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« RIGANO': RE DEI BOMBERRIGANO':Un "sogno" azzurro  »

RIGANO': Segno e sogno, altro che operaio»

Post n°23 pubblicato il 03 Novembre 2006 da isoleolie0

(DA AVVENIRE)

Bomber per caso. O forse no. Per caso, perché aveva cominciato in difesa, prima di spostare da un'area all'altra il suo raggio d'azione. E comunque era rimasto a lungo, anche troppo, a languire nel puro dilettantismo calcistico. Ma forse no, perché lui del bomber ha da sempre le stimmate ben impresse, malgrado chi di dovere se ne sia accorto tardi. Fu cosi che venne fuori la storia dell'ex carpentiere diventato bomber, una storia trita e ritrita, che a Christian Riganò, 32 anni, nuovo capocannoniere dellla Serie A con la maglia del Messina non è mai piaciuta.
Come mai?
«Capisco che sia una bella storia, ma ci hanno ricamato un po' troppo sopra, tanto da farla diventare stucchevole. A quei tempi era del tutto normale che facessi altre cose oltre a giocare al calcio: ero nel Lipari, dove sono nato, tra Eccellenza e Promozione, dovevo per forza darmi da fare per guadagnare un po' di soldi».
Poi però le cose sono cambiate…
«Sì, ma non tanto presto rispetto a quello che accade di norma. Diciamo che la mia è stata una tabella di marcia al rallentatore, ma alla fine ce l'ho fatta».
La svolta quando è arrivata?
«In realtà di svolte ce ne sono state tante nella mia carriera. La prima quando ancora ero a Lipari, e il mio allenatore di allora, Natalino Barrica, mi spostò da difensore ad attaccante: cose che capitano a quei livelli quando una partita pare compromessa. Fu quel giorno che cominciai a fare gol, e naturalmente non sono più tornato in difesa».
Altri momenti topici?
«Un altro è legato a un allenatore altrettanto importante per me, siciliano anche lui, Gaetano Auteri, che ora è al Gallipoli, in C1: è stato lui a lanciarmi, quando mi volle all'Igea Virtus, dove presi a segnare con grande continuità. Gli sarò grato per sempre».
La strada era ormai segnata?
«L'approdo al calcio che conta, quello che a lungo ho potuto solo sognare, me lo sono dovuto sudare passo dopo passo, a suon di gol. Non c'è una categoria in cui non abbia giocato: la consacrazione è stata a Taranto, prima in C2 e poi in C1, un mare di reti che imposero al calcio il mio nome».
Fino alla Fiorentina...
«Sulla carta fu una retrocessione, perché passavo dalla C1 alla C2. In realtà, fu il vero trampolino di lancio: la promozione, poi il ripescaggio in B, con uno stadio sempre pieno e una città entusiasta. Firenze mi è entrata nel cuore, ancora oggi tifo per i viola».
Perché è finita?
«Tutto finisce, anche i grandi amori. L'ultimo anno non fu un granchè: poche partite, pochissimi gol. Tra l'altro era la stagione incriminata per lo scandalo di Calciopoli».
Che idea s'è fatto di quanto è successo?
«Una brutta idea, soprattutto per uno come me, che per arrivare in alto ha fatto tanti sacrifici: vivi sognando un mondo dorato, poi scopri che non è tutto oro quel che luccica».
Non male, però, adesso essere lassù, in vetta alla classifica dei bomber con 7 gol.
«Una gran bella sensazione: magari sono solo di passaggio lassù in cima, ma il dato resta».
Tra l'altro Riganò finalmente profeta in patria?
«Sono messinese, molto legato alla mia terra: sono felice di giocare in questa squadra. E dopo anni di lontananza mi ha fatto bene tornare a casa».
Il suo allenatore, Bruno Giordano, che di attaccanti se ne intende, l'ha consigliata a Donadoni: cos'è per lei la Nazionale, una speranza o un sogno?
«Un grande sogno, come l'Inter, la mia squadra del cuore da ragazzino».

 
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>> Auguri, Riga! su nuvola viola
Ricevuto in data 10/11/06 @ 17:22
Sono tifosa viola da sempre e non seguo da anni la nazionale..  ma stasera una notizia che riguar... (continua)
 
Commenti al Post:
cateviola
cateviola il 10/11/06 alle 17:25 via WEB
Continua a segnare, grande Riga! Segna e sogna.. che anch'io sogno per te e per noi innamorati del calcio.
Il calcio sarà ancora il gioco più bello del mondo finché ci saranno uomini come Christian Riganò.
(Rispondi)
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