Creato da ian.dalak il 26/01/2009

irriducibili mestre

bLoG dI CoNtRoInFoRmAzIoNe E dIsCuSsIoNe

 

 

MITI IRRIDUCIBILI: IL TITO

Post n°12 pubblicato il 29 Marzo 2016 da ian.dalak

Sono passati oltre 7 anni dall'ultima volta che abbiamo scritto qualcosa su questo blog. 

Era ancora qui che ci aspettava. Del resto che altro poteva fare un blog con questo nome? L'eccezione non poteva che essere fatta per un mito irriducibile: il suo nome è Tito.

Come tutti i miti irriducibili, anche lui lo è involontariamente. Perché lui è così. Il Tito l'ho visto sicuramente per la prima volta in curva a sostenere la nostra squadra, per l'ultima volta in curva, a sostenere la nostra squadra. In mezzo, 40 anni, in cui l'ho visto in curva, a sostenere la nostra squadra. Ma non solo, per fortuna. Perché mi sento davvero onrato di essergli amico anche al di fuori.

Dicevamo, come ogni autentico mito irriducibile, non fa nulla per esserlo, se non essere se stesso. Lui dimostra sempre. E dimostra come le parole nulla possono di fronte alla potenza degli esempi. Di parole infatti non ne spende mai più del dovuto, ma per esserci, c'è sempre. Il cuore del Tito è un cuore grande come una casa.

Ma scusate, io altro proprio non voglio dire, o forse non riesco a dire, perché questo post è principalmente per me e per gli amici che lo conoscono. E per loro, qualsiasi cosa potessi scrivere ancora, risulterebbe scontata.

Per tutti gli altri: il Tito ci ha lasciato solo pochi giorni fa, anche se non sembra vero. Ci ha lasciato dopo una partita che aspettavamo da 30 anni. E lo sappiamo tutti (anche se nessuno di noi lo dice) quanto sia improbabile che si sia trattato di un caso. Lui è già leggenda, ma certe volte non basta neppure questo, come consolazione. Per questo ne parlo al presente.

Se sei da qualche parte, sei in buona compagnia, a noi non rimane che ricordare.

Ci rivedremo.

 
 
 

MITI IRRIDUCIBILI 3° puntata: JOHN BELUSHI - BLUTO

Post n°11 pubblicato il 15 Febbraio 2009 da ian.dalak

John Adam Belushi 1949-1982

Eccone un altro: uno dei nostri per diritto divino. Forse qualcosa in più. Forse molti dei nostri (l'aggettivo irriducibile è ora esteso a tutti quelli che ci si riconoscono) hanno tratto ispirazione da lui. Quindi un capostipite.

Non importa se sia stato davvero come nei suoi film o se recitava solo una parte. Il mito deriva dal modello e Bluto di Animal House è un modello irriducibile.

Bluto è al college per caso, doveva stare in curva con noi. E' rozzo con stile, parla poco, beve molto e agisce sempre.

Bluto era già Bluto a sei anni, sarebbe rimasto Bluto anche a settanta.

Bluto è imprevedibile ma non cambia mai: gli vedi fare una cosa e sai già cosa farebbe in altre occasioni, solo che non puoi immaginarti come lo farebbe.

Bluto si deve quindi considerare un capo irriducibile.

 

clicca due volte sul riquadro qui sotto

 

 
 
 

since 02

Post n°10 pubblicato il 04 Febbraio 2009 da ian.dalak

 
 
 

QUAL'E' IL VERO MESTRE?

Post n°9 pubblicato il 31 Gennaio 2009 da ian.dalak

Partendo dal presupposto che il vero Mestre è morto e che tutte le squadrette di adesso per ora sono solo un surrogato, il nuovo Mestre sarà (se mai ci sarà) l'unica squadra che raccoglierà il consenso spontaneo di tutti i tifosi arancioneri. Punto e fine. A prescindere da presidenti, serie, giocatori e allenatori.  Cerchiamo di essere chiari, non è una teoria, o l'idea di qualcuno, non lo possono decidere ne gli Irriducibili ne altri. E' un dato di fatto! Come 2+2 =4.

Se bastasse solo un nome e un'autocertificazione, domani (visto che la categoria non conta) potrebbe rinascere un altro Mestre in 3 cat qualcuno potrebbe tranquillamente che solo quello è il vero Mestre (e probabilmente avrebbe anche più ragioni rispetto alle due squadre attuali), poi ne potrebbe nascere un altro dicendo di essere quello vero e così via...

Quindi continuare a dire da una parte e dall'altra "Il vero Mestre siamo noi", forse può servire a convincere chi lo dice ma non ha alcuna base reale.

E perche' poi? E dove sta scritto? E chi lo ha deciso?

Fa ridere che in 4/5 si dicano l'un l'altro il Mestre/Mestrina sono io.  Poi che continuino pure ad affabulare... Del resto è anche giusto che provino a portare l'opinione dalla loro parte, il modo però sembra sbagliato, oltreché ridicolo. Creando una COMICA e infantile contrapposizione, non si avanza. Perché la vera sostanza non cambia e si da nuovo fieno agli asini che pensano solo alla loro stalla. 

Sia chiaro, questo discorso vale anche se ci fosse una sola squadra. Non è che se muore un re e arriva il primo imbecille che si autoproclama re si può fare un discorso del tipo: adesso c'è lui e noi dobbiamo essere fedeli a lui...Solo se convincerà il popolo potrà ritenersi davvero re.  Non certo perché lo dicono i suoi scagnozzi.

Che poi si possa essere contenti che una squadra arancionera possa essere promossa in una serie superiore, è altro discorso. Ma non si può parlare a nome di tutti. E fino a quando sarà così non ci sarà il vero Mestre.  Quindi se ci fosse un vero interesse si lavorerebbe per unire, non per dividere. Se invece gli interessi sono altri, va benissimo così. Ma gli anni passano per tutti

Alle volte sembra che si preferisca rimanere al sicuro nel proprio bozzolo... Ma questo atteggiamento non rientra nel nostro modo di vedere, sempre e comunque coerente e irriducibile.

Perché? Perché siam fatti così...

 

 
 
 

MITI IRRIDUCIBILI 2° PUNTATA - IL GIAMPO

Post n°8 pubblicato il 31 Gennaio 2009 da ian.dalak

"Caricaaaaaaaaaa" era il grido di battaglia. Ultras senza
paura il Giampo è stata la scheggia impazzita del movimento. Ce n’erano di più
grossi (non tanti), sicuramente di più cattivi, ma nessuno così fuori. Fuori da
tutti gli schemi. Antesignano del casual il Giampo non si vestiva da ultras.
Non ha mai dovuto ostentare niente. Camicia bianca e pantaloni spinati. Niente
jeans, felpe o magliette strane. Lui era lui, e bastava. Era un leader assoluto
a Mestre
(senza volerlo essere), ma lo sarebbe stato a Verona, a Milano, a
Roma. La sua breve vita potrebbe essere un romanzo davvero.

Un giorno mi disse che aveva bisogno di qualche soldo. Lo
presentai al mio titolare genovese. Il giorno dopo mi prese da parte e mi
disse:”Mi dispiace, sembra un bravo ragazzo, ma se immaginenon sbaglio quello è il
Giampo, sei pazzo a portarlo qui dentro?” Episodi da ricordare? Troppi. L’ho
conosciuto prima di un famoso derby di basket. C’erano i soliti problemini di
biglietto e a Treviso avevano avuto la pessima idea di non vendere biglietti ai
mestrini. Carta d’identità alla mano. Al Giampo non sembrava giusto e corretto.
Insieme a qualcun altro entrò nella sede trevisana e la devastò completamente,
alimentando da quel giorno il mito dei mestrini a Treviso. A Udine stanco di aspettare
la “perequi”, masticò il suo biglietto. Quando glielo chiesero, disse “eccolo”,
sputandolo in faccia a chi lo chiedeva. Dentro ho dovuto tenerlo per le gambe
con tutta la forza possibile. Si era buttato a volo d’angelo giù dalla
balconata per andare a prendere non so chi. Lo ricordo al centro di Padova, che
in testa al corteo faceva roteare una catena con un lucchetto e partiva di
corsa a caricare ogni vietta laterale, girandosi per vedere in quanti lo
seguivano. Lo ricordo in palazzetto contro la reyer mettersi a pisciare facendo
il vuoto intorno a lui.

Ricordo il nostro abbraccio il giorno della finale dei
play-off con la Triestina. Era tornato apposta dalla Spagna per il suo Mestre.
Ricordo le difficoltà per farlo entrare e la soddisfazione per esserci
riuscito.

Era un amico vero, un bravo fio. Durante una sua carica fece
davvero molto male ai suoi avversari. Uno in particolare passò molto tempo
all’ospedale di Treviso. Lui andava sempre a trovarlo. Mi disse che andò a
trovare spesso anche sua morosa, per la verità. Ma si sa, il dolore unisce.

Un giorno, nel treno speciale che andava a Torino per uno
Juve-Milan, R.Ber. (capo e fondatore dalla F.d.L.) mi disse: “Siete di Mestre?
E quel pazzo del Giampo?"

Ricordo il giorno in cui ho saputo della sua morte, ricordo il mio no.
Ricordo i miei rimorsi assurdi e i giri per gli obitori assentandomi dal
lavoro. Da quel giorno Mestre non era più la stessa. E neanche io.

 
 
 

MITI IRRIDUCIBILI 1° PUNTATA : GAZZA GASCOIGNE

Post n°7 pubblicato il 31 Gennaio 2009 da ian.dalak


"I campionissimi si distinguono dalla massa per i loro record: a soli
sedici anni Pele' si laureo' campione del mondo, a quindici anni Rivera
fece il s
uo esordio nella massima serie del campionato italiano di
calcio, a quarantadue anni Piola segno' il suo ultimo gol in serie A, a
diciassette anni Maradona esordi' con la nazionale maggiore.

Ci fu pe
ro' un campione che si distinse tra i campioni: a undici anni
passeggio' nudo lungo il Tamigi con una bottiglia di birra in mano, a
tredici anni molesto' sessualmente la sua professoressa di scienze, a
quattordici organizzo' e partecipo' alla sua prima orgia di gruppo

scoprendo un nuovo utilizzo per le bottiglie di birra vuote, a diciotto
anni riusci' a passare un sabato sera senza bere, il giorno dopo
esordi' in Pre
mier League, quel campione fu Paul Gascoigne.

Gazza in un Lazio-Cagliari 4-0 fece una "rabona" dalla linea laterale
della difesa smarcando Rambaudi facendo la piu' grande giocata che io
abbia mai visto e che mai vedro' in tutta la mia vita.

Gazza fu il miglior giocatore dei mondiali di calcio in Italia deliziando con le sue giocate i tifosi di tutto il mondo.

Gazza fu arrestato per ripetute molestie sessuali ai danni della sua donna e per risse e atti osceni in luoghi pubblici.

Gazza fu capace di non arrabbiarsi quando a San Siro gli tirarono un'arancia, anzi: la prese, la sbucciò e la mangiò.

Gazza fu un eroe, un coglione, un fenomeno, un ciccione, un esempio da
imitare, un esempio da non imitare, era tutto ed era niente.


Se Dio avesse avuto il vizio del football sarebbe stato Maradona, se
avesse avuto il vizio del football e il vizio del bere sarebbe stato
Paul "Gazza" Gascoigne."

 
 
 

RETORICA, GOLIARDIA E MILITANZA

Post n°6 pubblicato il 31 Gennaio 2009 da ian.dalak

Chi entra in questo blog da esterno noterà una certa retorica. Cosa che può anche far sorridere. E' vero. I tifosi della curva usano molta retorica. Molti termini che si rifanno a ideali non più di moda: onore, rispetto, tradizione, storia, simboli, colori. Concetti che nell'anno del Signore 2007 risultano antiquati.
E' anche vero che questi sono concetti che hanno accompagnato la nostra civiltà per millenni, dalle società arcaiche, all'impero romano, al medioevo con i suoi cavalieri, fino in qualche modo agli anni 50-60 del secolo scorso.


Normale e giusto che in qualche risvolto della società rimangano ancora incastrati.
Valori che il nostro gruppo porta avanti anche con la goliardia, consapevoli che il calcio non dev'essere la vita, anche se può esserne una parte molto bella e divertente.
La squadra del cuore, i simboli, i colori, la fratellanza, i nemici, gli ideali, hanno sostituito i vessilli e le armature ma lo spirito è rimasto, alla faccia della vita che ci sbattono addosso ogni giorno.
La militanza rientra in questi valori. Un gioco di ruolo fra il serio e il faceto che dev'essere portato avanti. Vince chi non molla o molla per ultimo. Per noi è ancora più facile. Difendiamo l'onore di Mestre, da sempre città bistrattata e succube.
Militanza significa partecipare alle riunioni, anche se la squadra non c'è o non si vede.
Sempre per lo stesso, monotono motivo: SIAMO O NO IRRIDUCIBILI?

 
 
 

OFF TOPIC: CONEY ISLAND ADDIO

Post n°5 pubblicato il 31 Gennaio 2009 da ian.dalak

Coney Island, la parte meridionale di Brooklyn, NY.
La spiaggia con la sua famosa skyline, formata non dai grattacieli ma dalla ruota panoramica del Luna Park più famoso o quantomeno più affascinante del mondo.
Location di numerosi film. Uno per tutti, o almeno per tutti gli ultras di una generazione: "The Warriors" ("I guerrieri della Notte" per gli italiani).

Anche a Mestre il film ha lasciato delle tracce. Un famoso adesivo degli Orange Supporters (di cui aspetto la restituzioneimmagine), riprendeva il bus dei "Turnbull Ac'S", una delle più temibili gang del film. Nei pullman in trasferta o nei cortei non mancava mai la frase tormentone di quel cattivone di Luther: "Guerrieriiii, giochiamo a fare la guerraaaaa....).
In realtà nel film Coney Island faceva da sfondo solamente alle (splendide) scene finali e ai titoli di coda, ma i nostri eroi, i Warriors appunto, provenivano da lì e lì devevano ritornare quella notte per salvarsi la pellaccia.

 Al capolinea della metropolitana F.
Ora Coney sarà trasformata e sconvolta dal progetto che prevede la realizzazione della nuova Las Vegas dell'East Coast. Alberghi, viali alberati, fontane, Casinò e cemento. Cemento anche al posto del "boardwalk", la camminata lungo la spiaggia interamente in legno.
Il tutto a distuggere l'atmosfera magica, unica e anche un po' leggendaria di quel posto. Così New York, così fuori dal mondo.
Ma da un'altra parte no?
Chi si trovasse a fare un viaggetto in zona, saluti anche da parte mia.

Sti americani, a volte così indubbiamente sorprendenti e geniali (tanto da creare film e posti del genere), altre così ignoranti e stupidi.
R.I.P. vecchia Coney

 
 
 

IRRIDUCIBILI MESTRE since 02 - Tutto iniziò così (seconda parte)

Post n°4 pubblicato il 31 Gennaio 2009 da ian.dalak


La sveglia dopo la sbornia era suonata già il campionato precedente. La Brigata, gruppo aperto all'entusiasmo di tutti con i suoi 150 tesserati, vivacchiava già da un po' e subiva oltre il dovuto l'andamento della squadra ma soprattutto le pessime prospettive societarie. Dei 150 teorici, poche decine si davano appuntamento la domenica in Oberdan. Alle riunioni cominciammo a guardarci negli occhi e a ragionare: di veri briganti ce n'erano pochi. Gli altri iscritti per un momento, un play off, una maglietta, una bevuta.Quattro sconfitte le prime cinque giornate. C'era bisogno di una svolta. Non tutto era da buttare, anzi. Il nucleo si era formato, gente irriducibile che non stava lì a vedere una sconfitta in più e aveva ancora voglia di combattere per quella maglia.L'errore forse era stato quello di creare un gruppo in un momento di ritrovato entusiasmo, se di errore si può parlare. L'idea era quella di serrare le fila. Cosa ci fa gente che non viene più con una sciarpa o una maglietta della Brigata? Cosa ci fai poi della gente che ora va a vedere il Venezia? Basta! Gruppo chiuso e contiamoci.

La Brigata col suo striscione si decide di lasciarla lì, congelata.Il nuovo gruppo tagliava fuori tutti i desaparecidos e gli incerti, ma faceva anche qualche buon mirato acquisto. E così il nucleo della Brigata si unì con gli Old Fans, e validi elementi di altri gruppi provenienti dagli Ultras, dagli A.S.U. e dagli Head Out. Il nome era abbastanza inevitabile. Irriducibili era un concetto, un aggettivo che già ci apparteneva. Irriducibili nonostante tutto e tutti, già ci sentivamo. E IRRIDUCIBILI fu.

.

 
 
 

IRRIDUCIBILI SINCE 02 - TUTTO INIZIO' COSI'...

Post n°2 pubblicato il 30 Gennaio 2009 da ian.dalak

Non si puo' parlare degli Irriducibili senza prescindere da un'altra storia: quella della Brigata Arancionera.
Quindi dal "libro" No Mestrini, no party - L'anno del Brigante", traiamo queste righe:
"L'embrione era in freezer da un po' di tempo. Gia' qualche anno fa, un nutrito gruppetto di "dissidenti", storici tifosi del Mestre, aveva provato a riunirsi piu' volte per fondare un nuovo gruppo per la Oberdan.
Ricordo una di queste riunioni. Il locale mi pare si chiamasse menabo', oltre venti partecipanti. Grandi discussioni per il nome. Alla fin qualcuno (pdv mi pare) se ne uscì con un nome improbabile: "Brothers in arms" e la cosa piacque. Piacque anche a quelli di noi che masticavano un po' meglio l'inglese, nonostante il significato letterale fosse:"Fratelli in braccio". Ma suonava così bene che dopo l'ennesimo giro di Montenegro...A quel punto conoscere la lingua era secondario. Suonava bene e basta! Molto forte, devo ammettere, fu la "corrente" Orange Spritz.
Ma il giorno successivo, con l'alcool smaltimmo anche la voglia di fare qualcosa di serio e per un po' fini' li'. Il Mestre si seguiva lo stesso, senza gruppo ufficiale, a furgonate, fra mangiate, bevute e spesso, fughe dai ristoranti. Anche se erano passati i tempi della caccia alle torcie in stazione, evidentemente non eravamo ancora pronti per una vita morigerata.(segue...)

...il dubbio era: gruppo chiuso o allargato? Fu proprio in questo periodo di crisi decisionale che venni avvicinato da altri fioi della curva.
(segue)...................
Nuove riunioni, nuovi simboli, nomi, loghi, studi al computer, passando dallo stile giapponese a quello dei fumetti. Insomma l'entusi
asmo cresceva e la notizia si sparse in fretta. Fu a quel punto che venni avvicinato da due capelloni...uno di loro mi disse: perche' no vegni' a farlo immagineda mi el cleb? Go un local!
(segue)...
...comunque il posto c'e' e
noi ci siamo, compresi i due capelloni di cui non ricordavo i nomi, uno pien de stampine detto Tatoo, il fratello del capellone e una mia vecchia conoscenza.
"E' evidente che ci hanno
boicottati" dice qualcuno, "potevano almeno dircelo".
Parliamo un po' e decidiamo di proseguire da soli, aggiornandoci alla riunione successiva due settimane dopo.
Stavolta le cose cambiano:la stanza e' piena di vecchi tifosi, gente nuova, gente mai vista. Passa il nome del gruppo a votazione: BRIGATA ARANCIONERA (Brigata Mestre fu scartato perche' era già stato il nome di un gruppo di tifosi dell'altra sponda).
Si fece una colletta e raccogliemmo uno sproposito di vecchie lire.
Figa, c'eravamo riusciti! Il gruppo era nato.
E questo era solo l'inizio...

 
 
 

...ed ecco il blog degli irrmestre

Post n°1 pubblicato il 30 Gennaio 2009 da ian.dalak



Nei periodi più bui, per non essere sopraffatti c'è un'unica difesa valida: l'attacco.

Il movimento spontaneo che attirava il calcio è in crisi da tempo, e lo è sempre di più.
La tendenza dei pochi superstiti e quella di tenere duro attaccandosi al passato, al calcio di una volta. In tutta europa c'è un fiorire di proteste contro il calcio in pay-prewiew. Quello che ha svuotato gli stadi di un buon 50%.gli Irriducibili Mes3
A Mestre, che ai periodi bui siamo abituati come le civette, la cosa ci fa sorridere.
Noi lottiamo da sempre, SKY ci fa una pippa!
Nel senso: anch'io sto mettendo su SKY. L'altro giorno parlando con un rivenditore sui vari pacchetti da acquistare, visto la mia scelta anomala, mi ha domandato: ma non ti piace il calcio? Ho risposto di no. Sarebbe stato complicato e inutile spiegare.

Cosa c'entra questo discorso su un blog dedicato agli Irriducibili Mestre?
Poco forse.
Ma il fatto che esista un gruppo "sans équipe" non mi sembra poi male. Un modo mica brutto per non rassegnarsi e inaugurare un blog...

 
 
 

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CHI SIAMO

Come descrizione, riporto un post di quasi 5 anni fa.
IRRIDUCIBILI MESTRE, fondati durante uno dei periodi più bui della storia del Calcio Mestre, per dimostrare che la storia della nostra squadra e della nostra tifoseria non verrà mai cancellata. Il nome rappresenta esattamente il nostro spirito. Siamo quelli che non mollano mai, nonostante tutto. Dopo il fallimento in molti speravano, per la seconda volta, di non vederci più. Altri hanno tradito, altri sono spariti. Ma a noi mestrini irriducibili, queste cose caricano solo di rabbia e nuova forza per combattere, per rinascere, per non mollare. Contro tutto e tutti. Siamo quelli che non scendono a compromessi: gli eredi di chi non lo ha fatto nell’87 rifiutando di schierarsi con Venezia, con i più forti. Quelli che preferiscono anche oggi ripartire da zero, che hanno seguito il Mestre in 2° Categoria, piuttosto che scegliere soluzioni più facili. Chi non la pensa come noi, chi si avvicina solo quando le cose vanno bene, chi si allontana quando vanno male, non ci interessa. La massa non ci interessa. Perché noi, insieme agli altri fratelli di curva, siamo gli eletti.< Eletti a guardia di una fede. Ma forse tu non puoi capire… ORGOGLIOSI DI ESSERE IRRIDUCIBILI!

 
 

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