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LA "STRANA COPPIA" A DELINQUERE DEUTSCHE BANK-MONTEPASCHI

Post n°400 pubblicato il 18 Gennaio 2013 da r.capodimonte2009
 

Il nuovo redditometro, che ha poco a che vedere col vecchio congegno gabellare di Tremonti, ma è frutto dell’idea archimedica (ricordate il papero Archimede con la lampadina sulla testa?) di mastro Befera, è un meccanismo avallato, intendiamoci bene, da Monti e dalla sua Banda Bassotti, e che è venuto dopo tutta una serie di offensive fiscali, l’ultima l’accesso ai conti correnti e l’acquisizione di dati personali privati, che rendono inutile ormai la “costosissima” Autorità per la Privacy, che infatti, tace, per la vergogna di essere ancora sotto stipendio, e che stipendio!

Ma non è finita. Sul redditometro costruito sullo Stato di Polizia Fiscale, appare un giochetto da ridere: che l’onere della prova della eventuale evasione non è a carico dell’AdE o di Equa Italia, ma dello stesso, supposto evasore, il quale, magari ha buttato nel cestino, come accade in milioni di famiglie, la  fattura del  dentista o il saldo del pranzo di nozze del primogenito. Ma come, avete in mano perfino l’ora in cui andiamo al gabinetto e cosa “immettiamo nel water” (magari dobloni d’oro), sapete vita, morte e miracoli di milioni di correntisti bancari che fanno a gara a pagare le spese usuraie delle banche amiche di Monti e Befera, e dovremmo anche spiegarvi perché ci siamo permessi di far sposare nostro figlio e avergli pagato il pranzo di nozze? Lo sa mastro Befera che nel Sud, ad esempio, questo rito del “pranzo nunziale” è talmente sentito che i capi-famiglia poveri, non la famiglia Montezemolo, si vanno ad indebitare fin sopra i capelli, per amore verso i figli, magari con qualche strozzino, perché la banca amica di Monti i soldi non glieli presta? Cosa ne facciamo di costoro, li consideriamo evasori, e magari gli appioppiamo un paio di milioni di multa?

La cosa più vergognosa è però quella che tutta questa “papocchia” di tipo stalinista (il GPU forse era più tollerante di Monti, il quale è un vero e proprio inquisitore!), che lede gli articoli 3, 24 e 53 della nostra Costituzione, nonché lo Statuto del Contribuente, non allerta minimamente dal loro sonno di vegliardi cardiopatici e arteriosclerotici gli appartenenti alla Corte degli Ermellini, che pure furono così solleciti nel sollevare un altro degno vegliardo, dalle sue responsabilità morali e politiche, di aver colluso con affari legati alla mafia, anzi lo promossero re, come d’altra parte risulta a mastro Befera, visto che costa all’Erario 280 milioni di € l’anno, esenti! Molto di più di una vera regina, Elisabetta!

 

Vi abbiamo raccontato peste e corna del Monte dei Paschi di Siena, e lo stesso della banca, la prima della Germania, braccio armato della Bundesbank, la Deutsche Bank che, in Europa e nel mondo, a livello di comportamenti malversatori, è una delle prime. A SERVIZIO PUBBLICO, quando Berlusconi rivelò che nei mesi di settembre e ottobre del 2011 fu la Bundesbank a svendere, tra gli altri, 150 miliardi di nostri titoli di Stato, costipando il mercato che vide, perciò, con grande preoccupazione questa manovra e, compatto la imitò, gli si buttarono tutti addosso perché, in un lapsus, aveva sbagliato banca: era la Deutsche Bank, su istruzioni di mamma Bundes (ma certo non scritte) a fare immondizia dei nostri BTP. Quindi, la sfidiamo a querelarci se non fu vero. E, ci dispiace per Santoro, ma l’accordo leonino per far saltare il Governo ci fu. L’altro pezzo di accordo che il Cavaliere non ha detto, si celebrò a Wall Street, quando la Goldman & Sachs, di cui è advisor Mario Monti, ma anche l’ex-fiduciario-confessore di Berlusconi, Gianni Letta, azionista della Fininvest e di Mediaset, tramite Endemol, fece la stessa manovra con questi titoli, che in pochi giorni persero il 36%. Un favore o una minaccia? Chiusa la parentesi!

Le due banche più oneste del mondo, guarda caso si sono date una reciproca mano, proprio nel 2008, in piena crisi finanziaria, causata dallo scoppio della bolla speculativa sui c.d. derivati o titoli tossici che dir si voglia. Per venire incontro alla catastrofica operazione Antonveneta (che poi la farà fallire) il MPS chiese lumi a zia Deutsche, la quale esperta in truffe solidali dai tempi dell’affare Cirio e dell’affare Parmalat, collegata con i maggiori insider-trading di Wall Street, compresi quelli della Lehman Brothers, istituto pieno di cattolici intoccabili, collegato anima e corpo con lo IOR vaticano, gli preparò un bel pacchetto o paccotto, che è meglio, di 1,5 miliardi di derivati spiccioli, in una transazione denominata “progetto Santorini” (che non ha nulla a che vedere con i Cannoni di Navarrone, ma finisce con un bel boom lo stesso!). La cosa più simpatica, e che fa onore agli amministratori passati, presenti e futuri della banca toscana (visto che la scadenza di questo “torzolo” è il 2018!), è che questo “paccotto” arrivava per coprire la piccola perdita di 367 milioni di € causata da un altro “paccotto” sempre predisposto da zia Deutsche.

Tutta questa faccenda è venuta alla luce da un rapporto di 70 pagine steso dall’agenzia di stampa americana Bloomberg, per bocca di Frank Partnoy, un ex-trader di derivati della banca Morgan Stanley e attualmente docente di finanza alla St. Diego University. Partnoy accusa il MPS di scarsa attenzione e soprattutto di aver insistito nel concedere fiducia a chi già aveva dimostrato di non meritarla, visto che, tra le altre inchieste che ha sul groppone, D.B. proprio a dicembre di quest’anno è stata chiamata, tanto per cambiare, a rispondere per “frode” a causa di un derivato stipulato con il Comune di Milano! Partnoy poi accenna a tutti gli altri “sconcertanti errori” compiuti dalla gestione Mussari (il quale ancora è in libertà, speriamo vigilata), come l’acquisto, tra il 2009 e il 2010 di, pensate, 25 miliardi di BTP, sperando di lucrarne i tassi, che invece aumentarono, e causarono alla banca ulteriori perdite. Il che portò all’intervento dello Stato più volte, in liquidità (500 milioni), in Tremonti-Bond (3,4 miliardi), in Monti Bond (4,5 miliardi).

Cosa rispondono zia e nipote? Alessandro Profumo, ex-alto dirigente della Unicredit, condannato per evasione fiscale da parte del suo istituto, poi, per premio, addivenuto ad amministrare MPS (sic!), già proposto quale ministro dell’Economia di un futuro Governo PD, prima ha fatto lo gnorri, poi ha lasciato una dichiarazione in cui conferma “che sono in corso approfondite analisi che riguardano alcune “operazioni strutturate” poste in essere in esercizi precedenti e ancor’oggi presenti nel portafoglio della banca… Analisi attinenti ai profili legali, finanziari, contabili e gestionali… In particolare la banca intende valutarne accuratamente ogni possibile impatto…”. La dirigenza della Deutsche, quale anima pia, sottolinea, invece, che la transazione era soggetta ai nostri rigorosi processi di approvazione interna (e ci mancherebbe!) e ha ricevuto il necessario via libera dal cliente che aveva un suo consulente indipendente (lo stesso che lo aveva già convinto a cadere nella trappola la prima volta. Che ci sia puzzo di mazzette?).

A proposito, poi del reato di falso in bilancio, che può far comodo a certi imprenditori certo, ma soprattutto alle banche, sentite cosa specifica poi Blomberg: “In ogni caso il MPS non ha mai rivelato gli effetti dell’operazione del 2008 agli azionisti, ma nei bilanci ha riportato le perdite derivate dello stesso contratto: 2007, 87 milioni, 2008, 62 milioni, 2009, 224,4 milioni.”

“Questa transazione mostra la complessità dei bilanci delle banche (sic!)” ha dichiarato Mark Williams della Boston University, ex-funzionario delle FED, “e ti fa chiedere quali altri scheletri ci siano nell’armadio.”

MEDITATE GENTE, MEDITATE!

ITALIADOC

 

 

 

 

 

 

 
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