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Pizzomunno con gerani rossi.

 

 
Pizzomunno

Lungo il tratto meridionale della costa viestana, ritroviamo una piccola spiaggia che deve il suo nome all’ imponente faraglione che dalle acque cristalline si erge sovrano a sorvegliare la città ed i suoi abitanti: la Spiaggia del Pizzomunno.

Qui sembra aver avuto luogo un’ interessante e fantastica vicenda che ha come protagonisti due giovani innamorati , entrambi originari di Vieste .

Pizzomunno , giovane ed attraente pescatore, e Cristalda , ragazza bellissima dai lunghissimi capelli color dell’ oro, si amavano teneramente e vivevano nella convinzione che nulla al mondo potesse intaccare un sentimento tanto forte e sincero.

Ogni sera, Cristalda scendeva in spiaggia per salutare il suo bel Pizzomunno prima che con la sua barca andasse incontro al mare aperto.

Ogni notte, in mare, Pizzomunno riceveva la visita delle sirene che cercavano di ammaliarlo con i loro canti soavi. Le regine del mare desideravano ardentemente che Pizzomunno diventasse il loro re ed amante.

Il giovane, però, non cedette mai alle avance delle sirene tentatrici , avendo già donato il suo cuore alla candida Cristalda.

I reiterati rifiuti del giovane, scatenarono la furia delle sirene .

Una sera, le sirene raggiunsero i due amanti sulla spiaggia ed aggredirono Cristalda con grande ferocia, inghiottendola nelle profondità del mare.

Pizzomunno
fu colto da un dolore devastante, talmente grande da pietrificarlo per sempre.

Il giorno seguente, i pescatori di Vieste trovarono Pizzomunno pietrificato sulla roccia che oggi porta il suo nome.

La leggenda vuole che, ogni cento anni, Cristalda riemerga dalle profondità del mare per incontrare Pizzomunno e rivivere con lui l’ emozione di una notte d’amore sulla spiaggia che li fece incontrare.

 

 

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Promontorio del Gargano

Il più delle volte si pensa che la storia antropologica ebbe inizio sul promontorio del Gargano con l'apparizione dell'Arcangelo Michele più di sedici secoli or sono quando ancora il Cristianesimo conviveva con le allora attuali religioni pagane. Ma se analizziamo le carte romane si nota che gli insediamenti sedentari sono precedenti all'apparizione dell'Arcangelo e si trovavano sulla costa e ai piedi del sontuoso monte (Ergitium ,Sipontum ,Merinum ,Teanum , ,Apulum ,Urium).
Si trovano degli insediamenti umani persino precedenti a questi ultimi, ma bisogna risalire addiritturà all'età del bronzo, tanto è vero che lungo la provinciale che collega Foggia con San Marco in Lamis, a qualche chilometro da Borgo Celano, in zona"Chiancata La Civita-Valle di Vitturo"  è stato ritrovato la necropoli più antica della intera Europa. Altre testimonianze sono date dagli insediamenti rupestri e dalla innumerevole presenza di oggetti litici e di mura megalitiche che si sono scoperti nel corso degli anni sul Gargano.
 

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Toro seduto

 

Per noi i guerrieri non sono quello che voi intendete. Il guerriero non è chi combatte, perché nessuno ha il diritto di prendersi la vita di un altro. Il guerriero per noi è chi sacrifica sé stesso per il bene degli altri. È suo compito occuparsi degli anziani, degli indifesi, di chi non può provvedere a sé stesso e soprattutto dei bambini, il futuro dell'umanità.

Toro seduto

 

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Tutto ciò che l'uomo ha imparato

Potrebbe essere un'immagine raffigurante 1 persona e il seguente testo "Tutto ciò che l'uomo ha imparato dalla storia, é che l'uomo dalla storia non ha imparato niente. Hegel"

 

Servo di Dio Don Antonio Spalatro .

 

Messaggi del 14/01/2017

Fa freddo, manca l’acqua, ma a Monte le scuole son aperte

Post n°18201 pubblicato il 14 Gennaio 2017 da forddisseche

Fa freddo, manca l’acqua, ma a Monte le scuole son aperte"Il Comune, sempre dal suo portale web, nel frattempo provvede a informare i cittadini dei disagi, delle soluzioni che sta affrontando l’AQP nel ripristinare le condutture"

Di:

Monte Sant’Angelo, 14 gennaio 2017. Come nel 1960, dove l’acqua era fornita in autobotti negli storici e più antichi quartieri di Monte, oggi si ripete l’identica azione. Gente con damigiane si reca presso un’autobotte e preleva l’acqua necessaria al fabbisogno familiare. Solo che nel ’60 la criticità era dovuta per mancanza di infrastrutture idriche, oggi è per rottura degli impianti di erogazione dell’acqua. Insomma, un ripetersi che molti Montanari over 70 rivivono e ricordano, specie chi vive nel quartiere Junno o zona Fosso, con egual necessità e diverse cause, oggi non tollerabili.

Il punto non è l’approvvigionamento dell’acqua, come detto, bensì le criticità che Monte sta vivendo in questi giorni, dopo l’ondata di freddo, gelo e neve, che ha rotto alcune tubazioni dell’acqua. Criticità che sta mettendo in ginocchio l’economia locale poiché a farne le spese sono soprattutto chi gestisce locali pubblici, negozi, attività commerciali dove l’acqua è fondamentale e scarseggia nelle loro riserve idriche, perlopiù autoclavi.

Sapete, inizialmente non volevo scrivere sul problema giacché molte testate giornalistiche locali ne hanno dato ampia e diffusa notizia, facebook compreso con molti commenti, spesso avventati e “colorati”. Ma dopo aver appreso che oggi le scuole erano aperte e le lezioni si son svolte in aule fredde e con poca e senz’acqua nei servizi scolastici, mi sento in dovere di dir la mia, informando e commentando, poiché giornalismo non è solo informazione, bensì coinvolgere la gente comunicando. Io intendo così il giornalismo, che piaccia o meno. E so anche che qualcuno, anche molto giovane, storcerà il naso. Ma per me è come acqua sotto i ponti, che scorre e va via.

Da quanto mi è stato riferito e poi appurato attraverso fonti certe, che hanno vissuto sulla loro pelle ciò che sto scrivendo, stamani a Monte le aule di alcuni plessi scolastici erano fredde. La temperatura non superava i 5 °C. E chi ha fatto lezione ha dovuto coprirsi con cappotti, cappelli, guanti e sciarpe. Rendo noto che come stabilito dal D.Lgs. 81/08 e ss.mm.ii, per i mesi estivi la temperatura dell’aria consigliata va da 24 a 27 °C e per i mesi invernali la temperatura varia da 18 a 22 °C (con lo scarto di 1 °C in entrambi i casi). Eppure ieri, 13 gennaio 2017, dal Comune di Monte Sant’Angelo, sul suo portale web, era stato diramato un comunicato che diceva esplicitamente e fedelmente “Dopo gli eventi eccezionali dovuti al maltempo e alla mancata erogazione dell’acqua, dovuta alla rottura della condotta dell’Acquedotto Pugliese, che hanno determinato la chiusura delle scuole, domani 14 gennaio si riprende il regolare svolgimento delle attività didattiche. I riscaldamenti sono in funzione da diversi giorni e l’erogazione dell’acqua, come da controlli effettuati dal personale dell’ufficio preposto, è assicurata ed è in continuo miglioramento. Tuttavia è facoltà dei Dirigenti scolastici, qualora ravvisassero la necessità, interrompere le attività didattiche

Mi chiedo e vi chiedo, ma al Comune angiolino dirigenti e affini sono presenti o si affidano sul sentito dire di gente che vorrebbe riavere qualche poltrona politicamente comoda e perciò “assicura” lo stato d’essere? Spero di no giacché un Dirigente e un Commissario, seppur Straordinario, è responsabile. O forse accade così? Attendo loro risposte pubbliche a mezzo stampa, innanzitutto perché la comunità deve sapere e poi perché “conferme” a mezzo telefonico rimangono tali. Son certo che una ragionevole spiegazione sulle aule fredde sarà data e che non si ripeterà più il disagio. Come son certo che determinate discrezionalità sull’interruzione delle attività didattiche per freddo, e perciò che minano la salute pubblica, saranno più oculate da parte di chi in primis è responsabile della salute pubblica, ovvero il Sindaco che oggi è sostituito dai tre Commissari Straordinari Prefettizi.

Tuttavia devo dare conferma di ciò che mi è stato riferito. Per esempio I termosifoni di tutta la Sede Centrale della “Giovanni XXIII”, detto da un tecnico dei termosifoni che lo ha riferito a dei docenti, non funzionano più perché, da un sopralluogo effettuato, ha verificato che si è spaccato un tubo. Mentre i termosifoni del Plesso “Montessori” non funzionano. Ed anche quelli del Plesso “Belvedere” dove, inoltre, manca ancora l’acqua. Finanche al culto Evangelico, che dipendente dalla “Giovanni XXIII”, chi vi sta dentro è al freddo. Non si hanno notizie certe sui disservizi per le medie dell’Amicarelli e Superiori ma di seguito c’è qualche informazione che ho appena ottenuto e che illustrerò. A dire del tecnico dei termosifoni ieri il Comune era stato avvisato delle criticità illustrate, problemi segnalati ieri mattina anche dagli uffici scolastici. Ma a quanto pare forse anche li fa freddo e rallenta la comunicazione. Il fatto è che stamani le scuole erano aperte e nessuno poteva andar via per freddo perché i dirigenti scolastici non davano ordinanza di interruzioni delle attività e chiusura dei plessi. Insomma tutti conservati congelati a 5°C in attesa della fine dell’orario scolastico.

Ma voglio esser più preciso, ritornando ai plessi con notizie non certe. Alla scuola “Giovanni XXIII”, stamani erano pochissimi gli alunni che hanno varcato la soglia d’ingresso, mentre i loro genitori, verificando la situazione (termosifoni spenti e temperature polari) hanno responsabilmente deciso di riportarseli a casa. Mentre presso la scuola “Tancredi”, il Dirigente, all’ingresso, avvisava i genitori che i termosifoni erano accesi, ma mancava l’acqua, tant’è che nessuno genitore ha lasciato i bambini a scuola. Diversamente alle medie dell’”Amicarelli” i termosifoni funzionavano, ma mancava l’acqua, e quei pochi alunni che sono entrati, poi sono stati prelevati, alla spicciolata, dai genitori. Alle Superiori (Palazzo degli Studi, che ospita Classico e Scienze Umane), i termosifoni funzionavano ma mancava l’acqua; pertanto il Dirigente ha avvisato ieri i genitori che gli alunni sarebbero stati autorizzati ad uscire prima da scuola.

Il tutto accede mentre si consuma l’emergenza acqua, affrontata con ritardo dagli organi competenti e informata massicciamente dai media. E se l’acqua manca, manca anche il riscaldamento giacché gli impianti di riscaldamento della popolazione dipendono da essa, dalla sua pressione. Da informazioni ricevute ad ora, 14 gennaio 2017 ore 19, manca l’acqua in molte vie di Monte: Manca su via Garibaldi, in piazza Giovanni Paolo II, in via Zuppetta e zona Cappuccini, Manca in centro, in via Bonghi, in via Carbonara e via San Giuseppe, in Corso Vittorio Emanuele II, in via Manfredi e via Sacro Cuore, e tante altre.

Il Comune, sempre dal suo portale web, nel frattempo provvede a informare i cittadini dei disagi, delle soluzioni che sta affrontando l’AQP nel ripristinare le condutture. Informa anche dei punti dove prelevare l’acqua dalle autobotti, comunicando che “Si avvisa che sono operative nei punti indicati (via Marcisi e Piazza Angelillis) le autobotti per la distribuzione di acqua potabile. Inoltre l’acquedotto pugliese ha fornito 500 sacche di acqua da consegnare a domicilio agli anziani non autosufficienti a cura della Caritas e dell’UGR27. Per informazioni e segnalazioni telefonare ai vigili urbani 0884.566208”. Mentre qualcuno, che definisco cialtrone, pubblica post sui social network che sarà lui a informare i cittadini di ciò che verrà eseguito e delle criticità in atto. Speculazione politica a danno della società civile, che ora a Monte ha bisogno di stabilità, credibilità e sicurezza a 360°C. Non mi piace questa gente che specula sulle disgrazie altrui, che cerca crediti in momenti dove dovrebbe rimboccarsi le maniche e spogliarsi di una veste auto-confezionata, che dovrebbe tacere in nome di una credibilità comune che coinvolge tutta la popolazione di Monte.

Comunque, ho illustrato i fatti, ho detto ciò che pensavo. Ora si attende solo che ritorni l’acqua e che gli ambienti delle scuole lunedì siano caldi. Esorto il Comune, nella veste dei Tre Commissari o di qualche Dirigente sempre presente e attivo, a fornire una spiegazione di ciò che è accaduto stamani. Lo dico senza polemiche poiché interagendo e collaborando si ottengono soluzioni valide per la comunità e il bene pubblico, contrariamente a chi ne fa una “campagna” ad personam. Le elezioni qui son vicine e cialtroni e parassiti proliferano.
Ciononostante e ultima cosa: sono le ore 19.20 del 14 gennaio 2017 e la situazione nelle scuole è sempre critica.

(A cura di Nico Baratta, Foggia 14.01.2017)

 
 
 

Manfredonia, Il saccheggio del Centro storico. Si inizia un’altra storia

Post n°18200 pubblicato il 14 Gennaio 2017 da forddisseche

Manfredonia, Il saccheggio del Centro storico. Si inizia un’altra storia "La forma urbana riconoscibile, lo schema originario che si prolungava pur con qualche variazione, è visibile fino a metà anni Settanta" 

 

Di:

 

 

Manfredonia. Erano sopraelevati rispetto al castello, i palazzi dei Vischi e dei Cessa, da dove gli archibugieri turchi colpivano con facilità i sipontini assediati. Dopo il Sacco furono rasi al suolo perché avevano offerto un sostegno indiretto agli aggressori. Da allora nessuna fabbrica poteva essere più alta del castello.

 

Nel 1961 fu costruito a Manfredonia il primo edificio a sei piani. In seguito saranno decine e decine, in tutto il Centro storico, le abnormi sopraelevazioni e gli edifici di sei – sette piani, spesso con la simultanea demolizione di antiche e interessanti palazzine, anche con cortili annessi. Un trend che continuò fino al 1968 e in altre forme negli Settanta. Una distruzione in nome del modernismo che Manfredonia condivide con altre città italiane.

 

La forma urbana riconoscibile, lo schema originario che si prolungava pur con qualche variazione, è visibile fino a metà anni Settanta. Le fotografie aeree del periodo evidenziano che non ci sono periferie, ma solo un bordo urbano fatto di fichi d’india e di pezzi di campagna nei pressi dell’abitato.

 

Il Centro storico disegnato da Manfredi, poi ripensato e condotto a termine da Carlo d’Angiò, ha racchiuso fino al 1900 l’intera comunità. Dal XIII secolo i cronisti e i viaggiatori hanno messo in evidenza l’assoluta novità dell’impianto, le strade “larghe, diritte, ben lastricate, pulite”. Due giudizi (riportati da Leonardo Rignanese) fanno capire quello che abbiamo perso. Keppel Craven (1779 – 1851): “La strada di accesso a Manfredonia è ampia, perfettamente diritta, a cui fanno da ala degli edifici molto belli; anzi può gareggiare con qualunque città europea…”. Gregorovius nel 1874 mette in evidenza il paesaggio meridionale, grandioso e selvaggio intorno alla città, che, a parte alcuni palazzi, si compone di “piccole case intonacate di bianco con tetti piani e logge aperte, costruite in stile arabo come le si vede nei golfi di Salerno e Napoli”.

 

A Roma Pasquino diceva: Quod non fecerunt Barbari, fecerunt Barberini. A Manfredonia tutto è avvenuto tra gli anni Sessanta e Settanta: Insediamento Anic e devastazione del Centro storico, ed è difficile dire che cosa sia stato più grave. C’entrano gli amministratori, i politici, i tecnici, i proprietari dei suoli, i costruttori… Negli anni Sessanta e Settanta un posto in commissione edilizia vale più di un assessorato. Nascono gli studi tecnici a tre: uno iscritto al PCI, uno alla DC, uno al PSI. Un periodo che vede la città crescere, una comunità che coglie positivamente le occasioni offerte per manifestare vitalità e convivialità. Tutti, però, “distratti”.

 

Perché questa corsa al Centro storico, quando si potevano costruire case moderne fuori delle mura? Perché è stata condotta questa operazione speculativa sostenuta dalla borghesia cittadina? In Piazza del popolo, ad esempio, “alcuni dignitosi palazzetti hanno lasciato il posto ad anonimi condomini di sei piani, che dominano la scena di uno dei luoghi simbolo della città” (D’Ardes). Il Centro storico è il luogo dove ci sono le rappresentanze istituzionali, si concentrano e si celebrano i riti collettivi; è il luogo simbolico di appartenenza e di identità. Questa corsa all’ostentazione ha rovinato lo spazio di tutti, che proprio per questo andava conservato e salvaguardato.

 

I sintomi di un malessere: la modernizzazione del centro“, è il capitolo finale dell’ultimo studio sul Centro storico. Un deficit di cultura? Di conoscenze e competenze?… Chissà! Un timore a prendere la parola e a contrastare il pensiero “dominante”? Un deficit quindi di “voce”? Oggi abbiamo nuovi strumenti: libri di fotografie e di analisi sociale, alcuni usciti negli ultimi anni. Gli autori: Leonardo Rignanese, Patrizia Resta, Antonello D’Ardes, Roberto Russo, Michele Di Lauro, Antonio Ferrara

 

Ormai è fatta, che possiamo farci?”- scrive un cittadino. Qualcosa possiamo fare: leggere, passeggiare per la città e sognare. Sogniamo in silenzio la città che poteva essere: la cinta muraria, l’espansione che risponde in maniera originale al disegno originario, la stessa varietà dei suoli (canaloni e cave) avrebbe potuto introdurre elementi positivi di diversità e consentire uno sviluppo urbanistico di grande originalità. Sogniamo ricuciture urbane, con la partecipazione dei residenti e l’ausilio di una architettura del rammendo, “umile e gentile”.

 

(A cura di Paolo Cascavilla – fonte futuri paralleli.it)

 
 
 

Proverbi, fumetti e ...garganicità!

Post n°18199 pubblicato il 14 Gennaio 2017 da forddisseche

Proverbi, fumetti e ...garganicità!

Fresco di stampa il simpaticissimo libro a fumetti di proverbi garganici, nato dalla instancabile ricerca di Salvatore Pupillo, appassionato di storia locale e dalla matita e colori dell'ormai garganico Marco Lepore, illustratore e sceneggiatore.

 

 

Uno dei beni considerati di maggior importanza tra quelli immateriali della nostra cultura sono proprio i proverbi e, naturalmente, ci riferiamo a quelli della tradizione popolare più genuina, proverbi e modi di dire che sono preziose testimonianze della saggezza dei nostri antenati.

Il valore di questo bene immateriale, sopravvissuto di generazione in generazione, acquista oggi uno spessore maggiore nella volontà di ricerca di due studiosi quali sono gli autori del presente volume: una bella raccolta di “Proverbi garganici a fumetti”, perché i proverbi, com’è scritto nella vignetta che apre la serie, sono il frutto della saggezza popolare!

Il merito degli autori di questa raccolta è quello di avere, da un lato catalogato e classificato una serie di proverbi che col tempo potrebbero andare dispersi nella memoria della tradizione popolare orale e dall’altro di aver illustrato, utilizzando la tecnica del fumetto, uno strumento di comunicazione visiva, quali sono le immagini, più moderno ed efficace per le nuove generazioni !

A nostro avviso, infatti, questo volume fonde la tradizione con l’oggi, salvaguardando tanti “grani di saggezza popolare” quali proverbi e modi dire, per farli conoscere in questa singolare raccolta.

Un connubio sicuramente ben riuscito tra l’autore dei testi Salvatore Pupillo, appassionato ricercatore di storie e tradizioni e quello dei fumetti, il giovanissimo Marco Lepore, affermato e creativo artista.

A questi due autori va il plauso di aver realizzato il presente volume, un vero e proprio tesoretto in cui i disegni illustrano sapientemente l’ironia delle parole; parole antiche e più nuove che si uniscono per la gioia del lettore che, come in una immaginaria macchina del tempo, attraverso lo scorrere delle pagine di questo libro, ripercorre modi di dire e situazioni in cui sicuramente, almeno una volta, si è già ritrovato.

Un tassello nuovo, quindi, questo studio di Salvatore Pupillo e Marco Lepore, in quella che è ancora, a nostro giudizio,  “la lingua viva”, ovvero il dialetto, illustrato con estro ed ironia, nel mosaico della nostra letteratura locale, un nuovo imput per il mondo culturale garganico e di tutta la Capitanata, che coniuga l’antico andante:

Il promontorio garganico, nel campo delle tradizioni popolari affonda le sue radici nel Seicento, epoca in cui si ha già notizia della presenza di alcuni poeti dialettali, come i fratelli Nobiletti di Ischitella, seguiti dai fermenti culturali della settecentesca Accademia degli Eccitati, sorta in Vico del Gargano sotto l’impulso di monsignor Domenico Arcaroli ed altri benemeriti fautori e poi ancora, come dimenticare gli studi del Tancredi e le raccolte di rime e proverbi garganici trascritte dal Marchianò all’inizio del secolo scorso ed ecco oggi, questo piccolo volume che raccoglie il testimone della cultura garganica in una nuova luce, ricca di ironia, per non dimenticare la saggezza popolare dei nostri padri e per farci sorridere ancora sulle debolezze e gioie della nostra vita quotidiana !

Carmine de Leo

 

 

La passione nel raccogliere i proverbi, è legata ai ricordi d’infanzia, in quanto mio padre Nicola, “uomo di discreta cultura per il suo tempo” usava spesso mettere in risalto, con un proverbio, un avvenimento di particolare importanza, che coinvolgeva un membro della famiglia. Così  il proverbio racchiudeva in sé, una lezione di vita vissuta, al quale si doveva far riferimento nei comportamenti giornalieri e futuri.

Spero che i proverbi, insieme ad altri aspetti di vita passata, che per tanti anni sono stati totalmente dimenticati, vengano riscoperti e valorizzati, poiché la globalizzazione, mette a rischio tutte le diversità culturali, linguistiche, sociali, anche, religiose, morali che tanti danno lustro alle nostre piccole comunità.

L’amico Marco ha voluto in questa piccola raccolta di proverbi renderne più immediata la lettura associando al proverbio scritto una illustrazione. Ne esce un connubio vincente, in quanto il disegno realizzato a mio parere, in modo professionale e simpatico, rendendo molto bene il senso.

I proverbi sono scritti in dialetto vichese, che è di non facile scrittura, poiché se pur ci saranno delle regole grammaticali precise, io al momento non le conosco tutte. Non posso certificare l’autenticità vichese dei proverbi poiché tanti proverbi, anche se con sfumature diverse, venivano usati in tanti paesi del Gargano, quindi questa piccola raccolta , estratta da una molto ampia di 800 proverbi pur se scritta in dialetto rigorosamente vichese è rivolta usando anche l’immagine ai lettori garganici ed oltre.

La sequenza proverbiale, non ha uno schema tematico ma libero e segue in linea di massima l’ordine temporale di acquisizione da parte degli autori.                   

 

 

 
 
 

Fr. Francesco Colacelli Cavaliere al merito della Repubblica Italiana "

Post n°18198 pubblicato il 14 Gennaio 2017 da forddisseche

Fr. Francesco Colacelli Cavaliere al merito della Repubblica Italiana "Ha ricevuto la comunicazione di nomina direttamente dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri" 

 

Di:

 
 

FR. FRANCESCO COLACELLI INSIGNITO DELL’ONOREFICENZA DI CAVALIERE AL MERITO DELLA REPUBBLICA ITALIANA

 

Il frate, attualmente Ministro Provinciale dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini della Provincia Religiosa di Sant’Angelo e Padre Pio e Presidente della Fondazione Centri di Riabilitazione Padre Pio Onlus di San Giovanni Rotondo, ha ricevuto la comunicazione di nomina direttamente dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri. A giorni sarà resa nota la data della cerimonia di conferimento, che si terrà direttamente a Palazzo Chigi.

 

Fr. Francesco ha dedicato la sua esistenza seguendo l’esempio di san Francesco d’Assisi e vivendo secondo le Costituzioni dei Frati Minori Cappuccini. La sua mission però si è arricchita strada facendo e, nel segno di san Pio da Pietrelcina, fr. Francesco ha messo sempre al “centro” i più bisognosi gente comune, pellegrini, malati e diversamente abili. Nei luoghi di culto, attraverso la radio e la TV ha diffuso la Parola di Dio; si è servito delle strutture sanitarie per assistere i malati, i feriti di guerra, per offrire una speranza in più ai diversamente abili; la sua esperienza di prossimità alle situazioni di indigenza lo hanno indotto a realizzare quel magnifico sogno, idealmente “donato” a Papa Francesco in occasione dell’ostensione delle reliquie del corpo di San Pio in Vaticano durante il Giubileo della Misericordia, denominato “’Casa papa Francesco. Padre Pio per le famiglie dei migranti”. È stata realizzata a San Giovanni Rotondo e offrirà ospitalità a quattro famiglie di profughi senza fissa dimora che ne avranno bisogno.

 

Oggi, a distanza di due mesi dall’importante riconoscimento istituzionale con la presenza presso la Struttura riabilitativa d’eccellenza “Gli Angeli di Padre Pio” dei Frati Minori Cappuccini del Ministro della Salute Beatrice Lorenzin, ne arriva un altro, questa volta personale ma, chiaramente condivisibile con tutti coloro che collaborano con fr. Francesco per aiutarlo nel suo percorso di vita di frate minore cappuccino.

 

BREVE CURRICULUM STUDIORUM E VITAE
Francesco D. Colacelli, nasce il 10 dicembre 1965 a Isernia e fin da piccolo frequenta il locale Convento dei Frati Minori Cappuccini, entrando a far parte anche della Gioventù Francescana. Fa la sua prima esperienza claustrale a San Marco la Catola (FG), dove Padre Pio dimorò negli anni 1905, 1906 e 1918. Dopo questo primo anno di “accoglienza”, nel 1986 si trasferisce a Campobasso come postulante. Pochi mesi dopo, nello stesso anno, entra nel noviziato ad Arienzo (CE). Torna a Campobasso per il triennio del post-noviziato. Nel 1990 fr. Francesco si sposta a Napoli per frequentare la Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale, sezione di Capodimonte. Nell’anno 1992-1993 diventa allievo dello Studio Teologico Interreligioso Pugliese, che ha sede presso il convento cappuccino di Santa Fara, a Bari. Il 2 luglio 1994 è ordinato sacerdote nella chiesa conventuale di Isernia dal Vescovo diocesano, Mons. Andrea Gemma. Fin dal 1987, quando era ancora post-novizio, fr. Francesco ha fondato una piccola radio libera legata al Convento di Campobasso, “Radio Tau” (che poi si sarebbe evoluta nell’attuale Padre Pio Tv (canale 145 del digitale terrestre, seguita in tutto il mondo), di cui mantiene la responsabilità. Dopo l’ordinazione prosegue gli studi frequentando a Roma, presso i Padri Paolini, master e corsi di specializzazione sulla comunicazione e sui mass-media. Rientrato nella sua Provincia religiosa, nel 1995 è nominato segretario dall’allora ministro provinciale, fr. Mariano Di Vito, e confermato anche per gran parte del mandato del successivo provinciale, fr. Paolo Maria Cuvino. Con questo incarico diventa il pilastro organizzativo della Beatificazione (1999) e della Canonizzazione (2002) di Padre Pio. Dopo il 16 giugno 2002, quando cessa l’attività della Postulazione e fr. Gerardo Di Flumeri lascia ogni incarico per motivi di salute, fr. Francesco, già iscritto all’albo dei giornalisti e presidente di “Tele Radio Padre Pio”, viene nominato direttore della rivista “Voce di Padre Pio”. In questo periodo progetta e realizza la costituzione della Fondazione Voce di Padre Pio, di cui diventa presidente e nella quale confluiscono l’emittente televisiva e il mensile. La stessa Fondazione, inoltre, controlla la società “Edizioni Padre Pio da Pietrelcina”, specializzata nella pubblicazione di libri religiosi. Dal 2004 e per due mandati fr. Francesco è definitore provinciale e, il 22 aprile 2010, viene eletto per la prima volta ministro provinciale, per poi essere nominato presidente della Conferenza Italiana dei Ministri Provinciali Cappuccini (dal 24 ottobre 2012), incarico che ricopre tuttora. Dal primo marzo 2013 al 21 marzo 2014 è presidente di turno dell’Unione dei Ministri Provinciali delle Famiglie Francescane d’Italia. Da giugno 2010, inoltre, assume anche la carica di Presidente della Fondazione Centri di Riabilitazione Padre Pio Onlus, una struttura riabilitativa sanitaria privata d’eccellenza, accreditata con il SSN, che porta in pochi anni ad essere una delle realtà riabilitative migliori al mondo. Fr. Francesco, infatti, la dota delle migliori tecnologie ed dei migliori professionisti presenti sul mercato, intesse relazioni , ad ogni livello, con il mondo accademico ed istituzionale, arrivando a svolgere attività di benchmarking in tutto il mondo per portare la Fondazione Centri di Riabilitazione Padre Pio Onlus ad essere tra le prime a livello nazionale ed internazionale sia come offerta prestazionale che come confort alberghiero.

 

Tutto questo con l’unico scopo di rispondere con tutte le sue forze alla mission affidatagli dall’Ordine di appartenenza nel segno di san Pio da Pietrelcina: carità e amorevole percorso assistenziale, umano e religioso, nei confronti dei più bisognosi, con un’attenzione particolare anche alle loro famiglie, tanto da ottenere la riduzione dei cosiddetti “viaggi della speranza” scegliendo per la struttura sanitaria le tecnologie e i professionisti che da gran parte dell’Italia i pazienti cercano all’estero. Ma questa mission non porta vantaggi solo al territorio, ma anche a quei popoli che vivono le atrocità della guerra, mettendo a disposizione dei feriti bellici, prima libici e poi anche ucraini, tutto quello che è a disposizione dei cittadini italiani, nel segno della solidarietà e e della carità cristiana, ottenendo attestati di approvazione da parte del Ministero della Salute italiano e anche di questi altri Stati interessati. Ogni donazione, ogni lascito, ogni piccola goccia che arriva nelle casse della Fondazione, fr. Francesco le utilizza per la dotazione tecnologica, strumentale ed organizzativa della struttura sanitaria riabilitativa, che si regge anche su questo sostegno e sulla buona volontà di chi ha a cuore questa missione. Investimenti per attrezzature uniche in Italia messe a disposizione dei bisognosi, molto spesso in forma gratuita a prescindere dall’entità delle risorse utilizzate, per alleviare le loro sofferenze e quelle dei loro familiari. L’8 maggio 2013, intanto, è riconfermato ministro provinciale, nell’ambito del CXXVII Capitolo Provinciale ordinario e successivamente anche Presidente della Fondazione Centri di Riabilitazione Padre Pio Onlus, incarichi che ricopre tutt’ora.

 
 
 

Il ministro Lorenzin: “i vaccini saranno gratis e senza pagamento ticket.

Post n°18197 pubblicato il 14 Gennaio 2017 da forddisseche

Il ministro Lorenzin: “i vaccini saranno gratis e senza pagamento ticket. Per l'aggiornamento dei Livelli essenziali di assistenza non bisognerà attendere altri 15 anni". 

 
Il ministro Lorenzin: “i vaccini saranno gratis e senza pagamento ticket. Per l'aggiornamento dei Livelli essenziali di assistenza non bisognerà attendere altri 15 anni".
 
 

“Con il nuovo piano nazionale vaccini, collegato ai nuovi Livelli essenziali di assistenza (Lea), il cui decreto è stato firmato dal premier Paolo Gentiloni, i vaccini saranno gratis per tutti e senza pagamento del ticket, perchè i vaccini non sono da considerarsi una cura ma attengono alla prevenzione collettiva della popolazione”. Lo ha affermato all’ANSA il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin. Tra le vaccinazioni che saranno gratuite, l’anti-Pneumococco, anti-Meningococco, Papillomavirus anche agli adolescenti maschi, vaccino anti-influenzale per gli anziani over-65. “Per l’aggiornamento dei Livelli essenziali di assistenza non bisognerà attendere altri 15 anni”, ha sottolineato Lorenzin, ricordando come sia stata infatti costituita la Commissione nazionale per l’aggiornamento dei Lea.
(ansa)

 
 
 

Confcommercio Vieste - NUOVO CORSO ABILITANTE PER LA SOMMINISTRAZIONE E VENDITA DI PRODOTTI ALIMENTARI (EX R.E.C.)

Post n°18196 pubblicato il 14 Gennaio 2017 da forddisseche

Confcommercio Vieste - NUOVO CORSO ABILITANTE PER LA SOMMINISTRAZIONE E VENDITA DI PRODOTTI ALIMENTARI (EX R.E.C.) 

 
Confcommercio Vieste - NUOVO CORSO ABILITANTE PER LA SOMMINISTRAZIONE E VENDITA DI PRODOTTI ALIMENTARI (EX R.E.C.)
 
 

Sono aperte le iscrizioni presso la sede Confcommercio di Vieste (in via Cavour 12) per il corso abilitante per l’esercizio di attività di commercio nel settore merceologico alimentare. Il corso è rivolto a chi intende aprire un’attività finalizzata alla somministrazione e vendita di alimenti e bevande e non possiede i requisiti professionali richiesti dalla normativa vigente. Per informazioni rivolgersi a Confcommercio Vieste 0884/706193.

 
 
 

Tregua finita, sul Gargano è ripreso a nevicare

Post n°18195 pubblicato il 14 Gennaio 2017 da forddisseche

Tregua finita, sul Gargano è ripreso a nevicare 

 
Tregua finita, sul Gargano è ripreso a nevicare
 
 

Dopo pioggia e nebbia e temperature quasi primaverili registrate nella giornata di ieri, sul Gargano da alcuni minuti è ripreso a nevicare imbiancando le località montane del Promontorio da Rignano Garganico a San Marco in Lamis, a San Giovanni Rotondo e Monte Sant'Angelo. Al momento nessun disagio, ma nevica con insistenza e la situazione potrebbe peggiorare ulteriormente. A San Giovanni Rotondo gli studenti di tutte le scuole sono tornati a casa anzitempo. Il coordinamento provinciale della Protezione civile continua a monitorare l'intera zona. Splende il sole, invece, nel resto della provincia e anche sui Monti dauni dove l'aria umida di ieri ha praticamente sciolto la neve caduta nei giorni scorsi. Ma le previsioni non sono buone per le prossime ore: torna il gelo, questa volta spinto da un impulso proveniente dalla Groenlandia che porterà neve e ghiaccio già dalla giornata di domani e per almeno altri 4-5 giorni. Ma questa volta nevicherà solo a quote collinari e in montagna, non ci dovrebbero essere precipitazioni nevose sulla costa come qualche giorno fa.

 
 
 
 
 

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