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Post n°672 pubblicato il 18 Maggio 2019 da Estelle_k
RACCONTO BREVE DI ESTELLE_K
Bryan distolse lo sguardo dalla madre e abbozzò un sorriso sarcastico. Mary faceva parte di quel gruppo di persone convinte di avere in mano la perfetta conoscenza del prossimo solo perché vivevano con loro a stretto contatto e il quanto si sbagliavano era ciò che si sarebbero rifiutate di ammettere persino di fronte all’evidenza. - Mi conosci così bene Mary, davvero? Se così fosse saresti già uscita da questa stanza e avresti telefonato di nuovo a mio padre. Non saresti ritornata qui dentro finchè non lo avessi convinto a rientrare da quella città lontana a causa del suo ridicolo lavoro, visto la priorità delle mie condizioni. L’hai fatto? Dimmi, l’hai fatto? - Bryan, calmati. Non è così semplice…. - Risposta sbagliata, Mary. Tutto è semplice nella vita. Volere è potere. Causa e effetto. Azioni che portano a conseguenze. Come il fatto patetico che un adolescente dica alla propria madre quello che dovrebbe fare. - Capisco il tuo stato d’animo, piccolo mio. Ma i medici dicono che devi restare calmo. L’operazione avverrà domani. Tuo padre è già informato di tutto. Bryan la fulminò con l'unico occhio sano, sperando di triplicarne l’effetto. Poteva sua madre essere così ottusa? - Non sono più “piccolo” da tempo, Mary. Non mi trattare ancora come un poppante da svezzare. Ho solo un occhio funzionante ma il mio cervello è sempre stato pienamente nelle sue facoltà. Mio padre. Voglio che mio padre sia qui con me. Hai capito? Ora io ho bisogno di lui! - Lo so Bryan...e per quanto ora ti non ti sembri credibile, io ti conosco molto più di quello che tu voglia ammettere. Ho fatto il possibile per convincere tuo padre a ritornare prima della tua operazione. Se ciò non è stato possibile non è dovuto a mia negligenza. Irritato da quelle parole, Bryan distolse lo sguardo da lei, fece un paio di respiri profondi e ritornò a squadrarla con gelo. - Tu hai fatto il possibile..? Allora avresti dovuto tentare l’impossibile! Non è questo che le madri fanno per i figli? Mary lo guardò, con stanca tristezza. Aveva lo stesso carattere indomito del padre, la stessa fierezza, la stessa durezza. Non era solo un adolescente di 14 anni che soffriva per una situazione avversa, questo poteva accettarlo. In Bryan c’era di più, un radicato germoglio di irrequietezza e insofferenza alle regole, un istinto di rabbia difficile da domare che l’aveva portato proprio dov’era ora, su quel letto d’ospedale e cieco all’occhio destro. Tutto era accaduto un anno prima. Ritornò con la memoria a quei terribili momenti. La notizia ricevuta al telefono dalla polizia stradale, la paura e la disperazione per la situazione gravissima, lo sconforto di attimi interminabili, e la scoperta di una forza d’animo che non credeva di possedere. In seguito la vita del figlio fu scandita da un susseguirsi di esami e referti, consulti e cure , speranze aggrappate a un filo, situazioni nuove da affrontare, decisioni difficili da prendere. L’impatto causato dall'incidente gli aveva procurato una grave lesione all’orbita oculare; era stato possibile ricostruire l’osso sottostante mediante la sostituzione con una placca. Bryan si mostrò sempre forte, affrontando tutto con coraggio e determinazione. Desiderava sopra a ogni cosa ritornare come prima, anzi migliore di prima. Questo era il suo obiettivo e se lo ripeteva ogni giorno nella mente come un mantra ipnotico. Niente e nessuno lo avrebbe più sconfitto. Si era creato un mondo interiore dove la sua volontà di ferro era sopra ogni cosa e in quella riversava tutte le sue energie. Non dovevano più esistere debolezze, ma con il tempo inserì fra queste anche il provare sentimenti come l’affetto, l’empatia e l’amore. L’unica eccezione era la smodata venerazione per suo padre. E dieci giorni fa, ecco l’arrivo della grande notizia, foriera di grandi speranze. La possibilità di effettuare un intervento straordinario che mirava a ottenere la ripresa funzionale del nervo ottico danneggiato in paralisi, che gli causava la cecità dell’occhio destro e lo strabismo. Un chirurgo luminare del campo aveva accettato di operare Bryan, aveva affrontato un altro caso simile due anni prima, e grazie alla preziosa collaborazione di un gruppo di assistenti qualificati, quell’operazione risultò un vero successo segnando una pietra miliare nel campo di quella scienza. Di fatto Bryan sarebbe stato il secondo caso nella storia della microchirurgia oftalmica ad affrontare quel tipo di intervento. ************************* L’infermiera di turno attirata dalle urla di Roger entrò nella stanza e vide madre e figlio abbracciati. Di sicuro si trattava di un’altra crisi del bambino, una delle tante, ma sembrava che si fosse già calmato e che tutto fosse sotto controllo. La madre le rivolse un’occhiata di intesa, non era necessario il suo intervento. L’infermiera li osservò pensierosa, poi sentì la vibrazione del suo cellulare nella tasca. Due minuti dopo si dedicava alla lista di farmaci da distribuire nella corsia. CONTINUA
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