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Da"Il Giornale di Calvello" Anno III N°2 Marzo 2010 GIOVANI, POLITICA E LAVORO di Luciano Picerni

Post n°26 pubblicato il 10 Marzo 2010 da GAGLIARDO750
Foto di GAGLIARDO750

 

Noi siamo giovani ma giovani[...] che viviamo il parallelismo tra due rette che si incontrano solo in un'occasione, quando la politica e il lavoro si intersecano nel fenomeno, ormai noto, della raccomandazione. Assistiamo inermi agli sviluppi della società e alla spoliazione dei diritti, come dei bambini al circo ma nello stesso tempo preferiamo gli spettacoli da stadio; un ruolo il nostro reso difficile dalle lobbies di potentati che dominano la politica e la società civile e sono alla ricerca del giovane a cui delegare le loro esigenze di potere.

 

Il punto in cui si incontrano non è una via di fuga o di passaggio, ma di ancoraggio nel quale si incontra il sistema di far politica e il potere dei capo bastoni; spezzare gli schemi e guardare al di là dei propri interessi per raggiungere traguardi di solidarietà ed ideali di giustizia sociale che sconfiggono le disuguaglianze e i privilegi delle caste, sono sogni di altri tempi.

Nel film di M. Placido "Il grande sogno" , i sessantottini, protagonisti delle lotte per migliorare le condizioni di vita contro il potere padronale e paternale ,uniti negli intenti, studenti e lavoratori portavano avanti la passione, il senso di vivere in comune, la forza di aggregazione,valori dissolti e poi tramontati da forze estremiste e inspiegabili che persero le finalità delle lotte e distrussero gli ideali;ma valori che misero in atto delle enormi trasformazioni sociali.

Molti di loro, di cui sopra ho citato come i '68, generazione che ci ha preceduto, oggi sono al potere,ma sono soliti confondere la politica con l'orticello di casa propria e gestiscono la cosa pubblica fino a renderla sempre più privatistica;ecco allora che il potere degenera e si innesta l'egoismo e l'individualismo che non solo porta i grandi leader a promuovere leggi ad personam, ma hanno invaso tutti i gangli della società civile e di conseguenza si è perso l' orientamento politico come bene comune.

A noi giovani oggi, traditi dai sessantottini, spetta il compito più gravoso:1) il recupero della moralità, in cui i valori ,non sono quelli nascosti in Svizzera da imprenditori senza scrupoli o il frutto di manovre di governi, pronti a depenalizzare ogni reato commesso dai potentati di lobbies massoniche(diversamente non si spiega),ma quelli che aggiungono all'etica, la dignità e la responsabilità civile nell'agire politico;2) affermare i diritti sanciti dalla Costituzione,nella quale i padri costituenti, di prima nomina,sono stati capaci di amplificare gli ideali di libertà e di solidarietà e del rispetto della persona umana. Un'eredità che non smetteremo mai di onorare.

Il lavoro come diritto, il salario sufficiente ad assicurare a sé alla sua famiglia un'esistenza libera e dignitosa, l'Italia è una Repubblica democratica, sono riportati negli articoli della Costituzione Italiana che andrebbero riletti più che modificati(Giù le mani dalla Costituzione!);non si può approfittare della crisi per togliere i diritti i salari e la democrazia nei luoghi di lavoro e per umiliare un'intera generazione ridotta a divenire un misero ingranaggio di un enorme macchina governata da pochi detentori,escludendo i lavoratori dalla negoziazione dei contratti nazionali su base democratica, impoverendo il ceto medio che vede il suo salario non adeguato agli aumenti dei costi della vita, e di riflesso , ingrossando pure le maglie dei senza lavoro e dei lavoratori precari(espulsi ed emarginati da quel misero ingranaggio).

L'elenco delle responsabilità è lungo e persino trasversale, non basta indignarsi, perché le istituzioni, con dei giochi di prestigio, sono state rese impermeabili; bisogna da subito modificare l'agire politico e mettere al primo posto l'interesse della collettività ed isolare politicamente chi negli anni ha fatto della politica uno strumento dei propri interessi.

 

In gamba generazione 1000 euro!Invertiamo la rotta!Siamo chiamati noi, a lasciare un segno positivo alle future generazioni. Oggi forse non manca il coraggio di cambiare, ma i perni le forze e le leve mancano;non possiamo però risultare invisibili al mondo degli adulti che ci schiaccia anche numericamente. E' arrivato il momento di mettere a nudo la realtà e dare delle risposte alle nostre istanze che non sono lamenti di chi si piange addosso, ma le riflessioni di chi vive un dramma. E se le rette devono tendere all'infinito che tendano ad un infinito positivo.

 

Luciano Picerni

 

 

 
 
 
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