Creato da estremalatitudine il 19/06/2008

estremalatitudine

racconti di vita, di sesso

 

Messaggi del 25/05/2015

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Post n°449 pubblicato il 25 Maggio 2015 da estremalatitudine

Lei era bella ed elegante. Lui un truzzo come pochi. Però aveva uno sguardo magnetico e una sensualità nel muoversi che l'avevano colpita fin dalla prima volta.

Era iniziata che lei e suo marito erano arrivati e la società aveva mandato loro una macchina. L'autista era lui., il truzzo. Suo padre faceva l'autista. Quanti anni e quanti sforzi per togliersi quella cadenza e quello strano odore di benzina che lui, il padre, riportava sempre in casa, quando rientrava la sera.

Poi le scuole, l'università con le borse di studio, la laurea e suo marito, carino, colto, di buona famiglia, odore di pulito, in cucina spesso leggerissimamente burro, nelle camere lavanda e le sue mani curate, sempre profumate e lui, il marito, che la voleva, la voleva, la voleva.

Così era stato e lei, lei era orgogliosa della loro casa, dei figli, della donna di servizio, che ci aveva messo anni a trovarne una decente, del terrazzo, dei fiori, di quelle amiche stupidotte, nate ricche, che non sapevano neanche cosa stavano facendo. Era serena e orgogliosa.

Poi quel viaggio a vedere la loro nuova casa di campagna e quel tizio, quello stronzo che le apre lo sportello e si inchina elegante. Lo sguardo. Il gesto dell'aprirle la porta della macchina. Il leggero inchino e il sorriso, il sorriso che voleva dire, senza dubbio, senza dubbio, io le donne le conosco.

Ed era vero. Caspita se era vero. Le conosceva eccome. Di lei ormai sapeva tutto, conosceva ogni piega, ogni rilievo, ogni ruga della sua pelle, del suo corpo e quando facevano l'amore sembrava che lui la suonasse, che le sue dita su di lei accendessero luci, lampadine, suoni e lei, lei sospirava e godeva, godeva, godeva come forse non aveva mai fatto prima.

Eppure ogni volta, ogni volta che lui entrava nella stanza che lei aveva affittato, prima di spogliarsi, prima, ché poi da nudo il suo corpo era perfetto, perfetto, ecco prima che tutto iniziasse e lei, lei lo guardava entrare elegante e sinuoso e gli osservava i pantaloni e le scarpe e la camicia e quell'orecchino orribile che lei per prima cosa gli faceva togliere, ecco lei ogni volta, ogni volta si chiedeva come aveva fatto, come aveva fatto a cascarci, a cadere tra quelle braccia che adesso erano ricoperte da un giubbotto di pelle nera secca e dura. Orribile.

"Spogliati, ti prego." diceva lei ogni volta, seduta comodamente sull'immancabile poltrona delle suite che affittava. "Lo sai che così non ti posso vedere"

Lui si spogliava e completamente nudo si presentava a lei che ancora seduta e vestita si sentiva poggiare una mano sulla testa nel chiaro invito di un pompino.

Grazie a dio lui era sempre pronto e, in quelle attese, anche lei.

 
 
 

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Post n°448 pubblicato il 25 Maggio 2015 da estremalatitudine

le due amiche rimaste sole col tizio decisero che la serata era appena iniziata e che se lui era la metà di quello di cui si vantava quella sera poteva diventare memorabile.

così lo provocarono chiedendogli di scarozzarle nella discoteca più bella della zona.

"ma voi cosa mi date in cambio?"

risate. ammiccamenti. se era solo la metà di quello di cui si era vantato dargliela era l'ultimo dei problemi, pensarono entrambe.

via con la coupè rossa fiammante. I loro lunghi capelli volavano e le risa si perdevano nella valle scura che stavano percorrendo.

La discoteca era bellissima e stracolma. Ballarono stretti tutti insieme. I corpi strusciavano per necessità. "Offrici da bere" gli chiesero. E lui sparì tornando dopo poco con tre vodka ghiacciate e una bottiglietta d'acqua. Dopo le vodke tutte e tre si passarono la bottigletta. Lui ridendo ficcò la lingua dentro al collo della bottiglia. Ma deve essere così volgare per forza? chiese una all'altra, ma l'altra abbracciandola e ridendo le disse di rilassarsi che tutto andava bene.

Alla terza vodka erano rilassate sul serio. Ballavano ondeggiando e scontrando di continuo ragazzi e ragazze che le guardavano in cagnesco e loro, loro si scusavano con dei sorrisi che spesso finivano ancora una volta in risate.

Alle quattro del mattino una delle due tirò l'altra dicendo che si era stufata.

Uscirono e ripresero la macchina. "dove si va?" chiese lui. "in albergo" rispose una delle due, mentre l'altra sembrava dormicchiare.

Arrivati le ragazze scesero e lui rimase appoggiato alla macchina. Una alla volta le amiche passarono da lui e lo baciarono profondamente. Le mani di lui ogni volta carezzarono i loro sederi.

"Finito?"

"In albergo amore mio non ti fanno entrare. Se hai coraggio la finestra del nostro bagno e la scogliera sono vicine. Sarà un metro. Se salti dentro di lì....."

Quella proposta fu adrenalina nelle vene di tutte e tre. Anche l'amica mezza addormentata si svegliò completamente. "ma sei pazza?" chiese alla amica appena rimaste sole.

"io una scopata me la farei per finire la serata. tu no?"

"con quello lì?!?"

"oh, senti: aveva detto che ci avrebbe portato nella disco più bella e in effetti era stupenda. ci ha pagato da bere. è simpatico. bello. dice che scopa come un mandrillo. Di innamorarsi neanche il più lontano pericolo... che vuoi di più?"

"a me sembra un maiale!"

"meglio no, per quello che deve fare!"

si guardarono e salendo le scale si tennero per mano. Poi prima di aprire la porta la dubbiosa disse: "ok, va bene. però lo facciamo insieme. non ti lascio da sola con quello. e poi se no, che faccio dormo nella vasca?"

si guardarono e si misero a ridere all'idea di lei nella vasca, mentre l'altra nel letto scopava.

Aperta la porta lui era già dentro.

Le amiche si guardarono ancora una volta e poi gli andarono incontro abbracciandolo in mezzo a loro.

 
 
 

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QUEL CHE C'è E QUEL CHE NON C'è

Qui ci sono storie di sesso. Non necessariamente tutte eccitanti, ma a volte sì. Non necessariamente tutte esplicite, ma a volte sì.

Qui non c'è vita vera, ma solo letteratura, ovvero vita attraverso la tastiera.

Se non vi va di leggere di questi argomenti, lasciate stare.

Se vi interessano, spero di riuscire ad essere all'altezza delle vostre attese.

 

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