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La Preghiera Del Marinaio Cantata

 

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LA PREGHIERA DEL MARINAIO

La preghiera del marinaio.

A Te, o grande eterno Iddio,
Signore del cielo e dell'abisso,
cui obbediscono i venti e le onde, noi,
uomini di mare e di guerra, Ufficiali e Marinai d'Italia,
da questa sacra nave armata della Patria leviamo i cuori.
Salva ed esalta, nella Tua fede, o gran Dio, la nostra Nazione.
Dà giusta gloria e potenza alla nostra bandiera,
comanda che la tempesta ed i flutti servano a lei;
poni sul nemico il terrore di lei;
fa che per sempre la cingano in difesa petti di ferro,
più forti del ferro che cinge questa nave,
a lei per sempre dona vittoria.
Benedici, o Signore, le nostre case lontane, le care genti.
Benedici nella cadente notte il riposo del popolo,
benedici noi che, per esso, vegliamo in armi sul mare.
Benedici!

 

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La liquirizia Amarelli è il best seller di Eataly New York.

Post n°1154 pubblicato il 16 Dicembre 2014 da giulik.38

La liquirizia Amarelli conquista New York: bastoncini di radice pura, confettini, caramelle, favette alla menta, rombetti all’anice, morette all’arancia, sentarori alla violetta, sono i prodotti più venduti nel megastore di Eataly, tempio delle eccellenze italiane a Broadway, terza attrazione della Grande Mela, con più visitatori del Moma. Un successo che si replica in 20 paesi: un milione di scatolette di latta Amarelli gira il mondo ogni anno dai Caraibi alle Antille francesi, dall’Europa al Sudamerica, alla Nuova Zelanda, all’Australia. Un brand che evoca il miglior Made in Italy, riscattando una terra afflitta da continue urgenze sociali e produttive: la Calabria.

Nel ‘700 la prima produzione nel “concio” di Rossano Afrodisiaca e digestiva, la liquirizia ha addolcito il palato di Casanova, Napoleone, Rousseau. Ma la sua storia è molto più antica: comincia a Rossano, sullo Jonio, nel 1500 e anche prima, quando la radice pura di glycyrrhiza glabra, dolce e amara, sosteneva pellegrini e soldati nelle lunghe marce. L’idea di estrarre il succo arriva dopo, nel ‘700, con la realizzazione di un grande impianto. Una rivoluzione in un territorio appena avviato all’industrializzazione. Sono tempi d’oro nella Piana di Sibari: già si lavora lo zucchero di canna, la cannamela, la seta. La liquirizia cresce spontanea nelle scarpate, fino al litorale. Gli Amarelli coltivano, raccolgono e lavorano la pianta, imponendosi sin dall’inizio anche all’estero: “Gli inglesi venivano in Calabria a rifornirsi di pece per impermeabilizzare le navi – racconta l’imprenditrice – così scoprirono la liquirizia con cui iniziarono a conciare il tabacco”. Quando non riuscivano a pagarla, la scambiavano con selle e altri finimenti da cavallo per donne e bambini, realizzati dal sellaio della casa reale inglese. Un museo che racconta una storia millenaria Lo provano i documenti conservati nel museo della liquirizia, nell’antico stabilimento calabrese. Intitolato a Giorgio Amarelli, è il secondo museo d’impresa più visitato in Italia, dopo quello della Ferrari. Ed è anche storia di un intero distretto industriale, di ottanta aziende che rappresentavano nel Settecento gran parte del sistema dolciario europeo. Un’iniziativa di impresa e cultura, che, appena avviata, 13 anni fa, ha ricevuto il Premio Guggenheim. Oggi conta 40.000 visitatori e il fatturato del punto vendita sfiora un milione di euro.

                                             Antico concio Amarelli

Dall’articolo “La liquirizia Amarelli è il best seller di Eataly New York.
Ecco perchè” di Donata Marrazzo

 
 
 
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