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« Sogno.Sarà un bel souvenir. »

Sotto i miei occhi gonfi.

Post n°148 pubblicato il 23 Maggio 2012 da gizzoragno
Foto di gizzoragno

 

Ci sono stagioni in cui molte cose sono anomale. Stagioni in cui il tempo meteorologico non segue il calendario, e guardiamo sospettosi, non ci fidiamo del prossimo.

Giorni in cui ti svegli, guardi fuori e non capisci se il freddo che ti mangia arriva da fuori o sale da dentro.

I colori vanno in sciopero, certi giorni, e i gusti riempiono la tavola a corrente alternata.

C'è poco da fare, mi riesce solo aspettare ricordando a me stesso che con i problemi, quelli veri, non puoi permetterti di aspettare, perchè non passano da soli. Perciò anche oggi, da casa, guardo fuori, aspetto che spiova. Mi tengo pronto per la prima mattina di sole, continuo a lavorare.

E poi accade che mentre attendi la stagione buona, mentre sei li che prepari il tuo migliore sorriso tocca salutare, per sempre, anche il gatto. Una goccia di vita che se ne va. La tua casa e la tua vita un po' più vuote, da oggi.

Così mi ritrovo, la solita musica in sottofondo, l'ultimo saluto commosso prima di inghiottire tutto con una manciata di forzata virilità, e di terra.

Mi manchi già, maledizione. Non ho capito bene come tu ci sia riuscito, a strozzare questo nodo in gola, ma così è per l'ultima carezza che ho ancora davanti agli occhi provo grande tristezza. L'ultimo saluto sempre il più difficile, a lasciarci lì, tu che non amavi gli spazi aperti, oggi hai tutta la vista dal tuo poggio, riparato, sotto la piccola quercia. Solo questo, che non ci hai dato tempo, siamo riusciti ad offrirti, ho pensato che fosse il gesto più dolce per poter un poco sapere sempre dove sei.

Ci lasci migliori, hai chiesto poco, e quel poco abbiamo cercato sempre di farti avere.

Ci hai regalato risate, tante, hai riempito casa mentre noi provavamo a spiccare il volo, mentre a turno si andava e si veniva.

Anche tu testimone di tempeste, grida, scossoni, spumante, fatiche abbracci ci guardavi, senza scomporti poi più di tanto. Ti bastava una acciuga, un fagiolino, il tuo mondo era tutto li.

Pian piano ti sei mescolato a casa, ed ora è un davvero più vuota, senza te.

Ci sei sempre stato.

Il tempo ti aveva reso più tenero, coccolone, chissà poi perchè.

Il tuo suono strappava le mie, di fusa.

Le tue impronte, allargavano il mio sorriso.

La tua voce, a ricordarci che eravamo tornati a casa.

Sempre, in tutti questi anni, non sempre facili, tu.

Ci hai visti fare le fusa, con te, e godevi, si vedeva. Sapevi che imbrattare il pavimento appena lavato zampettando allegramente era una sfida e che l'avresti passata liscia.

Gli agguati, i morsi, i salti, ora il vuoto, che tengo per me. Irritante adesso manchi qui da noi. Il senso per ora è il ricordo di te, non molto altro mi rimane, dopo l'ultima carezza sul muso, la più dolce, per tutti.

Per sempre.

Sei qui, e qui rimani, sotto i miei occhi gonfi.

 
 
 
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