respiro di frequente
un'aria sottile tra il sarcasmo e l'anacronismo.« multimedia | widgets » |
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aspetta che faccio una poesia.bisogna prima immaginare qualcosa di lento come l’autunno, un treno.tipo una stazione in autunno. può andare. qualcosa deve però accadere in una stazione d’autunno. facciamo che s’ammazza qualcuno. un vecchio,un pensionato. I pensionati son patetici e fanno poesia. un pensionato che prima di ammazzarsi legge un giornale. anche i giornali sono patetici perché li butti subito dopo. e facciamo che s’ammazza,sì,il suicidio mi sembra una buona stupidaggine da inserire in una poesia. Ecco ci siamo. poi ci vuole un tocco improvviso di modernità tipo una lattina che rotola o un manifesto strappato o un capostazione ubriaco. vediamo. e non dimentichiamo qualche assonanza un po’forzata ed almeno una parola volgare che fa tanto beat generation che, non si sa perché,deve ancora tramontare. spero tramonti presto. ah e,mi raccomando,andiamo spesso immotivatamente a capo!
poesia
Certe foglie cadono via come la vita
in certe stazioni di certi paesi
Certe foglie cadono lente sui binari,
sulle linee morte in certe profonde attese.
Immobile a leggere, leggersi dentro un uomo
con dentro tutto un mondo mobile
Cappello abbassato su una fronte rugosa che ha
solcato il mare e che adesso attende
l’occasione di un ultimo tuffo sensazionale.
Arriva il treno,l’ultima corsa:unico spettatore
un barattolo che rotola tra i piedi
di una panchina riscaldata
dal culo ubriaco di un capostazione.
Visto che forse non è evidente che il tizio si è lanciato sotto il treno, la intitoliamo o “l’ultima corsa” se si pensa che il pubblico sia arguto o altrimenti andrà benissimo “il suicidio”.
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Inviato da: cassetta2
il 14/08/2024 alle 11:50
Inviato da: Marion20
il 23/09/2023 alle 21:00
Inviato da: cassetta2
il 09/08/2023 alle 10:49
Inviato da: OsservatoreSaggio
il 05/11/2021 alle 09:55
Inviato da: arinklang
il 10/04/2021 alle 02:29