Post n°19219 pubblicato il
28 Maggio 2017 da
forddisseche
Z CaloccIn numerose circostanze ci siamo trovato ad ascoltare le sue considerazioni sui nostri politici dell’epoca, parliamo degli anni ‘60/’70, che lui divideva in quattro grandi categorie: -Nella prima vi erano quelli CAPACI E ONESTI
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Di: Redazione
Manfredonia. Qualche giorno fa, Corrado Augias ha ospitato nella sua trasmissione culturale “Quante storie”, che va in onda su RAI TRE tutti i giorni alle 12,45 circa, il professor Maurizio Viroli, emerito di Teoria politica alla prestigiosissima università di Princeton, dove, è noto, ha insegnato anche Albert Einstein.
Verso la fine della interessantissima conversazione, ove veniva presentato l’ultimo libro del professor Viroli.
“L’autunno della Repubblica”, ed. Laterza, sul declino della classe politica italiana e, sostanzialmente, del nostro paese tutto, l’autore con molta passione ha voluto riferirsi all’Italia richiamandola “patria”, rievocando un appellativo, oggi in disuso, ma molto in auge alcuni decenni fa.
Subito dopo, rispondendo ad una domanda sulla classe politica attuale, ha tenuto a puntualizzare, fra l’altro, che egli preferiva un politico INCAPACE ED ONESTO ad un politico CAPACE E DISONESTO.
Ci siamo guardati in faccia ed abbiamo nominato nostro zio Michele, che noi chiamavamo affettuosamente z calucc, riferimento della nostra prima gioventù e di tutto il vicinato. Elargiva saggezza a tutti quelli che lo interpellavano. Ma a differenza di don Ersilio Miccio, grande personaggio del film “L’oro di Napoli”, che assicurava le sue prestazioni a pagamento, z calocc non si faceva pagare, si prestava con tutti gratuitamente.
Z calocc non sarebbe stato d’accordo ci siamo detti all’unisono, aveva un concetto dei politici diametralmente opposto. Per lui, di un politico, l’incapacità è un difetto molto più grave della disonestà.
In numerose circostanze ci siamo trovato ad ascoltare le sue considerazioni sui nostri politici dell’epoca, parliamo degli anni ‘60/’70, che lui divideva in quattro grandi categorie:
-Nella prima vi erano quelli CAPACI E ONESTI.
Sosteneva che gli appartenenti a questa categoria, per quanto rari, si sono visti anche in Italia. Però riuscivano ad ottenere poco. Erano ostacolati da “tanta ftint” (tanti fetenti), come diceva, meno bravi e meno onesti , e generalmente quel poco che realizzavano lo ottenevano con grande fatica;
-Nella seconda categoria ci faceva rientrare i politici CAPACI E DISONESTI.
Anche questi erano pochi. Però riuscivano ad ottenere di più dei primi, perché mettevano a frutto la loro abilità e quando non potevano far valere le loro capacità facevano appello alla mancanza di scrupoli, alla conoscenza delle cose e degli uomini, buoni e cattivi.
-Poi vi erano gli INCAPACI E DISONESTI.
Questi nelle sue congetture erano la stragrande maggioranza dei componenti della classe politica. Per quanto inconcludenti e non all’altezza del compito anche costoro riuscivano ad ottenere qualcosa. Nel torbido del sottobosco politico anche loro riuscivano a portare qualche cosa a casa.
-In ultimo vi metteva gli INCAPACI ED ONESTI.
Di costoro, meno dei precedenti ma comunque numerosi, Z calocc era tranciante,”nn so bun né p lor e né p l’at” (non sono buoni né per loro stessi e né per gli altri) diceva. Erano incapaci e quindi per definizione non riuscivano a fare nulla. Ma poi, a differenza degli altri, quando c’era da sporcarsi le mani si tiravano sempre indietro, perché onesti.
La politica è difficile, concludeva con enfasi.
C.& C.
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