Creato da Paracarroemigrato il 22/02/2007

L'inferno del Nord

Storie di un ciclista agonista italiano nel cuore delle Fiandre

Messaggi del 26/03/2007

Zele 25/03/07

Post n°6 pubblicato il 26 Marzo 2007 da Paracarroemigrato
Foto di Paracarroemigrato

Oggi si corre a Zele e finalmente, dopo una settimana abbondante di pioggia, c’è un bellissimo sole.  Il vento però soffia in modo molto forte, non come domenica scorsa, ma poco ci manca.  Quando arrivo sul percorso non posso evitare di notare l’incredibile numero di curve che andremo ad affrontare (guarda il percorso : http://img58.imageshack.us/img58/4976/zelezf6.jpg).  Sarà difficile gestire la corsa: giriamo continuamente e facciamo 50 metri con il vento contro, poi altri 100 di lato, altri 50 a favore... insomma, dovrò correre non davanti ma “davantissimo” se non voglio scherzi.

La settimana l’ho trascorsa in modo tranquillo sono uscito stanco morto dallo scorso fine settimana e ho deciso di recuperare un po’.  Devo dire che mi ha giovato anche se sabato sono andato ad allenarmi con il gruppo della zona e il sabato è sempre giorno di gara... una gara abusiva s’intende.  C’erano anche due o tre professionisti uno dei quali era Bart Wellens, due volte campione del mondo di ciclocross.  Potete immaginare che non è stata una classica passeggiatina pre-corsa.

Ma torniamo a noi.  Nel riscaldamento sento le gambe a posto.  Ottimo.  Dovranno fare i conti anche con il sottoscritto.  Mentre siamo schierati prima del via ascolto le chiacchiere (per quello che riesco a capire) degli altri partecipanti.  Il discorso principale era una corsa per Elite che si è svolta nelle vicinanze mercoledi’ scorso.  Inutile dire che in diversi vi hanno preso parte.  Si faticherà... sicuro!

Partenza a tutta, ma veramente a tutta.  Per due chilometri non respiro. Vedo il sedere del ciclista davanti a me e basta.  Nessuno mi affianca, siamo in fila e la saliva che tocca già il manubrio.  Accidenti che fatica.  Appena giungiamo in un lungo e largo rettilineo controvento le cose vanno meglio e posso iniziare a respirare. Meno male.

Al primo giro, saranno 11 giri in totale (6,7 km a giro), decido volutamente di rimanere tranquillo a ruota e di seguire gli eventi.  Comunque non mi levo dalle primissime posizioni.  Troppo pericoloso e troppo faticoso lasciarsi imbottigliare.  Ogni tanto si deve lavorare di gomiti per mantenere la posizione ma niente di grave.

Finisce il secondo giro e qualcuno da un’accelerata notevole.  Mi infilo nel toboga pestando a tutta cercando di saltare chi si pianta e via... appena arriviamo sul rettilineo siamo andati via. Siamo in tanti, direi almeno 16 unità.  Perfetto, così non faticherò troppo.

Ormai è fatta, dietro sono lontanissimi e noi andiamo via regolari in doppia fila, nessuno fa il furbo. Si viaggia che è un piacere.  A meno 4 giri dall’arrivo è finita la pacchia perché si accende la bagarre.  Gli scatti si susseguono e ci rompiamo e ci riformiano in continuazione.  Purtroppo ci sono ben 4 atleti della stessa squadra di cui due “dilettanti” e ci stanno mettendo in mezzo un po’ a tutti.

A meno due giri sono avanti in 2 poi cinquanta metri dietro altri 5 e noi 100 metri dietro siamo in otto o nove unità.  All’ultimo giro sembra segnato il destino per noi ma insieme ad altri tre riesco ad uscire e in tre chilometri rientriamo sui primi inseguitori.  Abbiamo speso tantissimo, ho sputato sangue ma almeno siamo rientrati.  Manca un chilometro e mezzo, tutto è ancora aperto.  I due in testa sono vicinissimi, provo il tutto per tutto.  In un tratto con vento laterale sparo l’ultima cartuccia e vedo che ho preso un po’ di vantaggio.  Poco ma devo insistere.  Sono quasi in scia alla coppia di testa, non più di dieci metri, quando vedo con la coda dell’occhio che dietro di me ho ben due corridori della stessa squadra attaccati a protezione del loro compagno davanti.  Siamo dentro l’ultimo chilometro e mi rialzo nella speranza di chissà cosa... ma niente ci fermiano e davanti con il vento in poppa riscappano via.  Anche se con un margine risicatissimo, si giocheranno loro la vittoria.  A noi non rimane altro che lo sprint per il podio.  Ma la mia cartuccia l’avevo già sparata e così non posso fare altro che chiudere al penultimo posto, decimo.

Che dire, ormai stanno iniziando a marcarmi e appena mi muovo, starnutisco o mi gratto ho sempre qualcuno che mi fa da ombra.  Meglio così che essere il “signor nessuno” che sono stato nelle due scorse stagioni.  Domenica prossima ci riproverò!

  Purtroppo le foto della volta scorsa non sono disponibili... beh a dire il vero c’erano in vendita una bella foto della volata per il secondo posto a Humbeek, ma ovviamente era sfocatissima!!! Forse questa volta è andata meglio.

 
 
 

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