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Creato da: r.capodimonte2009 il 13/10/2009
attualità, politica, cultura

Messaggi del 01/05/2017

 

Come vanno lette le "primarie": un'altra batosta per Renzi

Post n°1566 pubblicato il 01 Maggio 2017 da r.capodimonte2009
 

Almeno Mussolini i plebisciti li sapeva fare: e i fascisti che si recavano ai seggi alla fine erano il 98% di tutti i votanti. Voi direte, ma allora in Italia c’era la dittatura. Ma la dittatura non nacque a caso. Nacque perché un partito, con una serie di mosse indovinate, e grazie alla incapienza e inaffidabilità di un’intera classe politica, conquistò il potere, grazie ad una legge elettorale (legge Acerbo), fotocopia dell’Italicum, e a qualche aggiustamento sostanziale della Costituzione (Statuto Albertino). E le “primarie” di ieri cos’erano, se non l’anticamera autoritaria di un ometto, respinto a livello elettorale il 4 dicembre (il PNF alle elezioni del 1924 prese il 6%!), e che oggi, grazie alla nomenclatura della prima ora che gli regge le liturgie e le malefatte, ritorna alla ribalta, con la prepotenza e l’arroganza tipica dei dittatori?

Ma anche tra i dittatori ci sono quelli seri e quelli sciocchi. E allora vediamo su cosa poggia il progetto renziano di conquista definitiva del potere, lo si è capito in modo inequivocabile nella concione tenuta davanti ai “fan” e alle fan” dopo la vittoria: tutto è cambiato in lui affinchè tutto resti come prima, e cioè retorica a basso costo, menzogne, mistificazione, banalità; nessun “mea culpa” per un passato drammatico, che ha portato il Paese non solo ad una crisi irreversibile, ma ad un passo dal diventare la seconda colonia della Germania, dopo la Grecia; nessun rilancio né novità di intenti (e questa noiosa e inutile tiritera avveniva di fronte ad una platea tipicamente ruffiana, che nulla faceva per nasconderlo!); e tutta una serie di “provocazioni” buttate là per la stampa di regime, suo auditorio prediletto, su “coalizioni future”, su “probabili elezioni ma senza la data”, su un “amore sviscerato” per il suo povero avatar di Governo, e su “stime e perdoni fasulli” nei confronti di quelli che sono stati i suoi avversari di campagna.

Quindi Renzi era ed è così. E come se la gente lo sapesse, chi si è recato ad ossequiarlo, ai seggi del PD? Appena 1,9 milioni di persone, suddivise in questo modo: il 30% anziani, convinti dalla storia e non spostare le loro vanaglorie dal partito “erede” del PCI; il 30% gente, che il PD coltiva come funghi velenosi, e che gli serve per mantenere in piedi la baracca, composta da burocrazia, privilegio, corruzione e favoritismo, compresi i c.d. "volontari", per lo più figli e figliastri di costoro, tutti già col loro bravo lavoro o professione in tasca, compresi tanti “funzionari di partito, di coop e di sindacato”; il 30% di borghesi, delusi da Berlusconi, e atterriti da Grillo, che cercano la “conservazione” sotto l’ala di chi fa meno paura, e sa blandire; infine il 10% di immigrati, cinesi, e manovalanza criminale, magari legata alle famose ONG indagate, che col PD non hanno niente a che vedere, ma che serve loro come punto di riferimento (fenomeno integrato a Mafia Capitale!).

Non è stato un risultato eclatante, anzi umiliante: un 30% in meno della stessa affluenza che Renzi ottenne alle sue primarie originali (2,8 milioni), e che, come fetta personale, si riduce a 1,3 milioni (70%), che, però, a sua volta va suddiviso per zone d’influenza. E allora si vede che sia l’affluenza che la preferenza si sbriciolano: mentre al Nord l’affluenza perde il 50%, ma la preferenza raggiunge il top (ci sono le lobby), al Centro (nelle Regioni “rosse”), il dato segna un regresso del 30% per l’una e per l’altra, mentre al sud e nelle isole, e questo è il dato più rilevante, Emiliano, la ruota di scorta di queste elezioni, raggiunge il 20-30%, e si porta dietro un’affluenza in recupero, anche se sempre bassissima.

Per cui è spiegato perché l’organizzazione abbia voluto chiudere baracche e burattini alla mezzanotte, lasciando i vari talk-show a bocca asciutta, senza aver comunicato i dati ufficiali: che sono quelli di una vittoria, ma anche di una sonora sconfitta, più grave di quella che Renzi finge di mistificare, perché dimostra, se ancora ce n’era bisogno, che la gente non lo vuole più. Né com’era prima, né tanto meno com’è adesso! E già sappiamo che sarà costretto a circondarsi sempre più di “pretoriani”, così come usano fare i dittatorelli alla sudamericana, perché sarà sempre più solo: specie quando sferrerà la sua brava e arcinota coltellata al conte Gentiloni, che non lo sa ancora, ma è già morto. (Riccardo Scagnoli)

 
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