avuto cattedre e clientele di ogni tipo. Non è oggi Pansa, come ieri De Felice, a peccare di revisionismo storico , ma è la continua omertà , manipolazioni, coperture dettate da vari compromessi che hanno falsato la storia del nostro paese. Con questo, e chiudo salutandoti, non voglio sminuire la resistenza italiana e chi ha creduto veramente nella libertà ma ci sono stati tantissimi altri ragazzi che a quella libertà credevano nello stesso modo aderendo pero alla R.S.I. Non è un male se oggi Pansa ha il coraggio di raccontare certe cose. Grazie e ciao Francesco
(Rispondi)
 
Filottete3
Filottete3 il 03/11/06 alle 12:24 via WEB
Mi fa piacere tu abbia apportato l'esempio dell'esproprio in Piemonte. Te ne sono grato.Condivido tutto.
(Rispondi)
 
er0s62
er0s62 il 14/11/06 alle 23:43 via WEB
I morti non sono leggenda!!!
(Rispondi)
 
er0s62
er0s62 il 14/11/06 alle 23:49 via WEB
Ho iniziato a leggere il libro da poco, ma un assaggio lo avevo avuto con Vincitori e vinti di Vespa. Hai ragione, portiamo e rendiamo noti dei fatti che ancora sono sottaciuti, usciamo dalle sterili polemiche da bar dello sport, per uscire dall'ipocrisia degli ultimi 60 anni, superando l'eterno dualismo fra partigiani comunisti e fascisti. Solo raccontandoci la verità degli ultimi 60 anni si può costruire una Italia nuova senza steccati ideologici. Qualcuno ci ha provato, altri continuano a farlo ostacolati, denigrati e minacciati ( vedi Giampaolo Pansa). Per i molti che ancora non conoscono Il dossier della commissione Mitrokhin, li invito ad informarsi e faccio un accenno a cosa sia. Il Dossier Mitrokhin, prende il nome da Vasili Nikitich Mitrokhin un ex archivista del KGB in pensione. Con questo termine ci si riferisce ad una parte del corposo Archivio Mitrokhin, residente in Gran Bretagna. È formato da 645 schede, denominate originariamente «Impedian», redatte dall'MI6, il servizio segreto inglese, sulla base delle note manoscritte che l'ex archivista copiò da documenti segreti del KGB. Le 261 schede che vennero consegnate al SISMI a partire dal 1995 al 1999 corrispondono a un arco temporale che va dal 1917 al 1984, anno in cui Mitrokhin andò in pensione. Vasili Nikitich Mitrokhin un funzionario del KGB per 20 anni mentre era al servizio dello stesso, raccolse dati, nomi, fatti e cifre dell'attività del servizio segreto trascrivendole su piccolissime striscioline di carta con codice cifrato a lui solo noto. ( a rischio della propria vita come potete immaginare) Alla caduta del muro di Berlino riuscì ad espatriare e si consegnò ai servizi segreti Britannici, e con loro tradusse le oltre 30.000 striscioline di carta, rivelando fatti e documenti scottanti della vita politica di tutti i paesi Europei e del mondo e furono trasmessi ai relativi servizi segreti, compreso SISMI e SISDI, fin dal 1995 In Italia poco, anzi nulla si è saputo fino a che il governo Britannico, nel 1999, annunciò la autorizzazione alla pubblicazione di due libri al riguardo, costringendo tutti i governi a fare i conti con la realtà, compreso il governo italiano che avvio la "commissione stragi" del Parlamento nel 2003 non prima di aver epurato quei documenti di fatti, nomi scottanti. Qui c'è un breve sunto trovato su internet di un ordinario di Storia contemporanea dell'Università di Lecce e consulente della Commissione Mitrokhin: Sui rapporti fra Partito comunista dell'Unione sovietica e Pci, molto si è scritto e molto ancora viene emergendo dopo l'apertura degli archivi sovietici. Su questo tema le due Commissioni parlamentari d'inchiesta sul terrorismo e le stragi e sul dossier Mitrokhin hanno portato alla luce ampia documentazione. La relazione che abbiamo presentato alla Commissione Mitrokhin non è ancora divulgabile, tuttavia può bastare quanto già conosciuto e pubblicato: le carte sulla «Gladio rossa» del Pci, i report del dossier Mitrokhin, i Piani d'invasione europea del Patto di Varsavia, ormai tutti pubblicati in volumi o in siti internet. Il nostro personale convincimento è che i silenzi e le omissioni intorno al dossier Mitrokhin siano state dovute non solo alla presenza di nomi «scottanti», ma altresì di fatti scottanti: il legame fra i Piani sovietici d'invasione dell'Europa e il ruolo dei gruppi armati del Pci. Essi configurano, oltre a reati gravissimi, un nuovo quadro storiografico e culturale sul carattere eversore e anticostituzionale del Pci, a partire dalle origini della Repubblica e fino almeno agli anni Ottanta. Le «cellule speciali» del Pci furono costituite dopo la nascita del Patto di Varsavia, e alle sue strategie militari sempre risposero. Se i Piani d'invasione del Patto verso l'Europa sono ormai noti, scarsa attenzione finora è stata dedicata ai report «militari» del dossier Mitrokhin, in cui il Kgb sovietico dà al Kgb romano direttive circa la costituzione di un «movimento di resistenza», di individuazione di siti di sbarco o di atterraggio, di nascondigli, di percorsi, ed infine di creazione di «gruppi di agenti locali» destinati ad agire da supporto alle «squadre di spionaggio e sabotaggio» sovietiche, aviolanciate o sbarcate dietro le linee italiane. Tali direttive vengono impartite a far data dal 1964. E i «gruppi di agenti locali» sono di certo le squadre di vigilanza del Pci (o simili), i cui componenti, dal 1958, furono ripetutamente inviati nei campi di addestramento cecoslovacchi, poi sovietici e cubani, per imparare i tre livelli: guerriglia, sabotaggio, intercettazione. Che questo impegnativo addestramento internazionale avesse una funzione «difensiva» è la favoletta da anni diffusa da politici ed intellettuali comunisti, e che, duole dirlo, può trovare un corrispettivo, leggendo le affermazioni di valenti magistrati, quali Franco Ionta, nella sua prima richiesta di archiviazione del procedimento «Gladio rossa». La distinzione fra «difensiva» ed «offensiva», per una struttura armata clandestina in uno Stato democratico, è del tutto inaccettabile al semplice buon senso, prima ancora che in relazione al codice penale. Fu Francesco Cossiga, nell'audizione del 1997, a rivelare i tre livelli del Pci: oltre a quello ufficiale e a quello clandestino (per la protezione di dirigenti e sedi) v'era quello armato, illegale. Il pm Ionta non ha escluso l'esistenza di formazioni armate del Pci. A questo innegabile passo in avanti si è aggiunta tuttavia la considerazione che, per il fatto che a quel tempo autorità politiche Servizi e magistratura non avessero avviato iniziative contro il Pci, ciò fosse una prova di irrilevanza penale delle sue azioni ed organizzazione militare clandestina. Sorprendente affermazione, anche questa, che trasferisce all'azione giudiziaria dell'oggi le valutazioni di quel tempo, che furono certamente politiche, cioè volte a non innescare una guerra civile; cosa che appariva in prospettiva molto probabile nel caso si fosse intervenuti giudiziariamente contro il Pci e le sue formazioni armate. Le ripetute richieste di Mario Scelba, ministro dell'Interno, di messa fuorilegge del Pci, andarono «in minoranza» nei Consigli dei ministri nei quali prevalse l'orientamento del non-intervento poliziesco e giudiziario, al fine di preservare la stabilità politica e sociale dell'Italia. Il pm Ionta ha chiesto anche l'archiviazione del procedimento sul dossier Mitrokhin, ed anche in questo caso molte cose non convincono. Non si tratta di discutere richieste e decreti di archiviazione, ma di valutare il lavoro d'indagine che ogni magistrato compie e che porta spesso all'«indimostrabilità processuale» di tanti fatti che allo storico appaiono eclatanti e delittuosi. La ricerca storico-giudiziaria è più complessa rispetto all'indagine di tipo poliziesco-inquisitorio, nella quale la parte attiva della magistratura italiana eccelle. La prima richiede conoscenze storico-archivistiche, che spesso non si hanno. Opportuno, quindi, servirsi della consulenza di storici professionali, come hanno fatto le Commissioni parlamentari d'inchiesta. Se il presidente Guzzanti riterrà di voler trasmettere gli atti della Commissione Mitrokhin alla magistratura, i rapporti militari Pcus-Pci, emergenti dalla documentazione conosciuta e forse anche da quella ancora riservata, potranno orientare verso una riapertura delle indagini giudiziarie sia sulla «Gladio rossa» e i suoi legami internazionali, che sul dossier Mitrokhin per la parte delle direttive militari eversive, provocando, forse, l'unificazione di procedimenti che, distinti, hanno portato ad «indimostrabilità processuali», perfettamente superabili, invece, attraverso la contestualizzazione e l'approfondimento di quelli. Tanti diranno che si tratta di una bufala, ma si continua a nascondere delle verità pesanti che aiuterebbe gli italiani a voltare pagina e seppellire un passato triste e tragico, anche se a volte sono fatti troppo vicino ai nostri anni.
(Rispondi)
 
Gli Ospiti sono gli utenti non iscritti alla Community di Libero.
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963