una Finestra

Posto che davvero non posso dirmi esperto d'epistemologia del volo (al massimo uno o due balzi, su un prato estivo, nel vano e reiterato tentativo d'agguantare il capriccioso battito d'ali d'una farfalla), io rimango tuttavia convinto sia un po', il volare, come l'andare in bicicletta - e poco importa, ora, del fatto che noi gatti non andiamo neppure in bicicletta. Ovvero: una volta imparato - m'assicurano - si conserva comunque, al di là dei dubbi e dei timori dovuti ad improvvide cadute, la capacità, nel fondo dell'animo e all'apice del senso dell'equilibrio, di sostenersi abilmente sulle due ruote... sempre! Certo si può smettere di farne pratica, e per lungo tempo: la si può dimenticare in un'umida cantina la bicicletta; per poi d'improvviso, un giorno, un bel giorno di sole, quando tutto appare possibile, ricordarsene, e spolverarla, e riprendere a pestare vigorosamente i pedali, per spingersi oltre... E di belle giornate assolate, mi sembra, nella stagione che viene, se ne prospettano parecchie all'orizzonte... Perché - sosteneva un fine poeta - le cose, come sono, così non resteranno... Buon volo!