Giornalista per caso
Articoli e pensieri sparsi di una mente libera...magari poco efficiente...ma libera...ho aperto questo blog per creare un contatto con chi mi legge su Il Messaggero e Tuttosport...qui trovate i miei articoli...scrivo di calcio...e sport in generale...non prendiamoci quindi troppo sul serio... P.S. Mi trovate anche su Twitter: https://twitter.com/stecar74
Creato da stefano.carina il 01/05/2009Cerca in questo Blog
Tag
Ultimi commenti
Menu
Area personale
Post n°1142 pubblicato il 12 Marzo 2014 da stefano.carina
ROMA Non rimarrà alla storia come il leggendario pernacchio di Eduardo de Filippo, alias Don Ersilio nel film a episodi «L’oro di Napoli», ma il gesto di De Laurentiis dopo il gol siglato da Callejon alla Roma ha certamente fatto discutere. Domenica scorsa, il presidente partenopeo alla rete dello spagnolo, si alza in piedi in tribuna. Pugno semichiuso davanti alla bocca a fare da cassa per far risuonare lo sberleffo. Apriti cielo: il web è letteralmente impazzito. Da un lato i tifosi partenopei, scatenati negli osanna presidenziali («Quella pernacchia era giusta!», «Grande presidente»), dall’altro quelli romanisti («Vergogna») che non hanno digerito la presa in giro. Una situazione che come spesso accade nei social forum, rischiava di degenerare. Pronto allora l’intervento a spiegare quanto accaduto: «Molti, soprattutto tifosi della Roma, mi rimproverano di aver fatto un pernacchio verso i romanisti allo stadio. È un fraintendimento. Sto solo urlando olè a Callejon». Il presidente azzurro ne aveva parlato già qualche ora prima al programma radiofonico Napospia: «Pernacchia? Innanzitutto quel gesto non si chiama pernacchia ma il pernacchio. Ma quello lì era un classico olè per Callejon. Altrimenti se avessi voluto fare il pernacchio avrei messo la mano in un altro modo». Curiosità vuole che lo stesso De Laurentiis nel 2006 ha finanziato con la sua Filmauro il restauro de «L’oro di Napoli», spiegando come «tutti gli episodi sono belli ma io adoro quello con il pernacchio di Eduardo. Una fortissima risposta alle prepotenze, un simbolo che ha condizionato la mia infanzia, visto che a scuola mi esibivo in pernacchioni che mi hanno procurato più di una punizione». Stavolta, quindi, è andata in modo diverso. Anche perché come direbbe Eduardo: «Figlio mio, c’è pernacchio e pernacchio». STE CAR ARTICOLO PUBBLICATO SUL MESSAGGERO L'11-03-14 |
Post n°1140 pubblicato il 14 Febbraio 2014 da stefano.carina
ROMA. Premessa d'obbligo: non è una sconfitta, seppur amara (eliminazione dalla coppa Italia) che può cambiare il giudizio sulla buona/ottima stagione della Roma e di Garcia. Squadra ricostruita abilmente dopo un flop lungo due anni (e forse più), gioco armonioso e divertente, miglior difesa in Italia e secondo posto in classifica. 10 GIORNI DA DIMENTICARE Fatto sta che nell'ultimo periodo qualcosa nella gestione tecnica non ha convinto del tutto. Era la prima volta che i giallorossi si sottoponevano ad un tour de force con impegni ravvicinati di livello (mercoledì-domenica) che hanno dimostrato di digerire a fatica. Alcune decisioni di Garcia, poi, hanno contribuito ad alimentare un po' d'incertezze. L'ex Lille, infatti, aveva sinora caratterizzato la sua esperienza romana su due direttive: 1) semplicità nelle scelte tecnico-tattiche 2) serenità che è riuscito a trasmettere al gruppo e all'ambiente. In questi ultimi 10 giorni entrambe sono venute meno. Partiamo dalle scelte: quella di prediligere il diffidato Nainggolan nella gara d'andata in coppa (il belga è stato poi ammonito e ha saltato il ritorno) a Pjanic, e di non aver risparmiato il bosniaco (sofferente per un problema al ginocchio) domenica scorsa nel derby, pur sapendo che il belga mercoledì sarebbe stato squalificato, ha certamente sorpreso. Non solo tifosi e critica ma anche all'interno di Trigoria. Nella gara con la Lazio, poi, con la squadra biancoceleste dedita esclusivamente alla difesa, Garcia ha preferito Florenzi a Ljajic e Totti a Destro, quando i 90 minuti diranno che la fantasia dell'ex viola e l'uomo d'area, sarebbero serviti sicuramente prima degli scarsi dieci minuti concessi ad entrambi nel finale. Tre giorni dopo a Napoli, invece, quando il 3-2 dell'Olimpico avrebbe permesso ai giallorossi una gara d'attesa, il tecnico ha stravolto l'assetto, proponendo una squadra sbilanciatissima: fuori Totti e Florenzi - utile nel lanciare negli spazi Gervinho, il primo, e dare maggior copertura, il secondo - dentro Ljajic e Destro con l'ivoriano sulla stessa fascia di Bastos (che ha dimostrato non avere il passo del terzino almeno nelle gare che contano). Altro quesito riguarda la marcatura sui calci piazzati: Benatia e Castan, i due saltatori più forti della Roma, sono andati sempre sui dirimpettai Albiol e Fernandez (0 gol all'attivo sinora sui corner in stagione) lasciando al malcapitato Torosidis il compito di marcare Higuain. Gli effetti si sono visti. GARCIA NERVOSO Elencate le questioni tecniche - opinabili e confutabili sia chiaro - su una cosa c'è poco da discutere: la metamorfosi del tecnico (che ieri ha parlato con la squadra mostrando il video della gara col Napoli). In questi ultimi giorni Garcia è apparso stranamente nervoso: ha riacceso a scoppio ritardato (6 giorni dopo) una polemica per la quale Reja aveva chiesto più volte scusa pubblicamente (e in privato a Trigoria); ha parlato di atteggiamento intimidatorio della Lazio nel derby, sinceramente non riscontrato; si è appellato agli arbitri; ha rimarcato come avesse battuto 2 volte Benitez segnandogli 5 gol. Atteggiamenti nuovi per un uomo che dal suo arrivo a Trigoria aveva fatto dell'ironia e della pacatezza le sue armi migliori. Detto questo, quella di Napoli è una sconfitta che, sommata a quella con la Juventus, certifica altre due cose: 1) a gennaio un terzino si poteva/doveva prendere 2) nelle partite con le big serve il top player (che Destro ancora non è), del quale invece in serie A, torneo tecnicamente sempre più in declino, si può fare anche a meno nella maggior parte delle gare (se ci si può avvalere della tecnica dei vari Totti, Ljajic, Strootman e Pjanic). Indicazioni preziose in ottica Champions quando l'Higuain di turno, sarà presente almeno in una decina di club, considerando i vari Suarez, Ibrahimovic, Tevez, Lewandoski, Aguero, Messi, Ronaldo, Falcao...STE CAR ARTICOLO PUBBLICATO SU TUTTOSPORT IL 13-02-14 |
Post n°1139 pubblicato il 23 Novembre 2013 da stefano.carina
ROMA. Ancora devono arrivare e già sono avvistati ovunque. E' bastato che ieri Gao Hongbo, ex allenatore della nazionale cinese (accompagnato dal traduttore) oltrepassasse la soglia del centro sportivo Fulvio Bernardini per far scattare il tam-tam mediatico e non solo. Anche all'interno di Trigoria, più di qualche calciatore si è domandato tra il sorpreso e il divertito se Chen Feng, numero uno dell'Hna Group interessato a rilevare quote del club giallorosso, fosse già arrivato a Roma. Svelato l'arcano - con Gao Hongbo che ha avuto modo di assistere all'allenamento dei giallorossi e di conoscere Totti e Garcia (oggi probabilmente presente all'impegno dell'Italrugby contro l'Argentina insieme a De Rossi) - la sostanza non cambia. Tuttavia qualcosa di nuovo sulla possibile entrata di soci cinesi nella Roma c'è da registrare. ARTICOLO PUBBLICATO SU TUTTOSPORT IL 23-11-13 |
ROMA Un’altra pallonata in tribuna, seguita poi dall’uscita dal campo di gioco. Forse meno eclatante rispetto a quella di Boateng a gennaio contro la Pro Patria ma solamente perché chi lo ha fatto stavolta, Costant, non è famoso quanto il ghanese. O forse perché in un paese dove il vicepresidente del Senato si permette di dare dell’orango a un ministro della Repubblica, anche l’ennesimo episodio - che ha visto un calciatore di colore ricevere gli odiosi «uh uh uh» razzisti - inizia paradossalmente ad esser considerato una prassi da stadio. Magari fastidiosa, che ha fatto aprire l’ennesimo fascicolo da parte della Figc (ma quando indagherà Palazzi, con i processi sul calcio scommesse entrati nel vivo?), con la quale però ci si può anche convivere. IL SILENZIO DEI COMPAGNI
ARTICOLO PUBBLICATO SUL MESSAGGERO IL 25-07-2013 |
Post n°1137 pubblicato il 23 Luglio 2013 da stefano.carina
ROMA De Sanctis, un altro rinvio. Sembrava non dovessero esserci ulteriori problemi per l'arrivo del portiere a Roma dopo che nelle ultime 48 ore De Laurentiis aveva già rallentato il suo approdo a Trigoria. E invece ieri l’abruzzese ha annullato il volo aereo prenotato per questa mattina. Non è la prima volta che accade. Sabato pomeriggio, infatti, Morgan era convinto di poter raggiungere il ritiro di Riscone di Brunico, distante un paio d’ore di automobile da Dimaro, quartier generale del Napoli in queste settimane. Ma non aveva fatto i conti con il presidente azzurro che prima di concedere il via libera, sta trattando con lui gli importi relativi allo stipendio di giugno e ai premi maturati durante l’ultima stagione. Ieri sera le divergenze non erano ancora state appianate anche se il pessimismo del pomeriggio ha lasciato spazio alla possibilità di un’intesa a metà strada in giornata. Se verrà confermato l’accordo e a questo si aggiungerà la firma di Reina con il Napoli, De Sanctis potrebbe arrivare a Roma in serata. Altrimenti, sarà l’ennesimo slittamento, con il portiere pronto a fare la voce grossa pur di essere liberato. ARTICOLO PUBBLICATO SUL MESSAGGERO IL 23-07-13 |
ROMA Emiliano Mondonico è uno dei pochi sportivi che ha vissuto il dramma personale di Tito Vilanova. Guidava l’Albinoleffe quando nel gennaio del 2011 gli venne diagnosticato un tumore all’addome. Operato, tornò in panchina dopo una ventina di giorni, salvò la squadra orobica ai playout e si fermò a giugno per un nuovo intervento. Mondonico, ci racconta la sua storia personale? Nessuno come lei può capire il dramma che sta vivendo in questo momento Vilanova. Quando si è sentito finalmente guarito? Ora è in pensione? ARTICOLO PUBBLZiCATO IL 20-07-13 SU IL MESSAGGERO |
Post n°1135 pubblicato il 17 Luglio 2013 da stefano.carina
ROMA Inizierà mercoledì 24 luglio, alle 10.30 (e proseguirà il giorno seguente) il dibattimento che vedrà coinvolti davanti alla Commissione Disciplinare della Figc, presieduta dall’avvocato Sergio Artico, la Lazio e Stefano Mauri. Oltre al capitano e al club biancoceleste sono coinvolti altri 7 tesserati (Milanetto, Cassano, Gervasoni, Zamperini, Benassi, Ferrario e Rosati) e 2 club (Genoa e Lecce), deferiti dalla Procura Federale rispettivamente per illecito sportivo e a titolo di responsabilità oggettiva. ARTICOLO PUBBLICATO SUL MESSAGGERO IL 17-07-13 |
ROMA La leggenda narra che i suoi genitori avrebbero voluto chiamarlo Michael Douglas in onore del famoso attore statunitense. Tuttavia a causa di un errore avvenuto all'anagrafe, venne registrato come Maicon Douglas Sisenando. La vita del nuovo terzino destro della Roma potrebbe essere comunque la trama di un film. Oltre alla favola del bambino che sfonda nel calcio, il brasiliano era un centrocampista ma il padre gli consigliò di diventare un terzino. Ma c’è di più: quando arrivò al Monaco nel 2004, visto che nessuno dei compagni di squadra voleva per superstizione il numero 13 di maglia, lui lo scelse per sfida: «Datemi quella maglia e vi faccio vedere quanto conta un numero». Approdato in Italia è diventato il terzino più forte del mondo scalando le vette del successo con il triplete interista. Poi l’oblio, dovuto anche agli infortuni, sfociato nell’ultima anonima stagione in Premier. Ora per il gran finale, Maicon ha scelto la Roma. LA GIORNATA Occhiali scuri, maglietta nera e cappellino chiaro, l'esterno brasiliano è sbarcato nella capitale alle 6,40 di ieri mattina, accolto da una ventina di tifosi. Si è fermato per qualche foto, ha firmato autografi (ad un giapponese euforico addirittura sul portafogli), ed è poi salito sull’automobile che lo ha portato in hotel, lasciandosi scappare solo due parole: «Sono contento». In tarda mattina ha svolto la prima parte delle visite mediche al policlinico Gemelli dove nel reparto di medicina dello sport si è incrociato con Andrea Bargnani, da poco trasferitosi ai New York Knicks. Poi, la seconda parte dei controlli al Campus Bio Medico a Trigoria. Ha firmato un biennale da 3 milioni. Questa mattina è atteso in ritiro. SCETTICISMO E CURIOSITÀ In città il suo arrivo è stato accolto con curiosità ma con altrettanto scetticismo. Sul valore tecnico del calciatore non si discute: il problema è che dal triplete interista (2010) Maicon è sparito. Nell’ultima stagione ha racimolato appena 9 presenze (di cui 4 da titolare) con il Manchester City di Mancini. Trentadue anni il prossimo 26 luglio, nel post-Cafu è stato per almeno 3-4 anni il più forte terzino destro del mondo. In carriera ha vinto molto: 8 scudetti e 2 coppe Italia, una coppa del Brasile, tre supercoppe italiane, una Champions, una coppa del Mondo per club, due coppe America e altrettante Confederation Cup. Manca il Mondiale, proprio uno dei motivi per i quali Maicon ha scelto la Roma. Il ct Scolari lo ammira ma ne ha perso le tracce. Non è l’unico. STE CAR ARTICOLO PUBBLICATO SUL MESSAGGERO IL 16-07-13 |
ROMA. C'era una volta la Roma dei giovani. Quella che all'alba dell'avventura americana faceva dire al d.s. Sabatini «se volevate calciatori affermati, io non servo. Sono qui per scoprire talenti e farli diventare giocatori importanti». Quella che appena insediata, investiva 20 milioni per il 19enne Lamela, 12 per Pjanic (all'epoca 21enne), 3 per il prestito del 22enne Kjaer, coetaneo di José Angel, rilevato per 5 milioni dallo Sporting Gijon; che a febbraio del 2012 schierava contro il Catania un attacco formato da tre ragazzini (Borini, 20 anni, Lamela 19, Piscitella 18) e che voleva che i prodotti del vivaio potessero fare su e giù tra Primavera e prima squadra. Oltre al già citato Piscitella, all'epoca Luis Enrique aveva aggregato Viviani (classe '92), Verre, centrocampista offensivo nato l'11 gennaio del '94, in attesa di vedere due giovanissimi che Sabatini aveva acquistato a gennaio 2012: l'uruguaiano Nico Lopez, anche lui del '93, e Alexis Ferrante, addirittura del '95. Anche con Zeman il trend non era cambiato: Marquinhos titolare al posto di Burdisso, l'esordio dell'appena maggiorenne Romagnoli, la consacrazione di Lamela e il tentativo - dopo le incomprensioni iniziali e prima dell'infortunio al ginocchio - di affermazione di Destro, pagato 16 milioni. CAMBIO DI ROTTA Questa Roma non c'è più. Si è spenta sotto i colpi di due anni tremendi di flop a ripetizione che hanno fatto alzare bandiera bianca in anticipo al d.g. Baldini. Per carità, anche in questa sessione estiva sono arrivati (Jedvai, Skorupski) e arriveranno (Strootman) certamente giovani talentuosi ma quando decidi di privarti del gioiello di famiglia, il 19enne Marquinhos (seppur a fronte di un'offerta indecente), inserisci i tuoi ragazzi in ogni trattativa che porti avanti per abbassare i prezzi dei cartellini, tratti Gilardino (31anni e con rendimento in calando, 12-6-13 reti nelle ultime 3 stagioni, rispetto ai primi anni: 23-24-17-19) e rinnovi per tre anni il contratto al 35enne Lobont, è un chiaro segnale che il progetto sul quale avevi puntato due anni fa, è stato accantonato. La fotografia che riassume questo cambio di rotta è quanto accaduto nelle ultime ore di mercato: la Roma ha scaricato il 23enne Rafael e il 18enne Wallace, bloccati da tempo, decidendo di puntare per il rilancio sul 32enne Maicon (9 presenze, solo 4 da titolare lo scorso anno al City) e il 37enne De Sanctis. Gli ottimisti di professione potrebbero insinuare che qualsiasi cosa faccia questa società non va mai bene. Non è così: almeno per chi scrive, è la semplice constatazione che il sogno, quello che nell'aprile del 2011 fece credere di poter fare calcio in modo diverso dalle abitudini italiane, è stato bruscamente accantonato. La Roma torna ad essere un club come gli altri. USATO INSICURO Questo può avere certamente dei benefici sull'immediato. Soprattutto se "l'usato" sul quale si è scommesso risponderà alle attese. C'è molta curiosità per Maicon. Ieri il brasiliano è sbarcato a Fiumicino, ha svolto le visite mediche e oggi raggiungerà i compagni di squadra a Riscone di Brunico. Che sia stato un campione, il calciatore più forte nel ruolo nel post-Cafu, è indubbio. Il problema è che dal Triplete interista (2010) è sparito. A Trigoria si augurano che il Mondiale del prossimo anno, da giocare in casa, possa essere il trampolino per ritrovare le motivazioni perdute. Quelle che non ha mai perso De Sanctis che aspetta solo che il Napoli ufficializzi Julio Cesar per trasferirsi in giallorosso. STE CAR ARTICOLO PUBBLICATO SU TUTTOSPORT IL 16-07-13 |
Post n°1131 pubblicato il 14 Luglio 2013 da stefano.carina
ROMA La certezza che Garcia non abbia capito ancora la realtà nella quale si è calato si è avuta ieri. Primo giorno di ritiro e prima conferenza stampa dopo che nell'allenamento della mattina, una parte dei 200 tifosi presenti aveva contestato la squadra (tra i più bersagliati Osvaldo al quale qualche sostenitore imputa un dito medio alzato). L'allenatore, appena insediatosi, va giù duro: «Quelli che criticano la società e i giocatori non sono tifosi della Roma. Al peggio, sono tifosi della Lazio». SCIVOLONE Un'uscita infelice che ha di fatto reso superflua il resto della conferenza stampa, in cui si è discusso di mercato - «Osvaldo (ieri l'agente a colloquio con lo Zenit che offre 19 milioni ma l'attaccante nicchia, ndc) e Marquinhos per ora sono qui ma chi parte verrà rimpiazzato. De Rossi? Meglio averlo con noi che contro ma io e Sabatini sappiamo di chi abbiamo bisogno» - e moduli: «Il 4-3-3 sarà uno dei sistemi che utilizzeremo. Forse quello privilegiato». Per carità, nessuno giustifica gli insulti e bisogna dare tempo al francese di capire il contesto nel quale si trova. Tuttavia in un momento dove alla Roma non c'è serenità, gettare benzina sul fuoco non aiuta. All'inizio di questa nuova avventura, servirebbe qualcuno che spiegasse a Garcia quanto accaduto da queste parti negli ultimi due anni. Perché poi, quando la frittata è fatta, non serve evocare slogan - «La Roma non si discute, si ama» - al canale tematico del club. Garcia deve sapere che il malumore della gente non si spiega solamente con il sesto e settimo posto in classifica delle ultime due stagioni. Ci sono anche le 29 sconfitte, i 4 derby persi (l'ultimo in finale di coppa Italia) sui 5 disputati, i 110 milioni spesi all'alba della terza rivoluzione tecnica che vedrà partire l'acquisto più talentuoso (Marquinhos); le promesse di fare «della Roma una regina» e poi vederla dopo 17 anni per 2 stagioni consecutive senza Europa; le goleade subite contro Cagliari, Atalanta e Lecce (con gli allenatori avversari che invitavano la propria squadra a non infierire ulteriormente) o le sconfitte inermi con Palermo e Chievo e il pareggio in casa contro il Pescara retrocesso; l'eliminazione dai gironi preliminari di Europa League per mano dello Slovan; il ritorno all'autofinanziamento; il restyling del logo che non è piaciuto alla tifoseria; l'addio di Baldini, arrivato invece come la stella cometa da seguire per portare a compimento «la rivoluzione culturale»; l'empasse sul rinnovo contrattuale di Totti; la trattativa grottesca per la cessione della metà delle quote della proprietà Usa al fantomatico sceicco Al Qaddumi; aver scaricato Zeman perché reo di aver criticato l'assenteismo dei dirigenti, accomodanti con i calciatori e incapaci di far mantenere le regole all'interno di Trigoria. Ma forse di queste cose, Garcia è già stato messo al corrente. FINE DEL SOGNO Quello che non sa, è che in questi due anni è andato in fumo soprattutto un sogno, quello che nell'aprile del 2011 fece credere di poter fare calcio in modo diverso dalle abitudini italiane. Quello che voleva il club non parlare di arbitri, proporre un modello diverso di gestione (per poi ridursi ad avere 4 allenatori in 3 anni) e che invece, oltre a non produrre risultati, ha incrinato la storia tra De Rossi e la squadra della sua vita e sta insinuando nel capitano di sempre, Totti, il dubbio di poter fare la fine di Del Piero. Ecco, se qualcuno spiegasse queste cose a Garcia, il tecnico capirebbe di aver commesso una leggerezza e che quanto scritto sinora è un consiglio e non una critica. DAL BRASILE, MARCOS AL PSG Intanto Sabatini è attivissimo sul mercato. La Roma ha inviato un'offerta ufficiale all'Arsenal per Gervinho. Tra fisso e bonus, è molto vicina alla richiesta di 8 milioni dei Gunners. Per Maicon, se il City partecipa all'ingaggio, si farà. Psg in pressing su Marquinhos che preferirebbe però il Barcellona. Per il quotidiano Estado de Sao Paulo, invece, il giocatore è già dei francesi per 35 milioni. Si attende il via libera del Napoli per De Sanctis. STE CAR ARTICOLO PUBBLICATO SU TUTTOSPORT IL 14-07-14
|
Post n°1128 pubblicato il 12 Luglio 2013 da stefano.carina
ROMA Ore 12,36 di ieri: a Trigoria prende il via la presentazione della nuova maglia. La squadra al completo sfila di fronte alla tribuna del campo Di Bartolomei. All’appello manca Marquinhos. Dov’è il brasiliano? Trascorre qualche minuto e arriva puntuale la versione ufficiale del club giallorosso: «Il ragazzo è febbricitante». Il tempo di lasciare Trigoria che uno scatto galeotto fa il giro del web: Marquinhos sta pranzando insieme al fratello e all’agente al ristorante Checco dello Scapicollo. IL RIBELLE - Osvaldo si è rivisto a Trigoria. Primo a varcare i cancelli del Fulvio Bernardini, il calciatore è apparso molto disteso mostrandosi poco convinto nella stretta di mano con Andreazzoli. Si attendono novità sul suo conto. L’attaccante aspetta offerte tra cui quella del Napoli. Lo Zenit si è mosso ma il tecnico Pochettino è convinto che riuscirà a fargli accettare il Southampton. ARTICOLO PUBBLICATO SUL MESSAGGERO IL 12-07-13
|
Post n°1126 pubblicato il 09 Luglio 2013 da stefano.carina
ROMA C'era una volta l'autofinanziamento. Termine abiurato a Trigoria dall'avvento della nuova società americana che per due anni, insieme al socio di minoranza (40%) Unicredit, ha investito 110 milioni sul mercato. In realtà a questi soldi vanno sottratte le entrate per le cessioni che portano comunque il saldo ad una settantina di milioni. RITORNO AL PASSATO In questa stagione qualcosa è cambiato. Anzi, più di qualcosa visto che oggi la Roma si raduna e alla voce acquisti ancora non c'è nemmeno un calciatore. Per carità, Benatia in giornata completerà le visite mediche (iniziate ieri) e presumibilmente sarà annunciato ma è alquanto singolare che senza le cessioni di almeno un paio di big, il d.s. Sabatini non riesca a chiudere nessun affare in entrata. 'Do ut des', dicevano i latini e la formula - anche se farà arricciare il naso a Trigoria - si addice bene all'attuale mercato giallorosso. 'Do perché tu dia', che tradotto nel gergo calcistico non significa altro che cedere per poi comprare. Non è dunque un caso che i soldi del trasferimento di Stekelenburg al Fulham (5,6 milioni) siano serviti per il riscatto di Destro (4,5 milioni) e alla definizione di altre operazioni minori. Ora le cessioni di Osvaldo, De Rossi e uno tra Marquinhos e Pjanic dovrebbero dare la svolta al mercato giallorosso. IN PRESSING PER STROOTMAN Sbloccato l'affaire-Benatia con l'inserimento della comproprietà di Verre nella trattativa con l'Udinese (che prevede anche la metà di Lopez e soldi cash), vicino ad abbracciare De Sanctis (julio Cesar è a un passo dal Napoli) Sabatini punta forte su Strootman che ieri ha lanciato segnali incoraggianti: «Ci sono molte squadre interessate a me ma solo quando queste avranno raggiunto un accordo con il PSV io entrerò in scena. Ciò non significa che siano tutte fra le sei migliori squadre al mondo. Ho avuto richieste anche dalla Russia, ma non è un'opzione che fa per me. Anche l'opinione del ct Van Gaal sarà molto importante, visto il Mondiale del prossimo anno. Se lascerò il Psv solamente per un club in Champions? Non è indispensabile». Tre i passaggi sotto esame dell'intervista rilasciata a Voetbal International: 1) Ci sono molte società interessate ma non significa che siano tutte fra le sei migliori al mondo 2) Non è indispensabile che la squadra che lo cerca giochi in Champions 3) La scelta ricadrà su un club che gli garantirà il posto da titolare. Senza voli pindarici, sembra essere l'identikit della Roma. Le trattative con il Psv vanno avanti. Sabatini sta provando ad abbassare la prima richiesta olandese (20 milioni) inserendo una lunga serie di bonus. Mentre Castan è richiesto dal Flamengo, ufficializzati i ritorni di Brighi al Torino, Curci al Bologna, José Angel al Real Sociedad mentre D'Alessandro va in prestito al Cesena. OGGI SI COMINCIA Questa mattina riparte intanto la stagione anche se dalle parti di Trigoria Garcia è già al lavoro: ieri la prima riunione dello staff al completo. Oggi visite mediche per i 22 convocati (c'è Osvaldo). Atteso anche un raduno di tifosi che presumibilmente contesterà l'immobilismo della dirigenza sul mercato. STE CAR ARTICOLO PUBBLICATO SU TUTTOSPORT IL 09-07-13 |
ROMA La strana sensazione di sentirsi un portiere svincolato è durata poco più di una decina di ore. Nel pomeriggio di ieri Bogdan Lobont ha rinnovato il suo contratto con la Roma sino al 2016. Tre anni per il romeno che ha visto così premiata la sua fedeltà alla causa giallorossa. Intesa che tra le parti era già stata raggiunta da settimane e che andava solamente formalizzata. La curiosità vuole che Lobont aveva praticamente firmato un contratto in bianco lasciando che sulla durata fosse la società a decidere. Il club lo ha ripagato con un triennale da 450mila euro a stagione che garantiranno la permanenza dell’ex Ajax a Trigoria sino alla soglia dei 39 anni (è nato nel gennaio del ‘78). Per rimanere nella capitale, il portiere ha rifiutato diverse possibilità: Sampdoria, Bologna e Torino in Italia, Besiktas in Turchia che gli ha recapitato un’offerta di un accordo biennale da 850mila euro a stagione. OFFERTI 2 MILIONI - Con il rinnovo del romeno e il rientro alla base di Curci – «Spero sia l’opportunità giusta» - non si ferma la ricerca del portiere titolare. Nei giorni scorsi offerti sia il numero uno del Fortuna Dussendorf, Rensing, che lo spagnolo Moya del Getafe. Entrambi però non convincono. Eppur qualcosa si muove. Braulio Vazquez, d.s. del Valencia, ha lasciato intendere come il matrimonio del club con Diego Alves sia agli sgoccioli: «Vogliamo che Guaita (l’altro portiere in rosa, ndc) continui con noi. La Roma su Alves? Può darsi…». Un’ammissione sibillina avvalorata dai fatti. Nelle ultime ore Sabatini ha fatto recapitare da un intermediario di fiducia un’offerta di 2 milioni per il brasiliano (con passaporto italiano). Proposta che è stata formulata con il chiaro intento di abbassare ulteriormente la valutazione della società spagnola che però è già scesa da 8 a 6 milioni. Restano in ballo, comunque, Rafael e Viviano. Sul fronte societario, invece, sono emersi dei rumors riguardanti un possibile ingresso in società di un nuovo socio degli americani. Il contatto risale ai primi mesi del 2013: un imprenditore tedesco ha avvicinato Unicredit proponendosi come intermediario per conto di un soggetto giuridico russo con interessi in ambito sportivo. Approccio che ha portato a un nulla di fatto. STE CAR ARTICOLO PUBBLICATO SUL MESSAGGERO IL 02-07-13 |
Post n°1124 pubblicato il 28 Giugno 2013 da stefano.carina
ROMA Mario Stagliano, avvocato ed ex vice capo della procura indagini della Figc, è uno dei massimi esperti in materia di giustizia sportiva. ARTICOLO PUBBLICATO SUL MESSAGGERO IL 27-06-13 |
Nonostante sia stato a Roma solamente per un biennio (1997-99), Paulo Sergio è rimasto nel cuore di molti tifosi giallorossi.Campione del mondo con la Seleçao nel 1994, da qualche anno è tornato a vivere a San Paolo, uno degli epicentri della rivolta sociale scoppiata in Brasile. Cosa sta accadendo? Quale è lo scopo della protesta? «È chiaro che la parte avversa al governo socialista sta cercando di approfittarne ma è perlopiù una protesta partita dalle classi più povere. Si chiede che si spendano soldi per la costruzione di scuole pubbliche e ospedali, per combattere la criminalità organizzata e non solamente per gli stadi in vista dei mondiali del prossimo anno. Anche perché poi, se non ti adoperi per migliorare la situazione del popolo, non puoi aumentare il costo della vita come accaduto con i biglietti dell’autobus, della metro e dei treni». Di quanto sono aumentati? Si aspettava una protesta del genere? Ha paura? ARTICOLO PUBBLICATO IL 22-06-13 SUL MESSAGGERO
|
Inviato da: Mauro Brandani
il 21/03/2018 alle 20:32
Inviato da: Mauro Brandani
il 19/03/2018 alle 12:55
Inviato da: chongchong
il 05/09/2012 alle 04:51
Inviato da: massimo
il 05/08/2012 alle 10:02
Inviato da: massimo
il 05/08/2012 alle 09:52