Area personale

 

Archivio messaggi

 
 << Maggio 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
    1 2 3 4 5
6 7 8 9 10 11 12
13 14 15 16 17 18 19
20 21 22 23 24 25 26
27 28 29 30 31    
 
 

FACEBOOK

 
 
Citazioni nei Blog Amici: 7
 
Creato da: r.capodimonte2009 il 13/10/2009
attualità, politica, cultura

 

 
« Il 19 giugno l' "inter...E' l'ora: Via Matteo R... »

La CGIL diventa il tipico "sindacato giallo"

Post n°1355 pubblicato il 16 Giugno 2016 da r.capodimonte2009
 

Questa volta il giochetto non gli servirà a niente.

Dopo la vicenda del bonus 80€ che 350.000 disgraziati con reddito da 7.500 € l’anno, debbono restituire in un’unica soluzione, perché ancora una volta le fanfaronate di Renzi si sono mostrate per quel che valgono, truffe belle e buone ai danni del popolo italiano; e dopo i risultati del Centro Studi Impresa Lavoro sul debito pregresso della P.A. nei confronti delle imprese, si tratta di 61,1 miliardi, dei 67 che Renzi aveva ereditato dai Governi Monti-Letta, restituendone appena 6 miliardi in tutto, a chiacchiere, e fronte della promessa di sistemarli tutti in sei mesi. E’ evidente che, nel frattempo,  migliaia di imprese,  sono fallite, altre sono state costrette a ricorre al debito bancario, rinunciando sia a nuovi investimenti che a nuove assunzioni, altre ancora hanno chiuso, mettendo sulla strada migliaia di lavoratori, i quali sono andati a pesare, ovviamente sulla cig! E dopo la vicenda vergognosa dei c.d. esodati, 25.000 lavoratori che a forza sono stati strappati da accordi aziendali che avevano concluso, già lacrime e sangue, con le loro imprese, per anticipare il pensionamento, e che si ritrovano, dopo 4 anni, senza lavoro né pensione. Dopo queste belle performance, il nostro era convinto che l’abolizione della Tasi-prima casa, e la ridicola e scellerata riforma della fuoruscita pensionistica anticipata, avrebbe determinato una certa riconoscenza da parte degli elettori!

Ma vediamo, invece,  perché la gente, se non altro la meno faziosa, gli volta le spalle.

L’abolizione della Tasi-prima casa avrà lo stesso effetto detonante dell’abolizione berlusconiana dell’Imu: l’ennesimo buco di bilancio riempito da un’altra caterva di tasse, dirette e indirette, che ormai corrodono i salari al 55% e le pensioni al 30. Mentre, casomai, la tassa era da abolire solo per gli immobili non di pregio, e mutuati da famiglie monoreddito o con 730 fino a 25.000 € (il famoso limite degli 80 €).

L’anticipo pensionistico, una vera e propria truffa perpetrata ai danni dei pensionati, e configurata in modo mistificatorio, d’accordo con i sindacati, per evitare di far passe un reddito di cittadinanza che tutti i Paesi civili posseggono, e quindi ingannare le persone che non hanno più modo di attendere la pensione, derubata loro dalla Fornero (e gli iscritti al sindacato giallo si ricordino bene quanto scandaloso fu il suo silenzioso, mentre questa arpia metteva a ferro e fuoco i diritti acquisiti dei poveri pensionati, ma non certo quelli dei ricchi!), non costerà un centesimo allo Stato, ma, in compenso, rimpinzerà di interessi usurai le banche, le quali, ancora una volta, ottengono l’ennesimo privilegio: così finirà che il lavoratore, classi 1951-52, dal 2017, potrà anticipare di tre anni l’assegno, con una trattenuta che va dal 5 al 15%, secondo che sia esodato, o in mobilità, o voglia anticipare per altre cause (forse il ministro Poletti è convinto che quest’ultima fascia, la più penalizzata, si voglia divertire a lasciare il lavoro!). A questo punto vale la solita “legge di Trilussa”: le pensioni più basse diventeranno da fame, mentre quelle alte rimarranno nella norma! Ma non è finita: il lavoratore compilerà un prestito con la banca degli anni di anticipo, che dovrà estinguere in 20 anni,  ma non per la ritenuta, che resterà a carico della pensione. Il garante del prestito sarà lo Stato, che comunque non coprirà i rischi di interruzione del pagamento delle rate, che la banca potrà decidere di trasformare in sofferenze e quindi in procedure di recupero. Il Presidente dell’INPS, Boeri, aveva recentemente suggerito di finanziare la riforma, aggredendo le pensioni d’oro, e quelle fino a 2.500 € che esulassero da contributi pagati, e che avrebbero riguardato migliaia di redditi di politici, banchieri, burocrati e sindacalisti: un ricavo certo di quasi un miliardo all’anno! Ma Renzi non l’ha neppure ascoltato!

Per coprirsi a sinistra, e cercare di recuperare il voto degli idioti che ancora pagano le deleghe sindacali per farsi masturbare le proprie speranze di un lavoro duraturo, la Triplice, ma soprattutto la CGIL sta mostrando quel che veramente è: lo dicevamo sopra, ripetendo la definizione comunista, un sindacato giallo, cioè ormai alle dipendente degli imprenditori e del Governo, e che sta lì a godere di privilegi di casta, concludendo accordi anti-operai, come il Jobs Act (basti guardare come lo stanno combattendo in Francia i veri sindacati liberi!). La CGIL sta dimostrando che il percorso moderato del Governo le è molto più congeniale di quello classista e protestatario, e che i grandi imprenditori italiani sono sempre il suo massimo punto di riferimento per condividere, assieme al Governo neo-liberista, una nuova stagione di “concertazione” per dividersi il fondo del barite italiano. Due esempi per tutti: il suo boicottaggio nel referendum anti-trivelle, e la vicenda della ex-Fiat di Termini Imerese.

Oggi ci troviamo sindacalisti della FilctemCGIL e della FIOM (a proposito avete più sentito parlare della “coalizione sociale” di Maurizio Landini?), che si meravigliano, ad esempio, che a Ravenna le principali multinazionali  impegnate nelle trivellazioni, dalla Hillburton, alla Schlumberger, e la stessa Eni, una volta constatato che la domanda di idrocarburi è inflazionata, stanno chiudendo i cantieri, e almeno 600 lavoratori resteranno a casa. Gli stessi che qualche mese fa erano stati convinti da tizi come i compagni-burocrati della Camusso, Milco Cassani o Alessandro Mongiusti, che la vittoria del Sì, avrebbe determinato una perdita di migliaia di posti di lavoro, e, in quanto risposta demagogica, non contribuiva al cambiamento complessivo della strategia energetica nazionale. E sono stati silenziosi, troppo silenziosi, sugli altri 500 operai restati a terra dopo lo scandalo Tempa Rossa in Basilicata. Adesso questi due bugiardi, si ricordano che le motivazioni del referendum non vertevano per niente sul licenziamento delle maestranze, neppure di una, ma solo sulla riconversione degli impianti in “energie alternative”, perché si sapeva che la crisi petrolifera morde e morderà a lungo, e non ha più altra risorsa se non quella gasiera, di cui, però, l’Italia è priva. Quindi non solo è falso che il Sì avrebbe tolto manodopera, ma è vero proprio che il no, o comunque, l’astensione, dovrà digerire questo passaggio cruento, perché alle multinazionali abbiamo dato, grazie alla CGIL e ai suoi accoliti di governo, la possibilità di fare quel che hanno sempre fatto: beccare quando c’è da beccare, e scappare quando la festa è finita: in questo caso la ciccia era il prezzo dell’idrocarburo estratto dai nostri mari, che ci viene pagato meno della metà di quello in altri Paesi, compresa la Nigeria!

In fondo questa buggeratura sindacale è la stessa che la FidacCGIL, il sindacato dei bancari, ha inventato al momento in cui il Governo e i banchieri hanno deciso di derubare i risparmiatori delle 4 banche fallite (a proposito sapete niente dei soldi che dovevano essere restituiti?), appoggiando l’operazione, e mentendo spudoratamente, che altrimenti le 4 banche avrebbero perduto 6.000 posti di lavoro. Cioè 560 in meno di quelli che effettivamente i 4 “nuovi istituti” che, tra l’altro nessuno vuole, e che finiranno nel Fondo Atlante, il cimiero degli elefanti delle banche insolventi, stanno licenziando; dopo che “la madre di tutte le malversazioni”, il MPS ha già mandato a casa altri 4.000 lavoratori!

Finiamo col dare un’occhiata a quell’altro imbroglio, voluto fortemente in camera caritatis, da Renzi, il suo amico canadese, Marchionne, e il signor Landini, coadiuvato dal garante, il sottosegretario renziano, Faraone, e che si chiama riapertura dello stabilimenti ex-Fiat di Termini Imerese, in cui era previsto (dicembre 2014) che la società Blutec, del Gruppo Metec (vicino allo stesso Marchionne), si sarebbe premurata di assumere 650 operai (il rimasuglio di altre migliaia di cig!), dopo essersi pappata, gratuitamente, lo stabilimento, e una regalia extra di 290 milioni dallo Stato (dei miliardi già regalati negli anni alle famiglie Agnelli-Elkan, tutti finiti alle Barbados e alle Bermuda!); operai in cig straordinaria “a babbo morto” che finalmente Polettti, accortosi del raggiro, ha appioppato alla stessa Blutec. La quale, candidamente, gli ha risposto, che non ha un centesimo in cassa, e che l’operazione, a queste condizioni, diventa impossibile,  è stato tutto uno scherzo (ma i 290 milioni, nel frattempo li ha incassati, e così hanno fatto i mediatori dell’affare!). Possibile che in questo paese la classe operaia continuerà per sempre a farsi abbindolare da questi criminali?  (ST. JUST)

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 
Vai alla Home Page del blog

Cerca in questo Blog

  Trova
 

Ultime visite al Blog

acer.250iltuocognatino2karen_71diabolikas0m12ps12robert.sstaff.communityLibannawintour0Miele.Speziato0rossella1900.rlucylla_sdCWBriggsgiuseppisOsservatoreSaggio
 

Ultimi commenti

Chi può scrivere sul blog

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963