Creato da Paracarroemigrato il 22/02/2007

L'inferno del Nord

Storie di un ciclista agonista italiano nel cuore delle Fiandre

Messaggi del 05/03/2007

Oordegem - 04/03/2007

Post n°2 pubblicato il 05 Marzo 2007 da Paracarroemigrato
Foto di Paracarroemigrato

 

Finalmente il giorno dell’esordio è arrivato.  La corsa è della federazione per cui sono tesserato, la VWF.  In Belgio ci sono diverse federazioni un po’ come accade in Italia.  Solo che qui hanno una distribuzione geografica piuttosto definita.  La VWF corre nelle Fiandre Orientali e nel Brabante Fiammingo.   Poi c’è la VWV che è della provincia di Anversa, la BVWB che più o meno corre sempre nello stesso posto con un raggio di 20 km massimo, la WAOD che è Fiandre Orientali e Occidentali e la ECW che prende la Vallonia e il Limburgo.

Nonostante abiti ad Anversa ho scelto la VWF perché i percorsi sono sempre un pochino più vari e le corse ben organizzate.

Ma veniamo alla corsa.  Il paesino di oggi si chiama Oordegem ed è come al solito un villaggio di cinque anime più un bar.   Questa volta a dire il vero c’è anche una bella chiesa a far da cornice.  Il circuito da ripetere 10 volte per un totale di 70 km circa è veloce, molto veloce.  E’ raro trovare un percorso così da queste parti.   Ci sono solo 5-6 curve a novanta gradi che rallentano un po’ e una di queste è piazzata esattamente a 80 metri dalla linea d’arrivo.  Ah dimenticavo: la curva in pavè, ovviamente!  Su tutto il percorso l’asfalto non esiste, tutto è in cemento e le giunture tra un blocco e l’altro si fanno sentire alle mani e alla schiena. L’arrivo come detto è posto dopo una terribile curva e in salita.  Non ripida ma nemmeno un falsopiano senza contare che il pavé, seppur di buona qualità, fa ballare e rallentare parecchio.

Alla partenza mi guardo in giro per cercare visi e maglie conosciute ma è l’esordio per tutti e le nuove divise si sprecano.  Difficile capire chi è l’uomo da battere.  Non posso non notare che siamo in tanti rispetto al solito, direi settanta, ottanta partenti.   Normalmente la nostra categoria (A) è quella con meno partenti.  Il motivo è semplice: la A è la categoria massima, non ci sono limiti di età e vi corre chi se la sente e non ha paura di prendere e/o dare legnate.  Tutti i più forti sono qui non essendoci un limite d’età.  In ogni caso l’età media è sotto i trent’anni e la stragrande maggioranza sono ciclisti ex dilettanti molto ben impostati in bicicletta.

Partiamo come al solito a tutta, dopo un km la pancia è a terra in cerca della migliore posizione aerodinamica.  Metà parte del percorso è leggermente a scendere mentre la seconda parte, ovviamente, tira sempre leggermente.  Il vento c’è ma non sembra influire.  Fin dai primi metri sento che la gamba gira bene, perfetto.   Piano piano risalgo la fila indiana e mi porto tra le prime posizioni per controllare meglio la situazione.  Da queste parti è facile che la corsa si decida nei primi dieci, venti chilometri e bisogna stare molto attenti.  Appena sta per finire il primo giro faccio uno scattino per riscaldarmi meglio dietro un paio di corridori.  Prendiamo qualche metro... mi impongo di dare cambi senza spingere, intanto è solo una sorta di “riscaldamento attivo”.  Nel frattempo inizia a piovere, poco ma quel tanto che basta per rendere il pavé una saponetta.  Faccio la curva con tranquillità e dietro scorgo con l’occhio che la testa del gruppo guidata da dei pazzi acrobati ci sta per raggiungere.  Poco male.

Finisce lo strappetto e partono secchi in cinque.   Gli altri rallentano un attimo per riprendersi dallo sforzo fatto e visto che non mi costa fatica scelgo che è sempre meglio farsi inseguire che inseguire e bam...parto nuovamente.  Ma questa volta sul serio, basta riscaldamento!  Li raggiungo e tiro dritto, dietro abbiamo qualche metro.  Falsopiano a scendere a 60 km/h, guadagnamo metro su metro.  Incredibile non faccio fatica.  Cioè, fatico ma senza essere a tutta.  Ho molto margine mentre gli altri iniziano a saltare qualche cambio in apnea.  Non c’è problema, spingo io al loro posto.  Come sempre sono un po’ troppo generoso in queste situazioni.  Nel ciclismo la generosità non paga.

Dopo 3 giri abbiamo un minuto di vantaggio abbondante, non mi sembra vero.   Soprattutto la facilità con cui pedalo mi da sicurezza.  Gli altri sono già stanchi ma mentre io viaggio a “mezzo gas”.  Studio gli avversari, il loro modo di pedalare e noto che nella nostra fuga c’è un altro che pedala bene.  Devo tenerlo d’occhio.  Se andiamo avanti così non prendono più ed io so che non devo aspettare lo sprint se voglio vincere.

Iniziato il quarto giro, in pieno rettilineo, STONK.  Un raggio della ruota anteriore si spacca!  No, merda! E adesso?  La ruota gira ma il raggio picchia nella forcella dando forti colpi.   Gira ma gira male, non ne sono sicuro ma probabilmente il cerchio tocca nel pattino del freno.  Decido che tiro avanti finché posso anche perché cambiare la ruota non mi è possibile e di certo non mollo.  Per fermarmi mi devono sparare.  Per un giro tiro poco e la velocità di crociera della fuga ne risente e di parecchio.  Perdiamo terreno.  Col passare del tempo faccio sempre più fatica e capisco che non ce la possiamo mai fare.  Ci vorrebbe un miracolo, ma non mi sembra che la buona sorte sia generosa con me oggi.  La ruota fa un casino tale che il pubblico per strada sente prima il rumore e poi ci vede arrivare.  Incredibile.

A meno tre giri sono sicuro che ormai ci riprenderanno.  Andiamo troppo piano, è inevitabile.  Gli altri sembrano cotti e anch’io sono sempre più stanco.  Nonostante tutto cerco sempre di dare il mio apporto.   Ma inutilmente, infatti a due e mezzo dall’arrivo ci raggiungono, gruppo compatto.   Le mie condizioni fisico-“meccaniche” sono tali per cui mi butto in ultima posizione del gruppo e lì rimango fino allo sprint generale.  Forse in due sono riusciti ad anticipare il gruppone, ma onestamente non me ne frega nulla.

Mi fermo e vedo che la ruota non tocca solo un pattino ma è quasi bloccata.   Sarà per la prossima volta, però che rabbia.  Volevo far vedere a tutti quanto avevo sofferto durante gli allenamenti, e invece ho chiuso mestamente il gruppo in ultima posizione.   Ma se la fortuna si ricorda di me domenica prossima a Essen gli faccio vedere i sorci verdi.

Un po' di foto:

La vista dell'arrivo dalla curva a 80 metri dalla linea

http://img365.imageshack.us/my.php?image=arrivoov8.jpg

Ecco la curva "assassina"

http://img211.imageshack.us/my.php?image=curvaez7.jpg

Sulla linea di partenza

http://img251.imageshack.us/my.php?image=partenzaxl1.jpg

In fuga (anche se sono coperto)

http://img251.imageshack.us/my.php?image=fugavv5.jpg

 
 
 

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