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attualità, politica, cultura

 

 
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MONTE DEI PASCHI DI SIENA: UN MALEDETTO IMBROGLIO!

Post n°758 pubblicato il 08 Marzo 2014 da r.capodimonte2009
 

Adesso che l’idioma che va per la maggiore è quello che Alessandro Manzoni identificava “sciacquando i panni in Arno”, e attorno ad esso si sta costituendo una vera e propria “cupola” di potere trasversale, con a capo l’Uomo della Provvidenza (ormai i toscani stanno riempiendo tutte le nicchie, dai media alle grandi imprese, dalla politica alla burocrazia, per arrivare alla “kultura”!), la verità su uno dei più grandi scandali del Dopoguerra, quello della banca MPS si allontana ogni giorno di più.

Intanto cominciamo dalla magistratura senese, che un qualsiasi organo di controllo, quale il CSM ad esempio, per non parlare del “cane da guardia” della Costituzione, il Quirinale, avrebbe sostituito per “legittima suspicione” ventiquattr’ore dopo la scoperta della criminale gestione Mussari & C., con organi giudiziari più obiettivi e meno sottoposti a pressioni politico-finanziarie, tipiche della città, non a caso la più “massonica” d’Italia.

Magistratura senese che continua a mantenere il segreto sui bilanci dell’istituto, perfino dopo che la nuova gestione Mansi-Profumo-Viola, rispettivamente Presidente della Fondazione, Presidente e a.d. della banca, le prove sono state fornite dalla stessa Consob, si è scoperto fosse al corrente dei pasticci e delle malversazioni del “cartello del 5%” tale era la mazzetta che costoro percepivano, e anche i bambini hanno compreso che i 15 miliardi di buco ingenerato dall’acquisto di Antonveneta  (9 sulla differenza prezzo+6 per le perdite acquisite!), hanno prodotto un surplus di 750.000 € intascati da Vigni, Mussari, Baldassari (l’unico in galera), mentre i giudici, dopo un anno e mezzo di indagini hanno concluso di “non avere le prove”!

L’altra gigantesca farsa riguarda l’intervento di Mario Monti, nel tentativo, maturato in ambienti finanziari abbondantemente compromessi (talchè è il Commissario Europeo alla Concorrenza, Almunia, l’unico che continua ad indagare seriamente e decisamente, ma a giugno sarà sostituito!), di salvare la banca con aiuti di Stato, non solo proibiti dagli accordi di Maastricht, ma effettuati con un meccanismo oscuro, quello dei “bond perpetui a pioggia” (molto diversi dai “bond” già applicati da Tremonti), che alla fine risultarono semplicemente una copertura allo scandalo dentro lo scandalo: cioè la falsificazione dei bilanci effettata dalla banda che gestiva MPS (e non ci si venga a raccontare che la Fondazione non sapeva!) a mezzo di una serie di “derivati” che poi si rivelarono mortali (ma le cui mazzette sono state ugualmente percepite).

Perciò Monti era in malafede quando prospettò al Parlamento un decreto, poi passato a fiducia, che conteneva cento materie diverse (come quelli di Letta), e venti righe relative ai Monti-bond, che i nostri parlamentari da quinta elementare approvarono senza battere ciglio!

Oggi Almunia definisce l’intervento di Monti, “abusivo”, e questo la dice lunga sull’etica di quest’uomo che l’Italia aveva osannato come Uomo della Provvidenza anche lui, dopo che Friedman ci ha informato dell’accordicchio fatto tra l’autarca quirinalizio e il preside bocconiano per fare fuori Silvio Berlusconi sei mesi prima, in cambio di un laticlavio da 22.000 € al mese!

Al centro dell’imbroglio, che evidentemente è molto più complicato di quanto si creda, e le cui responsabilità vanno attribuite anche alla gestione presente e alla stessa Fondazione (così si espresse Beppe Grillo all’assemblea dei soci MPS, e fu punito alle elezioni cittadine dai “solerti” senesi!), c’èra il fatto incontrovertibile del pagamento degli interessi dei bond, del nuovo buco di bilancio relativo alla perdita sui 25 miliardi di titoli di Stato (acquistati da MPS grazie al denaro prestato da Draghi all’1%, e impasticcati nei derivati di Deutsche Bank e Nomura), e infine alla mancata realizzazione del piano industriale, con la chiusura di molte filiali, licenziamenti di oltre 4.000 impiegati e 200 dirigenti, che ad Almunia sembrò come il viaggio ad Alpha Centauri, e che quindi bocciò. Alla fine, tuttavia, ne venne fuori l’esigenza vitale di ricorrere ad una nuova capitalizzazione per lo meno di 5.5 miliardi, formati da 3,9 di Monti Bond+1,6 di denaro fresco per campare.

Ma Almunia rispose che non ce n’era alcun bisogno, perché bastava che i bond insoluti fossero convertiti in azioni, e la banca sarebbe stata nazionalizzata, gli azionisti azzerati, compresa la maggioranza della Fondazione, e l’aiuto dei contribuenti, che Monti aveva strappato con la frode, giustificato!

Ma a questo punto scatta il piano B, concordato con il neo-Presidente del Consiglio: in quattro giorni il titolo MPS rimbalza del 70%, da 0,15 a 0,23, il 27% dell’intero pacchetto azionario passa di mano. Voci di Borsa (naturalmente incontrollate) parlano dell’intervento di un noto “edge fund” Och Ziff (ma avremmo potuto parlare di Blackrock, di Prysmian, di Atlantia, di Azimut, di Algebris -del guru renziano Davide Serra-, quelli che emettono i derivati e li affibbiano a banche e risparmiatori!), altre dell’arrivo dei francesi, e in particolare di Axa, la maggiore compagnia assicuratrice d’Oltralpe. Ovviamente la Consob, la magistratura, la Banca d’Italia stanno tutti a guardare senza proferire parola, neppure un rinvio per eccesso di rialzo, su un titolo azionario che è carta straccia! Insomma il piano della signora Mansi, Presidente della Fondazione, cioè “tutto, ma non la nazionalizzazione” è realizzato, alla faccia del popolo italiano che Monti, Mussari, il “cartello del 5%”, la magistratura collusa, e le varie Bande Bassotti che si sono succedute al Governo hanno depredato.

In questo modo MPS, in nome del neo-liberismo che difende gli squali finanziari, resterà privato, la fondazione resterà intatta, cambierà solo pelle, ma come quella dei serpenti, il veleno resterà; i soldi pubblici non saranno mai restituiti, perché i Monti bond sono perpetui, lo deciderà la banca, sul come e sul quando, Almunia lascerà il suo incarico a chissà chi, magari a Letta! Ci saranno da pagare gli interessi, ma questo non sarà un problema: i soldi sono arrivati, anche se non sapremo mai da chi.

Questa è l’operazione MPS inquadrata dal nuovo Governo Renzi. Se il buongiorno si vede dal mattino, siamo a posto! (ITALIADOC)

PERLE DI SAGGEZZA

Dopo l’apparizione delle foto sorridenti sull’incontro tra i terribili “forconi” di Mariano Ferro, Matteo Renzi e il Governatore siciliano Crocetta, adesso sappiamo di che pasta è fatto il “movimento rivoluzionario”, già assiduo frequentatore di Piazza S.Pietro, che avrebbe dovuto scuotere il Paese da Nord a Sud!

 

 

 
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