Creato da Paracarroemigrato il 22/02/2007

L'inferno del Nord

Storie di un ciclista agonista italiano nel cuore delle Fiandre

Messaggi del 19/03/2007

Humbeek - 18/03/2007

Post n°5 pubblicato il 19 Marzo 2007 da Paracarroemigrato
Foto di Paracarroemigrato

Ieri non mi sono piaciuto, non è che potessi fare molto di più ma non ho lottato come avrei voluto.  Così, avendo ancora aperto un conto con il fine settimana ciclistico, domenica pomeriggio mi ributto nella mischia per una corsa in un minuscolo e sconosciuto paese vicino Mechelen (Malines).

La giornata è di quelle difficili.  Fa freddo, soffia un vento pazzesco e ogni mezz’ora si mette a piovere per qualche istante.  Ogni tanto nevica pure.  Benvenuti all’Inferno del Nord dice il titolo del blog e oggi è la giornata giusta.

Faccio tre giri del circuito per cercare di scaldare bene le gambe e sbloccarle dopo la fatica di ieri.  Il circuito non è lungo, saranno 6 chilometri a giro, forse qualcosa di meno.  La prima parte è veloce ma il vento è contrario, c’è un punto di almeno un chilometro e mezzo che battuto da un vento laterale-contrario incredibile. Le folate non mi fanno procedere in modo rettilineo. Poi si gira a 180° e ci si immette in una stradina in pavé ma riasfaltata.  Si balla che è un piacere... insomma.  E’ tutta curve e non si riesce a fare velocità nonostante il vento a favore.  All’ultimo chilometro finalmente la strada si allarga e, nonostante un tratto di 20 metri in pessimo pavé che si affronta a 50km/h, si viaggia bene.  Insomma si è sempre in tiro, mai un attimo di respiro.  Non a caso nelle altre categorie il “gruppo” non è resistito per più di tre/quattro giri.  Hanno finito in una infinità di piccoli gruppetti da cinque corridori massimo. Sarà un massacro.  Dovrò stare in guardia fin dai primi metri. Speriamo che le gambe mi assistino.

Via, si parte con 14 giri da compiere. Primo tratto controvento e mi metto a provare la gamba sul ciglio della strada. Gli altri mi seguono a fatica, ma rientrano appena il vento torna a favore. Ottimo, a quanto pare ieri è stato solo un piccolo passaggio a vuoto.  Però accade quello che non mi aspetto. Scatto di tre corridori e dietro ci fermiamo letteralmente.  Questi spariscono velocemente dalla nostra vista. Accidenti non vi voleva, senza compagni di squadra è difficile gestire queste situazioni.  Passiamo sotto l’arrivo e mi metto in testa per tenere alta l’andatura, senza forzare ma sennò qui non tira nessuno. Ma lo svantaggio aumenta.  Ritorniamo nel tratto più battuto dal vento e ci entro a tutta.  Mi butto nuovamente sul ciglio della strada per non far entrare nessuno nella mia scia. Se io fatico... anche gli altri devono faticare.  Me ne vado, ma dietro sono tutti in fila e ancora vicinissimi, non più di 30 metri.  Che faccio?  Mi fermo, e riprovo a portare via un gruppetto o tiro dritto, nella speranza di non so cosa? Da solo di certo non posso riprendere la fuga. 

“Lorenzo, sei un pirla, perché non aspetti il gruppo???” Continuo a ripetermi.  Però non ho voglia di lasciarli andare senza lottare. Allora testa bassa e via. Arrivo sotto il traguardo che vedo la fuga in lontananza.  Butto giù un rapporto lungo per evitare di andare troppo su con il fiato e in affanno, almeno fino al tratto contro vento.  Eccomi nuovamente nel punto decisivo, ora a tutta.  Davanti sono sempre più vicini e il gruppo dietro sempre più lontano, non lo vedo più.  Quando giriamo nella stradina sconnessa i tre sono a 50 metri.  Via ancora uno sforzo!  Sotto l’arrivo rientro, incredibile.  Due dei tre sono sorpresi di vedermi e non mancano di farmi i complimenti.  Grazie, ma bisogna pedalare sennò rientrano anche gli altri.  L’adrenalina è a livelli troppo elevati e gioca brutti scherzi. Invece di rifiatare, do i cambi regolarmente e pure troppo forte e infatti uno si stacca.  Rimaniamo in tre.  Abbiamo percorso solo quattro giri ma la corsa sembra già decisa.  A otto dall’arrivo però rientrano di prepotenza due corridori.  Come immaginavo sono Thomas e Mettepenningen, due corridori della B che sono due leggende viventi, soprattutto il primo è fortissimo e ieri a Dworp era uno dei due che è arrivato all’arrivo facendo quel numero eccezionale.  Uno da 30 vittorie l’anno, arrivando sempre da solo o quasi!  Non è grave, ci aiuteremo a vicenda.  Anche se questa storia delle due partenze mi sta un po’ scocciando.

Il vento è incredibile e in un paio di momenti non superiamo i 22km/h pur viaggiando a tutta.  A quattro dall’arrivo inizio a essere stanco, mi rendo conto che qualcosa non va. Tengo duro pensando che magari è un momento passeggero.  A meno due, sono stanchissimo e soprattutto dalla pancia non ricevo buoni segnali.  Sta arrivando un attacco di colite, è il mio tallone d’achille e con questo freddo, lo sforzo e le buche non vengo di certo aiutato.  Ma ormai ci siamo quasi. Però dentro di me sto ragionando da perdente lo sento.  Non penso più a cosa fare per vincere ma sto pensando a cosa fare per non farmi staccare. Accidenti!

Al penultimo giro parte secco Thomas proprio mentre ero in testa, provano a seguirlo l’altro della B e uno della A, ma senza successo. Reagisco anch’io ma tardi e senza la giusta potenza.  Davanti a me si forma una coppia e con me rimane a fatica l’altro corridore. Soffiramo come bestie spingendo con tutto quello, poco, che ci è rimasto nel serbatoio.  Ma senza successo. La corsa è persa ed io sto sempre peggio con la pancia tanto che faccio uno sprint senza convinzione per la seconda piazza, perdendolo per un metro. Terzo posto.  Da un lato sono soddisfatto ma dall’altro rimane un po’ di delusione per il finale.  Ma la benzina era finita e l’intestino è andato KO, di più non potevo fare. 

4 corse e 160 km di fuga... ci sono sempre più vicino.  Questa era la mia forza fino a qualche anno fa, se tutto continua così, arriverà anche il mio turno. Ne sono certo.  Ciao

Le foto del percorso (un paio) saranno disponibili nei prossimi giorni e la foto dell'arrivo solamente la settimana prossima.

 
 
 

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