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« Italia 2010 - Schiavi in rivoltaIntellettuale cercasi »

due scaglioni di inganni

Post n°78 pubblicato il 11 Gennaio 2010 da italiarepubblicana
 

Non è mancato che si sia voluto far credere che ridurre a due scaglioni le aliquote di imposta sia un modo per rendere più facile la vita del cittadino nei confronti del fisco. Ora tutti sanno che gli italiani sono un popolo di giocatori di sistemi al totocalcio e che in questo dimostrano una dimistichezza incredibile con numeri e probabilità. Ma dinnanzi alla semplicissima difficoltà di dover calcolare il loro debito verso lo stato con il sistema a scaglioni, diventano degli incapaci;  ed è per questo che sarebbero costretti a rivolgersi al commercialista. In realtà sono ben altre, e ben più complesse le nebulose e  le difficoltà interpretative che operano nel nostro sistema fiscale

 La cosa è ancor più divertente ove si pensi che a spedire da solo la sua dichiarazione d'imposta non vi è ormai nessuno. Tutti, salvo quelli esonerati o che non abbiano nel datore di lavoro il loro sostituto d'imposta,  passano,  o attraverso il CAF prescelto o il commercialista. Anche perchè le denunce ormai partono per via telematica. Ma mica si può pretendere che i nostri governanti sappiano quello che conoscono tutti i cittadini.  Che governanti sarebbero se sapessero quello di cui stanno parlando?! 

In realtà la gherminella delle due aliquote è la parola magica con la quale si vuol far passare la diminuzione del peso delle imposte per i contribuenti a reddito più elevato.

Le motivazioni dichiarate sono quelle di sempre: rilancio dell'economia ed una maggiore fiducia del cittadino nei confronti del fisco che porterebbe a dichiarazioni più veritiere.

Ed anche  qui la cosa è abbastanza divertente. Se fosse vero che basta diminuire le aliquote d'imposta per rilanciare l'economia verrebbe da chiedersi perchè non venga fatto da tutti i paesi a partire da quelli più diseredati ed anche da noi si dovrebbero diminuire le imposte man mano che le difficoltà economiche sono in aumento.  In relatà anche una eventuale ripresa per aumernto dei consumi privati sarebbe una ripresina drogata; noi repubblicani non dimentichiamo quando la nostra Cassandra ricordava il rapporto tra politiche di investimento e contenimento della spesa pubblica, ma anche di quella privata per beni di consumo. Del resto un modello economico basato sui consumi privati finisce, in una economia che voglia mantenere anche un discreto stato assistenziale, con l'incidere anche sulla spesa pubblica ( maggiore pressione salariale del settore pubblico e tendenza all'aumento dei prezzi). Ma forse siamo illusi a pensare che possa esservi una politica di austerità economica e relativo dibattito sul modello di consumo, quando a capo del governo vi è il proprietario del maggior sistema mediatico italiano, sistema  che viene sostenuto principalmente dagli incassi pubblicitari.

Ecco quindi che viene riproposta l'idea che le spese dei ricchi  diano lavoro e prosperità anche ai poveri (chissà poi perchè non pensare allora - errore per errore - che le maggiori spese dei poveri potrebbero dare  lavoro anche alle aziende dei ricchi). Si dirà che occorre aumentare il consumo dei beni di alta qualità in cui l'Italia sarebbe in ancor buona posizione sul mercato internazionale (anche se a vedere le automobili che circolano ed i negozi di gastronomia dei nostri centri cittadini ci si accorge che anche su questo le cose stanno cambiando) . In realtà per questi nostri governanti vale ancora l'idea settecentesca che più merletti i ricchi adoperano nelle loro mutande (a prescindere dal ritorno in termini economici di tale spesa, salvo per qualche cocotte di allora e di sempre) più lavoro vi è per i poveri. Salvo poi ritrovarsi con le tricoteuses sotto la ghigliottina senza neanche aver capito il perchè.  Credo che in realtà dietro queste scelte si nasconda una autentica considerazione di classe che nemmeno la tanto vituperata D.C. si sarebbe mai sognata di fare. L'idea che non si tratti di investire sui consumi in generale, e più specificatamente di quelli delle classi più elevate; ma di investire nella scuola e nella ricerca pubblica e privata, nell'ambiente   e nelle energie alternative, nella biologia e nella biologia medica(magari col permesso pontificio) , tutto questo sembra non sfiorarli . Il presidente palazzinaro, il presidente  signore della pubblicità, forse lo fa solo per un riflesso condizionato, perchè quella è la sua cultura.

Quanto all'idea che si possa far aumentare le imposte totali diminuendo le aliquote è cosa su cui tornare in uno dei prossimi giorni. Per il momento di dubbi su queste manovre dei geni della finanza, mi sembra vi siano sufficente ragioni per averne espressi.

                                   Edera Rossa

 

 
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