FERNANDO ZORZELLA

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Creato da FernandoIR il 14/04/2011

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VENNE IL GIORNO : IL ROMANZO : 5° PUNTATA

Post n°6546 pubblicato il 08 Febbraio 2021 da FernandoIR

Questo è un  romanzo scritto interamente da Zorzella Fernando e presentato a puntate qui sul blog.

Le puntate usciranno in maniera casuale.

IMPORTANTE : RIBADISCO IN MODO CONVINTO E PRESSANTE CHE i nomi di persona, gli edifici, le vicende, le situazioni, tutto il romanzo è frutto di PURA PURA PURA fantasia e non ha nessuna nessuna nessuna attinenza con la realtà.

I luoghi sono reali, ma le storie no.

TESTO DELLA PUNTATA

Vancovar: “Soldati deponete le armi per piacere.” Le guardi richiusero le armi nelle fondine.

Vancovar: “Mi chiamo Vancovar e sono il comandante in capo della missione proveniente da Nibirù.”

Nicola: “Io sono Nicola, direttore del centro ricerche segnali extraterrestri di Enna.” Vancovar: “Speravo di incontrare il capo dei Sapiens.”

Nicola: “Sono un direttore, e comunque noi non abbiamo un capo supremo ma molti capi che ci governano. Le cose sono molto cambiate da quando ve ne siete andati.”

Vancovar: “Tu ci conosci?”

Nicola: “So quello che c’è scritto nelle piramidi e so quello che raccontarono i profeti di voi.” Vancovar: “Sai allora che potrei essere venuto per riprendermi ciò che è mio.”

Nicola: “Vostro, direi, visto che potreste essere in molti.”

Vancovar: “Ok vostro allora!............ Perché hai accettato questo appuntamento se non sei un capo

supremo? Hai comunicato il mio messaggio a tutti le genti?” Nicola: “Io non comunico il tuo messaggio a nessuno!” Vancovar: “Lascerai che mi prenda il tuo mondo?”

Nicola: “Perché non hai detto che arrivavi a chi vi conosce già sulla terra, visto che sappiamo tutti e due che non è la prima volta che venite da quqeste parti?”

Vancovar: “Come puoi pensare che noi abbiamo contatti con voi?”

Nicola: “Lo so! So che parlate con organizzazzioni segrete che comandano i vari stati! So che vi passate le informazioni e voi continuate a fornire a noi conoscenza e supporto. Perché non li hai avvisati? Perché hai avvisato me? Perché hai mandato un messaggio al nostro centro e poi fai finta che ti aspettassi chissà chi?”

Vancovar: “Non parliamo più con loro da molti anni! Con quelli che tu dici essere a capo di organizzazzioni segrete. Non parliamo più da quando hanno iniziato ad utilizzare le informazioni che fornivamo loro, per costruire armi per distruggervi e per preparare a distruggere noi.”

Nicola: “Siamo in grado di distruggervi, allora?”

Vancovar: “No assolutamente, perché non vi abbiamo passato tutto e abbiamo ucciso tutti coloro che di noi, cercavano di aiutare voi.”

Nicola: “Perché allora hai voluto incontrarci?”

Vancovar: “Per capire se avevate intenzione di deporre le armi e accettavate un’invasione pacifica.”

Nicola: “Ma come fai a pensare che io possa fare ciò? Quando hai intenzione di invaderci?” Vancovar: “Domani in vari punti dell’atmosfera entreranno le astronavi con gli eserciti d’assalto.” Nicola: “Perché, secondo te, pru conoscendo la vostra esistenza, i vostri contatti terrestri, non sono qui in massa ad aspettarvi visto che ho fornito loro le coordinate dell’incontro?”

Vancovar: “Perché la gente che hai informato è così stupida che pur avendo davanti dati concreti non vi credono e chi ha parlato con noi per anni non sanno delle nostre intenzioni. Tutti i nostri veicolo sono invisibili ai vostri radar possiamo muoverci come vogliamo, finche non c’è un vero contatto visivo.”

Nicola: “E’ per quello che siete qui nel deserto?”

Vancovar: “Certo, siamo atterrati di notte e abbiamo coperto l’astronave di sabbia con dei potenti aspiratori.”

Nicola: “Scusa l’ignoranza, ma se domani volete entrare nell’atmosfera, come se foste la carica della fanteria rusticana, creerete caos e distruzione tra la gente, il mondo si rivolterà e le conclusioni saranno a vostro sfavore.”

Vancovar: “Sederemo qualunque violenza contro di noi con la forza.”

Nicola: “Certo, sederete tutte le violenze, vi scontrerete con la gente e con gli eserciti terrestri, inizieranno una serie di bombardamenti e combattimenti aerei e terrestri che porteranno a ridurre la terra ad un cumulo di macerie invivibile! ……. Bravi!..................... Bel progetto che avete in mente!”

Vancovar: “Io ho spedito a te il messaggio, sperando che a te tutto il mondo e chi lo comanda desse ascolto. Io ho parlato chiaro, se vi arredente e deponete le armi non succederà niente anessuno.”

Nicola: “Ma la prima volta, non eravate arrivate per insegnare ed istruirci? Non avete avuto bisogno di armi o di distruggerci.”

Vancovar: “Siamo qui anche ora con quell’intento, ma non abbiamo più il controllo sui vostri capi. Non siamo più così influenti e come ho detto vi siete preparati a combatterci con le armi e noi del resto non staremo fermi a guardarvi.”

Nicola: “Cosa vi interessa esattamente adesso, di più di prima, per giustificare un desiderio così forte per possedere questo pianeta?”

Vancovar: “Ci interessa che non lo distruggiate voi con il vostro modo di fare.”

Nicola rimase in silenzio, non sapeva più che dire, abbassò lo sguardo perché effettivamente aveva esaurito ogni parola.

Cosa dire ad una forza extraterrestre che partita da una galassia chissà dove era venuta li con tutto l’intento per invadere il mondo.

Vancovar, vedendo che Nicola se ne stava in silenzio disse.

Vancovar: “Io vedo in te e nei tuoi amici, lo sguardo di chi è buono e nel giusto. Domani entreremo nell’atmosfera, voi rimanete confinati dentro il vostro centro e portateci all’interno tutte le persone che ritenete importanti per voi e noi non vi faremo niente, ne domani ne mai.”

A questo punto Vancovar, si girò e se ne andò a passo svelto verso l’astronave.

Nicola, lo guardò e prese ancora coraggio, lo rincorse, lo prese per la spalla e lo fece girare in modo da averlo davanti agli occhi, e disse: “No! No Vancovar, una soluzione c’è! C’è una soluzione che salva capra e cavoli.”

Vancovar: “Spero che non sia le solite soluzioni che trovavano i sapiens che collaboravano con noi e poi facevano il doppio gioco.”

Nicola: “No!”

Vancovar: “Allora dimmi.”

Nicola: “L’idea di invadere il mondo come volete fare voi è un’idea che solo degli idioti potrebbero pensare, ma se invece vi interfacciaste a noi, mischiandovi con noi, diventando sempre più un

tutt’uno con noi potreste veramente diventare fondamentali.” Vancovar: “Continua ti ascolto.”

Nicola: “Qui dove siete atterrati siamo in Libia. Uno stato, una nazione che è al tracollo sociale, civile, militare, è allo sbando totale. Se voi vi mischiaste a loro, se riusciste a diventare voi i capi della Libia, con i tesori che ci sono sotto questa terra, potreste diventare fondamentali per il mondo.”

Vancovar: “A noi le ricchezze del sottosuolo non interessano.”

Nicola: “Ma alla gente che abita questo mondo si. In più, potreste utilizzare la vostra tecnologia per rendere ancora migliore il mondo. Facendo così diventereste sempre più fondamentali.” Vancovar guardò Nicola, compiaciuto. Attese qualche secondo e poi fece un sorriso di gradimento, aggiungendo: “C’è un piccolo problema in tutto questo.”

Nicola: “Quale! Dimmi quale problema ci può essere perché trovo veramente difficile che un popolo di pazzi scatenati come voi, venga qui e abbia problemi.”

Vancovar: “Noi per vivere bene sulla terra ci serve che il nostro organismo produca una sostanza che non riusciamo a fare se non abbiamo nel nostro sangue un pezzo di Dna che voi avete.” Nicola: “Prenditelo da me. Subito anche subito! Cosa ti serve, il sangue la pelle? Cosa?” Vancovar: “Mi serve un ovulo di una donna sapiens.”

Nicola: “Prenditi quella che vuoi. La Libia è piena di donne, ne rapite una e vi prendete quello che vi serve.”

Vancovar: “No! Voglio che mi dimostri che ti fidi di me cecamente. Ti do una settimana di tempo. Tu convinci una delle tue due amiche a seguirmi nell’astronave per eseguire il prelievo dell’ovulo e farò quello che dici.”

Nicola: “Sull’astronava?”

Vancovar: “Si! Verrai tu e lei. Fatto il prelievo vi riporteremo a casa.” Nicola: “Non so cosa dire.”

Vancovar si girò e se ne andò verso la navicella, ripetendo a voce alta che gli avrebbe concesso una settimana sola.

Nicola: “Come farò a darti la risposta.”

Vancovar: “Verrò io con una navicella al Centro di Enna e me la dirai di persona.” Nicola rimase impietrito ed assieme agli altri attese che la navicella si alzasse in volo e scomparisse all’orizzonte.

Dopo poco salirono sull’elicottero e tornarono velocemente a casa.

Decisero di chiamare Siriana ed il suo gruppo e di raccontare tutto anche a loro. Poi si rinchiusero nella stanza riunioni a riflettere.

Tiziana: “Da che mondo e mondo, si sa che il Dna si trova in tutte le cellule, potrebbero avere quello che vogliono con un semplice prelievo di sangue.”

Nicola: “Infatti, il fatto che vogliono un ovulo, non presagisce niente di buono.”

Siriana: “L’ovulo è una parte importante per la nascita di una nuova vita ed in più c’è da dire che contiene solo metà del dna della donna, non tutto. Cosa se ne fanno allora?”

Paola: “Vogliono fabbricare qualche cosa.”

Nicola: “Io non ricordo di aver mai letto da nessuna parte che hanno questi bisogni.” Siriana: “Ma perché parli così, sembra che li conosci.”

Nicola: “Ho letto libri ed ho fatto ricerche su cui si parlava di loro.” Paola: “Ci vogliono distruggere veramente secondo te?”

Nicola: “No! Non ci vogliono distruggere, perché ci hanno creato loro.” Siriana: “Cosa? Addirittura?”

Nicola: “Quando sono arrivati sulla terra milioni di anni fa, hanno trovato quelli che erano i nostri predecessori, ovvero degli ominidi animaloidi, degli animali a tutti gli effetti. Siccome a loro servivano operai per portare avanti i loro obbiettivi hanno modificato il nostro Dna e ci hanno fatto diventare ciò che siamo ora.”

Siriana si alzò, raggelata, e se ne andò in bagno a vomitare. Paola e Tiziana corsero a soccorrerla.

Mirko: “Potrebbero essere cambiate le cose e potrebbero avere veramente bisogno di questo gene.”

Nicola: “Ma fanno avanti e indietro dal loro pianeta da sempre, cosa può essere cambiato?” Mirko: “L’aria? L’Ambiente?”

Nicola: “No! C’è qualcosa di strano sotto.”

Mirko: “Il problema è che o gli forniamo questo ovulo o il mondo va in rovina.”

Nicola: “Io non ce l’ho un ovulo e non li produco e di certo non chiedo a nessuna donna di salire in un’astronave interstellare per aprire le gambe o qualt’altro.”

Nicola si alzò e se ne andò nel suo studio a leggere.

Non sapeva dove sbattere la testa, mai aveva letto, che quel popolo venuto da lontano potesse avere questo tipo di bisogni.

Chiuse il libro che stava leggendo e socchiuse gli occhi.

Rimase così per 5 minuti, finchè saltò sulla sedia spaventato dal rumor eche fece Paola entrando. Paola: “Scusami se ti ho spaventato non pensavo che stessi riposando.”

Nicola: “Non stavo dormendo stavo solo riposando gli occhi. Entra e non stare li sulla porta.” Paola entrò e si sedette sulla poltrona davanti la scrivania.

Paola: “Hai scoperto qualcosa?”

Nicola: “No! Niente di niente, come era ovvio.” Paola: “C’è solo una cosa da fare.”

Nicola: “Si! Se fossi io donna ci andrei io ma visto che non sono donna e che non si può chiedere a nessuno questo sforzo, possiamo rimanercene qui come spettatori a veder l’invasione del mondo.”

Paola: “Ma io sono una donna.” Nicola: “Cosa vuol dire.”

Paola: “Io salirò su quella astronave etu mi accompagnerai.” Nicola: “Non voglio Paola che ti sottometti a questo esperimento.”

Paola: “Ci sarai anche tu e io mi sento sicura se ci sei tu.” Nicola: “Non posso stiamo qui e osserviamo come va.”

Paola: “No! Non possiamo rimanere ad osservare come il mondo finisce. Io non accetto di aver studiato e ricercato i segnali extraterrestri e ora che siamo in contatto con una entità alliena ci

facciamo invadere senza fare niente........... Proviamoci Nicola!”

Nicola: “Te la senti davvero?”

Paola: “Proviamoci, sia l’ultima cosa che facciamo al mondo, ma proviamo a salvarlo questo mondo.”

Nicola: “Allora sia così.”

Uscirono tutti e due dall’ufficio e andarono a dare la notizia agli altri.

Tutti cercavano di dire la loro, ma in realtà la scelta di Paola era la cosa giusta da fare, sperando che poi lo stesso Vancovar seguisse l’idea di Nicola.

Ora come ora, però, superato questo problema se ne affacciava un altro.

Sia che Vancovar con la sua compagnia alliena mantenesse un livello moderato nell’invadere il mondo sia che fosse più incisivo, occorreva creare una struttura che potesse proteggere più gente possibile. Occorreva creare un ambiente un posto dove la gente potesse essere messa in salvo in caso di bisogno.

Per fare questo però occorreva parlare del problema con le persone giuste senza creare allarmismi.

Vancovar era stato chiaro, per lui la base di Enna sarebbe stata oflimits e li Nicola e la sua banda avrebbe potuto mettere in salvo più gente possibile, però era un posto conosciuto appunto anche da Vancovar quindi occorreva trovare un posto segreto.

Il Direttore Roberto, dalla sua aveva delle conoscenze nella Protezione Civile, che avrebbero potuto aiutare nella realizzazione di questa struttura.

Era imperentorio, parlare solo con le persone giuste e e senza creare allarmismi.

I giorni da questo momento passarono lenti ed inesorabili, i nostri non sapevano che fare e pensare.

Lentamente, come abbiamo già detto si cominciarono ad informare sempre più persone superfidate, persone che erano vicine al mondo dei ricercatori di extraterrestri.

Esattamente si diceva loro, che occorreva prepararsi per qualunque evenienza, perché erano stati intercettati dei segnali extraterrestri veri e propri e a cui si cercava di dare risposta.

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