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estremalatitudine

racconti di vita, di sesso

 

Messaggi del 27/05/2015

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Post n°454 pubblicato il 27 Maggio 2015 da estremalatitudine

Quando le capitava di fantasticare se l'era sempre chiesto cosa si provasse ad andare a letto con più uomini contemporaneamente. Nelle fantasie, per la verità, era una cosa che la eccitava parecchio. Se li vedeva tutti lì intorno, adoranti, che aspettavano solo un suo gesto per baciarla, mangiarla, prenderla e farsi prendere. tutti lì intorno pronti e sull'attenti. Si vedeva quelle spalle grandi, quelle braccia muscolose, quei cazzi fiameggianti e sì, dai, insomma si eccitava.

A suo marito ovviamente non aveva mai detto niente, neanche quando erano fidanzati e senza figli. figuriamoci adesso.

Poi un giorno capitò. Capitò che durante una vacanza fu lasciata sola con tre sconosciuti di quel cazzo di villaggio. (suo marito al solito appena dopo cena cascò dal sonno e scomparve nel loro bel bungalow in riva al mare).Capitò che aveva bevuto, capitò che in particolare uno ci sapeva fare e, prima con le parole e poi con qualche carezza, le face ribollire tanto il sangue nelle vene che seguirlo in camera fu naturale. Peccato che anche gli altri due li seguirono. Quello non se lo aspettava. Proprio non se lo aspettava.

e sì perché durante la loro vita coniugale qualche distrazione se l'era presa. niente di che. qualche scopata e via, senza particolari ricordi, né rimpianti. era che se partiva, partiva. come da ragazza, uguale. non era cambiato niente, salvo che stava più attenta a non partire, se non tra le mura domestiche, che poi anche lì, con gli anni non è che si partisse poi molto.

Lui aprì la porta e lei ondeggiando sui tacchi lo seguì. Con la mano, entrando, aveva dato un colpetto allo stipite perché si chiudesse delicatamente dietro di loro, ma gli altri due fermarono il movimento, entrarono e poi chiusero loro, per bene, a chiave.

Si girò di scatto e guardandoli con aria quasi divertita chiese cosa stava capitando.

Uno dei tre, guardandola negli occhi, rispose calmissimo che l'avrebbero scopata. Tutti? le scappò, mettendosi a ridere per il nervosismo.

Nessuno rispose. O mio dio. facevano sul serio. non sapeva che fare. solo si irrigidì senza dire neanche lei una parola.

Il padrone della camera riprese a baciarla e lei, lei era infastidita e distratta, ma lui, lui insisteva e lei, lei, sì, insomma, quando partiva partiva.

La realtà fu un poco diversa dai suoi sogni. I tre non aspettarono suoi gesti o comandi, ma fecero tutto loro, con grande esperienza, dovette poi riconoscere. Per prima cosa mentre quello che la baciava la spogliava, gli altri si denudarono a loro volta. Lui le baciava il collo, mentre con le mani le slacciava, allungandosi dietro di lei, il reggiseno e lei, lei di sopra alla sua spalla guardava come inebetita quei due omoni nudi con il cazzo duro, a prenderselo in mano e scoprirlo e ricoprirlo.

Stringendosi l'uno all'altra, il suo corpo carezzò l'inguine del suo compagno. Era pronto. era pronto anche lui. Le girava la testa. si accasciò sul letto, così mezza nuda e loro, loro le vennero vicini e incominciarono ad occuparsi di lei. in breve le sembrò che nessuna parte del suo corpo rimanesse senza un bacio o una carezza. i fianchi, le cosce, i polpacci, la schiena, le tette e ovviamente là, dentro, sotto, in mezzo, dietro.

una voce a mezzo tono disse agli altri che era pronta.

uno le si offrì da baciare. lei era ancora un po' interdetta. quello le spinse il cazzo sulle labbra e lei giocoforza le aprì. intanto un altro (quale di grazia?) stava cercando di entrare in lei. le aveva aperto le gambe, molli, arrendevoli, e il suo coso giocava sulle sue labbra. era pronta, ma non del tutto. quello strusciamento o forse il sapore dell'altro o il sorriso del terzo che, aprendo gli occhi un attimo, vide di fronte a sè, qualcosa la fece definitivamente partire e alla fine, dopo due ore si ritrovò che urlava dal piacere che le stavano procurando. Non capiva più nulla se non che era in piena balia dei loro desideri. come essere in mare durante le onde. stessa sensazione di lontano pericolo. stessa impossibilità di farci niente. solo lasciarsi andare. la sua testa non pensava nulla. era solo invasa dalle sensazioni, dalle emozioni, d'essere calvalcata e del cavalcare, del non avere tregua, né pace perché loro erano tanti, tanti e tanto grossi, grossi e insaziabili e volevano lei, lei, solo lei.

Tornò al suo bungalow alle quattro del mattino. Il marito dormiva della grossa. Lo svegliò il rumore dell'acqua della doccia.

"ti sei divertita?" "sì, abbastanza"

L'indomani, in spiaggia, uno dei tre le passò davanti e sorridendole le augurò una buona giornata. Lei si chiese se avrebbe resistito altri sette giorni così. poi, chiudendo gli occhi dalla stanchezza accumulata si disse che forse averne più d'uno era il suo destino. chi può opporsi al destino?

tornata a casa si disse che grazie a dio il villaggio era all'altro capo del mondo e i tre erano tutti di città talmente distanti....

poi un giorno, mentre spiattellava una cena decente, il suo cellulare squillò. era uno dei tre. rimase senza parole. l'altro si zittì per un poco e poi riprese. rivedersi? era pazzo! dentro si sè aveva già detto sì, ma, da vera signora, si fece pregare non poco.

quando si rividero e lui si presentò da solo, lei quasi rimase un po' delusa.

più tardi nel letto, dopo, molto dopo, lui le chiese se ci pensava mai, se pensava mai a quella prima sera. "ogni tanto" rispose. le sembrava che il suo tono fosse del tutto atono, senza inflessioni, senza tradire nessun pensiero o emozione, solo un ogni tanto, così, senza malizia, come si risponde quando ti chiedono se ripensi a quella volta che sei rimasto a letto malata per una settimana. evidentemente però qualcosa c'era stato, nel suo tono, o lui in così poco tempo aveva capito tutto di lei, oddio tutto, no, forse, ma molto sì, di certo, fatto sta che avvicinandosi al suo orecchio le sussurrò un "anch'io" e poi dopo una pausa aggiunse "spesso" che era una promessa di nuove avventure.

 
 
 

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Post n°453 pubblicato il 27 Maggio 2015 da estremalatitudine

Immaginate voi signore, mie gentili lettrici, di essere per un giorno una geisha dedita all'arte dei massaggi. Null'altro. Nessun altro obbligo. Solo massaggi. Potete farli come volete e alla parte del corpo che preferite. Potete farli a maschi o femmine. Potete rifiutarvi se il soggetto non è di vostro gradimento. Potete stare vestite, in tuta o come vi pare, oppure mettervi comode in maglietta e costume (la sala massaggi è estremamente calda), oppure andarci vestite di tutto punto, come se andaste in ufficio, dal notaio o ad una festa.

Il vostro complito e rilassare e dare piacere massaggiando il corpo.

Per questo la casa vi ha dato una infinità di olii dai diversi profumi, vi ha dato creme, balsami e guanti, guanti leggeri oppure pesanti, alcuni ruvidi, altri vellutati come rose.

Voi siete in piedi e attendete. Entra un cliente o una cliente e potete scegliere se accettare o meno. Anche loro possono. Vi guardate in silenzio o con poche parole di circostanza e poi i vostri destini si separano oppure proseguono nella cerimonia del massaggio.

Immaginate che sotto le vostre mani oggi ci sia un corpo perfetto, perfetto. Nudo, completamente. Con lentezza si è spogliato, riponendo con cura i vestiti sulla sedia in fondo alla stanza e con lentezza, così nudo, si è avvicinato al lettino. Quel corpo. Uomo o donna. Come volete. Vi siete scelti. Con uno sguardo. Con poche parole. Con un cenno del capo. Avanza. Cammina. E già vedere quel movimento è un piacere. Un vero piacere per gli occhi. E le mani. Non un rilassamento, non un gonfiore eccessivo, perfetto. I muscoli seguono le loro linee flessuose e sfociano gli uni negli altri. si sdraia. sorride. prima di girarsi e poggiare la testa sul cuscino, lasciandovi sole con quella visione. Perfetto. Perfetto. Le cosce. I polpacci, Il sedere. La schiena. Le spalle. Il collo. Lentamente i vostri occhi salgono e scendono da quelle alture. Un corpo perfetto. Sottile, slanciato. elegante. potente. perfetto. Iniziate. Le vostre mani sulla sua pelle. calore. calore contro calore. Salire dalle cosce al ventre e al torace e ridiscendere è piacere di continunità e grazia e armonia.

siete in piedi al suo fianco, in alto, rispetto a quel corpo. Ne osservate ogni particolare. La testa reclinata. Gli occhi chiusi. Come se il vostro tocco l'avesse addormentato. Lo fate girare sulla schiena. se il sedere era un trionfo di solidità e armonia, il davanti un cesto di frutta matura, profumata, pronta al morso e all'assaggio.

Le vostre mani salgono e scendono. entrano e escono. Sollevano o scostano. Le vostre dita sottili spalmano creme e olii in ogni più piccola piega.

Continuate? Smettete? Vi fate più audaci? Nessuno saprà. solo il vostro giudizio. solo il suo giudizio. Soli. Voi due. Voi e quel corpo stupendo. solleva la testa. poi torna supino. Raccogliete altra crema e continuate. Sollevate e scostate. Ritmicamente. Si sveglia. Vi guarda con sorpresa. Uomo o donna. Chi preferite. Vi guarda con stupore. Quel corpo che sembrava dormire rilassato dalle vostre mani e tra le vostre mani adesso è vivo, si muove, trema.

Continuate? Smettete? Nessuno saprà. solo il vostro giudizio. solo il suo giudizio. Soli. Voi due. Voi e quel corpo stupendo.

Gheisha per un giorno, una notte. Solo per chi volete. Solo per il vostro e nostro piacere.

 
 
 

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QUEL CHE C'È E QUEL CHE NON C'È

Qui ci sono storie di sesso. Non necessariamente tutte eccitanti, ma a volte sì. Non necessariamente tutte esplicite, ma a volte sì.

Qui non c'è vita vera, ma solo letteratura, ovvero vita attraverso la tastiera.

Se non vi va di leggere di questi argomenti, lasciate stare.

Se vi interessano, spero di riuscire ad essere all'altezza delle vostre attese.

 

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