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Il neo-fascismo di JP Morgan

Post n°1342 pubblicato il 26 Maggio 2016 da r.capodimonte2009
 

Se “fascismo” è, come sostengono i soloni a guardia delle ideologie demo-plutocratiche, il contrario della democrazia, lo stop ad ogni tipo di libertà,  l’accumulo di privilegi autoritari contro il diritto del popolo ad autodeterminarsi, insomma, uno schiaffo ai diritti dell’uomo, scaturiti in mille anni di storia, dall’Habeas Corpus inglese fino alle rivoluzioni del XVII e XVIII secolo, dalla Società delle Nazioni, fino alla Costituzione Italiana del 1946; diteci come può essere definito il documento di 16 pagine stilato recentemente  dai banchieri della seconda banca d’America, JP Morgan, a proposito della crisi che avvolge l’Europa.

Si tratta di un vero e proprio “vademecum” del perfetto autarca, che coinvolge, nella ipotetica personificazione di questo “princeps”, come lo definirebbe Machiavelli, tutte i passi, politici e di politica economica, che egli dovrebbe percorrere, per assicurare il dominio suo e della sua lobby, ai Paesi che stanno, al contrario, affrontando la deriva “populista”. 

La cosa singolare è che nessuno, tranne il Financial Times, che ne ha dato un giudizio, tutto sommato, positivo, ne abbia parlato, e in Italia, solo il solito “Fatto Quotidiano” ne abbia riportato il testo. Il succo è il seguente.

Secondo gli amici di Tony Blair, attualmente consulente di JP Morgan (sic!), la formula è quella, trita e ritrita, dai parolai e dai giornalai che infestano l’UE, ma che poi, nei fatti, attuano o disattendono, per sorreggere le bande di predatori al Governo dei loro Paesi: “deleveraging” delle banche (tradotto, riduzione dei loro debiti, girandoli allo stato e ai cittadini), e quindi alleggerimento del debito sovrano; riduzione dei costi del lavoro, e quindi aumento della sua flessibilità con la libertà di licenziamento; privatizzazioni, deregolamentazioni e liberalizzazioni nei settori trainanti, specie quelli “protetti dallo Stato”; imposizione di un clima di austerità, almeno fino a che le altre ricette non saranno praticate. Da questo punto di vista la Troika, vale a dire il FMI, di fronte a quei paesi che si sono a lei affidati, ha poi concesso il possibile, come premio (sic!) alle riforme strutturali adottate (Grecia).

Tuttavia è chiaro che i popoli, abituati alla libertà e alla indipendenza sovrana, stanno vivendo un “eccesso di democrazia”, che va assolutamente ridimensionato. “Quando la crisi è iniziata era diffusa l’idea che questi limiti intrinseci avessero natura prettamente economica” afferma JP Morgan, dimenticando di essere lei una delle protagoniste eccellenti di una crisi che dura ormai da 9 anni, ed è partita dalle stanze dei bottoni di Wall Street. “Ma col tempo è divenuto chiaro che esistono anche limiti di natura politica. I sistemi politici del Paesi del Sud, e in particolare le loro costituzioni, adottate in seguito alla caduta del fascismo, presentano una serie di caratteristiche che appaiono inadatte a favorire la maggiore integrazione dell’area europea... I sistemi politici della periferia meridionale sono stati instaurati in seguito alla caduta di dittature, e sono rimasti segnati da quell’esperienza. Le costituzioni mostrano una forte influenza delle idee socialiste, e in ciò riflettono la grande forza politica raggiunta dai partiti di sinistra dopo la sconfitta del fascismo.... Esecutivi deboli nei confronti dei parlamenti; governi centrali deboli nei confronti delle regioni; tutele costituzionali dei diritti dei lavoratori; tecniche di costruzione del consenso fondate sul clientelismo, e la licenza di protestare se vengono proposte sgradite modifiche allo status quo (proteste in Francia contro la nuova legge sul lavoro, e in Germania contro il TTIP)... I Paesi della periferia” conclude JP Morgan, “hanno ottenuto successi solo parziali nel seguire percorsi di riforme economiche e fiscali, e abbiamo visto esecutivi limitati nella loro azione dalle costituzioni (Portogallo), dalle autorità locali (Spagna) e dalla crescita dei partiti populisti (Italia e Grecia...”

Ora, a parte l’ispirazione religiosa verso Mr. Blair da parte di Matteo Renzi, ma ci pare di riconoscere buona parte di questo “manifesto” in tutto ciò che lui realizza e in cui crede. E non è un caso che i vari viaggi che ha compiuto, più o meno segretamente, negli Usa, a prendere ordini, adesso ne abbiamo le prove, sono stati ai capezzali di questi uomini dell’alta finanza mondiale, che pretendono di governare il mondo, con una nuova formulazione del fascismo, molto più nefasta di quello che sia mai esistita. Perché pretende di trasformare l’Europa, non in un’unica nazione, atta a tener testa al colosso imperialista anglo-americano, che tenta da capo, di schiavizzarla, sia politicamente che economicamente. Ma in un’accozzaglia di Paesi, uno più debole dell’altro, dove l’autoritarismo è in mano alle caste e alle lobby, e i popoli debbono patirle e servirle, pregiudicando progresso e benessere, a favore dei loro privilegi. E dove la democrazia sia regolata dall’abuso di potere esecutivo, finanziario e giudiziario!

Si facciano coraggio i movimenti “populisti”, perché ve lo dice JP Morgan: voi siete l’unica salvaguardia contro questa dottrina globalista, eugenetica e kalergiana; e, incredibili a dirsi, potreste trovarvi in compagnia proprio dei “fascisti” quelli veri, che, da ora in poi, non avranno difficoltà a dimostrare quanto è possibile mistificare un’ideologia, al servizio della più letale e disumana brutalità politica ed economica. (ITALIADOC)

 

 

 
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