Preferisco
una persona passionale
ad una perfetta.
La sua passione
sarà la mia imperfezione.
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Post n°671 pubblicato il 17 Maggio 2019 da Estelle_k
RACCONTO BREVE DI ESTELLE_K Reparto di chirurgia oftalmica, ore 8.00. Stanza di degenza n. 16. Fin da piccolo aveva avuto la certezza di ciò che sarebbe stato il suo futuro, glielo diceva il cammino finora intrapreso che non era stato privo di difficoltà e ostacoli. Eventi inaspettati o sfortunati si erano inseriti intralciando il suo percorso verso la meta, quella che la sua volontà di ferro avrebbe reso possibile a qualsiasi costo. Ora doveva solo affrontare un altro brutto scherzo del destino, osservare con un solo occhio l’unica piccola finestra della stanza d’ospedale dove era degente da 10 giorni, con l’unico serio rischio che la sua rabbia di innato guerriero potesse esplodere da un momento all’ altro. - Brian tesoro, come ti senti oggi? Si voltò a guardare sua madre, premurosa e accorata come sempre. Notò che aveva tentato di nascondere con della cipria correttiva le profonde occhiaie causate dalle veglie notturne al suo capezzale, un figlio reso invalido da uno sfortunato incidente stradale e all’indomani di ricevere un grande miracolo dalla scienza medica. - Sto bene Mary, smettila di preoccuparti troppo. - Quando mi chiami per nome è perché qualcosa ti turba molto, piccolo. Ti conosco. Reparto di chirurgia oftalmica, ore 9.00. Stanza di degenza n. 13. Ti prenderò Roger…lo sai che lo farò. Non puoi scappare da me…non puoi andare da nessuna parte….Io voglio giocare con Te, tu non vuoi giocare con me? Sai che mi piacciono tanto i tuoi occhi Roger, perché scappi ancora? Non farlo, tanto ti trovo sempre…Voglio solo guardare e toccare ancora con le mie pinzette i tuoi begli occhioni azzurri. Poi faremo un bel gioco insieme, stavolta sarà molto divertente, vedrai. Adesso fa il bravo bambino, fatti trovare! .....OHHH, ECCOTI QUI, ROGER! -NOOOOO!!! La madre gli strappò il libro dalle mani e lo gettò a terra mentre in preda al panico Roger tremava e respirava con difficoltà. Lo abbracciò tenendo la sua testa appoggiata al petto per far sentire la sua protezione, sapeva che questo bastava a calmarlo dalla crisi per il suo incubo ricorrente. Appena sentì che iniziava a rilassarsi, maledì il giorno che gli aveva permesso di tenere quel libro scritto in Braille. Ma era un regalo di suo padre, un uomo sempre troppo lontano per motivi difficili da spiegare e troppo assente dalla vita di suo figlio per sapere che, nonostante avesse solo 10 anni, aveva sviluppato una rara sensibilità e un'empatia estrema con il mondo a lui invisibile. A causa di questo soffriva di una grave forma di sonnambulismo. - Vuole i miei occhi, mamma. Lui sta ritornando per prendere di nuovo i miei occhi. Li vuole, me l’ha detto attraverso il libro, presto lui verrà qui, verrà qui per me! - Roger, tesoro, non è vero, ora calmati e ascolta. Non è successo niente. E’ soltanto un libro, una storia inventata, non vi è nulla di reale. Sono qui con te, va tutto bene. - Mamy, tu non puoi vederlo ma io sì! Lui mi farà del male, lo ha promesso . Lui sa sempre dove trovarmi, ho paura! CONTINUA
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