Creato da estremalatitudine il 19/06/2008

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legato

Post n°391 pubblicato il 02 Giugno 2014 da estremalatitudine

era legato come un salame, in piedi, nudo, col le braccia tirate in alto e tese da una grossa corda che gli segava i polsi.

lei, vestita sommariamente, era di fronte a lui e carezzava un cazzo finto nero, lucente.

lui pensò che grazie a dio era legato alla parete. per sicurezza provò ancora una volta a spostare in avanti un piede, ma era impossibile. Le caviglie gli erano state infilate in anelli di acciaio fissati alla parete. Se lei avesse voluto usare quel coso avrebbe dovuto slegarlo e lì se ne sarebbero viste delle belle.

la ragazza gli venne vicino, sempre accarezzando il cazzo finto. poi proprio con quello iniziò ad andare su e giù sul suo corpo, la pancia, le cosce, il torace, salendo su fino a passarglielo sul viso e le labbra. lui non riuscì a controllarsi e fece una smorfia di disgusto.

lei si allontanò e posò il cazzo finto su un tavolino. poi si girò di nuovo verso di lui e sbottondandosi completamente la camicetta e massaggiandosi un seno tornò ad avvicinarsi.

era bella. su quello non c'erano dubbi. l'avevano scelta bene, gli stronzi.

lo toccò a palmo aperto. seguì i contorni del suo corpo, evitando accuratamente i genitali. lo guardava fisso, negli occhi gli stessi lampi di quando poco prima carezzava il cazzo.

con la bocca gli sfiorò le labbra. il fiato caldo passava dalla bocca, al collo, alle orecchie. i seni nudi gli sfioravano il torace.

lui si svegliò. situazione di merda e quello si rizza!

lei, rassicurata, continuò quella specie di danza sul corpo di lui, sempre stando attenta a non toccare (ma neanche sfiorare) il suo cazzo ormai mezzo rigido.

"capisci che non puoi fare niente ed io tutto"

"capisci che sei stato un coglione a farti beccare"

"capisci che ho voglia di cazzo."

poi si allontanò. tornò vicino al tavolino da dove prese una frusta. si tolse quella specie di gonna. era nuda. la passera brillava, come se si fosse tinta i peli di nero fuoco. un puntino rosso spuntava al centro.

gli tornò vicino, molto vicino. o frustò delicatamente. come un fruscio. Poi forte, improvviso, bruciante. fissandolo lasciò cadere la frusta, che con una giravolta su se stessa cadde sul pavimento. il manico fece uno schiocco secco, come qualcosa che si rompe.

lei gli sorrise, bellissima. e vicinissima al suo viso sussurrò: "mi capita sempre così. prima di fargli male, male sul serio, ho sempre voglia di scoparmi il poveretto. di solito mi trattengo. certi ramarri. ma tu...."

gli carezzò (finalmente, sospirò lui) il cazzo. diventò come marmo.

lei si chinò, si mise in ginocchio e con un rapido movimento prese a lccargli i coglioni, a prenderli in bocca, a succhiarli, mentre con la mano giocava con il sedere, tastandolo e girandoci intorno.

"come va?" chiese lei interrompendosi in una risata tutta di gola, roca e profonda.

da sopra la cascata dei suoi capelli faceva da sfondo al suo cazzo svettante.

calore sull'ano. aveva preso a leccarglielo. indugiò a lungo. poi tornò sul davanti e glielo mangiò tutto, mentre la mano tornava sul sedere e glielo tentava.

per minuti interi, lunghi, interminabili, lei alternò i baci e le slinguate al cazzo a quelle all'ano.

poi si rialzò e si allontanò, tornando al tavolino, dove prese il cazzo finto.

tornata da lui, prima di scendere nuovamente, lo baciò calda sulle labbra e poi mordicchiandogli l'orecchio disse: "non ti senti come una verginella la sua prima volta? ci pensi come deve essere per una verginella la prima volta? è la prima volta che vieni beccato, no? hai paura? ma hai voglia? non è così? lo sento che hai voglia. lo senti come te lo accarezzo bene? che bel cazzo! lungo, grosso, mio, tutto mio, no? hai paura? la mia prima volta fu con un tizio molto più grande di me. non sapevo cosa volesse esattamente, ma sapevo che lo volevo. ce l'aveva enorme. come questo cazzo qui. lo guardavo e mi eccitavo e avevo paura tutto insieme e tu, stronzetto, che ti sei fatto beccare come una verginella? senti come ti si dilata il buco del culo.... hai voglia, amore mio?"

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