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Creato da: r.capodimonte2009 il 13/10/2009
attualità, politica, cultura

 

 
« IL NO alla riforma, è so...Caro amico, ti scrivo... »

Dopo il 4 dicembre, in ogni caso la gente dovrà scendere nelle piazze!

Post n°1466 pubblicato il 24 Novembre 2016 da r.capodimonte2009
 

E’ molto duro da mandare giù l’evolversi della gestione “renziana” del potere: se un tale obbrobrio fosse accaduto durante la prima o la seconda repubblica, l’Italia si sarebbe rivoltata come un calzino, per cacciare via questa gentaglia, che sta mistificandosi come la “generazione giovane, i rottamatori”, e invece va raccattando i peggiori metodi della politica che si siano mai veduti dal 1945 ad oggi!

Tappa dopo tappa, questo personaggio, cooptato dai poteri forti a reggere le sorti di un’Italia cadaverica senza l’avallo popolare, si è distinto soprattutto nell’imporre riforme dettategli da costoro, a scapito del popolo, attraverso una gigantesca opera trasformistica che ha veduto l’acquisto, sottobanco di non meno di 70-80 deputati, di ogni parte politica, per sorreggerlo, in cambio di un’impunità assoluta, negoziata con certa magistratura di vocazione massonica; di un continuo sperpero di denaro pubblico destinato alle lobby finanziarie e confindustriali; di un ricorso al controllo totalitario delle regole parlamentari grazie alla collusione dei due presidenti delle Camere; di un asservimento, sempre maggiore, nei confronti dell’Unione Europea, e della Nato.

Per mesi e mesi sono fioccate promesse, menzogne, retorica, leggi quadro senza contenuti, fatte passare  a fiducia, sotto l’egida di un capo dello Stato, troppo miope per essere uno sciocco, piuttosto un emulo del sistema (cui per altro appartiene da quarant’anni!): per mesi e mesi abbiamo visto il nostro PdC girare per il mondo, ridicolizzando il nostro paese, con modi e parole da mentecatto (come gli ultimi endorsement a favore della Clinton!), ed oggi chiede l’avallo degli italiani all’estero, che si sono vergognati di lui. Per mesi e mesi si è assistito allo stravolgimento mediatico della stampa e delle televisioni in mano ai suoi valvassori, contro il M5S, mentre le magagne e gli scandali nel suo partito, perfino nella sua famiglia, venivano puntualmente ignorati.

Il popolo italiano ha visto, poi ha guardato, e poi si è fatto delle domande angosciose: è questo, dunque, il cambiamento? E’ questo il nuovo che avanza? Centinaia di miliardi strappati alla gestione dei servizi pubblici, delle amministrazioni locali, della sanità, del lavoro, dell’assistenza sociale, della sicurezza ambientale, per poi versarli nelle banche d’affari, corrotte, veri bancomat al servizio di partiti e caste, che, alla fine hanno disintegrato oltre 250 miliardi di risparmi, trasformandoli in carta straccia e truffe, con il loro inevitabile crollo. Un diritto del lavoro calpestato da leggi letali, sia per il lavoro che per la produzione, che ha veduto milioni di maestranze ripagate dal sindacato con miliardi di ore di cassa integrazione, solo per permettere alle aziende maggiori di delocalizzare, traferire il proprio impegno fiscale, e i loro profitti all’estero: si stravolge la Costituzione in certi paragrafi del tutto inutili, e non si applicano molti degli articoli che riguardano la vera riforma del lavoro (39-42-43-46), compresa la riforma del CNEL (art. 99). Un impoverimento allucinante della classe media, la disintegrazione della piccola impresa, che era l’asse portante dell’Italia, l’umiliazione sempre crescente del comparto agricolo, a favore dei prodotti esteri (si è arrivati perfino ad abbattere gli ulivi per comprare olio dagli africani!); e quindi l’aumento dell’indigenza, arrivata a coprite 5 milioni di persone totalmente, e altre 10 parzialmente, mentre centinaia di miglia di immigrati clandestini popolano il “nullafacentismo assistito”, di un Paese messo alle corde proprio dai suoi alleati, che gli hanno chiuso le frontiere in faccia! Infine uno schiaffo al pacifismo, tanto decantato dalla sinistra, con un aumento vertiginoso delle spese militari, concordato con gli Usa; invio di altre truppe nei teatri bellici, ulteriore invasività da parte della Nato sul territorio nazionale: il tutto concordato da generali e ammiragli che sono diventati capataz di truppe mercenarie, senza più bandiera, “contractor senza patria”, che obbediscono all’imperatore di Washington come bande di lanzichenecchi.

In mezzo a tutto questo ciarpame renziano, ecco elevarsi la figura di Vincenzo De Luca, forse il più sincero tra tutti i troll messi a capo della macchina del consenso predatorio, il quale non lo ha mandato a dire, di che pasta è il suo “governo amico”, e quali sono i suoi piani, una volta che abbia vinto il SI!

Aprire gli occhi, e andare a votare è quindi strategico, ma non sufficiente: occorre che la gente si mobiliti, che l’opposizione, così come ha diligentemente agito e agisce per il NO, si compatti, e scenda nelle piazze: e se c’è da lottare, e anche contrapporsi allo “stato di polizia” deve farlo, superando ogni configurazione ideologica, sinistra o destra non importa. Diceva Victor Hugo: “Quando la dittatura è un dato di fatto, la rivoluzione diventa un diritto.” (Robespierre)

 

 
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