Creato da estremalatitudine il 19/06/2008

estremalatitudine

racconti di vita, di sesso

 

Messaggi del 03/04/2014

domanda

Post n°348 pubblicato il 03 Aprile 2014 da estremalatitudine

che alle donne piaccia vedere godere un uomo è pacifico, banale. Sentirlo che sta per venire e poi vederlo venire sono certo piaccia a tutte.

ma a quante piace averlo tra le labbra proprio in quel momento? a quante piace sentire lo schizzo potente oltre che vederlo o taccarlo con mano?

non saprei dirlo. l'impressione è che sia molto una fantasia maschile, più che femminile.

quel che so è che credo che a noi uomini piaccia molto sentire una donna venire e ancor di più, quando capita, essere lì mentre eiacula. 

Portare una donna ad una eccitazione tale da provocarle una forte eiaculazione è davvero molto, molto bello.

 
 
 

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Post n°347 pubblicato il 03 Aprile 2014 da estremalatitudine

Da dietro gli scuri della finestra li guardava passare. Giovani, baldanzosi, casinisti, caciaroni, chiassosi. Si spingevano, si urlavano dietro, si davano pacche sulle spalle enormi. Giovani. Ragazzi.

A lei piaceva rimanere lì nella penombra a vederli passare, mentre andavano alla spiaggia e si prendevano in giro (a volte) per le ragazze o le moto o il calcio.

Ragazzi. Ricordi. Desiderio. Vita.

Di là, dalla stanza di fianco, un grido "Vieni!"

"Non posso. Ho da fare. E poi ho mal di testa. Non posso"

E riprendeva a sbirciare tra mezzo gli scuri.

 
 
 

corto 21

Post n°346 pubblicato il 03 Aprile 2014 da estremalatitudine

Non resisteva, o, meglio, certo, ogni tanto resisteva, o le toccava resistere, perché non era il momento, il luogo, al situazione, cose così, ma soprattutto quando non ci riusciva, non ce la faceva,  perché loro non ci stavano, scappavano, fuggivano o, semplicemente, non se ne accorgevano.

Tutte le volte che vedeva un uomo dal ventre piatto, magro, scavato, ma non rinsecchito, secco, solo magro, pancia piatta, muscolosa, soda, piatta, ecco lei, lei non resisteva.

Lo guardava, lo guardava, lo fissava, fissava quel ventre piatto, fissava quella camicia ben tesa, oppure in spiaggia quell'addome scolpito e non resisteva e si vedeva già con le sue mani che lo carezzavano, piano, gustando la pelle tesa e soda, scendere a solleticargli il pene, a tirarglielo su, a farlo indurire, mentre con la destra continuava a carezzargli la pancia.

Potevano essere giovani o adulti, non importava. L'importante era che non avessero pancia, neanche un grammo, niente, solo pancia soda e uccello.

Rabbrividiva solo al pensarci.

E allora faceva di tutto, di tutto, per farsi notare, per andare a caccia e quando ce la faceva, quando lui ci stava, ecco, lei in quei gesti si perdeva tutta e solo il toccarlo, solo il toccargli la pancia, specie se erano giovani, proprio giovani, ecco solo quella la rendeva immediatamente pronta, pronta, pronta, soprattutto a carezzargli la pancia e piano sollevargli l'uccello fino a metterlo in bocca, per poi chiudere gli occhi e gustarne appieno il sapore pieno di cazzo.

che troia che sono, pensava fra sè, ridendo. "è che non so resistere. e poi a che pro?"

 
 
 

corto 20

Post n°345 pubblicato il 03 Aprile 2014 da estremalatitudine

"succhiamelo" la sua voce suonava lontana, ma comunque offensiva. "come si permetteva?"

"Succhia!"

Verbo schifoso, pensava. Almeno avesse usato leccare. Leccamelo è meglio, non c'è dubbio, non c'è dubbio.

Però alla fine che differenza fa? Se dovessimo sempre star dietro alle cazzate che dicono gli uomini, pensò, ci faremmo troppo sangue marcio.

E poi aveva un signor cazzo e lei, lei era da troppo a digiuno.

Dopo, dopo un bel pezzo, quando la sua bocca era ancora piena del suo sapore e lui, lui era uscito da lei per un momento, lei sdraiata sul letto, il collo girato di lato, i capelli scuri sparsi, mentre lui ancora la cercava con le dita e la socchiudeva e la titillava, lui, lui, quello stronzo, facendosi vicino al suo orecchio, all'orecchio della sua capa, all'orecchio di quella che gli pagava lo stipendio e che ogni giorno in ufficio gli diceva cosa doveva fare, lui e tutti quegli altri, ecco, lui le chiese: "ma il tuo signor marito la lascia tanto digiuna?"

"Zitto e scopami ancora, cretino!"

 
 
 

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Post n°344 pubblicato il 03 Aprile 2014 da estremalatitudine

Era sempre stata una bella donna, ma quello c'entrava poco. Lo sapeva bene. Essere bella aiutava, sì, certo, indubitabile, ma quel che soprattutto contava era la voglia, la volontà, l'energia, la voglia di vivere e di quella, nonostante la sua bellezza, lei ne aveva sempre avuta poca.

e quindi, nonostante le gambe, il seno, il sedere, l'altezza, il sorriso, lei, lei non aveva mai profittato e neanche goduto di questa bellezza. Era talmente seria e introversa e musona che teneva tutti a distanza e nessuno, nessuno, salvo qualche matto, le si era mai avvicinato. Li faceva correre tutti. Tutti a debita distanza.

Solo una volta verso i suoi venticinque anni qualcosa era cambiato, così, improvvisamente, e il suo sguardo s'era addolcito e la gente, gli uomini s'era avvicinati e lei, lei aveva trovato marito. E poi di lì, madre di una figlio recalcitrante, chiuso, musone, introverso, come lei, come lei. Colpa sua!

Poi dopo molti anni, dopo la separazione, dopo il matrimonio del figlio, dopo un sacco di cose, una vita, insomma, ecco, ecco un giorno, non avrebbe saputo come mai o perché, l'energia, la voglia, la disponibilità tornò, o, meglio, venne, venne così, d'improvviso, una mattina. Come fosse primavera, come quelle giornate quando esci e l'aria frizzante ti mette voglia di vivere, ecco, così, esattamente così.

Uscì ed evidentemente sorrise. Sorrise al giornalaio stupito. Sorrise al panettiere e persino a quello della metropolitana e poi in ufficio, Evidentemente doveva sorridere a tutti perché tutti le sorridevano e tutti la salutavano e tutti volevano parlare con lei.

Le bastava un cenno. Piegare il capo di lato, accennare ad un sorriso, che ecco gli uomini, gli uomini, quelli che per una vita lei aveva pensato fossero ciechi, tanto facevano finta di non vederla, ecco, gli uomini le si facevano intorno e cercavano di farle gentilezze, favori, di farla ridere o comunque, almeno, metterla di buon umore.

E lei, lei rideva, rideva, come rideva, quanto rideva, felice che il suo viso, i suoi occhi, la linea profonda del seno o un balenare di cosce potessero essere così potenti e metterla d'incanto al centro dell'attenzione.

Fantastico.

Era cambiato il vento. Era cambiata lei.

Furono giorni felici, leggeri, impazziti. Ebbe tutti gli amanti che non aveva mai avuto prima e quando le parve di avere trovato quello buono, quello con cui vivere ancora, di nuovo, sotto uno stesso tempo, fin da subito mise le cose in chiaro: sono una donna libera e tale voglio rimanere. Sorrise, dicendolo. Piegò il capo, la scollatira si aprì e così la gonna salì un poco e lui, il suo nuovo lui, rise contento e rispose: sì, amore mio, come vuoi tu.

 

 

 

 
 
 

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Post n°343 pubblicato il 03 Aprile 2014 da estremalatitudine

La vita lo aveva sorpassato e lui, lui era rimasto indietro.

Fosse stata una corsa si sarebbe detto che non si era piazzato male. tra i primi, ma non il primo. ci avrebbe tenuto. essere primo. essere il primo. ci aveva sempre tenuto. una vita di rigore, di studio, di applicazione. e adesso lei, la vita, lo aveva sorpassato e lasciato da parte, così ancora nel fiore degli anni. vecchiaia incombente.

odiava tutti. specie i giovani. specie le giovani, che adesso non lo guardavano più, lui che era sempre stato bellissimo, alto, regale, silenzioso, misterioso, intelligente, mostruosamente intelligente, troppo intelligente. loro, quelle troiette, lo guardavano, a volta, e gli davano del lei, del signore, del nonno, quasi. Stronze.

Per quello prese il vizio, ogni tanto, non sempre, solo ogni tanto, stando bene attento a che nulla potesse tradirlo, aveva preso il vizio di pagarne qualcuna e poi, con calma e voluttà, massacrarla di botte, fino ad ammazzarla.

Godeva, godeva. era più forte di lui, se ne vergognava, andava in chiesa a confessarsi (quasi tutto, sì, insomma), ma era più forte di lui.

la vita lo aveva sorpassato? vedremo, pensava. Vedremo!

Lo arrestarono una domenica mattina. In casa dormivano tutti. I suoi non volevano crederci. Lui confessò quasi subito, come una liberazione, pregando solo la polizia di non dire ai suoi che aveva confessato.

Gli dissero di sì, lo gettarono in carcere e buttarono via la chiave.

 
 
 

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Qui ci sono storie di sesso. Non necessariamente tutte eccitanti, ma a volte sì. Non necessariamente tutte esplicite, ma a volte sì.

Qui non c'è vita vera, ma solo letteratura, ovvero vita attraverso la tastiera.

Se non vi va di leggere di questi argomenti, lasciate stare.

Se vi interessano, spero di riuscire ad essere all'altezza delle vostre attese.

 

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