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Un blog creato da benicio10 il 26/11/2007

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ilPrimo

Post n°5 pubblicato il 26 Novembre 2007 da benicio10
Foto di benicio10

 
 
 

ilSecondo

Post n°4 pubblicato il 26 Novembre 2007 da benicio10
 
Tag: il

Carissimo, giacchè mi hai chiesto in che modo tu debba applicarti per acquisire  il tesoro della scienza, ecco in proposito il mio consiglio:
non voler entrare subito nel mare, ma arrivaci attraverso i ruscelli, perchè è dalle cose più facili che bisogna pervenire alle più difficili.
Questo è dunque il mio avviso, che ti servirà di regola.
Voglio che tu eviti discorsi inutili;
abbi purezza di coscienza;
ama il raccoglimento;
sii cordiale con tutti;
non essere curioso dei fatti altrui;
non avere eccessiva famigliarità con alcuno, perchè esso genera disprezzo e dà occasione di distrazione;
non divagare su tutto;
cerca di imitare l'esempio di persone rette;
non guardare chi è colui che parla ma ma tieni a mente  tutto ciò di buono egli dice; procura di capire ciò che leggi e ascolti;
certificati delle cose dubbie e studia di riporre, nello scrigno della memoria tutto ciò che ti sarà possibile;
non cercar infine cose superiori alla tua capacità;
Seguendo questi consigli, metterai fronde e produrrai utili frutti, mettendo in pratica questi insegnamenti, potrai raggiungere la meta a cui aspiri.
San Tommaso d'Aquino

 
 
 

Post N° 3

Post n°3 pubblicato il 26 Novembre 2007 da benicio10
 
Tag: ALBATRO

 
...sovente, per diletto, i marinai catturano degli albatri,grandi uccelli marini che seguono, indolenti compagni di viaggio, il bastimento scivolante sopra gli abissi amari.
Appena li hanno depost sulle tavole, questi re dell'azzurro, goffi e vergognosi, miseramente trascinano ai loro fianchi le grandi, candide ali, quasi fossero remi.
Com'è intrigato, incapace, questo viaggiatore alato! Lui, poco addietro così bello, com'è brutto e ridicolo. Qualcuno irrita il suo becco con una pipa mentre un altro ,zoppicando, mima l'infermo che prima volava.
E il poeta, che è avvezzo alle tempeste e ride dell'arciere, assomiglia in tutto al principe delle nubi: esiliato in terra, fra gli scherni, non può per  le sue ali giganti avanzare di un passo...
Charles Baudelaire, I fiori del male

 
 
 

ilQuarto

Post n°2 pubblicato il 26 Novembre 2007 da benicio10

....Ho imparato ... che
nessuno è perfetto ... Finché non ti innamori.
Ho imparato ... che la vita è dura ..... Ma io di più!!!
Ho imparato ... che
le opportunità non vanno mai perse.
Quelle che lasci andare tu ...
le prende qualcun altro Ho imparato
... che quando serbi rancore e amarezza
la felicità va da un'altra parte. Ho imparato ...
che bisognerebbe sempre usare parole buone ...
Perchè domani forse si dovranno rimangiare.
Ho imparato .. che un sorriso è un modo economico per migliorare il tuo aspetto.
Ho imparato ... che non posso scegliere come mi sento... Ma posso sempre farci qualcosa.
Ho imparato ... che quando tuo figlio appena nato tiene il tuo dito nel suo piccolo pugno....ti ha agganciato per la vita.
Ho imparato ... che tutti vogliono vivere in cima alla montagna .... Ma tutta la felicità e la crescita avvengono mentre la scali.
Ho imparato ... che bisogna godersi il viaggio e non pensare solo alla meta. Ho imparato ... che
è meglio dare consigli solo in due circostanze...
Quando sono richiesti e quando ne dipende la vita.
Ho imparato ... che
meno tempo spreco .. più cose faccio....

 
 
 

Post N° 1

Post n°1 pubblicato il 26 Novembre 2007 da benicio10
 
Foto di benicio10

A quei tempi meravigliosi in cui la Teologia fiorì con più linfa e vigore,
si racconta che un giorno uno dei più grandi fra i dottori, - dopo avere
scosso i cuori indifferenti e averli rimescolati nelle loro nere
profondità, dopo essersi aperto verso le glorie celesti strane vie a lui
stesso ignote, cui erano giunti soltanto puri spiriti - come fosse salito
troppo in alto e il panico l'avesse preso, gridò trasportato da un
orgoglio satanico: "Gesù, piccolo Gesù, io t'ho innalzato troppo! Ma
se t'avessi voluto attaccare dove ti mostri più debole, la tua vergogna
uguaglierebbe la tua gloria, tu non saresti più che un risibile feto."

Subito perdette la ragione, d'un nero velo si coprì lo splendore di quel
sole, il caos s'impadronì di quell'intelligenza, tempio una volta pieno
di vita, d'ordine e di ricchezza, sotto i cui soffitti aveva scintillato tanta
pompa. S'istallarono in lui notte e silenzio, come in un antro di cui si
fosse perduta la chiave. Da allora egli fu in tutto simile alle bestie
vagabonde; e quando andava, senza nulla vedere, attraverso i
campi, non riconoscendo più le estati e gli inverni, sudicia, inutile,
laida cosa inutile, diventava la gioia e lo zimbello dei ragazzi
.

Charles Baudelaire, I fiori del male

 
 
 
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