Post N° 101

Post n°101 pubblicato il 30 Luglio 2008 da AndreaL84

IL CIELO SOPRA BERLINO È AZZURRO (III PARTE)

Quinta ed ultima giornata – 26 luglio

  

GARA CON LA TAVOLA

 

La neozelandese Nikki Cox, dopo aver perso il titolo nella Canoa, si prende quello della Tavola, superando l’australiana Alicia Marriott e la compagna di squadra Chelsea Maples, già bronzo nello Sprint. In quarta posizione l’altra australiana, Kristy Munroe, che era la favorita della vigilia. Isabella Cerquozzi ed Elena Prelle si fermano in semifinale: decima Isa nella sua semifinale (dopo il quarto posto della batteria eliminatoria) e quattordicesima Elena (settima al primo turno).

L’inglese Dan Humble è il primo europeo ad andare a medaglia in un Mondiale nella Gara con la Tavola: Dan ha infatti vinto l’argento, incuneandosi tra gli australiani Shannon Eckstein, primo classificato, e Chris Allum, terzo. Solo tredicesimo il sudafricano Ryan Brennan, atleta che valeva almeno il podio. Per l’Italia, sempre lo stesso discorso, con entrambe le eliminazioni in semifinale. Ma anche stavolta il decimo posto di Nicola Ferrua nella sua semifinale è il miglior risultato dell’Italia maschile in questa specialità; Franco Fanella è invece undicesimo. Nelle loro batterie, Nicola e Franco erano giunti terzo e quinto rispettivamente.

 

BANDIERINE SULLA SPIAGGIA

 

Un grande ritorno nella gara femminile. È quello della giapponese Masami Yusa, campionessa mondiale della specialità nel 1994, nel 1996 e nel 2000. A partire dal 2002, la Yusa non fu più convocata dai tecnici giapponesi che le preferirono per le gare sulla spiaggia Kozue Fujiwara, che comunque non ha mai ottenuto i risultati brillanti di Masami. Quest’anno, essendo stato portato a due il numero massimo di atleti schierabili in questa gara, entrambe le nipponiche rappresentano il loro Paese su spiaggia. E lo fanno egregiamente: primo posto per la non più giovanissima Masami Yusa e terza piazza per la sua erede Kozue Fujiwara. Tra le due, l’australiana Cara Langedam, già argento a Sprint. Un’altra ottima prova per Eleonora Chirieleison, che raggiunge la finale B (quest’anno la finale A era con otto atleti e non con sedici), giungendo ottava nella sua semifinale, e alla fine termina con un decoroso decimo posto: anche questo è il miglior risultato italiano nella gara femminile, nell’anno in cui – lo ricordiamo ancora – il livello è più alto. Martina Mariti non prende invece l’ultima bandierina utile per il passaggio ai quarti di finale, ed esce così al primo turno.

Uscito esattamente come la Mariti è Franco Fanella. Va invece avanti Nicola Ferrua, che si classifica ottavo in semifinale, ottenendo così la qualificazione per la finale B. Il suo piazzamento finale è un buon tredicesimo posto. Al vertice c’è il neozelandese Benjamin Willis, che si aggiudica anche questa gara su spiaggia. Conferma anche per il sudafricano Ryle De Morny, terzo, mentre la medaglia d’argento va al giapponese Masato Ueki.

 

GARA NEL FRANGENTE

 

Altre due doppiette australiane.

Alicia Marriott vince la gara femminile, superando Naomi Flood e la neozelandese Ayla Dunlop-Barrett, già terza due anni fa. La prima europea è la francese Flora Manciet, quarta classificata. Buon decimo posto di Marcella Prandi, che raggiunge lo stesso piazzamento ottenuto da Anna Puccianti nel 2004 e da Erica Buratto nel 2006. La stessa Buratto quest’anno giunge undicesima, proprio dietro Marcella. Nelle loro batterie di qualificazione la carabiniere e la friulana erano giunte rispettivamente nona e settima (passavano in 16).

Dall’altra parte, Shannon Eckstein ottiene il suo terzo oro (dopo Tavola e Salvataggio Tavola), imponendosi sul connazionale Chris Allum. Terzo lo statunitense Dustin McLarty. La sorpresa è l’egiziano Ahmed Abd El Rehim, piazzatosi sesto. Alle sue spalle c’è il nostro Federico Pinotti, settimo, ma primo tra gli europei, come ai campionati continentali dello scorso anno: mai in un Rescue l’Italia è stata così in alto. Poco dietro, Germano Proietti, classificatosi nono. Anche Fede e Ciccio, così come le ragazze, avevano ottenuto una qualificazione tranquilla (secondo Pinotti e decimo Proietti).

 

OCEANMAN/OCEANWOMAN

 

L’Australia ancora una volta conquista il massimo dei punti ottenibile.

Naomi Flood, dopo essersi imposta nella Canoa, si afferma anche nella gara più pesante, divenendo così l’unica, tra le femmine, a vincere due titoli individuali. Terza medaglia e secondo argento per Alicia Marriott, mentre la francese Flora Manciet, campionessa europea della specialità, è la prima atleta del Vecchio Continente a salire sul podio in questa prova, dal momento che è riuscita a battere la neozelandese Nikki Cox, giunta quarta. Marcella Prandi ed Elena Prelle passano agevolmente il primo turno (quarta l’una e quinta l’altra nelle rispettive batterie), e poi sono le prime non qualificate nella loro semifinale, essendo giunte nona e decima rispettivamente.

Shannon Eckstein si dimostra essere il “Pinotti oceanico” avendo ottenuto, come l’atleta delle Fiamme Oro in vasca, tre ori individuali in Acque Libere. Lo segue il solito Chris Allum, mentre in terza posizione c’è il neozelandese Glenn Anderson. Anche Germano Proietti e Nicola Ferrua, come le due azzurre, passano il primo turno (sesto e quinto nelle loro batterie eliminatorie) e poi terminano al passo successivo, classificandosi decimo ed undicesimo rispettivamente nella semifinale in cui concorrono.

 

STAFFETTA 4x90m SULLA SPIAGGIA

 

L’Australia si impone nella gara femminile, grazie e Langedam, Windsor, Marriott e Munroe, e lascia alle sue spalle Nuova Zelanda (Maples, Cox, Dunlop-Barrett, Toomey) e Francia (Lux, Robin, Manciet, Gardere). Le nostre (Cerquozzi, Mariti, Prandi, Chirieleison), dopo il terzo posto nella loro serie, grazie al quale staccano il biglietto per il turno successivo, sono le prime escluse dalla finale A. Ma dopo vincono la finale B ed il nono posto così ottenuto è il miglior risultato italiano di sempre in questa staffetta.

Grande sorpresa nella gara maschile, con la vittoria nientedimeno della Romania e dei suoi atleti sconosciuti (Straton, Culea, Murineanu, Oancea). I romeni sono stati in grado di tenere a bada il Sudafrica (Van Niekerk, Mocke, Brennan, De Morny) e la Germania (Kappler, Bahro, Loosen, Borch), rispettivamente seconda e terza classificata. Solo sesta l’attesa Olanda, mentre la Nuova Zelanda è stata squalificata. Al primo turno Carpentieri, Fanella, Ferrua e Mosconi sono secondi nella loro batteria e passano in semifinale: è la prima volta in un Rescue che l’Italia maschile entra nei primi 16 in questa staffetta. I quattro chiudono poi la loro semifinale, ma in finale B sono quarti, e questo dodicesimo posto direi che è stato anche superiore alle aspettative.

 

STAFFETTA OCEANMAN/OCEANWOMAN

 

Podio femminile come da copione e come le altre due staffette già disputate: medaglia d’oro all’Australia (Munroe, Flood, Marriott, Langeman), medaglia d’argento alla Nuova Zelanda (Cox, Dunlop-Barrett, Maples, Toomey) e medaglia di bronzo alla Francia (Gardere, Lux, Manciet, Robin). Per l’Italia, rappresentata da Buratto, Prelle, Cerquozzi e Chirieleison, qualificazione alla finale (a 16) in virtù del secondo posto nella batteria eliminatoria, e poi nona piazza nella finale stessa: anche questo nono posto, così come quello della 4x90m, è il miglior piazzamento azzurro nella specialità in un Rescue.

All’Australia (Langthorne, Eckstein, Allum, Nolan) anche la gara maschile, dove il podio è completato da Sudafrica (Dias, Brennan, Mocke, De Morny) e Nuova Zelanda (Kent, Anderson, Morrison, Willis). Per la prima volta, l’Italia, grazie a Pinotti, Ferrua, Proietti e Carpentieri, stacca il biglietto per la finale (quinti in batteria), e conclude con un altro dodicesimo posto.

 

STAFFETTA CON TORPEDO

 

Sempre Australia (Flood, Windsor, Munroe, Parry) e Nuova Zelanda (O’ Connor, Toomey, Dunlop-Barrett, Toomey) nelle prime due posizioni, ma stavolta la medaglia di bronzo va al Sudafrica (Antunes, Van Gysen, Artz, Loots). E subito dietro ci sono le fantastiche azzurre, ovvero Elena Prelle, Eleonora Chirieleison, Marcella Prandi e Martina Mariti, che, prima costringono la Germania alla finale B, rubandole il secondo posto in semifinale, e poi ottengono questo eccellente quarto posto, ennesimo miglior risultato italiano di sempre.

Stesse squadre sul podio maschile, con la differenza che, dietro l’Australia (Allum, Eckstein, Langthorne, Bowden), c’è prima il Sudafrica (Marais, Dias, Brennan, Mocke) e poi la Nuova Zelanda (Buck, Kent, Morrison, McMillan). Le squadre europee che sulla carta avrebbero potuto lottare per il podio erano la Spagna, giunta invece sesta, la Danimarca, nona, e la Germania, decima. Il miglior quartetto europeo è stato invece quello costituito da Franco Fanella, Federico Pinotti, Mariano Carpentieri e Germano Proietti, che ha ottenuto un ottimo quinto posto, altro best Italian result (utilizzo l’inglese per non ripetere sempre “miglior risultato italiano”), dopo il secondo posto nella propria semifinale.

 

 

Giungiamo quindi alle conclusioni.

 

È stata l’Italia dei record: per la prima volta su un podio mondiale da quando è stata adottata la formula del Rescue (ovvero da quando esistono le gare oceaniche); per la prima volta capace di vincere almeno un oro in ogni gara individuale in vasca; con il nuovo record di medaglie (16) e di ori (12) vinti ad un Mondiale (il precedente era 15 medaglie, di cui 8 ori, che risale al 1991). Federico Pinotti è il simbolo di quest’Italia vincente, con i suoi tre ori individuali. Mai nessun atleta ha vinto così tanto individualmente ad un Campionato Mondiale, fatta eccezione per Domenico Cuciniello, che nel lontanissimo 1966 si aggiudicò il Trasporto del Manichino, il Lancio del Salvagente e il Battello, ma si trattò di un’edizione in cui gli atleti partecipanti erano appena 12.

 

Accaduto il miracolo di aver battuto il Sudafrica (già successo ai World Games 2005, ma in quella manifestazione ci sono solo cinque gare oceaniche), adesso davanti ci sono la Nuova Zelanda e l’Australia. E sono troppo davanti: 200 punti. Se si vuole arrivare ai loro livelli, non basterà più migliorare solo in piscina, dove, comunque, rispetto ad altre nazioni, abbiamo al momento ben poco da migliorare. Anche senza le sei squalifiche, infatti, il distacco dalle due squadre dell’Oceania sarebbe stato comunque abissale. In ogni caso, l’Italia nelle gare in Acque Libere sta crescendo e gli ultimi risultati lo dimostrano, ma la strada da fare è ancora tanta.

 

Il prossimo appuntamento della Nazionale Assoluta sono i World Games, la rassegna degli sport non olimpici, che si disputerà l’anno prossimo in Taipei. I Rescue appena disputati valevano appunto anche come qualificazione a questa manifestazione. Infatti, si è stilata una classifica, tenendo conto solo delle gare presenti nel programma dei World Games (Nuoto con Ostacoli, Trasporto Manichino, Percorso Misto, Manichino con Pinne, Staffetta con Ostacoli, Staffetta Mista, Staffetta con Manichino, Gara nel Frangente, Gara con la Tavola, Oceanman/Oceanwoman, Staffetta con Torpedo e Salvataggio con Tavola), e le prime otto di tale graduatoria hanno ottenuto la qualificazione: esse sono, nell’ordine, Nuova Zelanda, Australia, Italia, Sudafrica, Germania, Cina, Francia e Spagna. Rispetto a quattro anni fa le “new entries” sono la Nuova Zelanda (che si qualificò per i World Games, ma rinunciò a parteciparvi) e la Cina, che prendono il posto di Belgio ed Olanda (quest’ultima nel 2005 fu ripescata in seguito alla rinuncia dei neozelandesi). In più ci sarà la Cina Taipei, in quanto paese ospitante. In caso di rinuncia di qualche nazione, le prime ad essere ripescate saranno, nell’ordine, Stati Uniti e Polonia.

 

Andrea Longobardo

 

 
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Post N° 100

Post n°100 pubblicato il 29 Luglio 2008 da AndreaL84
 

IL CIELO SOPRA BERLINO È AZZURRO  (II PARTE)

 Seconda giornata – 22 luglio

 

 

SUPER LIFESAVER

 

Manca la campionessa europea della specialità, l’olandese Maartje van Keulen, mentre la campionessa mondiale uscente, la spagnola Patricia De Diego, è squalificata nelle eliminatorie. Le nostre atlete però non sfruttano la situazione e, sebbene i tempi della finale non siano in media eccezionali, non si va oltre un quarto ed un quinto posto. La tedesca Katrin Altmann, dopo l’argento a Torpedo, conquista il primo oro dei padroni di casa, affermandosi in 2’32”39. La segue la veterana australiana Jenny Parry, campionessa mondiale del 2002 e del 2004, col tempo di 2’33”42, mentre terza è la belga Nele Vanbuel in 2’33”69. A soli quattro centesimi dal podio la nostra Elena Prelle, il cui 2’33”73 rappresenta comunque il suo miglior risultato stagionale, ma questa gara sembra maledetta per la paladina azzurra, che non è mai andata su un podio europeo o mondiale in una specialità in cui detiene il record del Mondo (2’28”39). Solo quinto posto, con 2’34”21, per Martina Mariti, le cui aspettative erano certamente maggiori. Nelle eliminatorie Elena e Martina avevano ottenuto rispettivamente il secondo (2’35”23) ed il sesto (2’36”06) tempo.

Più alto rispetto a due anni fa, invece, il livello della gara maschile, che per la prima volta vede l’affermazione di un atleta del Bel Paese: è il mitico Germano Proietti, che dopo il bronzo del 2002 e l’argento del 2006, arriva finalmente all’oro, bissando il successo dell’anno scorso agli Europei e riprendendosi il record italiano che gli era stato scippato agli Assoluti Primaverili. Il tempo di Ciccio è infatti 2’12”17, sei centesimi in meno del limite precedente di Carpentieri (2’12”23). Staccatissimo, ben due secondi dietro, il secondo classificato, il neozelandese Glenn Anderson, che esulta per aver portato il record del Commonwealth a 2’14”37; mentre al terzo posto giunge l’atteso australiano Chris Allum, con 2’14”85. Non rende come a Livorno Mariano Carpentieri, il cui esordio con la Nazionale Assoluta si conclude con un amaro quarto posto in 2’15”42. Un risultato comunque giustificabile per un debuttante, se si pensa che un veterano della specialità, il tedesco Soren Borch, che ambiva almeno al podio, ha mancato perfino la finale A, vincendo poi quella B in 2’16”. In mattinata, Mariano era entrato in finale col terzo tempo (2’17”24), Germano col sesto (2’18”71).

 

MANICHINO CON PINNE

 

Marcella Prandi è superiore a tutte. Già lo fa capire in batteria, dove distanza le avversarie, realizzando 59”38. Già questo tempo sarebbe bastato in finale per l’oro, ma Marcella vuole strafare e conclude con un eccellente 58”02. Questa è la sua quarta medaglia consecutiva nella specialità in un Rescue, dopo l’oro del 2002 e il bronzo del 2004 e del 2006. Era attendibile anche il secondo posto della tedesca Aline Hundt, che conclude in 59”72, mentre terza non è, come da pronostico, la connazionale Anke Wieland (appena sesta), ma la neozelandese Julia Toomey, che realizza 1’01”11, appena tre centesimi meglio della cinese Jiefen Huang. Isabella Cerquozzi centra l’obiettivo finale, giungendo ottava nelle batterie in 1’02”25, ed alla fine si piazza settima in 1’02”81.

Dall’altra parte, nell’atteso duello tra il sudafricano Armand Marais, detentore del record mondiale con 49”49, ed il nostro Nicola Ferrua, recentemente avvicinatosi a tale limite, ha avuto la meglio l’oceanico di Alessandria. Nico detta legge, e da subito: 50”60 nelle eliminatorie e grande record mondiale in finale, 49”42! Nonostante, negli ultimi cinque anni ci siano stati diversi italiani a siglare il primato del Mondo a Pinne (Mastrostefano, Proietti, Torre, Procaccia e lo stesso Ferrua), Nicola è il primo italiano ad aggiudicarsi questa gara ad un Mondiale e a battere il limite intercontinentale con il trasporto a stile fuori dall’Italia. Marais, così, con 50”76, non può che accontentarsi dell’argento. Terzo classificato il solito polacco Jaroslaw Mazurek, staccato a 52”23. Assente anche da questa finale Franco Fanella, squalificato nelle batterie per affondamento.

 

STAFFETTA 4x50m MISTA

 

Elena Prelle, Marcella Prandi, Erica Buratto ed Isabella Cerquozzi partono con i favori del pronostico. Dopo aver ottenuto il primo tempo delle batterie (1’45”59), in finale le magnifiche quattro non si accontentano di vincere, ma stravolgono anche il già loro record mondiale, abbassandolo da 1’43”52 (tempo che consentì loro di vincere al Rescue 2004) a 1’42”80! Al secondo posto la rivelazione Cina (Lu, Huang, He, Song), che, con 1’43”86, toglie ben otto secondi al precedente primato dell’Asia e precede la Germania (Wieland, Hundt, Kapserski, Schoder), costretta, con 1’44”20, ad accontentarsi del bronzo.

La gara maschile avrebbe dovuto essere molto aperta, con Germania, Nuova Zelanda, Italia e Spagna, che avrebbero dovuto giocarsi le prime posizioni. Non è stato affatto così. Il quartetto cinese (Llu, Mlao, Shl, Guo) ha realizzato la prestazione più incredibile di questi Campionati: 1’29”66! Parlare di record polverizzato è poco: il primato precedente, quello della Marina Militare, era 1’32”01, due secondi e mezzo in più! Capite cosa voglia dire battere di due secondi e mezzo (in una gara di 200m complessivi) un record mondiale. Tant’è che anche la Nuova Zelanda (Buck, McMillan, Kent, Anderson) è scesa sotto il vecchio limite, concludendo con un eccellente 1’31”26, e ciononostante è stata nettamente superata dagli orientali. Così, anche in questo caso, l’Italia, con Federico Pinotti, Marco Mosconi, Franco Fanella e Mariano Carpentieri, coglie il miglior risultato possibile: terzo posto in 1’32”41. Seguono Australia e Germania. 1’33”49 il tempo che aveva dato agli azzurri l’accesso alla finale col terzo posto.

 

 Terza giornata – 23 luglio

 

 

PERCORSO MISTO

 

Arriva già un acuto dalle eliminatorie, con la neozelandese Julia Toomey che realizza 1’15”30, nuovo record del Commonwealth. Questo è il miglior tempo della mattinata, mentre Erica Buratto ha il terzo (1’17”14) ed Elena Prelle il quinto (1’18”00). La finale vede purtroppo la Toomey ancora prima, nonostante il suo peggioramento a 1’16”24: la campionessa europea Erica Buratto ottiene 1’16”34, e, per la seconda volta in questo Rescue, perde un oro per pochi centesimi. La Prelle è invece, dopo due titoli mondiali della specialità, fuori dai giochi: per lei quinto posto con un alto 1’19”18. Il podio è completato dall’australiana Sarah Windsor, che ottiene 1’17”78.

Ma, mentre perdiamo il titolo della gara femminile, quello della gara maschile ritorna in Italia dopo 17 anni (l’ultima vittoria maschile risale al 1991, quando Marcello Saporiti si impose in 1’07”74). Anche questa volta, l’artefice del successo è Federico Pinotti, a cui basta 1’03”49 per imporsi. Tre ori su tre gare quindi per Federico, in campo internazionale ancora imbattuto in queste tre specialità. In seconda posizione, come nel Nuoto, c’è il neozelandese Andrew McMillan col nuovo record del Commonwealth, 1’04”03; è della Nuova Zelanda anche la terza piazza, grazie all’1’04”53 di Glenn Anderson. Marco Mosconi giunge, come due anni fa, quarto, col tempo di 1’04”83, ed è quindi ancora rimandato l’appuntamento con la sua prima medaglia internazionale in una gara individuale. In batteria, terzo (1’05”67) e quinto (1’06”04) tempo per Federico e Marco rispettivamente.

 

STAFFETTA 4x25m CON MANICHINO

 

Nuova impresa del quartetto Prelle/Prandi/Buratto/Cerquozzi, che coglie la medaglia d’oro anche nella staffetta più veloce: con 1’29”54 l’Italdonne conquista il terzo oro di staffetta della manifestazione, nonché il terzo oro consecutivo mondiale nella 4x25. Un grande plauso a queste atlete capaci di dominare da anni la scena internazionale: non è da tutti. Nessuna sorpresa sul podio, con la Nuova Zelanda (Toomey, Dunlop-Barrett, O’ Connor, Toomey) sul secondo gradino in 1’30”17, che è il nuovo record (indovinate un po’?) del Commonwealth (ovviamente!), e la Germania (Schoder, Altmann, Kasperski, Wielnd) sul terzo in 1’30”58. Le azzurre avevano realizzato in batteria 1’33”43, che garantiva la corsia 6 in finale.

E stavolta, dopo un argento ed un bronzo, vincono anche i maschi. Federico Pinotti, Marco Mosconi, Germano Proietti e Franco Fanella sono i nuovi primatisti del Mondo della 4x25m Manichino, grazie ad una gara da 1’11”39 (record precedente 1’11”77 della Germania). Curiosamente, questo tempo è record mondiale, ma non record italiano, a causa di un 1’10”14 delle Fiamme Oro Roma, omologato esclusivamente come primato nazionale. L’ultima vittoria italiana in questa staffetta risaliva al 1995, ed era la Nazionale di Gentili, Landori, Giraldo e Locchi. Seconda la Nuova Zelanda (Anderson, McMillan, Buck, Kent) con 1’12”49, grazie al quale ricordiamo ancora che esiste quell’associazione di stati chiamata Commonwealth, e terza la Spagna (Guerrero, Elias, Rodriguez, Alonso) in 1’13”23. Gli azzurri avevano ottenuto il sesto tempo delle eliminatorie (1’16”82).

 

LINE THROW

 

Arriva un record mondiale già nelle eliminatorie, con il duo olandese Peeters-Peulen che porta il nuovo limite femminile a 11”86 (precedente 12”07 dell’Australia). Le olandesine si migliorano ancora in finale, ed adesso il nuovo tempo da battere è 11”56. Dietro di loro, ci sono le cugine belghe (Vanbuel-Goffin) con 12”97, mentre è il Regno Unito (Perks-Rowe) a chiudere il podio con 13”76. Marcella Prandi ed Isabella Cerquozzi terminano nelle batterie in 15”66, grazie al quale conquistano l’ultimo posto utile per l’accesso alla finale A, ma, nella finale stessa, la gara non viene conclusa nei 45”.

Per l’Olanda, primato che viene, primato che va. I campioni e primatisti mondiali Van Bommel e Van Dalen, infatti, dopo aver fatto registrare nelle eliminatorie 9”51, record dei Campionati, chiudono la finale in 10”01 e si fanno scippare l’oro e il record (che era 9”21) dal duo inglese Thomas-Longden, che ottiene un eclatante 9”06. A soli quattro centesimi dall’Olanda c’è la Repubblica Ceca (Novak-Hlavac), che solo in questa gara prende la metà dei punti totali conquistati in tutto il Rescue. Per i cechi è la prima medaglia mondiale della storia. In generale, livello più alto rispetto al 2006 (quando si vinse con 10”74), con sei staffette sotto gli 11”: segnaliamo anche il 10”13 della Finlandia, quarta classificata, ed il 9”86, ottenuto però nelle batterie, della Germania. Per Nicola Ferrua e Federico Pinotti, gara conclusa, immagino al terzo lancio, in 37”34, che vuol dire ventisettesima posizione.

 

SERC

 

Inizia già con la Simulazione di Salvataggio il monologo dell’Oceania, che proseguirà con le gare in Acque Libere. Vince l’Australia (Parry, Bowden, Parkes, Langthorne), seguita dalla Nuova Zelanda (Toomey, McMillan, Buck, Kent). Terza classificata l’Olanda (Kelleners, Peeters, Teley, Hendriks). L’Italia (Buratto, Prelle, Proietti, Ferrua), dopo l’esaltante quarto posto in Australia due anni fa, stavolta giunge appena sedicesima.

 

 

Le gare in piscina si concludono qui. Le Nazionali osservano un giorno di riposo il 24 luglio, e riprendono a gareggiare, stavolta a mare su spiaggia, il giorno successivo. Il 25 si effettua la premiazione di tre gare (Canoa, Sprint e Salvataggio con Tavola), ma si effettuano anche turni eliminatori e semifinali di altre prove.

 

 

Quarta giornata – 25 luglio

 

 

GARA CON LA CANOA

 

Il primo verdetto oceanico già vede due doppiette australiane con bronzo neozelandese, il podio più classico nelle gare oceaniche.

La gara femminile va a Naomi Flood, che supera la connazionale Kristy Munroe, seconda pure due anni fa. Terza la campionessa uscente Nikki Cox. Elena Prelle e Marcella Prandi, dopo aver passato agevolmente il primo turno (quinta e quarta nelle loro batterie, passavano in otto), terminano la loro corsa in semifinale: Elena dodicesima e Marcella quattordicesima nelle rispettive semifinali.

Downie Langthorne supera il compagno di squadra Shannon Eckstein nella gara maschile, con Kevin Morrison che occupa il gradino più basso del podio. Anche in questo caso, gli italiani giungono in semifinale. Nicola Ferrua, dopo il quinto posto nella sua batteria eliminatoria, chiude la sua semifinale al decimo posto: si tratta comunque del miglior risultato ottenuto da un italiano ad un Mondiale. Dodicesimo invece Germano Proietti, precedentemente giunto in semifinale con l’ultimo posto utile.

 

SPRINT SULLA SPIAGGIA

 

La britannica Katy Whear, dopo il secondo posto del 2006, vince il titolo mondiale dei 90m, superando l’australiana Cara Langedam e la neozelandese Chelsea Maples. Ottimo nono posto di Eleonora Chirieleison: nonostante quest’anno il livello della gara è più alto (perché ogni nazione può schierare due atleti per sesso e non più uno), la campionessa italiana della specialità ha ottenuto il miglior risultato azzurro di sempre in questa prova. Ele forse poteva essere anche da finale A, considerando che la sua semifinale (dove è giunta quinta) era lievemente più difficile dell’altra, ma comunque va benissimo così. Martina Mariti fa quello che può, passando il primo turno (tra l’altro vincendo la sua batteria), e fermandosi ai quarti (sesta nella sua serie, passavano in quattro).

Nomi nuovi nella gara maschile, con il neozelandese Benjamin Willis nuovo campione mondiale di Sprint, seguito dal sudafricano Ryle De Morny e l’australiano Thomas Nolan. Mariano Carpentieri è il primo tra gli eliminati al primo turno, mentre Franco Fanella, dopo aver passato la prima eliminatoria (quarto) si arresta ai quarti (sesto).

 

SALVATAGGIO CON TAVOLA

 

Podio femminile esattamente come previsto alla vigilia, con l’Australia (Marriott-Munroe) prima, la Nuova Zelanda (DunlopBarrett-Maples) seconda e la Francia (Manciet-Lux) terza. Marcella Prandi ed Elena Prelle si qualificano per la finale B (terze nella loro semifinale) e concludono con un buon decimo posto.

Anche nella gara maschile Australia (Allum-Eckstein) prima e Nuova Zelanda (Buck-Morrison) seconda, ma sul gradino più basso del podio c’è il Sudafrica (Dias-Brennan). Germano Proietti e Nicola Ferrua, con il terzo posto nella loro semifinale, non riescono nell’impresa di centrare la finale A, come due anni fa. Anche loro, come le ragazze, si classificheranno al decimo posto.

... CONTINUA ...

 
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IL CIELO SOPRA BERLINO E' AZZURRO (I PARTE)

Post n°99 pubblicato il 28 Luglio 2008 da AndreaL84
 

Ok, questo titolo non vi è nuovo. È una frase che già avete avuto modo di ascoltare il 9 luglio di due anni fa, quando tale Fabio Grosso realizzò a Berlino il rigore che permise all’Italia del calcio di vincere il Mondiale del 2006.

Evidentemente all’Italia sportiva Berlino porta bene.

Quest’anno Berlino, assieme all’altra città tedesca Warnemunde, ospita il Rescue: le giornate dal 21 al 25 luglio sono state dedicate ai National Teams (e anche ai Master). L’obiettivo dell’Italia era, come ha più volte ribadito il Commissario Tecnico Antonello Cano, confermare almeno il quarto posto del 2006, che fu un risultato eccezionale, conquistato sul filo del rasoio per una manciata di punti, nonché il miglior piazzamento italiano di sempre in questa manifestazione. A dire il vero, si era anche abbastanza ottimisti, dopo la vittoria del titolo europeo del 2007, su questo obiettivo: infatti sarebbero dovute essere Germania e Spagna le principali antagoniste dell’Italia nella corsa al quarto posto, dietro Australia, Nuova Zelanda e Sudafrica.

 

Dopo le gare in piscina, l’Italia era prima, grazie a dodici grande vittorie, e nonostante sei pesanti squalifiche. Subito dietro c’era la Nuova Zelanda. Terza l’Australia, quarta la Germania. Prima dell’inizio delle gare oceaniche, ebbi modo di scrivere, sul Forum di “Corsia 4”: “Non è la Nuova Zelanda che dobbiamo guardare, visto che comunque ci passerà davanti con le oceaniche. Stesso discorso, ovviamente, per l'Australia. E' la prima volta comunque che il titolo mondiale è in dubbio: in genere l'Australia è sempre stata la grande favorita dall'inizio alla fine. Ma le prestazioni in vasca degli atleti neozelandesi, possono dare il primo dispiacere della storia agli Aussie. Staremo a vedere. Riguardo l'Italia, il nostro obiettivo minimo è il quarto posto, dietro le due dell'Oceania e il Sudafrica. Quindi bisogna adesso gestire un vantaggio di quasi cento punti sulla Germania e un vantaggio maggiore sulle altre europee. Ma c'è anche da dire che il Sudafrica è 200 punti dietro, e se da una parte è vero che i sudafricani sono molto più forti di noi nelle oceaniche, dall'altra è altrettanto vero che non è impossibile gestire un vantaggio del genere, anche in virtù dei miglioramenti azzurri in questi ultimi anni in acque libere. Stiamo accarezzando dunque il sogno del terzo posto, il che sarebbe un risultato storico. Certo, peccato per le squalifiche, troppe. Tante vittorie è vero, ma in più gare l'Italia ha preso solo 20 punti (quelli dell'atleta primo classificato), facendo così diminuire il vantaggio sulle altre nazionali, in vasca sicuramente più deboli di noi. Se l'Italia mancasse il terzo posto, quindi, potrebbero esserci tanti rimpianti.

 

Partono le gare in Acque Libere, ed inizia il dominio dell’Australia, che miete vittorie su vittorie e tenta il recupero sulla Nuova Zelanda, che, comunque in queste gare è il team più forte dopo quello Aussie. L’Italia scende subito al terzo posto, ma era prevedibile. Il principale ed indiscusso favorito al podio, il Sudafrica, è troppo dietro per raggiungerci: quest’anno in piscina è stato meno competitivo rispetto ad altre volte, e a poco giovano le sette medaglie vinte tra mare e spiaggia. Si fermerà al quinto posto. Fanno paura, invece, i padroni di casa tedeschi, che, gara dopo gara, rosicchiano punti agli azzurri, avvicinandosi sempre più alla terza posizione. Ma la reazione d’orgoglio dei nostri è nel Frangente e nella Staffetta Torpedo, dove l’Italia dà una mazzata finale e raggiunge il bottino di 526 punti, che gli consente di raggiungere un obiettivo forse nemmeno sognato alla vigilia: IL TERZO POSTO MONDIALE !!! Praticamente, una vittoria!

Complimenti a tutti, CT, staff tecnico (Massimiliano Tramontana e Paola Pelle), staff medico (Andrea Felici ed Alfredo Rossomando), supporters e, ovviamente e soprattutto, atleti: per la prima volta, da quando esistono le gare oceaniche, l’Italia è sul podio del Mondo. Siamo la seconda nazione europea a riuscire in quest’impresa: la prima fu la Germania, terza nel 1998 e nel 2000. In quegli anni, la Nuova Zelanda non era ancora quella di adesso.

 

La squadra neozelandese ha infatti iniziato nel 2002 quell’ascesa che gli ha permesso di diventare la principale antagonista dell’Australia, da sempre dominatrice assoluta del Salvamento mondiale. Alla vigilia del Rescue 2006 il CT della Nuova Zelanda dichiarò che la sua squadra non si sarebbe accontentata del secondo posto: purtroppo per lui, così non fu. Così come non è stato quest’anno (anche se nella prima versione del presente articolo avevo erroneamente scritto il contrario…). Ma va detto che il team neozelandese è in forte crescita, tant’è che in vasca se l’è giocata alla pari con l’Italia (anche se quest’ultima plurisqualificata), realizzando in totale solo un punto in meno. Poi a mare, nonostante sia la seconda squadra più forte, è ancora troppo dietro l’Australia, che ha ottenuto una serie di doppiette nelle gare oceaniche, riuscendo a sorpassare i cugini e vincere il suo ottavo titolo consecutivo per 62 punti (839 punti dei canguri contro gli 837 dei neozelandesi), il che significa il mantenimento dell’imbattibilità. 

Quindi, la classifica vede prima l’Australia, seconda la Nuova Zelanda, terza l’Italia, quarta la Germania e quinto il Sudafrica. Seguono Francia, Spagna, Regno Unito e poi, via via, le altre.

In tutto 36 le nazioni concorrenti, ed è il nuovo record di partecipazioni. Ben 6 le debuttanti: primo Rescue, dopo diverse adesioni a manifestazioni continentali, per Ungheria, Norvegia, Croazia e Lituania,; debutto assoluto nel Salvamento internazionale, invece, per Messico e Sri Lanka. Possiamo praticamente parlare di debutto anche per il Saint Lucia, che due anni fa si presentò con un solo atleta ed in una sola gara. Ma la partecipazione più attesa direi che è stata quella della Cina, la cui ultima partecipazione risaliva al 1996. I mandarini erano attesi, perché si sapeva che vi era una squadra competitiva in preparazione: ne avemmo una prova ai Mondiali Militari 2003, dove la Cina fu la grande rivelazione, giungendo seconda dietro l’Italia. Poi è tornata nel silenzio. Dopo cinque anni, la rivediamo, capace di competere ad altissimi livelli soprattutto nelle specialità più “natatorie”, e di frantumare ben 15 record asiatici. 

 

Anche per merito della Cina, possiamo dire che il livello agonistico è stato molto alto e i 15 record mondiali, accompagnati da 3 europei e 3 dei Campionati (e in più ci sono anche 2 record italiani), ne danno conferma. Anche se i miglioramenti si sono fatti vedere soprattutto nelle gare di Nuoto e Superlife, mentre sono stati mediamente più alti, rispetto agli ultimi Europei, i tempi fatti registrare dai più forti nel Trasporto e nel Misto: forse è intervenuta la paura di affondare il manichino, visto che gli arbitri tedeschi sono notoriamente tra i più severi. Per quanto riguarda le acque libere, invece, non possiamo commentare delle prestazioni cronometriche, però possiamo notare come gli europei si stiano iniziando ad incuneare tra gli atleti degli oceani nelle prime posizioni.

Vediamo invece più nello specifico l’Italia. Nelle gare in piscina, c’è una Nazionale a due facce: da una parte quella delle vittorie, che è comunque preponderante, dall’altra quella delle squalifiche e dei forti peggioramenti. Possiamo praticamente distinguere un “fronte soddisfatti” ed un “fronte delusi”. Il primo è costituito da Federico Pinotti, Germano Proietti, Nicola Ferrua, Marcella Prandi ed Isabella Cerquozzi; il secondo da Franco Fanella, Marco Mosconi, Mariano Carpentieri e Martina Mariti. “Quasi soddisfatte” il termine che utilizzerei per Elena Prelle ed Erica Buratto, mentre Eleonora Chirieleison non ha avuto gare indoor da effettuare. Questo sulle gare individuali; invece, per quanto concerne le staffette, tutti i risultati italiani, lanci della corda a parte, sono stati eccellenti. Per le gare in Acque Libere, invece, possiamo fare un discorso più generale, con tutti gli atleti, escluso Marco Mosconi, non iscritto a nessuna di queste gare, che hanno fatto quello che hanno potuto, anche se i risultati migliori sono arrivati da Federico Pinotti e soprattutto da Eleonora Chirieleison. Anche in questo caso, ottimi risultati di staffette.

Bilancio azzurro, dunque, complessivamente positivo, e non poteva essere altrimenti, visto il piazzamento finale.

 

Riportiamo di seguito il commento giorno per giorno e gara per gara.

 

 

Prima giornata – 21 luglio

 

 

NUOTO CON OSTACOLI

 

La mancanza della campionessa e vicecampionessa mondiale uscente, la statunitense Sara McLarty e la canadese Carla Geurts-Cole non abbassa affatto il livello di questa gara, che anzi aumenta rispetto a due anni fa. Già nelle batterie la primatista mondiale Erica Buratto ottiene il primo tempo, con 2’10”97. Ma la finale vede un’altra atleta in vetta: è cinese il primo oro ed il primo record mondiale dei Campionati. L’opera è di Ying Lu, che conclude con un eccezionale 2’09”03 (il precedente della Buratto era 2’09”92). La nostra Erica manca la vittoria per soli 13 centesimi, ma il 2’09”16 realizzato rappresenta comunque una grandissima performance, oltre che il nuovo record europeo. Quindi complimenti ugualmente. Per la terza posizione erano accreditate le ungheresi Kovacs e Lipcsei, che però non sono neanche entrate in finale: la medaglia di bronzo è invece andata alla neozelandese Ayla Dunlop-Barrett, capace di 2’12”25. Finale B per Marcella Prandi, quindicesima nelle eliminatorie con 2’18”75, e poi tredicesima in finale con 2’18”68.

Dopo la Buratto, è la volta di Federico Pinotti di abbassare il record europeo, già suo. Da mozzafiato il tempo di Federico: 1’55”51 (precedente 1’56”02), a soli due decimi dal record del Mondo, e la medaglia d’oro non gliela leva nessuno! Erano 25 anni che l’Italia maschile non vinceva un titolo mondiale con i Sottopassi: l’ultimo che vi riuscì fu, nel 1983, Roberto Bonanni con 2’06”78 (quanto si è evoluto il nostro sport!). Sarebbe stato bello vedere un duello tra Federico e il detentore del record mondiale e campione uscente Blaine Morgan, ma quest’ultimo però non risulta tra i convocati della Nazionale USA. Secondo classificato il debuttante Andrew McMillan (Nuova Zelanda), con 1’56”06, nuovo record del Commonwealth; sorpresa in terza posizione, con il danese Jacob Carstensen, capace di concludere in 1’57”99. Ottimo quinto posto di Germano Proietti, che realizza 2’00”15, il suo nuovo personale. Nelle eliminatorie, Pinotti aveva ottenuto il secondo tempo (1’59”63) e Proietti l’ottavo (2’01”76).

 

STAFFETTA 4x50m CON OSTACOLI

 

1’54”87 lo strabiliante tempo che permette ad Erica Buratto, Elena Prelle, Marcella Prandi ed Isabella Cerquozzi di vincere il primo oro italiano ad un Mondiale in questa specialità. Il crono registrato trucida il precedente primato nazionale (1’56”05 dello stesso quartetto) ed è distante solo 67 centesimi da quello mondiale. Seconda classificata la Cina (He, Ghao, Zhang, Lu), col nuovo record asiatico di 1’55”76, e terzo posto ex aequo per Nuova Zelanda (Toomey, Dunlop-Barrett, Toomey, O’ Connor) ed Olanda (Goossens, Op Het Veld, Temmermann, Peulen), orfana della sua atleta di punta Monique Driessen , entrambe appaiate ad 1’56”79. Le nostre erano entrate in finale con l’ottavo tempo (1’59”56).

Tra i maschi, la favorita Nuova Zelanda, con Buck, McMillan, Kent ed Anderson, dopo aver concluso l’eliminatoria in 1’41”20, record dei Campionati, ridicolizza il record mondiale che già gli apparteneva (detenuto da un quartetto che per ¾ era quello di Berlino): il limite passa da 1’40”95 a 1’39”55! Una media di meno di 25” a frazionista! Di fronte ad una prestazione del genere, l’argento dei nostri è il miglior risultato che si poteva ottenere, oltre che ad essere il miglior risultato mai ottenuto nell’Italia maschile ad un Rescue. In più Federico Pinotti, Franco Fanella, Marco Mosconi e Germano Proietti hanno limato centesimi  al vecchio record europeo, portandolo da 1’41”50 (della Germania) a 1’41”42. Terza l’Australia (Bowden, Eckstein, Allum, Langthorne) in 1’41”77, 4 centesimi meglio della Germania. Azzurri terzi nelle eliminatorie con 1’43”15.

 

TRASPORTO MANICHINO

 

Terzo titolo mondiale consecutivo per Elena Prelle, a cui basta un 37”73 per confermarsi ancora la più forte del Mondo! Seconda classificata, una sua vecchia antagonista, la neozelandese Georgina Toomey, con 38”15, e terza l’altra Toomey della Nuova Zelanda, Julia, con 38”40. Nelle batterie eliminatorie, la Prelle aveva chiuso in 38”57, secondo tempo della mattinata. Notiamo l’assenza sul podio di due atlete tra le più accreditate della specialità. Una è la spagnola Ana Guimarey, appena quinta con un alto 39”40 (lei che è scesa più volte sotto i 37”). L’altra è, purtroppo, la campionessa europea Erica Buratto, che, già nelle batterie, incappa nel famigerato codice 19 (affondamento).

Nella gara maschile, non ci sono più i protagonisti degli anni passati, quali lo spagnolo Fenando Del Villar, il tedesco Hagen Leditschke, il francese Giullem Riand ed il nostro Mauro Locchi. E alla fine il podio di Berlino è quello che era più prevedibile alla vigilia. In prima posizione c’è il sempre grande Federico Pinotti, che, seppur con un tempo per lui non eccellente, 31”34, non ha problemi a tenere la testa: l’ultimo italiano a vincere il Trasporto in un Mondiale era, fino a questo momento, Mauro Locchi, oro nel 1995 con 34”01 (e trasporto a rana). Seconda piazza per il sudafricano Barjo Van Niekerk con 31”82, e terzo, in 31”93, il neozelandese Michael Buck, che soffia per un solo centesimo il bronzo all’australiano Andrew Bowden. Niente finale, invece, per Marco Mosconi, squalificato per affondamento nelle eliminatorie.

 

MANICHINO CON PINNE E TORPEDO

 

Isabella non delude. Dopo uno sciolto 1’05”05 in batteria, che gli permette l’accesso alla finale col quinto tempo, la Cerquozzi vince il suo secondo titolo mondiale della specialità (dopo quello del 2004), chiudendo in 1’01”92, nuovo record dei Campionati. Staccate la seconda e la terza classificata, le tedesche Katrin Altmann, vincitrice all’ultima Coppa di Germania, ed Aline Hundt, che hanno bloccato le piastre a 1’03”36 e 1’03”51 rispettivamente. 1’03”36 è anche il tempo fatto registrare nelle eliminatorie dalla neozelandese Julia Toomey, poi quinta in finale: le resta il record del Commonwealth. Va male Martina Mariti: per lei un alto 1’08”63, che significa diciannovesimo posto ed assenza anche dalla finale B.

Lo stesso destino della Mariti è subito anche da Franco Fanella e Marco Mosconi, entrambi squalificati in batteria. Ed è un vero peccato che un atleta da 53” e uno da 54” debbano vedere dagli spalti una finale, dal livello anche abbastanza basso rispetto agli ultimi Europei, vinta in 55”11 dallo spagnolo Rafael Tamaral. Tamaral è il vicecampione europeo della specialità, ma a Berlino ha distanziato il campione europeo, il tedesco Enrico Pankrath, secondo in 56”30. Medaglia di bronzo all’australiano Downie Langthorne, con 57”51, mentre l’atteso tedesco Cristoph Ertel si è classificato ai piedi del podio.

... CONTINUA ...

 
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COLPO ROSSO (II PARTE)

Juniores: Ferrari in pole position.

 

Andiamo adesso indietro nel tempo e spostiamoci a Chianciano. Qui la categoria più giovane è quella Juniores ed in questa categoria c’è stato lo strapotere assoluto delle Rane Rosse, prime con 557 punti, oltre 250 in più della seconda classificata: ai meneghini sarebbero bastati i punti delle sole femmine per la vittoria. Le Rane era comunque la squadra nettamente più numerosa, ma ha mostrato anche tanta qualità. CN Ronciglione in seconda posizione con 284 punti, seguono i VVF Torino con 271.5. Quarta classificata l’Assonuoto Caserta, che ha mostrato la miglior squadra maschile.

Altissimo il livello se confrontato alla fase primaverile. La gara che, rispetto a Lignano, ha fatto registrare più progressi è stata sicuramente il Super Lifesaver: basti dire che, tra le femmine, il miglior tempo degli Invernali, non avrebbe garantito neanche il podio a Chianciano, dove si è vinto con ben 7 secondi in meno! Forte crescita registrata anche nel Trasporto del Manichino, nel Torpedo femminile e nel Nuoto maschile.

Ogni sesso ha il suo protagonista. Quello femminile è Samantha Ferrari (CN Ronciglione), che è stata in grado di vincere ben tre ori, mancandone un altro per pochi decimi. Sicuramente nel Trasporto la sua prestazione più rilevante, visto che Samantha, oltre a migliorarsi un secondo, ha abbassato un record italiano imbattuto da tre anni (39”73 della Cacciabue), portandolo a 39”38! Ma per la Ferrari questo è stato solo un warm up, visto che poi ha anche eguagliato il già suo primato nel Percorso Misto, 1’20”73, ed ha vinto anche nel Torpedo in 1’04”91, migliorandosi anche qui di un secondo. Tra l’altro, sia nella gara veloce che nel Misto, i tempi dell’atleta di Ronciglione avrebbero garantito la vittoria anche tra le Cadette: un chiaro segnale all’allenatore della Giovanile Gianpaolo Longobardo. Il bottino di Samantha si completa con l’argento nel 200m Ostacoli, terminati in 2’21”99. Questa gara ha visto l’affermazione della primatista italiana juniores della specialità Claudia Pastorello (Rane Rosse), che ha realizzato 2’21”54. Vittoria attesa, nonché netta, della Pastorello anche a Pinne, dove il suo 1’00”57 è stato il terzo miglior tempo assoluto della manifestazione. Per Claudia anche un bronzo nel Super in 2’46”31; le è andata meno bene nel Torpedo, dove con un per lei alto 1’09” si è fermata in ottava posizione. La vincitrice del Superlife è stata invece la sorpresa Alice Oggionni (Rane Rosse), capace di migliorarsi incredibilmente e di realizzare un eccellente 2’39”71! In fase di crescita anche Giulia Levrero (RN Bogliasco), che ha fatto grandi passi avanti a Manichino, Pinne e Torpedo, ottenendo, tra l’altro, tre medaglie d’argento: 40”21 il suo crono nel Trasporto, un ottimo 1’02”83 a Pinne (ben 3 secondi in meno rispetto alla fase invernale) e 1’06”12 nel Traino, dove ha preceduto la vincitrice di Lignano Verdiana De Luca (Dimensione Nuoto Vitorchiano), che si è arrestata stavolta ad 1’06”57. Bene inoltre Vittoria Borgnino (Nuotatori Canavesani, che ha abbassato il suo personale del Super a 2’44”05, giungendo seconda, ed ha confermato il terzo posto invernale a Pinne, realizzando 1’06”09. Nelle gare di trasporto in evidenza Silvana Jolanda Bossini (GIS Milano), terza a Manichino in 41”68 e seconda nel Misto in 1’25”12. In quest’ultima gara chiude il podio Simona Angela Del Negro (Assonuoto Caserta), in grado di 1’25”40. Un bronzo anche per Renata Fasano (CN Posillipo), già premiata a Viareggio nel Frangente, che ha chiuso i 200m Ostacoli in 2’23”89. Infine, Silvia Ravasi (Rane Rosse) si accontenta, come a Lignano, del legno a Manichino e Misto. Nelle staffette, poco “popolate” (affluenza limitata a 3 o 4 squadre, a seconda della staffetta), alternanza tra Rane Rosse e VVF Torino: alle milanesi la 4x50m Ostacoli, dove Mauri, Pastorello, Passoni e Tocci hanno realizzato 2’06”12, con i Vigili secondi in 2’11”16, e la 4x25m Manichino, vinta da Ravasi, Passoni, Oggionni e Sironi in 1’44”77, con le torinesi squalificate; queste ultime si sono invece aggiudicate, grazie Giaconia, Palmeri, G.Borasi e Biscardi la Staffetta Mista in 1’54”38 proprio davanti le Rane, seconde in 1’54”70. Tre premiazioni anche per l’Aurelia Nuoto: argento nella staffetta veloce (1’56”89), dove solo due staffette hanno terminato correttamente la gara, e bronzo con ostacoli (2’17”79) e torpedo (2’06”10).

Il protagonista della categoria maschile è invece il solito Francesco Bonanni (CC Aniene). Il campione italiano assoluto di Pinne ha vinto, come da consuetudine, la sua gara, seppur con un riscontro cronometrico, 54”57, mediocre per lui, atleta da 50”-51”. Più interessanti, invece, le prestazioni che gli hanno consentito la vittoria nel Super e nel Misto. Nella gara più lunga ha migliorato di un secondo e mezzo il tempo che gli consentì il bronzo agli Euro Juniores, facendo registrare un ottimo 2’20”15, mentre nel Misto, dove debuttava (preferendo così il Percorso al Torpedo), si è imposto, direi anche a sorpresa, in 1’11”06. Francesco però ha visto scipparsi titolo e primato italiano di categoria nei 200m Ostacoli, dove è giunto secondo in 2’06”04: l’ha preceduto un eccezionale Alessio Pancaldi (Assonuoto Caserta), che ha bloccato le piastre a 2’03”74, ben un secondo sotto il vecchio record di Bonanni (2’04”76), nonché terzo miglior tempo assoluto della manifestazione. Nessuna sorpresa invece nel Torpedo, con la vittoria di Francesco Bartolucci (CN Ronciglione) in 58”02. “TR17” ha perso però il titolo nel Misto, dove ha chiuso terzo con un pur buono 1’11”56. In ogni caso, si è riconfermato un atleta di punta, dal momento che è giunto anche terzo a Superlife con 2’22”66 e secondo a Manichino con un buon 34”23. In quest’ultima gara, si è affermato, forse contro pronostico, Francesco Felaco (Olimpic Napoli) in 33”70. Il partenopeo è stato in grado di migliorarsi e quindi ben figurare anche in altre gare: nel Misto non è salito sul podio (quarto) ma ha comunque abbattuto il muro degli 1’12”, mentre a Pinne, complici le squalifiche di Daniele Checchi (Roma ’70) e Diego Santi (Dimensione Nuoto Vitorchiano), è giunto secondo in 56”56, davanti a Federico Giuntoli (VVF Torino), capace di 57”46. Identificherei invece la rivelazione della categoria in Federico Bolognesi (Salaria Nuoto), che fino ad adesso si era fatto notare solo nel Nuoto e nel Frangente: a Chianciano, invece, il fratello minore di Marco, oltre a concludere in terza posizione gli Ostacoli in 2’06”40, ha anche regalato prestazioni di tutto rispetto nel Misto, dove ha terminato secondo con 1’11”38, e nel Superlife, dove si è classificato ai piedi del podio con 2’24”. Proprio nel Super, c’è da sottolineare anche la grande prestazione di Nicolò Simonigh, sceso fino a 2’22”00, che gli ha permesso la medaglia d’argento. Per Nicolò anche un bronzo nel Torpedo (59”16), dove è stato preceduto, oltre che da Bartolucci, anche dal solito Alessio Tomè (Orizzonti Udine), in grado di 58”88. Premiato infine Daniele Orabona (Fiamme Oro), terzo a Manichino 34”75, ringraziando la squalifica del compagno di squadra Valerio Riccio, campione primaverile della specialità, che era giunto secondo nell’ordine d’arrivo ufficioso. La Staffetta con Ostacoli regala un record italiano grazie all’Assonuoto Caserta che, grazie a Garofalo, Pancaldi, Tranquillo e Dirozzi, ha limato centesimi al precedente primato del Nuoto Napoli (1’48”62, vecchio ormai di quattro anni), portandolo a 1’48”54. Lo stesso quartetto si è aggiudicato anche la 4x25m Manichino (dove ci sono state squalifiche importanti quali Fiamme Oro, Roma ’70 e Ronciglione) in 1’30”07 ed è giunto terzo nella Mista con 1’42”60. Quest’ultima staffetta è andata all’AS Roma ’70 (Sorrentino, Checchi, Paoletti, Tagliareni), che, con 1’41”72, ha superato i campioni uscenti del Ronciglione (1’42”20). Viterbesi invece terzi, in 1’52”25 nella Staffetta Ostacoli, preceduti per 15 centesimi dalle Fiamme Oro Roma (1’52”10). Infine, sono RN Bogliasco (1’30”80) e CN Nichelino (1’31”17) a completare il podio della Staffetta con Manichino.

 

 

Cadetti: …sti Mazzi!

 

Più combattuta in questa categoria la vittoria delle Rane Rosse: infatti, pur realizzando più punti rispetto a Lignano (514), il team di Quintavalle ha dovuto tenere a bada i VVF Torino (435 punti), che hanno, tra l’altro, schierato la squadra femminile più forte. Staccate tutte le altre società: terza classificata è la Reggiana Nuoto con 232 punti.

La squadra emiliana deve il suo terzo posto soprattutto alle prestazioni di Martina Mazzi, capace di abbassare, e non di poco, i suoi personali e di dominare le tre gare con le pinne. Interessantissimo il 2’36”67 che le ha consentito di imporsi nel Superlife (nella fase invernale già era scesa a 2’37” alto), ma non è da sottovalutare neanche il suo Torpedo da 1’04”41, per lei che si manteneva intorno all’1’07”, e i suoi 100m Pinne da 1’04”10, cagione di una netta vittoria. Infine, ben quattro secondi di miglioramento nei 200m Ostacoli, dove ha realizzato un ottimo 2’20”68, il quale è stato però utile “solo” per l’argento. Ha fatto infatti meglio l’altrettanto brava Chiara Borasi (VVF Torino), che ha confermato il titolo invernale, chiudendo col suo personale di 2’20”42. Chiara si è mantenuta in cima anche nel Trasporto, concluso in 39”77, ma non nel Superlife, dove, con un alto 2’45” si è fermata alla settima piazza; buono, invece, il suo 1’22”36 nel Misto, grazie al quale è giunta terza. In questa gara, vittoria alla compagna di squadra Laura Tafuro, che ha dimostrato bei progressi nel Percorso, concluso in 1’21”11, ma anche nel Superlife, dove, grazie ad un rimarchevole 2’37”27, si è classificata seconda, battuta solo dalla Mazzi. Podio mancato invece nel Torpedo, dove la Tafuro è quarta preceduta dalla favorita Eleonora Chirieleison (Domar SC), la quale, con un non eclatante 1’05”06, non è andata oltre il terzo posto. La dominatrice della spiaggia non ha attecchito neanche nel Superlife (quinta), mentre è stata convincente nelle gare di trasporto: a Manichino ha chiuso seconda in 40”33 ed al Misto, gara che ha disputato per la prima volta (preferendola ai 100m Pinne), pure ha ottenuto la medaglia d’argento grazie al suo 1’21”23. Il livello in queste due gare, così come a Torpedo, è stato molto alto rispetto ai Campionati Primaverili: chi ha accusato il colpo è stata Anna Taddei (RN Bogliasco), che non è riuscita a ripetere i tre podi di Lignano in queste specialità. Le resta comunque l’argento a Pinne col tempo di 1’06”93. Ha meglio retto invece la compagna di squadra Gloria Balestrero, classificatasi seconda a Torpedo in 1’04”89, e terza sia a Manichino, con 40”63, che nel Superlife, con 2’42”45 (in questa gara ci si poteva aspettare di più, dopo il 2’38” dei Rescue), davanti ad una non eccellente Ester Viscardi (Centro Ester). Gloria manca però nell’ordine d’arrivo di Pinne. In crescita Francesca Porta (Swimming Club Alessandria), che ha avuto il suo risultato migliore nel Nuoto, dove ha ottenuto il bronzo con 2’24”05. In questa gara, quindi, non ha confermato il podio primaverile Elisa Puzzuoli (Salaria Nuoto), che ha però rimediato con la terza piazza a Pinne in 1’07”21. Riconferma invece per la Polisportiva Catanzaro (Basile, Curto, Fedele, Costanzo) nella 4x50 Ostacoli, vinta dalle calabresi in 2’05”45, davanti a VVF Torino (2’06”34) e Rane Rosse (2’06”46). Così come per i VVF Torino nella 4x25, conclusa da A.Pidello, Giuntoli, C.Borasi e L.Tafuro in 1’42”62, davanti a RN Bogliasco (1’43”09) e SC Alessandria (1’45”05). Ai Vigili anche la Staffetta Mista, dove il quartetto C.Borasi/Giuntoli/D’Oro/L.Tafuro si è imposto in 1’54”29, superando Domar (1’55”22) e Polisportiva Catanzaro (1’55”24), con le Fiamme Oro campionesse uscenti ai piedi del podio.

Mentre, tra le femmine, l’unica assenza di rilievo è stata quella di Orsola Riccardo (Olimpic Napoli), diverse sono state le assenze illustri tra i maschi, a partire da Andrea Caldarelli (Dimensione Nuoto Vitorchiano) e Simone De Ruosi (CN Nichelino), per terminare con Jacopo Silvagni (CN Ronciglione) ed Andrea Tocci (Fiamme Oro Roma). Riguardo i presenti, chi ha donato la prestazione più interessante è stato sicuramente Giovanni Legnani (Rane Rosse), che ha terminato il Super Lifesaver con un invidiabile 2’15”98, a solo mezzo secondo dal record italiano di categoria, detenuto da Lorenzo D’Ambrosio. Tempo alto, invece, nel Misto, dove con 1’11”88 (5 secondi in più rispetto agli Invernali) è giunto appena terzo; per Giò un bronzo anche a Pinne, che provava per la prima volta, concludendo in 58”02. Il compagno di squadra Nicolò Casini si è confermato il più forte nelle gare in cui è primatista, ovvero Trasporto, concluso in 31”91, e Percorso, dove con 1’06”38 è andato a 13 centesimi dal già suo record di categoria. Non gli è andata altrettanto bene nel Torpedo, dove si presentava come campione cadetti e vicecampione assoluto, ed ha chiuso appena sesto in 1’01”. Si è imposto così il bronzo assoluto Simone Procaccia (Interamnia), capace di 56”91. Simone si è anche aggiudicato, come da pronostico, i suoi 100m Pinne, ottenendo 52”68, davanti al solito Massimiliano Barbieri (Reggiana Nuoto), buon 54”79; e in più è giunto terzo a Manichino con 33”31. Non al massimo Andrea Moretto (Nuotatori Canavesani), che comunque è andato a podio in tutte e quattro le gare disputate: nel Superlife però la medaglia conquistata è la meno pregiata, complice anche un 2’23”63 per lui alto, mentre è un argento a Trasporto, terminato in 33”18, nel Percorso, concluso in 1’07”07, e nei 200m Ostacoli, chiusi in 2’04”88. In quest’ultima gara il primatista cadetti della specialità si è visto precedere da un cresciuto Mario Scarabello (Rane Rosse), che ha bloccato le piastre a 2’04”28, due secondi in meno rispetto al suo tempo invernale. Negli Ostacoli, le Rane si sono affidate anche ad Alessandro Coser, terzo in 2’06”18. Un’altra brava ranocchia è stato Marco Ballerini, capace di scendere tre secondi nel Superlife, cogliendo un argento da 2’20”64: per lui, un altro secondo posto nel Torpedo in 57”33, davanti a Simone Lapi (Nuoto Club Torino), che ha ottenuto 58”91. Solo quattro le società con le staffette maschili, ma questo non vuol dire che la qualità ne sia compromessa. Anzi, le Rane Rosse, con Casini, Legnani, Coser e Scarabello hanno fatto registrare un fantastico 1’44”60 nella Staffetta con Ostacoli, che abbassa molto prepotentemente il vecchio record della categoria (1’46”63 del Nuoto Napoli) e permette di staccare in maniera nettissima Posillipo (1’50”46) ed Olimpic Napoli (1’50”93), seconda e terza classificata. Alle Rane anche le altre due staffette: con 1’37”18 Legnani, Casini, Coser e Ballerini hanno lasciato alle proprie spalle nella Mista i VVF Torino (1’41”18) ed ancora l’Olimpic Napoli (1’41”80); mentre nella 4x25 lo stesso quartetto, con Valente al posto di Coser, si è imposto in 1’23”05, con l’Olimpic Napoli secondo in 1’27”14 e le altre squadre squalificate.

 

 

Seniores: A Ferrua e fuoco.

 

Dai Seniores non ci si aspettano prestazioni di grande rilievo ad un campionato di categoria, soprattutto quando gli atleti al top sono in preparazione per un Rescue. Tuttavia qualche risultato da sottolineare c’è stato. Ma prima di vedere qual è, partiamo, come da nostra abitudine, con la classifica di società, che anche in questo caso ha visto l’affermazione delle Rane Rosse. Con 506 punti, i milanesi hanno preceduto le due squadre che li avevano superati a Lignano, ovvero i VVF Torino, secondi con 448 punti e primi con le sole femmine, e i campioni uscenti delle Fiamme Oro Roma, stavolta appena terzi con 385 punti, ma sempre primi con i maschi, nonostante un’assenza importante come quella di Andrea Debilio.

Il risultato più eclatante è stato il record europeo di Nicola Ferrua (Rane Rosse) nei 100m Pinne: 49”53, che migliora il 49”72 di Simone Procaccia e distante soli quattro centesimi dal record mondiale, detenuto dal sudafricano Marais. Un risultato straordinario, che lascia ben sperare per la prossima competizione mondiale. Tra gli atleti della Nazionale maschile, si è comportato bene anche Federico Pinotti (Fiamme Oro), che continua a mietere successi nelle sue tre gare: a Chianciano Federico ha realizzato 30”82 a Trasporto, 1’02”27 nel Misto e 1’59”61 nel Nuoto. Più nell’ombra gli altri atleti che ci rappresenteranno a Berlino. Germano Proietti (Fiamme Oro) è giunto secondo nel Misto con 1’05”64 e terzo nel Superlife con un non eccezionale 2’14”58, ma è assente da altri ordini d’arrivo; Marco Mosconi (Marina Militare) si è mantenuto solo a Manichino, dove si è classificato secondo in 31”45, mentre nel Percorso e nel Torpedo non è andato oltre un ottavo ad un dodicesimo posto rispettivamente; Franco Fanella (Marina Militare) ha conquistato la sua unica medaglia nel Nuoto, dove ha chiuso secondo in 2’03”51, ma nella sua gara, i 100m Torpedo, dove detiene il record italiano e quello mondiale ufficioso, si è fermato in posizione numero otto, mentre a Pinne è stato squalificato; infine il primatista italiano del Superlife Mariano Carpentieri (Nuoto Napoli), è arrivato appena quinto nella gara dove era più atteso, con un altissimo 2’18”. Nel Super la prestazione migliore è stata regalata da Marco Buccioni (Fiamme Oro), che ha concluso con un ottimo 2’12”59, scendendo per la prima volta sotto i 2’13” ed andando a soli 36 centesimi dal record italiano. Dietro di lui, per una tripletta delle Fiamme, c’è un altrettanto bravo Marco Bolognesi, capace di 2’13”66. Bolognesi è stato uno dei migliori atleti della manifestazione, e questo si può dire anche in virtù del suo terzo posto nel Nuoto in 2’04”20, sette centesimi davanti a Carpentieri, ma soprattutto alla sua vittoria nel Torpedo in 56”13, che rappresenta la sua prima ascesa sul gradino più alto del podio. In questa gara, podio completato da vecchie conoscenze della specialità, quali Daniele Battegazzore (Swimming Club Alessandria), secondo in 56”42, e Federico Mastrostefano (Marina Militare), terzo in 56”63. Battegazzore è giunto inoltre terzo a Pinne con 53”53, preceduto, oltre che dall’ex compagno di squadra e neoprimatista europeo Nicola Ferrua, anche da un bravo Diego Giuglar (Marina Militare), che ha realizzato 52”89. Si è mantenuto in auge, infine, Alessandro Capacchione (Marina Militare) nel Trasporto e nel Misto, gare che gli hanno regalato un altro doppio bronzo, dopo quello degli Assoluti, grazie rispettivamente ad un 31”48 ed un 1’06”54. Podi identici nella Staffetta Ostacoli ed in quella Mista: prima è la Marina (Capacchione, Mosconi e Fanella schierati in entrambe le staffette, Giuglar nella Ostacoli e Mastrostefano nella Mista), che ha concluso rispettivamente in 1’44”28 e 1’33”32, seconde le Rane Rosse (1’45”08 / 1’34”90), terze le Fiamme Oro (1’45”12 / 1’36”76). Classica vittoria delle Fiamme (Locchi, Buccioni, Proietti, Pinotti), invece, nella Staffetta Manichino, con un 1’13”05, che ha permesso di distanziare tantissimo Rane Rosse (1’23”17) e Swimming Club Alessandria (1’24”38), seconda e terza classificata.

Tra le donne, Elena Prelle (Rane Rosse), dopo degli Assoluti che la hanno vista sì solita atleta di vertice, ma con prestazioni abbastanza opache, sta tornando ad avvicinarsi ai suoi tempi migliori. Le prestazioni con le quali ha ovviamente vinto Manichino e Misto valgono 36”24 e 1’16”61, ma il suo risultato più interessante è il 2’15”66, con il quale ha avuto ragione nei 200m Ostacoli sulla campionessa assoluta Federica Ferraguti (Nuotatori Modenesi), che si è anche migliorata a 2’16”17. Solo nel Superlife, con 2’34”69, la Prelle nazionale nulla ha potuto di fronte a Martina Mariti (Domar SC), capace di un ottimo 2’30”72. Nel Torpedo, invece, la Mariti è giunta, con 1’04”63, terza, e non seconda, come da consuetudine. Si è incuneata infatti una sempre più crescente Marta Mozzanica (Rane Rosse), che ha portato il suo personale a 1’03”83. Ma è stata Pinne la gara dove Marta ha lasciato tutti a bocca aperta, andando a vincere con un eccezionale 58”23, a soli sette decimi dal record italiano, rifilando oltre un secondo e mezzo alla pluricampionessa italiana della specialità Marcella Prandi (Carabinieri), che ha concluso in 59”81. La Mozzanica è la seconda atleta italiana, dopo, appunto, la Prandi, a scendere sotto i 59”. Così Marcella se ne è tornata a casa senza nessun oro, sempre che un argento dietro la Prelle a Trasporto non possa considerarsi tale: infatti l’atleta di Ceva ha partecipato alla gara veloce (l’ultima sua apparizione in questa specialità fu quattro anni fa), realizzando un buon 38”71, che è il suo migliore. Oltre ai due argenti, per la Prandi, c’è anche un bronzo coi Sottopassi in 2’18”89. Non è stato ancora scritto chi ha vinto i 100m Torpedo, ma non poteva che essere Isabella Cerquozzi (Salaria Nuoto), che ancora una volta ha fatto registrare una prestazione degna di lei, ovvero 1’00”99. Buone prestazioni di Isa anche a Misto, dove è giunta seconda in 1’18”47, e a Pinne, dove si è classificata terza con 1’01”40. Infine, a completare i podi di Manichino, Misto e Superlife ci pensano le sorelle Pidello (VVF Torino): Chiara è giunta terza nelle due gare di trasporto, ottenendo 39”02 a Manichino e 1’20”46 nel Percorso, mentre Cristina è sul gradino più basso del Superlife con 2’38”46. Nessun podio invece, stavolta, per l’altra vigilessa Federica Porzionato, che non ha ripetuto i mezzi miracoli della fase invernale. Nelle staffette, Rane Rosse senza rivali: 2’01”93 nella Staffetta con Ostacoli, 1’46”40 nella Mista (costituita da Costato, Pastorello, Prelle e Mozzanica) e 1’36”59 nella Manichino (stesso quartetto della Mista, con la Valente al posto della Pastorello). I VVF Torino le seguono nella 4x25 (1’38”18) e nella 4x50 Mista (1’52”12), mentre nella 4x50 Ostacoli l’argento è stato scippato loro per soli tre centesimi dalle ragazze del CN Posillipo (2’05”81 contro 2’05”84). Medaglie meno pregiate a Domar SC (1’53”57 nella Mista) ed Olimpic Napoli (1’42”85 nella Manichino).

 

 

Il prossimo appuntamento nazionale sono i Campionati Assoluti, che saranno disputati a Gubbio dal 5 al 7 agosto, curiosamente nel mezzo della settimana e non in un weekend. Lì saranno le gare importanti per i giovani, che si giocheranno la Nazionale Juniores. La Nazionale Assoluta, invece, è già in gioco, visto che sono partiti ieri i Rescue di Berlino e Warnemunde.

 

Andrea Longobardo

 
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COLPO ROSSO (I PARTE)

Post n°97 pubblicato il 17 Luglio 2008 da AndreaL84
 

Dovendo partire il Rescue il 20 luglio, quest’anno i Campionati Italiani Juniores/Cadetti/Seniores sono stati anticipati a fine giugno, e si sono svolti dal 27 al 29. Cambiata anche la sede dopo sei anni, e da Gubbio si ritorna a Chianciano, che non ospitava una manifestazione di Salvamento dal lontano 2000.

È stato un classico campionato di categoria, il che vuole dire che ha fatto registrare ottime prestazioni dagli atleti più giovani e prestazioni più sottotono, tranne eccezioni, dai Seniores, che generalmente danno il meglio di sé agli Assoluti. C’è da dire, però, che anche quegli Juniores e Cadetti femmine ai vertici delle classifiche teoricamente non sarebbero dovuti essere al massimo della forma a Chianciano, visto che sarà a Gubbio, proprio in occasione degli Assoluti, che si giocheranno la Nazionale Juniores. Probabilmente questi tempi di ottima fattura visti ai Categoria sono solo un antipasto, solo un inizio di ciò che potremo vedere nella città eugubina. Noi ce lo auguriamo: l’agonismo è sempre uno spettacolo ben accetto.

Dal punto di vista organizzativo e arbitrale, non sembra ci siano state particolari polemiche (ma parlo come una persona che non ha assistito ai Campionati). È stata invece più la “tecnologia” al centro dell’attenzione: protagonista il nuovo costume utilizzato dalle Rane Rosse, prodotto da un genitore di un atleta della squadra meneghina. Si chiama Jacked, e pare faccia miracoli. Qualcuno accenna o insinua che, per i materiali di cui è composto, sia ai limiti della regolarità, ma, in ogni caso, è stato omologato ed utilizzato. Gli atleti delle Rane Rosse hanno in generale comunque fatto vedere grandi miglioramenti, ma saranno le future competizioni a dire quanto è dovuto al nuovo costume e quanto agli atleti stesso.

Costume o non costume, il consorzio guidato da Giorgio Quintavalle è stato il team assoluto protagonista di Chianciano, anche perché si è aggiudicato il titolo italiano in tutte e tre le categorie, impresa prima d’ora mai riuscita a nessuna società. La squadra che più ha tenuto testa alle Rane sono stati i VVF Torino, secondi in due categorie e terzi con gli Juniores. In ogni caso, sommando tutte e tre le fasce d’età, è molto grande il distacco dei milanesi sui torinesi, tant’è vero che, se consideriamo anche le categorie Esordienti A e Ragazzi, dove i lombardi non hanno rappresentative e i piemontesi sono in vetta, le Rane mantengono sui Vigili un vantaggio di 64.5 punti.

 

Abbiamo citato le categorie Esordienti A e Ragazzi, parliamo dei loro Campionati, disputatisi a Gubbio il 12 e il 13 giugno. Non ho visto neanche questi Campionati, per cui consiglio vivamente, a chi fosse interessato, di leggere sul forum di “corsia4” (http://www.corsia4.eu/forum/showthread.php?t=2187) le impressioni, ben raccontate, di due tecnici (Mauro Romanenghi alias bierre e Federico Cartolano alias Lord Carto) che hanno vissuto, oltre che visto, le gare dei più giovani. Riguardo l’organizzazione, riporto un estratto di quanto scritto da Cartolano (ci sono piccoli tagli e modifiche rispetto al testo originale, tuttavia il significato ne resta inalterato): “È stata una bella manifestazione, nonostante alcune pecche nell'organizzazione che mi va di sottolineare. Innanzitutto l'episodio più scandaloso dell'intera due giorni, e cioè la riunione tecnica di venerdì sera. Dopo aver comunicato che la riunione si sarebbe svolta alle ore 21:30, arriva all’ultimo momento nuova comunicazione che anticipa la riunione alle 21:00, quindi noi tecnici ci precipitiamo per parteciparvi. Alle 21:40 non si è ancora presentato alcun giudice, al che di comune accordo ci alziamo e ce ne andiamo in massa. Ci verrà poi detto che la riunione è iniziata alle 21:45, con praticamente nessuno presente. Un po' di confusione pure con la consegna dei risultati ufficiali e la chiusura frettolosa della manifestazione (complice forse un crescente maltempo), che però non ha inficiato una bellissima manifestazione sul bordo vasca e dentro l'acqua, con delle bellissime gare tirate e delle prestazioni di tutto rispetto.

Per quanto riguarda i risultati, ne parleremo di seguito. Le società protagoniste sono stati i VVF Torino di Marina Lagna, che hanno confermato il titolo primaverile nella categoria Ragazzi, e l’ASSORI Foggia, vincente con gli Esordienti A di ultimo anno. Su entrambi i podi anche CN Ronciglione e Swimming Club Alessandria.

 

Andiamo a descrivere di seguito più nel dettaglio tutte e cinque le categorie, partendo dai più giovani.

 

 

Esordienti A: è il Giordanno!

 

È un evento raro nel Salvamento che un campionato in piscina vada ad una squadra del Sud. Tuttavia, con gli Esordienti A di ultimo anno, ciò è accaduto per il secondo anno consecutivo: dopo la RN Salerno, vincitrice nel 2007, è stata la volta dell’ASSORI Foggia, che ha realizzato un bottino di 256 punti ed avrebbe vinto anche con i punti delle sole femmine. Secondo classificato il CN Ronciglione con 151 punti e terzo lo Swimming Club Alessandria con 135. Primi con i maschi i VVF Torino, privi però di rappresentanza femminile, e quindi “solo” quinti nella classifica finale.

Rispetto al Campionato per Rappresentative Regionali di un mese fa, il livello agonistico è stato più alto per quanto concerne le gare maschili, mentre si è mantenuto stazionario nelle gare femminili. Ma anche quest’ultimo è un buon risultato, se teniamo conto che a Chianciano non c’erano le atlete protagoniste ad Anzio, le friulane Giulia Battistuta e Chiara Tomasin.

Non è mancato invece l’esponente di spicco da ormai due anni della categoria Esordienti, ovvero Francesco Giordano (Fiamme Oro). Il classe ’95 laziale ha migliorato ancora, e neanche di poco, i suoi primati in tutte e tre le gare, primati che già avevano abbassato molto prepotentemente le precedenti migliori prestazioni della categoria. I tempi si commentano da soli: 27”75 nei 50m Ostacoli (il suo vecchio record era 28”70, ben un secondo in più!), 31”61 nel Percorso Misto, oltre un secondo e mezzo in meno al 33”30 di Anzio, ed uno stratosferico 30”91 nel Trasporto del Sacchetto, che migliora nettamente il vecchio 32”40. Dall’anno prossimo Giordano si inizierà a destreggiare col manichino, e vedremo come se la caverà, ma, per quanto fatto vedere fino ad ora, le caratteristiche del fenomeno le ha tutte. Tanto da mettere in secondo piano, ed in seconda posizione, un atleta come Luca Vetere (VVF Torino), pure capace di ottimi riscontri: 30”38 nel Nuoto, 33”87 nel Sacchetto e 34”94 nel Misto. Sono tempi che in assenza di “extraterrestri” potrebbero valere tranquillamente la medaglia d’oro, ma quest’anno non possono concedere più di tre argenti. Matteo Orsogna (ASSORI) chiude il podio degli Ostacoli e del Trasporto, dove ha realizzato rispettivamente 30”99 e 35”20; mentre Alessandro Ferrari (Ronciglione) è giunto terzo nel Percorso con 35”63.

Il ruolo di mattatrice è toccato invece a Martina Guasta (Swimming Club), che ha sfiorato la tripletta. Infatti l’alessandrina si è imposta nel Nuoto in 33”84 e nel Misto in 38”94, mentre ha mancato per 13 centesimi (39”97 contro 40”10) la vittoria nel Sacchetto (a causa di un “arrivo sciagurato”, asserisce bierre), andata a Denise Dipino (RN Salerno), atleta già messasi in luce ai Campionati delle Rappresentative. La salernitana è stata la principale avversaria di Guasta anche nel Percorso, dove è giunta seconda in 39”22. Altre due atlete sono riuscite ad ottenere una doppia premiazione: una è Michela Ferrantino (ASSORI), giunta seconda nel Nuoto in 33”88, a soli quattro centesimi dal gradino più alto del podio, e terza nel Misto in 41”02; l’altra è Susanna Massini (Ronciglione), terza sia con gli Ostacoli (34”07) che col Sacchetto (42”85).

 

 

Ragazzi: 1’03”62, Ioannacci sua!

 

Gare definite spettacolari da coloro che vi hanno assistito, quelle della categoria Ragazzi. In effetti i tempi parlano chiaro: il livello agonistico è stato molto più elevato rispetto ai Campionati Primaverili, soprattutto tra le femmine, dove in qualche caso (Manichino, Misto, Staffetta con Ostacoli) il tempo che a Livorno ha permesso la vittoria, a Gubbio non sarebbe stato utile neanche per il podio. Anche tra i maschi, prestazioni ai vertici mediamente migliori di quelle invernali, e ciò nonostante qualche assenza importante, come quella dei campioni invernali di Manichino e Nuoto, Simone Lusso (Nuotatori Canavesani) e Giovanni Palmentieri (Ici Sport Battipaglia) rispettivamente.

Nella classifica di società, podio molto simile a quello di Livorno. Riconferma per i VVF Torino, vincitori con 293 punti: il primo posto sarebbe stato già garantito dalla sola squadra maschile. Nuovamente secondo lo Swimming Club Alessandria, stavolta ex aequo con il CN Ronciglione Capranica (terzo ai Primaverili): entrambi hanno un bottino di 204 punti.

Resta invariato, rispetto a marzo, anche il nome dell’atleta più premiato della manifestazione, che è sempre Stefano Costamagna (VVF Torino), il quale – ricordiamo – è un classe ’93, quindi con un altro anno a disposizione nella categoria Ragazzi. Se non fosse stato per la squalifica per affondamento a Pinne, Stefano avrebbe ottenuto sei ori su sei gare disputate (tra individuali e staffette): è stato invece costretto ad “accontentarsi” di cinque primi posti. La sua prestazione migliore a Manichino, dove si è migliorato di ben tre secondi, ed ha vinto, in maniera piuttosto netta, con uno stupefacente 33”68, tempo superiore di sette decimi al record italiano di Caldarelli. Vittoria in solitaria anche nel Misto, chiuso in 33”35; più combattuta nel Nuoto, dove l’esito finale è stato incerto fino al tocco delle piastre, ed ha visto alla fine Stefano trionfante con 1’00”82. Combattuti anche i 100m Pinne, dove in seguito alla squalifica di Costamagna, che aveva realizzato 55” e rotti, il titolo è andato al bravo Giordano Campanelli (Manziana Nuoto), reduce da due argenti consecutivi nella specialità, che ha superato per soli sette centesimi Riccardo Pavan (RN Bogliasco): 57”41 contro 57”48. Terzo classificato, con 58”44, Riccardo Vasellini (VVF Grosseto). Sette centesimi anche la soglia che ha impedito ad Andrea Niciarelli (Dimensione Nuoto Vitorchiano) di salire sul gradino più alto nei 100m Sottopassi, terminati in 1’00”89. Al vitorchianese ha sicuramente destato meno rimpianti l’altro argento ottenuto, quello del Trasporto, dove anzi il suo 35”88 è un ottimo risultato. In evidenza anche il suo compagno di squadra, più piccolo di un anno, Marco Di Bernardini, capace di giungere secondo nel Misto (34”78), terzo nel Nuoto (1’01”07) e quarto a Pinne. Interessante il podio del Percorso, costituito da tutti atleti di classe ’93: dietro Costamangna e Di Bernardini è giunto infatti Davide Gino (CN Nichelino), in 34”91. Infine, terzo a Manichino è, con 36”60, Carmine Guzzo (VVF Torino). Quest’ultimo, insieme al solito Costamagna, e agli altri due vigili Grandi e Viani, si è aggiudicato due ori nelle staffette. Ottimo l’1’30”58 che ha permesso ai torinesi di dominare la Staffetta Manichino, dove troviamo sul podio anche GIS Milano (1’37”42) e Roma ’70 (1’38”07). La 4x50m Ostacoli dei Vigili vale invece 1’54”59, due secondi meglio del Ronciglione (1’56”52) e due e mezzo meglio del Manziana Nuoto (1’57”16).

L’unico record italiano della categoria è arrivato dalla gara femminile di Manichino con Pinne, grazie alla bravissima Marzia Ioannacci (Interamnia), già campionessa primaverile della specialità, che è stata in grado di migliorarsi ben 4 secondi e di abbattere un primato (1’04”75 di Giulia Levrero) che almeno per quest’anno sembrava insuperabile: adesso il nuovo limite è 1’03”62, e, se il vecchio primato, più di alto di un secondo, pareva imbattibile, figuriamoci questo! La Ioannacci ha ottenuto un secondo oro nei 100m Ostacoli, ma qui la gara è stata più equilibrata e si è conclusa con la vittoria in 1’09”18 della teramana davanti alla campionessa e vicecampionessa invernale, rispettivamente Monica Neffelli (RN Cairo Montenotte), argento con 1’09”46, e Federica Abois (RN Acqui Terme), bronzo con 1’09”52. La Neffelli è giunta seconda anche a Pinne, dove ha ottenuto un buon 1’05”35. La Abois invece si è dimostrata un’atleta completa e competitiva in tutte le gare, visto che il suo peggior risultato è stato un quarto posto nel Misto: Federica, classe ’95, ha infatti vinto il bronzo a Pinne (1’07”40), ma soprattutto si è aggiudicata i 50m Trasporto con un ottimo 42”54! Dietro di lei sono giunte Ilaria Zaramella (Swimming Club Alessandria), già seconda a Livorno, con 43”72, e Laura Pranzo (CN Ronciglione), con 43”74. Curiosamente, nessuna delle tre medagliate a Trasporto è salita sul podio del Misto. In quest’ultima gara si è infatti affermata Arianna Sciarrillo (CN Nichelino) in 39”70, su Erica Musso (Amatori Nuoto Savona) e sulla campionessa uscente Annamaria Padovano (Ronciglione), capaci di 40”75 e 40”78 rispettivamente. Nessuna premiazione così per Elena Alari (ASSORI Foggia), campionessa primaverile di Manichino, che non è riuscita a reggere i miglioramenti delle sue avversarie, tornandosene così a casa con un quarto (Manichino) ed un quinto (Misto) posto. Nelle staffette, due squadre su tutti: una è l’Aquasport, che è tra l’altro la squadra che ha realizzato più punti con le sole femmine, l’altra è il CN Nichelino. Si sono riconfermate le vincitrici invernali: nella 4x25 il quartetto milanese Marzella/Borghi/Arnaboldi/Caelli ha rifilato due secondi a quello piemontese (1’50”57 contro 1’52”27), mentre nella 4x50 Garro, Sorriento, Varino e Sciarrillo., concludendo in 2’11”69, ha avuto la meglio sulle lombarde, in grado di 2’12”75. Sui gradini più bassi troviamo i VVF Torino (1’54”06 nella staffetta veloce) e la sorpresa 99 Sport L’Aquila (2’12”81 con gli ostacoli).

... to be continued ...

 
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