Creato da kickingforkicks il 06/12/2006

Lunghi Sn I Giorni..

Non so perchè, del resto, un vecchio residuo di morale filosofica, forse, che mi fa dire che in fondo non siamo qui per divertirci. Per far che, allora? Non ne ho idea, per durare, probabilmente, per ammazzare il tempo prima che lui ammazzi noi. (Le Benevole)

 

 

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1901 Buddy Bolden - Buddy Bolden's Blues

Post n°311 pubblicato il 24 Giugno 2009 da kickingforkicks
 
Tag: Musica

Nel 1901 morì il più grande compositore operistico italiano, Giuseppe Verdi. Per chi crede nei segni fu un chiaro esempio di come le cose stavano cambiando.
Gli storici, in seguito, sconvolti dalla Prima Guerra Mondiale, denominarono i primi 14 anni del '900 <em>La Belle époque</em> ma quei 3 lustri non furono altro che un'appendice di un tempo che iniziava piano piano a mostrare le sue crepe.
Ma, se a livello storico si sprofonderà sempre più nel baratro, musicalmente parlando da qui in poi inizierà la lunga salita che ci porterà ai capolavori che hanno fatto (o dovrebbero fare) denominare il '900 come <em>Il Secolo Della Musica.</em>
E il posto migliore dove cominciare a parlare della musica del '900 è a New Orleans, Louisiana, patria del jazz.
Certo, in tutta l'America già si stava incominciando a sentire questa musica nuova ma non aveva nome e il jazz come lo conosciamo noi nasce in questa città, anche perché fu luogo di scenari assolutamente unici.
L'America era divenuta da metà del '700 in poi, la terra promessa per molti disperati che vivevano nel mondo. Era il nuovo mondo e la speranza di una nuova vita.
Milioni di immigrati si riversarono in ogni parte del continente (ma soprattutto nel Nord) aggiundosi come braccia da lavoro agli schiavi africani della famosa tratta avvenuta nei secoli precedenti.
Ma mai una cittadina aveva messo insieme così tante culture (africana, italiana, irlandese e haitiana!!) come New Orleans.
Oltretutto, il credo cristiano dei padroni bianchi (e non protestante come nella maggior parte dell'America) dei primi decenni del '800 aveva fatto in modo che le culture degli schiavi fossero libere di essere esercitate. Culture come il voodoo degli immigrati haitiani.
<em>"I'm Voodoo Chile"</em> canterà Hendrix sapendo bene a cosa riferirsi.
Da questo magma multiculturale nascerà, agli inizi dell'800, qualcosa di nuovo, inedito, di cui abbiamo anche numerose testimonianze, come quella di Henry Didimus:
<em>"Se uno straniero, a New Orleans, visita nel pomeriggio di uno dei suoi giorni di festa le pubbliche piazze giù in città, le troverà piene zeppe della sua popolazione africana (..). Il visitatore vede la folla suddivisa in gruppi disposti in stretti cerchi dove, al centro, è seduto il musicista, il quale tiene fra le gambe un barile, il cui robusto fondo percuote con due bastoni, incessantemente, per ore ed ore, come un folle, mentre il sudore gli cola, letteralmente, a rivoli e bagna il terreno. Lì, anche faticano i danzatori, uomini e donne, posseduti, ispirati, al punto da non sentire alcun senso di stanchezza nelle membra".</em>
Tutto questo finirà nell'ultimo decennio dell'800, precisamente nel 1894, quando ormai New Orleans divenne ufficialmente anglosassone (era cmq degli Stati Uniti dal 1803) e protestante e iniziò (anzi, peggiorò) una pesante discriminazione di razze non bianche. Una discriminazione cieca, che coinvolse anche i creoli, neri ma che, venendo da generazioni incrociate di schiavi e patroni francesi del '700, si ritenevano superiori agli immigrati dell'800 e che non condividevano i loro "selvaggi" rituali. Ma anche i creoli furono segregati nella "Updown" insieme agli altri di colore. Tutto questo molti anni dopo la guerra di Secessione.
Anche se grazie a questo razzismo avremo l'ultimo tassello che comporrà il jazz: l'incontro tra la musica rozza degli schiavi e quella raffinata ed europea dei creoli.
Nei complessi orchestrali di "Updown", che venivano usati nei pic-nic come nei funerali, iniziarono a spuntare musicisti creoli che raffinarono sempre di più il suono, che lo sbiancarono.
Tutti i grandi del primo jazz ballarono con la musica di quei complessi, Armstrong incluso.
Tra questi complessi il più famoso era capitanato da un certo Buddy Bolden che ebbe il grande pregio di essere il primo a dirigere un gruppo il cui organico sarebbe divenuto convenzionale nel jazz delle origini: cornette, trombone, clarinetto, chitarra o banjo, un contrabbasso e una batteria.
La prima composizione jazz universalmente conosciuta si chiama proprio <a href="http://www.youtube.com/watch?v=9diLGxlGWqw">Buddy Bolden's Blues</a> che potete sentire in questo video suonata dalla New Orleans Jass Band. Non so quanto sia stata sfigurata, però. Penso molto visto che il pianoforte nell'orchestra Bolden non ce l'aveva, suonando all'aperto..
Cmq del pezzo originale non esistono versioni incise, tant'è che viene spesso attribuito erroneamente a Jelly Roll Morton.
In effetti erano tempi poco chiari a livello anagrafico. Troveremo tanti altri cantati (neri e del blues, naturalmente) di cui la data di nascita è sconosciuta o che ne hanno più di una.
Ed infatti il Buddy Bolden's Blues non è sicuramente del 1901. O perlomeno ha solo 1 possibilità su 12 di esserlo visto che la banda suonò dal 1985 (circa..) al 1907, quando il Bolden smise perchè colpito da schizofrenia e passò gli ultimi suoi anni in un istituto mentale.
Il jazz, il blues, il rock: la stessa sostanza di sciagura..

 
 
 
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Ho ripreso la chitarra. Figo!! Sto imparando a fare gli arpeggi e ho composto la mia seconda canzone!! Si chiama Voglio Una Via (ma non a Craxi). Spero di mettere un video al più presto per essere preso per il culo da tutto il web!! Tr'altro tra un pò d'anni si può anche riciclare per papa-papa-papaRatzi!!!

 

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