Post n°12 pubblicato il 29 Marzo 2016 da ian.dalak
Sono passati oltre 7 anni dall'ultima volta che abbiamo scritto qualcosa su questo blog. Era ancora qui che ci aspettava. Del resto che altro poteva fare un blog con questo nome? L'eccezione non poteva che essere fatta per un mito irriducibile: il suo nome è Tito. Come tutti i miti irriducibili, anche lui lo è involontariamente. Perché lui è così. Il Tito l'ho visto sicuramente per la prima volta in curva a sostenere la nostra squadra, per l'ultima volta in curva, a sostenere la nostra squadra. In mezzo, 40 anni, in cui l'ho visto in curva, a sostenere la nostra squadra. Ma non solo, per fortuna. Perché mi sento davvero onrato di essergli amico anche al di fuori. Dicevamo, come ogni autentico mito irriducibile, non fa nulla per esserlo, se non essere se stesso. Lui dimostra sempre. E dimostra come le parole nulla possono di fronte alla potenza degli esempi. Di parole infatti non ne spende mai più del dovuto, ma per esserci, c'è sempre. Il cuore del Tito è un cuore grande come una casa. Ma scusate, io altro proprio non voglio dire, o forse non riesco a dire, perché questo post è principalmente per me e per gli amici che lo conoscono. E per loro, qualsiasi cosa potessi scrivere ancora, risulterebbe scontata. Per tutti gli altri: il Tito ci ha lasciato solo pochi giorni fa, anche se non sembra vero. Ci ha lasciato dopo una partita che aspettavamo da 30 anni. E lo sappiamo tutti (anche se nessuno di noi lo dice) quanto sia improbabile che si sia trattato di un caso. Lui è già leggenda, ma certe volte non basta neppure questo, come consolazione. Per questo ne parlo al presente. Se sei da qualche parte, sei in buona compagnia, a noi non rimane che ricordare. Ci rivedremo. |
Post n°11 pubblicato il 15 Febbraio 2009 da ian.dalak
John Adam Belushi 1949-1982 Eccone un altro: uno dei nostri per diritto divino. Forse qualcosa in più. Forse molti dei nostri (l'aggettivo irriducibile è ora esteso a tutti quelli che ci si riconoscono) hanno tratto ispirazione da lui. Quindi un capostipite. Non importa se sia stato davvero come nei suoi film o se recitava solo una parte. Il mito deriva dal modello e Bluto di Animal House è un modello irriducibile. Bluto è al college per caso, doveva stare in curva con noi. E' rozzo con stile, parla poco, beve molto e agisce sempre. Bluto era già Bluto a sei anni, sarebbe rimasto Bluto anche a settanta. Bluto è imprevedibile ma non cambia mai: gli vedi fare una cosa e sai già cosa farebbe in altre occasioni, solo che non puoi immaginarti come lo farebbe. Bluto si deve quindi considerare un capo irriducibile.
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Post n°9 pubblicato il 31 Gennaio 2009 da ian.dalak
Partendo dal presupposto che il vero Mestre è morto e che tutte le squadrette di adesso per ora sono solo un surrogato, il nuovo Mestre sarà (se mai ci sarà) l'unica squadra che raccoglierà il consenso spontaneo di tutti i tifosi arancioneri. Punto e fine. A prescindere da presidenti, serie, giocatori e allenatori. Cerchiamo di essere chiari, non è una teoria, o l'idea di qualcuno, non lo possono decidere ne gli Irriducibili ne altri. E' un dato di fatto! Come 2+2 =4. Se bastasse solo un nome e un'autocertificazione, domani (visto che la categoria non conta) potrebbe rinascere un altro Mestre in 3 cat qualcuno potrebbe tranquillamente che solo quello è il vero Mestre (e probabilmente avrebbe anche più ragioni rispetto alle due squadre attuali), poi ne potrebbe nascere un altro dicendo di essere quello vero e così via... Quindi continuare a dire da una parte e dall'altra "Il vero Mestre siamo noi", forse può servire a convincere chi lo dice ma non ha alcuna base reale. E perche' poi? E dove sta scritto? E chi lo ha deciso? Fa ridere che in 4/5 si dicano l'un l'altro il Mestre/Mestrina sono io. Poi che continuino pure ad affabulare... Del resto è anche giusto che provino a portare l'opinione dalla loro parte, il modo però sembra sbagliato, oltreché ridicolo. Creando una COMICA e infantile contrapposizione, non si avanza. Perché la vera sostanza non cambia e si da nuovo fieno agli asini che pensano solo alla loro stalla. Sia chiaro, questo discorso vale anche se ci fosse una sola squadra. Non è che se muore un re e arriva il primo imbecille che si autoproclama re si può fare un discorso del tipo: adesso c'è lui e noi dobbiamo essere fedeli a lui...Solo se convincerà il popolo potrà ritenersi davvero re. Non certo perché lo dicono i suoi scagnozzi. Che poi si possa essere contenti che una squadra arancionera possa essere promossa in una serie superiore, è altro discorso. Ma non si può parlare a nome di tutti. E fino a quando sarà così non ci sarà il vero Mestre. Quindi se ci fosse un vero interesse si lavorerebbe per unire, non per dividere. Se invece gli interessi sono altri, va benissimo così. Ma gli anni passano per tutti. Alle volte sembra che si preferisca rimanere al sicuro nel proprio bozzolo... Ma questo atteggiamento non rientra nel nostro modo di vedere, sempre e comunque coerente e irriducibile. Perché? Perché siam fatti così...
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Post n°8 pubblicato il 31 Gennaio 2009 da ian.dalak
"Caricaaaaaaaaaa" era il grido di battaglia. Ultras senza Un giorno mi disse che aveva bisogno di qualche soldo. Lo Ricordo il nostro abbraccio il giorno della finale dei Era un amico vero, un bravo fio. Durante una sua carica fece Un giorno, nel treno speciale che andava a Torino per uno |
Post n°7 pubblicato il 31 Gennaio 2009 da ian.dalak
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Post n°6 pubblicato il 31 Gennaio 2009 da ian.dalak
Chi entra in questo blog da esterno noterà una certa retorica. Cosa che può anche far sorridere. E' vero. I tifosi della curva usano molta retorica. Molti termini che si rifanno a ideali non più di moda: onore, rispetto, tradizione, storia, simboli, colori. Concetti che nell'anno del Signore 2007 risultano antiquati.
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Post n°5 pubblicato il 31 Gennaio 2009 da ian.dalak
Coney Island, la parte meridionale di Brooklyn, NY. Anche a Mestre il film ha lasciato delle tracce. Un famoso adesivo degli Orange Supporters (di cui aspetto la restituzione), riprendeva il bus dei "Turnbull Ac'S", una delle più temibili gang del film. Nei pullman in trasferta o nei cortei non mancava mai la frase tormentone di quel cattivone di Luther: "Guerrieriiii, giochiamo a fare la guerraaaaa....). Al capolinea della metropolitana F. |
Post n°4 pubblicato il 31 Gennaio 2009 da ian.dalak
La Brigata col suo striscione si decide di lasciarla lì, congelata.Il nuovo gruppo tagliava fuori tutti i desaparecidos e gli incerti, ma faceva anche qualche buon mirato acquisto. E così il nucleo della Brigata si unì con gli Old Fans, e validi elementi di altri gruppi provenienti dagli Ultras, dagli A.S.U. e dagli Head Out. Il nome era abbastanza inevitabile. Irriducibili era un concetto, un aggettivo che già ci apparteneva. Irriducibili nonostante tutto e tutti, già ci sentivamo. E IRRIDUCIBILI fu. . |
Post n°2 pubblicato il 30 Gennaio 2009 da ian.dalak
Non si puo' parlare degli Irriducibili senza prescindere da un'altra storia: quella della Brigata Arancionera. Quindi dal "libro" No Mestrini, no party - L'anno del Brigante", traiamo queste righe: "L'embrione era in freezer da un po' di tempo. Gia' qualche anno fa, un nutrito gruppetto di "dissidenti", storici tifosi del Mestre, aveva provato a riunirsi piu' volte per fondare un nuovo gruppo per la Oberdan. Ricordo una di queste riunioni. Il locale mi pare si chiamasse menabo', oltre venti partecipanti. Grandi discussioni per il nome. Alla fin qualcuno (pdv mi pare) se ne uscì con un nome improbabile: "Brothers in arms" e la cosa piacque. Piacque anche a quelli di noi che masticavano un po' meglio l'inglese, nonostante il significato letterale fosse:"Fratelli in braccio". Ma suonava così bene che dopo l'ennesimo giro di Montenegro...A quel punto conoscere la lingua era secondario. Suonava bene e basta! Molto forte, devo ammettere, fu la "corrente" Orange Spritz. Ma il giorno successivo, con l'alcool smaltimmo anche la voglia di fare qualcosa di serio e per un po' fini' li'. Il Mestre si seguiva lo stesso, senza gruppo ufficiale, a furgonate, fra mangiate, bevute e spesso, fughe dai ristoranti. Anche se erano passati i tempi della caccia alle torcie in stazione, evidentemente non eravamo ancora pronti per una vita morigerata.(segue...) ...il dubbio era: gruppo chiuso o allargato? Fu proprio in questo periodo di crisi decisionale che venni avvicinato da altri fioi della curva. |
Post n°1 pubblicato il 30 Gennaio 2009 da ian.dalak
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Come descrizione, riporto un post di quasi 5 anni fa.
IRRIDUCIBILI MESTRE, fondati durante uno dei periodi più bui della storia del Calcio Mestre, per dimostrare che la storia della nostra squadra e della nostra tifoseria non verrà mai cancellata. Il nome rappresenta esattamente il nostro spirito. Siamo quelli che non mollano mai, nonostante tutto. Dopo il fallimento in molti speravano, per la seconda volta, di non vederci più. Altri hanno tradito, altri sono spariti. Ma a noi mestrini irriducibili, queste cose caricano solo di rabbia e nuova forza per combattere, per rinascere, per non mollare. Contro tutto e tutti. Siamo quelli che non scendono a compromessi: gli eredi di chi non lo ha fatto nell’87 rifiutando di schierarsi con Venezia, con i più forti. Quelli che preferiscono anche oggi ripartire da zero, che hanno seguito il Mestre in 2° Categoria, piuttosto che scegliere soluzioni più facili. Chi non la pensa come noi, chi si avvicina solo quando le cose vanno bene, chi si allontana quando vanno male, non ci interessa. La massa non ci interessa. Perché noi, insieme agli altri fratelli di curva, siamo gli eletti.< Eletti a guardia di una fede. Ma forse tu non puoi capire… ORGOGLIOSI DI ESSERE IRRIDUCIBILI!