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Creato da: r.capodimonte2009 il 13/10/2009
attualità, politica, cultura

Messaggi del 18/05/2017

 

Per discriminare il M5S sulla legge elettorale, arrivano gli apparentamenti contronatura!

Post n°1578 pubblicato il 18 Maggio 2017 da r.capodimonte2009
 

La trappola elettorale era pronta a scattare, ed è scattata: dopo aver finto di attendere che fosse il Parlamento all’opposizione, quello uscito vincitore dal referendum del 4 dicembre u.s., a prendere l’iniziativa, come blaterava l’ex PdC, e le opposizioni avevano messo in piedi, infatti, una legge parallela a quella uscita dalla Corte Costituzionale, allargata anche al Senato, con un relatore-schermo del PD che si è prestato all’imbroglio; adesso il candido e perfido ex-rabbino Emanuele Fiano, che l’ha sostituito con un colpo di bacchetta magica, butta sul tavolo una proposta uscita dalle mani di Verdini & C. alla quale la Lega si è affrettata ad aderire, in quanto essa non gode della maggioranza in Senato, e c’era bisogno di un’altra serie di trasformismi per farla passare. Il “Verdinellum”, questa fetenzia, direbbero a Napoli, nasce nella mente dei peggiori lestofanti politici che hanno frequentato le Camere dai tempi dell’Unità d’Italia, e ed composto di una serie di regole, tra maggioritario e proporzionale, con schede multiple, collegi uninominali suddivisi in circoscrizioni proporzionali, quozienti elettorali, calcolo dei resti, listini bloccati, divisioni delle schede, appunto, come fosse un risiko, grandi e piccole a seconda del tipo di voto (sic!), un grosso premio di maggioranza e una minima soglia, per creare la stessa situazione attuale: la confusione,  le coalizioni ad hoc, lo status confusionario dinamico, che riporterebbe il Parlamento ad un caravanserraglio come quello attuale!

Perché il PD ha cambiato idea, e adesso vuole condurre le danze? Perché, assistendo ormai alla discesa abissale nei sondaggi, spera nel caos, per mettere alle corde il M5S che è l’unico a non volere coalizioni o apparentamenti, e che uscirebbe da questo massacro purulento con le ossa rotte.

Questo eterno “lodo senatorio” introdotto dalla precedente legge elettorale, e che, appunto, porta il PD e Renzi a non avere la maggioranza in Senato, sempre che poi il vecchio marpione azzurro non cambi idea e si accodi, visto che la Lega gli ha aperto la strada (e Salvini spera che abbocchi, e che lui possa, così, guadagnare più voti di Forza Italia!), ha allertato i pattugliatori dell’ex-Porcellum (non dimentichiamo mai che fu il dentista Roberto Calderoli a inventarlo!), che si sono messi di traverso per bloccare i grillini.

Eppure da mesi, nei sondaggi, appaiono indelebili i risultati di un “italicum riveduto e corretto”, che vivrebbe con una maggioranza “euroscettica” e anti-sistema (come quella che diede la vittoria all’Appendino e alla Raggi), e che potrebbe governare il Paese in modo “pragmatico” in base non tanto ad un accordo ideologico (visto che il mondo intero ci sta mostrando ovunque l’avanzata di forze politiche fortemente post-ideologiche, vedi la Brexit, e l’elezione di Trump e Macron), ma ad un programma di governo prestabilito su alcuni punti base comuni e fondamentali, che accomunano M5S, Lega e FdI.

Ma evidentemente Salvini pensa ad altro, e precisamente ai conti che dovrà fare presto nelle tre Regioni  che governa con l’ex-centro destra, e che gli offrono pane e companatico per altri lustri: alla fine, vuoi vedere che tutte le chiacchiere contro l’euro, contro l’immigrazione clandestina, contro Renzi, e a favore dell’estrema destra lepeniana e casapoundiana, sono solo meri strumenti per buttare fumo negli occhi ai suoi elettori, per lasciare la Lega a “pasteggiare” tranquillamente nelle burocrazie regionali, dove migliaia di posti di potere si moltiplicano come i classici “pani e pesci”?

Bossi, che è una vecchia volpe politica, la natura di questo suo “figliastro” la conosce bene: ha capito che dopo la batosta di Marine, l’uomo doveva rafforzare la sua piccola corte medioevale (con primarie da luna-park!), e ripulirla degli ultimi “ideologhi”, quelli che l’hanno tenuta in piedi per vent’anni (con il centro-destra), per abbracciare la nuova sponda del “cerchiobottismo”, dove, in nome del potere, e dei privilegi, si tira a campà.

Le confusioni e i mali di testa che poi si susseguono in casa Meloni, tra sovranismi e nostalgismi, e con una netta differenziazione nei confronti dell’unanimismo leghista nei confronti della destra francese,  ha convinto Salvini che è meglio stendere la mano, con una duratura “concertazione” con Renzi (che in fondo gli fa meno paura di Grillo!), piuttosto che rischiare di costruire un Paese nuovo, ripulito dal trasformismo, e in cui la miseria e la distruzione sociale, che alla Lega fregano meno di niente, siano l’obiettivo numero uno. Né ignora che tutti i tentativi di penetrazione nel Sud, diventato ormai la plaga della disoccupazione e del malgoverno, non gli riusciranno, e tutto sommato, gli conviene; mentre il M5S, che a testa bassa lotta contro la criminalità politica, specie quella legata alle cooperative sociali, ne ha fatto la sua stessa ragione di vita.

La mossa di Fiano & C. ci fa anche comprendere che Renzi non è disposto ad arrivare a maggio 2018 reggendo il moccolo a Gentiloni: non si fida più delle procure, a parte quelle di casa sua (Arezzo, Siena e Firenze), altrimenti non avrebbe inventato la famosa telefonata al padre, che ha fatto ridere mezza Europa, ma ha fatto incazzare la magistratura, visto che così l’ha voluta prendere letteralmente per i fondelli.

O la va o la spacca: o si va al voto entro ottobre, o la situazione italiana, nel frattempo diventata tumorale, gli cadrà addosso il prossimo anno, che si preannuncia come l’ “anno horribilis”, come una mannaia. E in questa corsa, il suo incubo peggiore, i Cinquestelle, stanno lì, a mordergli il deretano, mentre tutti i suoi trucchetti e malversazioni per fermarli cadono, uno dopo l’altro.

(R.S.)

 

 

 

 

 

 
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