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Creato da: r.capodimonte2009 il 13/10/2009
attualità, politica, cultura

 

 
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Ormai le menzogne del Governo Renzi sono a livello istituzionale

Post n°1431 pubblicato il 05 Ottobre 2016 da r.capodimonte2009
 

Adesso non bastano più o giudizi negativi della Banca d’Italia e della Corte dei Conti, o addirittura quelli dell’Ufficio Parlamentare del Bilancio di Camera e Senato, creato dopo la bella invenzione di Monti del “pareggio di bilancio in Costituzione”, per fermare la montagna di bugie che la coppia raffazzonata Renzi-Padoan continua a proporci, immaginando la ripresa del Paese, come se leggesse su una palla di cristallo appannata. Né che il Financial Times, che, guarda caso non soffre dell’orientamento obaniano del Wall Street Journal, proprio ieri abbia affermato che, “Le riforme costituzionali del governo Renzi sono un ponte verso il nulla. E sarebbe meglio che il governo Renzi facesse meno leggi, ma di migliore qualità“. Un consiglio che il Financial Times rivolge al capo dell’esecutivo, che è anche una anticipazione sulle bubbole che, come al solito saranno contenute nel prossimo DEF. Immaginate che a prova della ripresa del Paese, Renzi ha posto l’Ape, cioè la truffa dell’anticipo pensionistico, concordata con i sindacati venduti all’establishment, che, secondo i sondaggi l’80% dei pensionati aventi diritto alla pensione “vera” e non mediata dalle banche fallite, non lo condivide affatto. E forse qualche altra “leggenda metropolitana”, come quella di azzerare tutti gli interessi usurai con cui Equitalia ha martoriato famiglie ed imprese, adesso che nessuno di loro ce la fa più neppure a pagare il capitale; per non parlare dei 60 € lordi di 14a mensilità attribuiti alle pensioni minime, che passeranno da 7.500 € a 8.000, e che permetteranno a tanti poveracci di dedicarsi ai bidoni dell’immondizia non più tutta la settimana, ma solo tre giorni su sei. A queste “manovrine elettoralistiche”, che ormai non convincono più nessuno, specie quelli del “NO”, i due “biscazzieri” hanno appiccicato un Pil all’1% (come se fosse al 5 o al 6!), basato esclusivamente su una messe di quattrini prelevabili dal debito pubblico, e autorizzati in nome di una “flessibilità” che Bruxelles non ha alcuna intenzione di concedere, relativa ai danni del terremoto, ed alle politiche incoscienti sull’immigrazione, che ci hanno trascinato addosso l’odio di tutta Europa. L’UE, infatti, oltre alle regalie di cui finora l’Italia ha goduto, ha i cordoni della borsa ben stretti, a causa della crisi del sistema bancario e soprattutto a causa dell’anticipo, imposto da Londra, sulle trattative sulla Brexit nel prossimo mese di marzo, che significa, per le casse della BCE un buco di oltre 100 miliardi all’anno!

Per cui, esimio premier, non c’è più trippa per i gatti: il referendum non serve più, anche in caso di vittoria, a sistemare la poltrona per un altro anno e mezzo (è quello che Grillo ha mormorato nelle orecchie ai suoi: il governo cadrà, subito dopo novembre!), tutte le soluzioni che sono state inventate dagli improvvisatori del MEF per salvare le banche italiane, sono cadute nel vuoto: il motivo è semplice, mancano le risorse! Per anni e anni la Vigilanza e la Consob, hanno fatto finta di porre l’attenzione ai cda e ai managment degli istituti, i quali si sono fatti gli affari propri, cioè hanno investito in derivati, anziché in impieghi, e gli unici impieghi che hanno applicato erano destinati alle lobby e agli amici degli amici, che non hanno restituito un euro!

Dunque Renzi è nelle pezze, perché non sa come evitare i colpi di coda, che, al contrario, Bruxelles chiederà: l’ennesima strozzatura fiscale e sociale, a cominciare dagli aumenti delle accise, delle imposte dirette e indirette, il blocco pensionistico (sic!), e la spoliazione definitiva delle amministrazioni locali, tutto il contrario di quanto “scommesso” nelle pagine bugiarde di Padoan.

Dopo l’ennesimo inverno, in cui vedremo aumentare le tariffe e le bollette, arriverà una primavera nebbiosa, in cui un’altra bolla esploderà, quella dell’immigrazione, quando Inghilterra e Francia chiuderanno definitivamente le frontiere, mentre l’Europa dell’Est lo farà da subito, compresa l’Austria, che a dicembre andrà alle elezioni; a primavera si svolgeranno le elezioni tedesche, e quelle saranno le ultime frontiere a chiudersi, mentre resta in sospeso nel dubbio l’elezione presidenziale americana. Perché se dovesse vincere Trump, immaginatevi, fin d’ora, una scarsa bonomia degli Usa verso il nostro continente che, a parte rari casi, e certo l’Italia non è tra questi, lo ha osteggiato dalla prima ora.

Quello che consigliamo fin d’ora ai due Presidenti, quello “emerito ed in pensione dorata”, e quello “loquace nell’inutilità e taciturno nelle esigenze”, di scambiarsi i ruoli: uno dovrà smettersela di pontificare, l’altro di fare la bella statuina, mentre per colpa loro, l’Italia affonda. (ITALIADOC)

 

 

 

 

 

 

 
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