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Creato da: r.capodimonte2009 il 13/10/2009
attualità, politica, cultura

 

 
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Renzi, Grillo e Berlusconi hanno in mano il destino dell'Italia: o sarà guerra civile!

Post n°685 pubblicato il 13 Dicembre 2013 da r.capodimonte2009
 

Abbiamo voluto toccare con mano la “rivolta”: siamo andati  ad un casello dell’autostrada per vedere con i nostri occhi chi sono veramente i protagonisti di questa “contestazione” che sta mettendo in forti ambasce il mondo politico, soprattutto quello che ruota attorno al Quirinale, Palazzo Chigi e il Nazzareno.

E abbiamo scoperto, con sconcerto che non sono “eversori”, ma cittadini, come noi e voi, la maggior parte piccoli imprenditori, artigiani, disoccupati giovani e meno giovani, studenti, precari, esodati, gente che ha avuto a che fare con Equitalia o con il sistema bancario usuraio, famiglie che hanno perduto la casa o non l’hanno mai avuta e dormono negli ostelli o in macchina. Pensionati che riscuotono 500 € dopo 35 anni di lavoro, gente di cultura che ha sputato in faccia al suo ex-partito (di destra o di sinistra non importa”); insomma un’umanità composita che prima del 2010 viveva bene o sufficientemente bene, e in tre anni ha visto precipitare il proprio reddito, il proprio tenore di vita verso la miseria, qualcuno verso l’indigenza, a causa delle politiche avventuriste dell’ultimo Governo Berlusconi, del Governo Monti e del Governo Letta, tutti sotto la regia devastante di Giorgio Napolitano.

Il collante popolare l’hanno scoperto da soli, anche se il M5S ha fatto da apripista: non c’è una regia occulta (e questo ci solleva!), casomai c’è una “corrireccia” di “infiltrati”, di destra e di sinistra, i soliti “rivoluzionari dell’ultima ora”, quelli che “nascondono le facce”, che vorrebbe prendere in mano la situazione, ma i dirigenti di questa “sollevazione generale” stanno molto attenti. Il motivo è semplice: i servizi segreti, svegliatisi dal loro letargo usuale, insieme alla magistratura reazionaria, sono pronti ad acchiappare il primo che si presenti con la testa rasata, o con  una falcettina e martellino disegnati sulla pelle, o magari siano in odore di “mafia” (perché la lotta è iniziata dalla Sicilia, e perché non pensare che sia colpa dei “corleonesi”!), mettergli un “petardo” più grosso degli altri sulle mani, che poi, “incidentalmente” vada a colpire un poliziotto, e addio, dagli al fascista!

Secondo noi il regime non ha capito ancora nulla, si scuote solo adesso, dopo giorni che le piazze, le autostrade, i valichi di frontiera, le università scoppiano, e i poliziotti sfilano e si tolgono il casco in segno di solidarietà.

Il festival dei “pupi” è in pieno svolgimento: Alfano, Letta, Renzi, Gasparri, Giovanardi fanno a gara per chi è più stupido. Straparlano di eversione, pericolo istituzionale, violenza, sopraffazione, attacco al potere costituito, e sfugge loro un piccolo particolare: che proprio il potere costituito e costituzionale, privato di ogni legittimazione da chi la Costituzione la interpreta nel senso veritiero del termine, si è talmente allontanato dalla società civile, che non sa più neppure “riconoscerla”, chiuso com’è dentro i palazzi della casta, arroccato dietro i plotoni dei “manganellatori”, che si sono stufati di farlo, perché si sta approfittando anche di loro, brutalmente.

L’ubriacatura del possesso, del privilegio, del sopruso ha spiazzato questi disgraziati, che non si sono neppure resi conto che “spontaneamente” gli italiani sono scesi in piazza (noi vi avvertimmo che sarebbe potuto succedere, tirando troppo la corda), e non sono più disposti ad aspettare l’interpretazione dei diagrammi di Letta e Olii Rehn.

Attenzione! Questa è la prima fase, quella “pacifica”: ma come la gente è corsa in strada in questo modo, e dovesse accadere che il Governo e il caporione del Quirinale, la sfidassero, badate bene che a quel punto scorrerebbe il sangue!

Le risposte sono in mano a quattro soggetti, che hanno cinque mesi di tempo per mutare il clima e avviare il Paese verso il risanamento: vi diciamo i nomi e cognomi: Matteo Renzi, Beppe Grillo, Silvio Berlusconi, gli altri contano poco.

Questi tre hanno una sola scelta:  mettere immediatamente in cantiere la nuova legge elettorale, emettere un decreto che applichi una patrimoniale del 10% su tutti i redditi superiori a 200.000 €, e con questi 10 miliardi subito disponibili intervenire sulle famiglie in disagio. Abbassare stipendi e pensioni a dimensioni logiche (stipendi max 10 volte lo stipendio impiegatizio, le pensioni con un tetto di 5.000 €), e con questi 5 miliardi restituire ai lavoratori parte del cuneo fiscale, e ripristinare la legge Tremonti. Con un decreto legge eliminare il finanziamento pubblico dei partiti, con un altro decreto eliminare il finanziamento pubblico della stampa, i contributi a pioggia alle imprese, e con questi 10 miliardi iniziare la costruzione di appartamenti ecocompatibili per le famiglie senza casa, tassando contemporaneamente tutti gli immobili sfitti, sia urbani che rurali. Procedere alla nazionalizzazione di tutte le banche sottopatrimonializzate, ed eliminare tutti gli enti inutili, sia nazionali che regionali. Eliminare le province, unificare le regioni e i comuni sottopopolati. Trattare immediatamente con i paradisi fiscali, compresa la Svizzera, per tassare del 50% i cespiti evasi, o in deroga al 40% se il rientro è concertato.

Recarsi a Bruxelles e pretendere: che l’Italia rinegozi da capo il fiscal compact, che rimandi il pareggio di bilancio al 2020, che possa utilizzate il debito pubblico interno come “moneta complementare”, cioè autorizzando la Banca d’Italia e ritirarlo in cambio di liquidità, in modo da mettere in circolazione non meno di 250 miliardi di €, destinati esclusivamente alla ripresa economica interna. L’inflazione che ne deriverà sarà equilibrata con l’aumento del valore d’acquisto della moneta e dei salari (stessa cura degli Usa e del Giappone). Nel caso la Troika risponda picche, l’Italia uscirà dall’Euro entro il 2016.

Sì, avete capito, si tratta di un’economia di guerra, perché siamo in guerra, anche se la nostra classe politica se ne sta accorgendo solo adesso. Le elezioni a primavera, quasi in contemporanea con quelle europee, decideranno chi dovrà governare il Paese, senza inciuci o altre stronzate, e l’opposizione ritornerà ad essere il perno che equilibrerà la maggioranza.

L’alternativa: la guerra civile.  (R.S.)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
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